Questo articolo è dedicato ad un brillante professore di medicina dell’Unione Sovietica, Aleksandr Nikolaevič Bakulev, uno dei fondatori della chirurgia cardiovascolare.
Bakulev nacque da una famiglia di contadini, il 12 dicembre 1890 in un villaggio della Russia centrale, situato nell’attuale regione di Kirov.
Un fatto curioso consiste che nell’infanzia, il suo più caro amico era l’assistente personale di Stalin, Aleksandr Nikolaevič Poskrëbišev. I due ragazzi crebbero insieme, erano compagni di banco a scuola e prima della rivoluzione cantavano insieme nel coro della chiesa. Erano inseparabili.
Il dottor Bakulev partecipò alla prima guerra mondiale quale medico militare, ma non come chirurgo.
Durante la Guerra Civile lavorò come medico infettivo e terapista negli ospedali dell’Armata Rossa.
Relativamente in ritardo, all’età di oltre 30 anni, iniziò a studiare chirurgia presso la clinica ospedaliera dell’Università di Saratov.
Nel 1935 Bakulev conseguì il dottorato di ricerca e nel 1939 discusse la sua tesi di laurea sul tema «Trattamento conservativo degli ascessi cerebrali«, nella quale fu il primo al mondo a dimostrare un nuovo metodo di trattamento degli ascessi cerebrali.
Nello stesso anno, diresse il dipartimento di chirurgia ospedaliera presso la facoltà di pediatria dell’Università di Mosca e nell’autunno del 1941, durante i mesi più difficili della Grande Guerra Patriottica, partecipò alla difesa di Mosca come capo chirurgo.
Negli anni della guerra sviluppò una nuova serie di operazioni sul midollo spinale, un nuovo metodo di operazione della fistola sovrapubica con lesioni della colonna lombare e una cucitura quasi invisibile per ferite penetranti alla testa.
Allo stesso tempo, fino al 1947, fu il responsabile del reparto chirurgico dell’Ospedale del Cremlino. Questi fatti parlano da soli riguardo la sua alta autorità chirurgica in quegli anni.
Nel 1948 divenne membro a pieno titolo dell’Accademia delle Scienze Mediche dell’Unione Sovietica. Nel 1949 vinse il Premio Stalin e dieci anni dopo, il Premio Lenin. Nel 1953 fu eletto presidente dell’Accademia delle Scienze Mediche e nel 1960 gli fu conferito il titolo Eroe del Lavoro Socialista.
Nel 1948, fu uno dei primi nel Paese ad introdurre e sviluppare l’anestesia endotracheale. Eseguì la prima operazione in Unione Sovietica per cardiopatie congenite, nel 1952 eseguì le prime operazioni con stenosi mitralica e all’aneurisma sacculare dell’aorta ascendente. Nel 1955, al XXIV Congresso Sindacale dei Chirurghi, di cui era presidente, sollevò per primo la necessità di istituire nel Paese un dipartimento di cardiologia specializzato nella chirurgia toracica.
Nel 1956, per ordine del Consiglio dei Ministri dell’Unione Sovietica, tale dipartimento fu effettivamente creato e fu denominato «Istituto di Chirurgia Toracica dell’Accademia delle Scienze Mediche dell’Unione Sovietica». Bakulev fu nominato direttore.
Per la prima volta al mondo nei primi anni ’50, Bakulev formulò il concetto di correzione delle cardiopatie congenite di tipo «blu» imponendo anastomosi cavopolmonare.
Nel 1971, il chirurgo francese F. Fontan di Bordeaux, sfruttando le scoperte chirurgiche di Bakulev, sviluppò una nuova operazione cardiaca ancora oggi eseguita in tutte le strutture ospedaliere del mondo. Questo tipo di operazione prese comunque il nome di Bakulev.
Nella seconda metà degli anni ’50 Bakulev condusse ricerche prioritarie nel campo dello sviluppo dei metodi diagnostici e del trattamento chirurgico delle cardiopatie acquisite e congenite, dell’insufficienza coronarica cronica, dei disturbi del ritmo e della conduzione, delle malattie dell’aorta, delle sue ramificazioni e grandi vasi, della circolazione cardiopolmonare e della loro attuazione. In poche parole, non esiste una singola area della moderna chirurgia cardiaca in cui Aleksandr Nikolaevič Bakulev non abbia fornito il suo contributo.
Tutto ciò fa di Bakulev uno dei più importanti cardiochirurghi della medicina mondiale e fu lui lo sviluppatore del primo pacemaker impiantato nell’Unione Sovietica.
Bakulev morì a Mosca il 31 marzo 1967. Fu sepolto nel monumentale Cimitero di Novodevičij. Con la sua morte terminò un’intera epoca della chirurgia cardiaca sovietica, che pose solide basi per il suo sviluppo futuro.
Oggi i cardiochirurghi russi eseguono l’intera gamma di interventi chirurgici al cuore, inclusi trapianti e interventi ibridi. Ogni anno effettuano il maggior numero al mondo di interventi chirurgici a cuore aperto (circa 7.500 interventi, inclusi più di 3.500 interventi chirurgici su neonati e bambini sotto 1 anno di età, che costituisce il tasso di difficoltà più alta nella moderna chirurgia cardiaca).
I russi sono orgogliosi che tutti i pazienti, anche quelli stranieri, chiamino «Bakulevskij» il più grande centro di interventi cardiaci di Mosca, rendendo omaggio alla memoria del suo illustre fondatore, un ex contadino di un lontano e sperduto villaggio al centro della Russia.
E di questo tutti sono certi: la sua fama non terminerà mai!
Luca D’Agostini
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