Inutile premettere che un viaggio in Abkhazia non è per tutti e che l’elemento fondamentale per viaggiare in Abkhazia è parlare il russo.
L’Abkhazia, conosciuta come i tropici dell’ex Unione Sovietica, è di una bellezza struggente, immersa in una vegetazione selvaggia, in bilico tra le cime vertiginose del Caucaso Maggiore e la distesa calma e opaca del Mar Nero. Il clima temperato-subtropicale in pianura e collina, i ghiacci perenni e i laghi glaciali delle montagne, le spiagge, le grotte, l’eredità architettonica e religiosa rendono l’Abkhazia un luogo poliedrico e molto suggestivo, incontaminato e interessante.
Dopo la guerra con la Georgia nel 1992-1993, grazie al supporto russo, l’Abkhazia è sopravvissuta nonostante un embargo lunghissimo e le restrizioni imposte dalla Georgia. Pur avendo la maggior parte delle infrastrutture distrutte, tanto che in tutto il territorio è visibile la distruzione e la violenza del conflitto, l’Abkhazia con l’aiuto russo è riuscita a riqualificare i suoi pilastri economici principali che sono l’agricoltura ed il turismo.
In questo articolo quindi scopriremo alcuni dei luoghi di interesse turistico in Abkhazia. Ma prima ancora, essendo l’Abkhazia uno Stato parzialmente riconosciuto dalla comunità internazionale, è bene analizzare anche gli adempimenti burocratici per accedere in Abkhazia.
Si può accedere in Abkhazia attraverso il valico di Psou-Adler oppure attraverso il porto di Gagra. E’ praticamente impossibile accedere in Abkhazia altrove lungo il confine, in quanto è sorvegliato da guardie di frontiera russe, che detengono chiunque tenti di attraversarlo.
Ci sono tre tipi di visti per l’Abkhazia: singola entrata, multi entrata e visto di transito. I turisti che entrano in Abkhazia devono compilare e inviare un modulo di richiesta di visto direttamente al Ministero degli Affari Esteri dell’Abkhazia. Un visto di ingresso russo è obbligatorio per i non-russi che devono entrare e uscire dall’Abkhazia passando in territorio russo. I cittadini della Comunità degli Stati Indipendenti (Russia, Bielorussia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan) ed i cittadini del Nicaragua non hanno bisogno di visto per entrare in Abkhazia.
Al ricevimento dei documenti debitamente presentati, il servizio consolare di solito ha bisogno di 5 giorni lavorativi per elaborare la richiesta. Appena la lettera è pronta il richiedente sarà contattato dal funzionario consolare e questa gli verrà inviata via fax o posta elettronica. La Lettera permesso di ingresso serve solo come un permesso di ingresso in Abkhazia.
Dopo l’ingresso nella Repubblica di Abkhazia è necessario procedere al Dipartimento consolare del Ministero degli Affari esteri d’Abkhazia per ottenere il visto che servirà come documento di permesso di uscita ed è necessario pagare le tassa per il visto (equivalente a 20 euro) alla banca «Sberbank». Il permesso di transito, il permesso di entrata doppia o il permesso per ingressi multipli da parte delle autorità russe sono necessari per avere diritto a rientrare nella Federazione Russa dopo aver visitato l’Abkhazia.
Come abbiamo accennato prima, si può accedere in Abkhazia anche via mare attraverso il porto di Gagra. Un servizio stagionale giornaliero in barca (in servizio dal 10 giugno al 1 ottobre) è stato introdotto nel 2011 collegando Gagra e Soči, dove è possibile entrare in Abkhazia in possesso di un nullaosta al passaggio di frontiera come se si passasse per la dogana sul fiume Psou via terra. La barca parte alle 9.00 da Soči (imbarco alle 8.00) e arriva a Gagra alle 10:30. Nella direzione opposta, si parte da Gagra alle 19:00 (imbarco alle 18:00). Un biglietto di andata e ritorno costa 1.000 rubli (13,33 euro), che a Soči deve essere acquistato almeno un giorno prima della partenza; per il viaggio di ritorno però, può essere acquistato a bordo.
E’ importante ricordare che a causa delle sanzioni economiche, le carte di credito non sono accettate in Abkhazia.
Inutile dirvi che la Farnesina sconsiglia viaggi a qualsiasi titolo in Abkhazia. Per quanto concerne la sicurezza personale, ricordiamo infatti che recentemente l’Abkhazia è stata vittima di un confronto miliare fra le forze armate georgiane e l’esercito russo. Oggi però per il turista comune il Paese è relativamente sicuro, ma dovete evitare assolutamente di avvicinarvi ai confini con la Georgia. Alcuni campi minati minori non registrati sono segnalati vicino al confine. Insomma, non è un paese dove fare i turisti ingenui, dove girare da soli senza parlare russo o dove fare campeggio libero. Ricordate che l’Abkhazia è, secondo il diritto internazionale, ancora una parte della Georgia. Ulteriori scontri militari sono alquanto improbabili, viste le enormi perdite subite in pochi giorni dall’esercito georgiano, ma occorre tener presente che ai viaggiatori che hanno visitato l’Abkhazia e intendono visitare la Georgia può essere negato l’ingresso e soprattutto possono essere imprigionati dagli ufficiali dell’immigrazione georgiani, perché l’ingresso in Abkhazia è considerato dalle autorità georgiane come un’immigrazione clandestina.
L’itinerario consigliato, per chi decide di visitare l’Abkhazia, vede il susseguirsi di tutta una serie di località poste in fila lungo la costa: per visitarle, la soluzione ideale è prendere un’auto con l’autista locale, perché noleggiare una macchina qui non è possibile e i trasporti pubblici sono pressoché inesistenti. Altrimenti, se ve la sentite di guidare, si può noleggiare un autovettura in Russia e fare ingresso con quella.
Allora è giunto il momento di scoprire cosa visitare in Abkhazia.
Nuovo Athos — La città Nuovo Athos si trova sulle coste del Mar Nero a 80 km dal confine russo. In questa località è possibile visitare i seguenti luoghi.
Fortezza di Anacopia — Se vi piacciono i castelli in rovina, su colline con viste spettacolari, allora questo è il vostro posto.

