In questo articolo conosceremo la storia del secondo Zar della dinastia Romanov. Alessio Michajlovič Romanov, il quale diverrà lo Zar Alessio I nacque a Mosca il 17 (27) marzo 1629. Il padre era lo Zar Michele I. Fin dall’età di 5 anni, Alessio venne affidato alla tutela dello zio, l’aristocratico Boris Morozov, il quale aveva una ricca biblioteca. All’età di 7 anni cominciò a leggere i Salmi e gli Atti degli Apostoli ed a studiare grammatica. All’età di 9 anni cominciò a studiare il canto in chiesa. All’età di 11 anni Alessio leggeva già libri di cosmografia.
Lo Zar Michele I morì quando suo figlio Alessio aveva 16 anni lasciandolo erede al trono del Regno Russo. Subito dopo l’incoronazione, lo Zar Alessio I perse anche la madre e quindi suo zio si prese completamente cura di lui curando anche la sua educazione religiosa facendogli osservare rigorosamente i digiuni (il lunedì, il mercoledì ed il venerdì, lo Zar Alessio I non mangiava e non beveva) e frequentare le funzioni religiose ed addirittura combinò anche il matrimonio dello Zar con Maria Ilinichna Miloslavskaya. Da tale matrimonio lo Zar ebbe 13 figli (5 maschi e 8 femmine).
Lo Zar Alessio era una persona calma, gentile, premurosa e compiacente ed infatti passò alla storia con l’appellativo «il tranquillo». Alessio era un uomo intelligente, colto e leggeva molto, amava giocare a scacchi, ma la sua grande passione era la falconeria e la caccia con i cani. Spesso si allontanava da Mosca per andare a caccia di orsi, lupi, tigri, volpi. In queste occasioni non voleva essere disturbato e le porte della città erano bloccate fino al suo ritorno.
Lo Zar Alessio I era molto interessato alla stampa europea e stabilì delle consegne regolari di giornali stranieri in Russia riorganizzando tutto il sistema postale. Era un appassionato di crittografia e scrittura in codice ma soprattutto era un appassionato di astrologia e si fece per questo motivo costruire un telescopio personale.
Suo zio Morozov portò avanti una politica estera intesa a mantenere lo Stato russo in una condizione di pace con i paesi confinanti. La sua politica interna fu caratterizzata da un aumento delle tasse e dall’istituzione di una nuova tassa sul sale che suscitò enorme malcontento, in quanto era uno dei prodotti di maggiore consumo da parte della popolazione ed addirittura la tassa superava il prezzo di mercato del sale. L’istituzione della tassa causò anche un immediato e notevole aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Nel maggio del 1648, scoppiò una rivolta popolare ricordata come la «sommossa del sale». Morozov fu accusato di essere egoista e di praticare la stregoneria. La sua casa venne saccheggiata durante la rivolta popolare. Lo Zar Alessio I si trovò così costretto a licenziare il suo tutore esiliandolo di nascosto in un convento del nord della Russia, e notificando alla popolazione insorta la sua condanna a morte, abolendo al tempo stesso la tassa sul sale che aveva provocato l’insoddisfazione popolare dovuta al calo del potere d’acquisto della popolazione e le conseguenti ingenti perdite subite dai commercianti a causa di cibo avariato. Il successo della ribellione di Mosca fu il segnale per una più ampia contestazione del potere dello Zar, moto che culminò con le ribellioni delle città di Pskov e Novgorod. Per sedare tali ribellioni Alessio I si avvalse della collaborazione del patriarca Nikon il quale già precedentemente si era guadagnato la fiducia dello Zar. Il patriarca Nikon venne incaricato dallo Zar Alessio I di effettuare una riforma della Chiesa ortodossa. La riforma fu realizzata tra il 1653 ed il 1655 e riguardava soprattutto i riti religiosi. Ma il nuovo patriarca era un uomo molto ambizioso e aveva un’idea di superiorità dell’autorità ecclesiastica rispetto a quella dello Zar. Sorsero così dei contrasti tra Alessio I ed il patriarca. Lo Zar smise di andare alla liturgia patriarcale nella Cattedrale dell’Assunzione. Il patriarca non fu più invitato ai ricevimenti di Stato. Ciò rappresentò un duro colpo per l’ego del patriarca che si ritirò in esilio. Il patriarca venne immediatamente destituito dallo Zar in quanto aveva abbandonato la chiesa e rinunciato al patriarcato senza il suo permesso e fu condannato alla reclusione perpetua in monastero.
In politica estera Alessio I raggiunse il grande risultato della riunificazione di Russia e Ucraina. Nel 1667 dopo tredici anni di conflitto, Alessio I portò a termine la guerra con la Polonia ottenendo una grande vittoria e riconquistando città importanti come Smolensk, Vitebsk e Kiev.
In politica economica l’obiettivo dello Zar Alessio I era incoraggiare l’attività industriale ed il commercio interno proteggendolo dalla concorrenza di merci estere. Ma gli errori di calcolo nella politica finanziaria, il rilascio di denaro di rame pari a quello d’argento svalutarono il rublo causando il malcontento della popolazione. La rivolta fu soppressa con la forza e le monete di rame furono dichiarate fuori corso.
Nel 1669, alla nascita del tredicesimo figlio, la moglie Maria morì di parto. Alessio I si risposò nel 1671 con Natalja Kirillovna Naryškina, cugina della prima moglie e dalla quale ebbe 3 figli, tra i quali il primogenito Pietro, nato nel 1672, divenne Zar con il titolo Pietro I detto il Grande.
I suoi ultimi anni di regno, nonostante la ribellione dei Cosacchi del Don, furono abbastanza tranquilli. Negli ultimi anni della sua vita si appassionò alla musica europea. Alessio I morì per un attacco di cuore a Mosca il 29 gennaio (8 febbraio) 1676 all’età di 46 anni e fu sepolto nella Cattedrale dell’Arcangelo Michele del Cremlino di Mosca. Gli successe Fëdor, il figlio maggiore nato dal matrimonio con la prima moglie Maria.
Luca D’Agostini
Lascia un commento
Вы должны авторизоваться чтобы опубликовать комментарий.