In Unione Sovietica il tasso di criminalità era abbastanza basso rispetto alla maggior parte del resto del mondo, ma il Paese a partire dagli anni Sessanta si trovò a fronteggiare alcuni casi di reati commessi da criminali seriali. Così in quegli anni, le forze dell’ordine sovietiche dovettero approcciarsi per la prima volta al fenomeno dei serial killer.
Di norma, le informazioni su tali crimini non erano ampiamente pubblicizzate, le udienze giudiziarie erano chiuse, le pubblicazioni sulla stampa non comparivano affatto o erano limitate ad una riga sull’esecuzione della pena.
Uno di questi casi allora «semisconosciuti» e di cui si ebbero maggiori notizie molti anni dopo, fu l’indagine svolta su una serie di omicidi avvenuti a Ul’janovsk e nelle aree limitrofe all’inizio degli anni ’60-’70.
Una serie di brutali omicidi ebbe inizio nel marzo del 1968 e fu commessa da un cittadino allora incensurato, Anatolij Viktorovič Utkin, nato nel 1942 nella città di Barjsh. Il 31 marzo 1968, mentre Utkin con la sua autovettura era diretto a Mosca, incontrò sul bordo della strada una ragazza adolescente che gli fece segno di fermarsi. Si trattava della quattordicenne Lisa Makarova, la quale aveva urgente bisogno di arrivare a Terenga, per far visita alla propria madre malata e ricoverata in ospedale. Utkin si fermò ed accettò di darle un passaggio, ma strada facendo si fermò in un luogo isolato ed aggredì la ragazza violentandola. Utkin si rese immediatamente conto che la ragazza avrebbe denunciato tutto alla polizia e così decise di uccidere l’adolescente con alcune coltellate. Scaraventò il cadavere al quale aveva precedentemente legato le mani, ad una distanza di 300 km dalla scena del crimine, non lontano da Penza, nel fiume Othel. Prima di sbarazzarsi della vittima, sottrasse al corpo della ragazza tutti i beni personale che possedeva.
Passarono solo pochi mesi e commise un nuovo crimine. Il 27 giugno 1968 Utkin stava guidando un’autovettura dell’azienda presso la quale lavorava, da Barjsh ad Ul’janovsk. Vicino al villaggio di Bestuzhevka incontrò una ragazza che camminava lungo la strada. Si trattava della diciassettenne Valja Ananicheva, la quale si stava dirigendo verso un villaggio vicino. Utkin la urtò con il camion, la ragazza cadde a terra e perse conoscenza. La caricò sul camion e si diresse nella vicina foresta. Lì la violentò e poi la uccise. Non seppellì il cadavere ed anche in questa occasione si impadronì di tutti i beni personali della vittima.
La terza vittima di Utkin fu una ragazza che viveva alla periferia di Penza, la tredicenne Tanja Aksenova. Camminava da sola per strada a tarda notte. Utkin che transitava in quel momento con la sua auto, non ebbe difficoltà ad aggredire l’adolescente. Anche in questo caso, dopo averla violentata la uccise. Nascose il corpo della vittima in un giardino, ma non le sottrasse le sue cose. Evidentemente la presenza di qualcuno lo spaventò. Il corpo della ragazza con tracce di violenza e numerose coltellate fu ritrovato la mattina del 26 settembre 1968.
Fino al 6 agosto 1973, quando l’ufficio del procuratore generale decise di unificare tutte le indagini, nonostante lo stile simile dei crimini, ciascuna delle sparizioni e degli omicidi era indagata dalle autorità di polizia come casi separati.
In seguito il maniaco cambiò radicalmente il suo stile: non scelse più le sue vittime casualmente tra le ragazze che camminavano lungo le strade, ma si mise lui stesso alla ricerca delle sue vittime ideali. Agiva sempre con un coltello, ma le sue azioni criminali furono pianificate in dettaglio ed erano meno improvvisate rispetto a quelle iniziali.
Così la quarta vittima non fu incontrata sulla strada, ma all’uscita di un condominio. Ljuba Stroganova stava uscendo per incontrare in città il suo fidanzato, ma Utkin appena uscita l’aggredì. Le tappò la bocca con la mano e le inflisse tre colpi di coltello al collo ed alla spalla, tuttavia, la ragazza oppose una forte resistenza ed a seguito della lotta che ne seguì, riuscì a fuggire dalle mani dello stupratore. Ciò accadde ad Ul’janovsk l’8 ottobre 1968.
Il crimine incompiuto costrinse Utkin a cercare urgentemente la prossima vittima. Non poteva più smettere: la sete di sangue divenne più forte delle paure di essere catturato.
Così il 28 novembre 1968 avvenne un nuovo omicidio. La vittima fu Ljuba Stojak, una bambina di dieci anni di Ul’janovsk. La ragazza andava di fretta a scuola e quando Utkin si offrì di darle un passaggio, non sospettò nulla. Nell’automobile il criminale stordì la piccola passeggera, la portò fuori dalla città dove la stuprò e poi la uccise con numerose pugnalate. Tutto accadde nel bosco e lì rimase anche il corpo della ragazza assassinata fino a quando non fu trovato per caso.
Dopo questo crimine, che causò una grande risonanza nella città di Ul’janovsk, Utkin rimase in agguato per sette mesi interi. Ma il 28 maggio 1969 commise nuovamente un crimine. Era sera tardi e stava seguendo una giovane donna che rincasava nel centro di Ul’janovsk. L’aggredì, la violento e poi la uccise. Non nascose le tracce del crimine e lasciò il corpo senza vita della vittima sull’asfalto.