Fortezza di Anacopia

Fortezza di Anacopia
La fortezza di Anacopia è un’antica fortificazione militare della cittadina di Nuovo Athos. Si trova in cima al monte d’Iberia ed è la più completa struttura superstite di Anacopia, antica capitale del Regno di Abkhazia. Una prima struttura militare fu costruita tra il II ed il IV secolo. Alla fine del VII secolo venne edificata la cinta muraria principale con la partecipazione dei bizantini, allarmati dall’espansione islamica. Negli anni 736 e 737 il futuro califfo Marwān II pose sotto attacco con 60.000 uomini la fortezza, divenuta dimora di Leone I di Abkhazia e di Mihr, fratello del sovrano Archil di Cachezia. Difesero Anacopia 1.000 georgiani e 2.000 abkhazi. Secondo le cronache dell’epoca, tra le truppe arabe si diffuse un’epidemia che causò la morte di 35.000 persone. Altri 3.000 arabi morirono durante l’assalto alla fortezza. Il tentativo di Marwān II dunque fallì. Nel 788 il capo arabo Suleiman ibn Isam provò a condurre un nuovo attacco ad Anacopia, ma senza esito.
C’è anche un pozzo costruito 1500 anni fa ed ancora in funzione. Da questo pozzo ognuno può raccogliere autonomamente l’acqua e rifornire le proprie borracce e bottigliette. Questa è una delle acque più pure che vi capiterà di bere nella vita e molti ritengono abbia anche proprietà curative.
Ed ora un piccolo video della durata di 1 minuto e mezzo circa mediante il quale potrete ammirare la Fortezza di Anacopia dall’alto.
Grotta di Nuovo Athos — Si tratta di una grotta carsica situata sul pendio del monte Iverian. È una delle più grandi caverne del mondo con migliaia di splendide stalagmiti e stalattiti. Fu scoperta nel 1961, si compone di nove grandi gallerie ed è un’attrazione turistica dal 1975. Per comprendere l’immensità della grotta considerate che per scendere al suo interno è stata organizzata una ferrovia sotterranea, una specie di mini metropolitana con tre stazioni.

Grotta di Nuovo Athos

Ferrovia all’interno della Grotta di Nuovo Athos
Monastero di Simone il Cananeo — E’ un splendido monastero ortodosso situato ai piedi del Monte Athos in Abkhazia.

