Si stima in 14 milioni di tonnellate la quantità di bombe di ogni tipo (chimiche, cluster, a frammentazione, al napalm, al fosforo bianco, ecc.) sganciate dagli Stati Uniti sul Vietnam fra il 1961 e il 1975. Una quantità doppia rispetto a quelle che colpirono un totale di tre paesi, Germania, Italia e Giappone durante tutta la Seconda Guerra Mondiale. In termini di potenza esplosiva è come se sul Vietnam fossero state sganciate l’equivalente di 328 bombe atomiche, ognuna con una potenza pari a quella che cadde su Hiroshima. Gli sceriffi del mondo scatenarono la Guerra del Vietnam con un falso pretesto (l’Incidente del Golfo del Tonchino) e come sempre, si macchiarono di impuniti crimini di guerra e di crimini contro l’umanità, come quello di aver devastato il 12% della superficie del Vietnam del Sud con una sostanza altamente tossica, denominata “Agente Arancio”.1
L’Agente Arancio fu testato su un atollo del Pacifico. La sua pericolosità risultò tale per le forze armate statunitensi che il presidente Roosevelt decise di rinunciarvi e vietò all’esercito di servirsene. I suoi successori non ebbero gli stessi scrupoli.
L’Agente Arancio fu utilizzato come defoliante per la prima volta nel 1950 dagli inglesi durante l’Emergenza Malese, nel corso dell’Operazione Trail Dust.
Nel 1962 l’erbicida tornò in auge e fu utilizzato dagli statunitensi in Vietnam, nell’Operazione Ranch Hand.1 Negli anni della Guerra del Vietnam, l’aviazione militare statunitense spargeva sulle fitte foreste tropicali, le risaie, i campi coltivati del Vietnam, un defoliante avente una concentrazione di diossina 55 volte superiore a quella all’epoca consentita per gli usi agricoli, allo scopo di impedire ai Vietcong di nascondersi tra la vegetazione e al fine di distruggere i raccolti per affamare la popolazione.2 3 Non c’è nemmeno bisogno di dirlo, ma quei raccolti non erano destinati solamente ai Vietcong, e così i criminali a stelle e strisce causarono anche una diffusa e gravissima carestia in tutta la regione.
Il problema era piuttosto elementare: durante la Guerra del Vietnam i Vietcong giocavano in casa, rendendo la vita incredibilmente difficile ai soldati statunitensi. La soluzione più ovvia? Smontare la casa ai Vietcong. Serviva qualcosa che distruggesse l’ecosistema e così fu deciso di utilizzare il terribile defoliante tossico. Se non c’erano le piante i Vietcong non sapevano dove nascondersi, e un Vietcong che non si sapeva nascondere era un Vietcong morto.
Per questo compito, contravvenendo non solo alle convenzioni internazionali, ma anche al senso di umanità e a qualsiasi moralità, fu massicciamente impiegato il famigerato “Agente Arancio” che prese il nome dalle strisce arancioni presenti sui contenitori dove era immagazzinato. Si tratta di una miscela contenente arsenico e diossina, uno dei più potenti e terribili diserbanti, del quale solo sul Vietnam del Sud ne furono irrorati oltre 75 milioni di litri contenenti 170 chilogrammi di diossina, il composto chimico in assoluto più tossico prodotto dall’uomo. Con l’autorizzazione del presidente democratico John Kennedy le operazioni con l’Agente Arancio presero il via nel 1961 aumentando progressivamente fino a raggiungere il culmine nel 1965, per poi diminuire e infine cessare nel 1971, in seguito alle numerose proteste che si levarono nel mondo e negli Stati uniti stessi da parte di scienziati, parlamentari e soprattutto ex combattenti statunitensi.2 Si tratta ancora della più grande guerra chimica nella storia dell’unanimità. Il Protocollo del 1925 costituiva il diritto internazionale in vigore per quel che riguardava le armi chimiche nel momento in cui iniziava l’aggressione degli Stati Uniti contro il Vietnam. Autorizzando l’uso dell’Agente Arancio per distruggere le foreste e le risaie, il presidente degli Stati Uniti lo violò deliberatamente.
Negli Stati Uniti, la controversia sull’utilizzo della diossina scoppiò dal 1965, quando la stampa svelò l’esistenza di un centro di ricerca militare sulle armi chimiche, a Fort Detrick, nel Maryland. Ma il governo statunitense negò tutto con questa stupida frase: “Questo prodotto è un veleno non più pericoloso dell’aspirina!“, affermò un rappresentante del Pentagono al Washington Post, nell’agosto del 1968.