Dopo questo crimine, la polizia intensificò in modo significativo la ricerca del pericoloso criminale. Utkin avvertì i stringenti controlli messi in atto dalla polizia e decise di farsi arrestare per un reato minore. Così commise una rapina in strada e si lasciò arrestare dagli agenti di polizia. Nell’agosto 1969, per tale reato Utkin fu condannato a tre anni di carcere. Durante il periodo della sua reclusione non avvennero nuovi omicidi ad Ul’janovsk.
Ma nell’ottobre del 1972, al suo rilascio, Utkin riprese a compiere i suoi crimini effettuando una serie di aggressioni alle donne. Il primo atto di questo nuovo dramma avvenne il 30 ottobre 1972 e consistette in un tentativo fallito di stupro. Nella città di Barjsh, Utkin incontrò una donna in un luogo isolato. Ma la donna, nonostante le pugnalate ricevute in testa, riuscì a fuggire dall’aggressore.
Poco tempo dopo, quando una delle ragazze che aveva affittato una stanza dell’appartamento dei suoi genitori, rifiutò di sposarlo, Utkin la violentò. In questo caso, differentemente da quanto commesso in precedenza, dopo lo stupro non uccise la ragazza, la quale però non lo denunciò.
Il 6 dicembre 1972, un uomo divenne vittima della follia omicida di Utkin. Incontrò il signor Ignatev alla stazione degli autobus di Barjsh ed accettò di dargli un passaggio fino ad Ul’janovsk. Lungo la strada uccise l’uomo e gli rubò i soldi che possedeva. Il corpo dello sfortunato passeggero fu trovato successivamente in un burrone sotto un ponte.
In seguito due giovani donne erano nella lista delle sue prossime vittime. Quindi, con una differenza di solo una settimana, il 15 ed il 22 dicembre 1972 Utkin uccise ad Ul’janov una donna la cui identità non fu mai accertata ed un’altra di nome Galina Ruzanova, non lontano da Mullovka.
Successivamente decise di commettere un crimine all’interno della fabbrica dove lavorava. Il direttore dello stabilimento aveva ricevuto una grossa somma di denaro da distribuire come premio agli operai. Era sera tardi quando ricevette i soldi e nella fabbrica non c’era quasi più nessuno, perciò il direttore decise di chiudere i soldi nella cassaforte in attesa di distribuirli agli operai il mattino successivo nel cortile della fabbrica. Utkin lo notò riporre i soldi e chiudere la cassaforte. Dopo qualche minuto Utkin gli si avvicinò e lo stordì colpendolo in testa con un tubo di metallo. Poi prese il coltello e lo sgozzò. Si mise alla ricerca della chiave della cassaforte e dopo averla trovata non riuscì però ad aprirla. Amareggiato per il fallimento, cosparse il cadavere di combustibile e lo incendiò. Rubò la borsa del direttore e tornò a casa. Questo fu il suo ultimo crimine.
Anatolij Utkin fu arrestato il 9 febbraio 1973, in quanto era ricercato come sospettato dell’ultimo omicidio. L’ispettore Melnikov trovò sulla scena del crimine una tanica di gasolio che apparteneva alla macchina affidata dall’azienda ad Utkin. Un controllo dei veicoli mostrò che la tanica era stata prelevata dall’autovettura assegnata ad Utkin. Inoltre il fatto che Utkin potesse essere coinvolto in questo crimine era suggerito anche dal fatto che precedentemente era stato condannato a tre anni di carcere per rapina.
Solo successivamente al suo arresto divenne evidente di quali altri crimini si era macchiato. Infatti fu deciso di perquisire la casa di Utkin. La perquisizione condusse a risultati sorprendenti: furono trovate prove che contribuirono a risolvere quattro casi contemporaneamente. Oltre alla borsetta con i documenti di una delle vittime, fu trovato in casa anche un fucile da caccia a doppia canna calibro 16 rubato dal posto di guardia della fabbrica il 26 dicembre 1972. Ma la più grande sorpresa fu la gioielleria femminile trovata nella casa di Utkin, che, come fu stabilito in seguito, apparteneva a Galina Ruzanova, residente nella regione di Ul’janovsk, che fu violentata e uccisa il 22 dicembre 1972.
L’indagine iniziata l’8 febbraio 1973, si concluse nell’agosto 1974. Gli investigatori analizzarono minuziosamente le date e le rotte dei viaggi di lavoro di Utkin nella regione. La coincidenza delle date dei viaggi di lavoro di Utkin e gli omicidi irrisolti di ragazze alla fine degli anni ’60 a Ul’janovsk e nelle regioni limitrofe era sorprendente ed indicava che Utkin poteva essere coinvolto in ciascuna delle uccisioni.
Utkin in tribunale provò in tutti i modi a mostrare atteggiamenti che potessero farlo considerare malato di mente, ma un esame psichiatrico forense lo riscontrò sano di mente.
Durante il processo furono interrogati quasi tutti i testimoni importanti. Tra loro c’erano anche le donne che sopravvissero alle aggressioni del maniaco, le quali confermarono che si trattava del loro aggressore.
Utkin durante il processo negò di aver commesso gli stupri e gli omicidi delle donne, ma le prove raccolte risultarono irrefutabili.
Così il 13 dicembre 1974 il tribunale di Ul’janovsk condannò a morte l’imputato. L’avvocato di Utkin fece ricorso a Mosca ma la Corte Suprema, nel marzo 1975 confermò il verdetto del tribunale regionale di Ul’janovsk. L’ultima mossa di Utkin fu la richiesta di perdono e conservazione della vita al Soviet Supremo, ma fu respinta dal Presidium del Collegio Supremo il 25 agosto 1975.
Il 12 settembre 1975, il serial killer e stupratore fu fucilato.
Luca D’Agostini
Lascia un commento
Fonti:
Вы должны авторизоваться чтобы опубликовать комментарий.