Monastero di Simone il Cananeo

Monastero di Simone il Cananeo
Fu fondato nel 1875 dai monaci del monastero russo di San Panteleimon, provenienti dall’antico monte Athos in Grecia ed appartenenti al Patriarcato di Costantinopoli. Il monastero fu costruito vicino all’antico tempio di uno dei dodici apostoli, Simone il Cananeo, dove riposano le sue sante reliquie. Non lontano dal tempio si trova una grotta, nella quale, secondo la tradizione, l’apostolo Simone il Cananeo si ritirò e pregò.
La mole di lavoro necessaria per la costruzione del monastero fu enorme: si rese necessario tagliare parte della montagna ed estrarre decine di migliaia di tonnellate di terra e roccia. Il lavoro era ulteriormente complicato dal fatto che il luogo del futuro monastero era su una notevole altezza e non aveva strade di accesso convenienti.
Nel 1880 fu avviato il restauro del monastero, che durò 20 anni. L’imperatore russo Alessandro III contribuì ai lavori di restauro donando la campana del campanile più alto.
Il monastero è costruito in stile neobizantino ed è coronato da 5 cupole.
Il monastero fu chiuso nel 1924 ed utilizzato dal governo sovietico come magazzino. Fu restituito ai credenti nel 1994. La visita logicamente è gratuita.
Con il video seguente entreremo all’interno del Monastero di Simone il Cananeo.
Chiesa di San Simone il Cananeo — La chiesa è dedicata a San Simone il Cananeo , che, secondo le cronache georgiane dell’XI secolo, predicò il cristianesimo in Abkhazia e morì e fu sepolto nella città di Nicopsis, a nord dell’Abkhazia.2

Chiesa di San Simone il Cananeo
Lago Ritsa — Questa è una delle mete più frequentate dai turisti russi e qualora aveste la fortuna di visitare questo luogo rimarrete impressionati dalla bellezza naturale di questa zona.

Lago Ritsa
Il lago Ritsa è un lago situato tra le montagne del Caucaso ed è una riserva naturale. Le vette circostanti hanno altezze variabili tra i 2200 metri e i 3500 metri. Le acque del lago sono fredde e limpide. La profondità del lago raggiunge i 116 metri e le acque sono ricche di trote. Circondano il lago numerosi esemplari di abeti alti oltre 70 metri.
Il nome del lago deriva da una bellissima leggenda. Nei tempi antichi in questo luogo c’era una semplice valle ed un fiume. Qui viveva una ragazza di nome Ritsa insieme ai suoi tre fratelli: Agepsta, Atsetuka e Pshegishkha. Ritsa pascolava i suoi animali nella valle ei suoi fratelli cacciavano in alta montagna di giorno e tornavano a valle la sera. Una volta i tre fratelli si allontanarono troppo. Ritsa, non vedendoli tornare alla solita ora, cominciò a chiamarli urlando i loro nomi. Così facendo fu udita da due banditi che vivevano nei boschi vicini: Gega e Iupshara. I due banditi sapendola sola decisero di rapirla. Iupshara l’afferrò e cavalcò giù per la valle, mentre Gega gli copriva la fuga. I fratelli di Ritsa che erano sulla via del ritorno, la sentirono piangere ed urlare e accorsero in suo soccorso. Pshegishkha lanciò una spada contro i banditi, ma li mancò e la spada cadde nel fiume. A questo punto il fiume si trasformò in un lago e Ritsa che si era staccata dalla presa di Iupshara, vi cadde dentro. I fratelli non riuscirono a salvarla e Ritsa morì affogata nel lago. Quindi Pshegishkha gettò il bandito Iupshara nel lago, ma l’acqua non lo accettò, lo fece trafiggere dalla spada precedentemente lanciata da Pshegishkha e poi l’acqua lo portò via verso il mare. L’altro bandito, Gega, corse dietro a Iupshara, ma non riuscì a salvarlo. Per il dolore, i fratelli si trasformarono in montagne e oggi sono ancora qui per proteggere il luogo di riposo di Ritsa.
Dall’altra parte del lago rispetto alla strada principale vi era una delle residenze estive di Iosif Stalin. La Dacia di Stalin è ancora esistente e la via più breve per raggiungerla è in barca, ma l’accesso è possibile anche in macchina. La Dacia di Stalin è aperta ai turisti in alta stagione, l’ingresso è gratuito ed avrete la possibilità di avere accesso ad un luogo che è stato oggetto della vita privata di Stalin.
Ed ora ammirate la bellezza ed il fascino di questo lago, magari ricordando la splendida leggenda sullo sfondo delle note musicale che ascolterete.
Ed ora con il prossimo video, entriamo nella Dacia di Stalin.
Lago Mzi — Questo lago è proprio in cima alle colline dal confine russo, per arrivarci, si guida passato Lago Ritsa, continuando ad est e poi a nord. Ad un certo punto la strada finisce e non è più possibile proseguire oltre con l’autovettura. Per raggiungere il lago è necessaria quindi una passeggiata di 90 minuti, ma i sentieri da percorrere sono abbastanza comodi.