A distanza di quasi cinquant’anni, oltre a 400mila morti vietnamiti per intossicazione da diossina, l’Agente Arancio ha continuato la sua guerra silenziosa e secondo i dati della Croce Rossa riportati dall’Aspen Institute, sono oltre quattro milioni i vietnamiti ammalati di cancro o che soffrono di altre patologie per colpa della diossina, e sono oltre 500mila i bambini nati con malformazioni molto serie per cause imputabili all’esposizione di quel defoliante altamente tossico.1 3 Una seconda generazione nata dopo la guerra è vittima delle armi chimiche utilizzate dagli americani. Ancora oggi due bambini su tre (due su tre, avete letto bene!) i cui genitori vivevano nelle zone bombardate con l’Agente Arancio, nascono con gravi malformazioni. “Non nascono dei bambini, ma dei mostri” è il commento indignato del Dott. Le Diem Huong dopo aver fatto nascere un bambino i cui organi genitali si sono sviluppati sul viso.4
Come per la popolazione, l’impiego massiccio dell’Agente Arancio ebbe sull’ambiente, effetti devastanti: riduzione della biodiversità, impoverimento ed erosione del suolo, inquinamento delle acque, alluvioni nonché la pauperizzazione della produzione agricola e della pesca.2 3 Il 43 % delle zone coltivate sono state contaminate, il 60 % delle piantagioni di heveas (alberi da Caoutchouc) sono stati distrutti, il 44 % delle foreste sono state distrutte, il 36 % delle foreste di mangrovie sono state distrutte e ci vorrà più di cento anni per ricostruirle, 6.250 Km2 nel Sud del Vietnam restano inadatti alla coltura a cinquant’anni di distanza.4
Le conseguenze dell’impiego dell’Agente Arancio subito dopo la fine della guerra, colpirono anche migliaia di veterani statunitensi i quali cominciarono ad accusare malattie della pelle, asma, tumori, disturbi intestinali. I loro bambini nascevano senza arti, o con sindrome di Down e spina bifida. Ma passarono altri tre anni prima che il Dipartimento degli Stati Uniti per i diritti dei veterani acconsentisse a finanziare una ricerca medica, esaminando 200mila reduci. Il presidente Reagan ammonì gli scienziati di non creare correlazioni tra l’Agente Arancio e l’acuirsi delle condizioni mediche degli ex-combattenti, ma alla fine, nel 1984, la Dow Chemical, la Monsanto ed altre industrie chimiche produttrici dell’Agente Arancio furono condannate a pagare un indennizzo di quasi 200 milioni di dollari ai reduci per i danni ricevuti dalle sostanze chimiche utilizzate a loro insaputa.1 Alla base della sentenza di condanna all’indennizzo vi era il fatto che a partire dagli anni Sessanta, la Monsanto e altre sei ditte americane (Dow Chemical, Diamond Shamrock Corporation, Hercules Inc, Uniroyal Inc, T-H Agricultuial & Nutrition Company e Thomson Chemical Corporation) produssero l’Agente Arancio nonostante le ricerche mediche pubblicate e quindi note, avessero stabilito in modo inconfutabile il suo triplice pericolo: provoca il cancro, causa malformazioni congenite sul feto ed è causa di modificazioni genetiche.4
Nessun indennizzo però fu corrisposto al governo del Vietnam e alla sua popolazione innocente e aggredita. Sulla base dell’indennizzo corrisposto ai reduci statunitensi, nel 2005 una class action intentata negli Stati Uniti da milioni di vietnamiti è stata chiusa senza successo portando quale miserabile giustificazione a tale disparità di trattamento, “che vendere defoliante non è un crimine di guerra e non esiste un legame accertato tra l’Agente Arancio e le patologie della popolazione“. Non si spiega allora l’indennizzo corrisposto ai reduci degli Stati Uniti.3 Oppure, si spiega con la presa di coscienza della composizione della società statunitense. Infatti, l’evidente asimmetria si evince anche dal risultato di un sondaggio del 2004, nel quale il 79% degli statunitensi interpellati dichiarò che i veterani andavano compensati e appena il 51% si disse a favore dei risarcimenti ai vietnamiti.5
C’è da notare inoltre, che per ragioni economiche l’Occidente non impara mai dai propri errori e anziché bandire per sempre le aziende statunitensi colpevoli di quella produzione criminale, nella sua miopia ha consentito alla Dow Chemical di comparire tra gli sponsor delle Olimpiadi di Londra 2012 e a nulla sono servite le proteste ufficiali del governo vietnamita.3
I governi criminali degli Stati Uniti non si fermarono all’Agente Arancio, il Pentagono negli anni successivi si macchiò di crimini di guerra e crimini contro l’umanità tuttora impuniti, con l’impiego di proiettili all’uranio impoverito nella Prima Guerra del Golfo del 1991, nella ex Jugoslavia, in Afghanistan e poi ancora di nuovo in Iraq, in una escalation di violenza criminale e diabolica resa accettabile all’opinione pubblica occidentale mediante la disinformazione costante attuata dai mezzi d’informazione asserviti ai loro governi.
In rete trovate una moltitudine di fotografie inerenti le malformazioni prodotte dall’Agente Arancio. Solo a titolo di campione ne ho volute inserire quattro, ma l’ho fatto alla fine dell’articolo, per consentirvi di leggerlo senza proporvi uno shock ulteriore a quello conseguente la lettura. Le immagini sono molto forti e si avvisa che potrebbero causare un intenso impatto emotivo, quindi chi vuole può non scorrere oltre per non vederle.
ATTENZIONE: IMMAGINI AD ALTO IMPATTO EMOTIVO
Luca D’Agostini
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Fonti
2) Ecologia
3) Vietnam
4) Monsanto
5) Eredità
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