Aveva ragione la scrittrice statunitense Susan Sontag quando sosteneva che “un evento diventa reale, agli occhi di chi è altrove e lo segue in quanto notizia, perché è fotografato.“
Il rischio di una immagine è quello di condizionare il pensiero, impedendoci in ultima analisi di capire. Però anche di fronte ad immagini atroci e crudeli non possiamo sospendere la nostra capacità critica. L’utilizzo di alcune foto ha il fine di creare un’immediata concatenazione tra l’immagine, che è solo rappresentazione, e la realtà che ha in noi prodotto quella immagine, condizionando così il nostro pensiero e facendoci credere che quello che abbiamo visto in foto è assolutamente la realtà. E’ per questo motivo che le immagini vengono utilizzate per avvalorare la manipolazione dell’informazione e l’annichilimento delle coscienze dell’opinione pubblica.1
Così nel 2016, l’immagine di un’altra bambina denutrita aveva scosso le coscienze dell’opinione pubblica Occidentale. Una bambina che la BBC ed il giornale britannico The Independent avevano affermato provenire dalla città siriana di Madaya.2
Ricostruiamo il contesto storico in cui si inserì la diffusione delle immagini di questa bambina denutrita. Durante il mese di gennaio del 2016, le truppe dell’esercito siriano e le milizie di Hezbollah avevano ormai stretto sotto assedio la città di Madaya, situata 45 km a sud-ovest di Damasco ed a pochi chilometri dal confine con il Libano. La cittadina veniva sfruttata come roccaforte da parte dei terroristi. La popolazione del villaggio era ostaggio di al-Nusra e di Ahrar Ash-Sham, ospitando così al suo interno più di 600 terroristi. L’obiettivo di questi terroristi era quello di creare una zona di rottura tra il governo di Damasco e il vicino Libano, isolando così l’esercito siriano dai rifornimenti bellici ed economici di Hezbollah. Per raggiungere il loro scopo avevano trattenuto in ostaggio la popolazione, usandola come scudo umano per impedire che l’avanzata dell’esercito siriano liberasse tutti coloro che venivano trattenuti contro la propria volontà.3 4
I media occidentali diffusero a supporto della gravità della situazione, immagini di persone denutrite e scheletriche costrette secondo loro a sopravvivere mangiando foglie di alberi, cani e gatti, attribuendo la responsabilità di tutto ciò al presidente Bashar al-Assad.2 5 Prontamente sui social network si alzarono voci di protesta contro il governo siriano per le immagini terribili di bambini e civili affamati.
Ma i media occidentali furono colti ancora una volta nell’atto di falsificare la realtà. Infatti, indagando si scoprì che si trattava di immagini che nulla avevano a che fare con le “presunte crudeltà del governo siriano”. Di seguito vi mostro una delle foto che suscitò maggiore indignazione nell’opinione pubblica occidentale, quella di una bambina un tempo giovane e sana raffrontata con altre foto di lei mentre versava in condizioni critiche a causa della fame.
Questa foto fu inizialmente pubblicata dal canale televisivo saudita “al-Arabiya” ed immediatamente venne diffusa dalla maggior parte dei media occidentali. Ma una indagine del quotidiano libanese “Lebanese Daily Star” svelò che le foto erano di una bambina del sud del Libano di nome Maryana Youssef Mazeh.6 7 La foto pubblicata dai media occidentali nel 2016 era in realtà una foto del 2013, ma nel frattempo gli stessi media continuavano ad affermare che la bambina sarebbe stata un’abitante della città siriana di Madaya.
I familiari di Maryana si infuriarono per il fatto che la sua immagine disperata fosse stata fatta circolare a scopo di propaganda. La bambina dichiarò all’agenzia di stampa al-Manar: “Vivo a Tayr Filsey (Libano meridionale), non a Madaya e sto bene!” Lei adesso ha otto anni e si è completamente ripresa dalla malattia che l’aveva ridotta in quella condizione fisica.2
Ma le foto di propaganda utilizzate per accusare il governo siriano della situazione venutasi a creare a Madaya, non si fermarono qui. Al-Jazeera pubblicò la seguente foto, rappresentante secondo la TV araba un uomo affamato a Madaya.
Ma anche questa immagine si è dimostrata essere un’immagine che nulla aveva a che fare con la città di Madaya, trattandosi di una foto pubblicata il 3 aprile 2009 e riguardante la condizione di un rifugiato in Europa.7
Poi, naturalmente, non poteva mancare la foto di un bambino piccolo malnutrito per via dall’assedio di Madaya.
Anche in questo caso la realtà era ben diversa da quella che certa propaganda dei media volevano diffondere. In questo caso l’immagine si rivelò essere la foto di un bambino del campo profughi palestinese di Yarmuk, alla periferia di Damasco. La foto era stata scattata a marzo del 2014, come potete vedere dalla foto seguente.7
Luca D’Agostini
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Fonti
(3) Strage mediatica
(4) A corto di verità sulla Siria
(5) Il Giornale
(6) Daily Star
(7) Madaya
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