Lago Mzi
Sukhumi — Sukhumi è la capitale dell’Abkhazia. Sukhumi è situata in un’ampia baia sulla costa est del Mar Nero ed è conosciuta per le sue spiagge, l’acqua minerale dei centri termali.

Sukhumi
La città ha molti hotel di piccole e media dimensioni che servono principalmente turisti provenienti dalla Russia.
La città è un mix struggente di edifici sventrati dalla guerra o abbandonati ed edifici elegantissimi anni ’30, stucchi azzurrini a ricordo dei fasti di inizio secolo, sanatori sovietici e moli semidistrutti e abbandonati in riva al mare. Il parlamento abkhazo è un monumento alla guerra, privo di finestre e con i muri segnati dalle vampate di fuoco, appiccato nel 1993 dai georgiani.

Parlamento Abkhazo semi-distrutto
La luce rosa sul Mar Nero è romanticissima. Bello gironzolare per il centro di Sukhumi, sul lungomare e osservarla dall’alto, di notte.
Senza dubbio però il luogo più interessante della città sono gli orti botanici, costruiti nel 1840. Per visitarli dedicate un paio d’ore del vostro tempo, durante le quali potrete effettuare splendidi percorsi a piedi tra una grandissima varietà di piante molto ben curate e ogni tanto fermarvi a rilassarvi tra le numerose panchine immerse nel verde, magari proprio al centro della foresta di bambù. L’ingresso costa 200 rubli (2,62 euro). Mi raccomando, non dimenticate i prodotti per proteggervi dalle zanzare.

Orto Botanico di Sukhumi

Orto Botanico di Sukhumi
Nel video che segue faremo un giro per le strade di Sukhumi.
Gudauta — A circa 37 km a nord-ovest di Sukhumi, affacciata sul Mar Nero, vi è la città di Gudauta. Per grandezza e numero di abitanti è la terza città dell’Abkhazia, dopo Sukhumi e Gagra. L’economia cittadina è principalmente agricola e balneare. E’ la città con la più alta presenza etnica di Abkhazi in percentuale.

Gudauta
In questo video della durata minore di un minuto potrete ammirare la bellezza di Gudauta.
Gagra — Gagra è la città turistica più importante del Paese, sede storica di attività balneari, locande, alberghi e maestose residenze estive. Bellissime le sue spiagge.

Gagra
Nel video seguente potrete ammirare la bellezza di Gagra.
Pitsunda — A 25 km a sud di Gagra si trova la bella cittadina di Pitsunda. Anche questa località è una rinomata meta turistica estiva per i turisti russi. Qui si trovano gli alberghi più famosi d’Abkhazia, si tratta di una serie di torri equidistanti lungo la costa, affacciate sul mare e con alle spalle il bosco.

Pitsunda

Pitsunda
La città è stata fondata da coloni greci nel V secolo a.C. con il nome di Pityus. Nel 407 fu meta dell’esilio di San Giovanni Crisostomo il quale però morì prima di arrivarci.
Il monumento principale della città è la Cattedrale di Sant’Andrea, risalente al X secolo e costruita dal re Bagrat III di Georgia. La cattedrale conserva resti di affreschi del XIII e del XVI secolo.

Cattedrale di Sant’Andrea
Nella seconda metà del XIII secolo, fu per breve tempo una colonia genovese con il nome di Pezonda.
Pitsunda era la metà estiva preferita del leader dell’Unione Sovietica Nikita Sergeevič Chruščëv.
Nel video seguente potrete ammirare Pitsunda in tutta la sua bellezza.
Dranda: Dranda è una piccola cittadina dell’Abkhazia dove si una delle più antiche chiese ortodosse del Paese: la Cattedrale di Dranda. Secondo lo storico romano Procopio di Cesarea, nel 551 l’imperatore Giustiniano I costruì un tempio in questi dintorni, alcuni storici ritengono si tratti di quello che oggi è la Cattedrale di Dranda.

Cattedrale di Dranda
Questo è l’ultimo video dell’articolo. Dura poco ma avremo la possibilità di entrare all’interno della Cattedrale di Dranda.
Luca D’Agostini
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Fonti:
(2) David Marshall Lang, Live and legends of the georgian saints, St. Vladimir’s Seminary Press Grestwood, New York 1976, p. 167.
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