Aruba è un’isola paradisiaca di 193 kmq di superficie, situata a soli 24 km di distanza dalle coste settentrionali del Venezuela. L’isola non è indipendente in quanto appartiene al Regno dei Paesi Bassi.
Le sue bellissime spiagge mozzafiato costituite da sabbia bianchissima, l’acqua del mare limpida e turchese, cactus, arbusti caratteristici (watapana, detti «divi-divi»), costruzioni piccole e ben curate, ospitalità degli abitanti, un sole che la scalda tutto l’anno, ne fanno uno dei paradisi ideali per le vacanze.
L’origine del nome Aruba è incerta, circolano però tre teorie principali. La prima riguarderebbe lo scopritore spagnolo dell’isola, Alonso de Ojeda, che potrebbe averla nominata Oro Hubo, poiché in queste terre abbondava l’oro. La seconda deriverebbe dal termine oibubai, dalla antica lingua Arawak, che significa guida, mentre la terza da una divinità, Oro o Oru.
I primi abitanti noti dell’isola di Aruba furono gli indiani Caquetio della tribù Arawak del Venezuela. Nel periodo preceramico (2500 a.C. – 1000 d.C.) questa tribù seminomade pescava, cacciava e raccoglieva cibo, dipendendo soprattutto dal mare. Gli indiani creavano strumenti con conchiglie e sassi scheggiati, vivevano in piccoli gruppi di famiglie nelle aree costiere.
All’inizio del periodo ceramico (1000-1515 d.C.) costruirono cinque grandi villaggi e iniziarono a produrre mais e yucca. All’Archaeological Musuem of Aruba (il Museo archeologico di Aruba) si possono ammirare miniature di questi villaggi. Il museo ospita anche i resti di urne in ceramica, ceramiche e gioielli realizzati dai Caquetios.

Archaeological Musuem of Aruba (Museo archeologico di Aruba)
Nel 1499 l’esploratore spagnolo Alonso de Ojeda scoprì Aruba, dando il via alla colonizzazione dell’isola da parte degli spagnoli. A causa delle precipitazioni relativamente scarse, i colonizzatori non credevano che Aruba fosse un luogo adatto per piantagioni o colture. Nel 1513 gli spagnoli resero schiavi gli indiani Caquetio e li inviarono ad Hispaniola a lavorare nelle piantagioni e nelle miniere. Alcuni indiani tornarono ad Aruba nel 1515 e furono reclutati come lavoratori nell’allevamento di bovini e cavalli. Circa nove anni dopo l’arrivo di Alonso de Ojeda ad Aruba la Corona spagnola lo nominò primo governatore dell’isola. Aruba rimase sotto il controllo spagnolo per 137 anni.

Alonso de Ojeda
A causa della posizione strategica di Aruba, nel 1636 gli olandesi occuparono l’isola per proteggere le loro forniture di sale dalla terraferma sudamericana, e per avere una base navale nei Caraibi durante gli otto anni di guerra contro la Spagna. Gli olandesi reclutarono la gente Caquetio per costruire fattorie e allevare bovini per la carne da vendere e spedire alle altre isole. Durante le Guerre napoleoniche i britannici invasero e presero il controllo di Aruba, ma gli olandesi la riconquistarono nel 1816. Aruba divenne ufficialmente parte delle Antille Olandesi nel 1845.
Poiché l’isola non era fertile e verdeggiante come altre terre caraibiche, rimase fuori dal giro dello sfruttamento delle piantagioni e quindi anche della tratta degli schiavi. Fortunatamente la sua popolazione indigena, gli Arawak, esperta di allevamento del bestiame, fece di Aruba un importante centro di produzione di derrate alimentari.
Aruba si separò dalle Antille Olandesi nel 1986, una vittoria ambita dall’attivista politico ed eroe locale Betico Croes. Nel processo per lo “statuto speciale” Aruba ottenne lo statuto di Paese autonomo all’interno del Regno dei Paesi Bassi. Inizialmente il piano di Aruba era di diventare completamente indipendente. Tuttavia nel 1990 Aruba decise di posticipare a tempo indeterminato il piano e nel 1995 la petizione per l’indipendenza completa fu annullata.
Oggi Aruba rimane una parte costituente del Regno dei Paesi Bassi. Gli Affari esteri e il Ministero della Difesa di Aruba sono tutt’ora controllati dal Regno, ma gli Affari interni – comprese le leggi, politiche e valute – sono controllati dal Governo di Aruba. Per quanto concerne l’ordinamento dello stato, il sovrano dei Paesi Bassi è il Capo dello Stato di Aruba, e nell’isola è rappresentato da un governatore che viene nominato ogni sei anni ed è definito il «Commissario del Re». Il Capo del Governo, invece, è il Primo Ministro olandese. Nonostante l’isola appartenga ai Paesi Bassi, Aruba non è parte dell’Unione Europea.
Attualmente la popolazione è composta da circa 119 mila abitanti. La capitale è Oranjestad. Le lingue parlate sono l’olandese e papiamento (una miscela creola di spagnolo e portoghese). Diffuse anche l’inglese e lo spagnolo. La religione è in prevalenza cristiana cattolica. La moneta locale è il Fiorino arubano.
La bandiera di Aruba simboleggia il cielo e le acque dell’isola con il blu della base; l’oro e i fasti del passato con le due linee in giallo in basso e, con la stella rossa a quattro punte contornata di bianco, l’isola stessa: le spiagge bianche intorno e il cuore generoso dei suoi abitanti, nonché il loro amore per la propria terra, con il rosso intenso.

Bandiera di Aruba
Gli abitanti di Aruba godono di un’economia fiorente e, grazie all’industria del turismo e all’eccellente sistema d’istruzione, il tasso di disoccupazione è molto basso.
Negli anni ’20 Aruba registrava solo pochi visitatori. Tra il 1924 e il 1928 circa 200 yacht, imbarcazioni a motore e navi cisterna furono registrate, portando visitatori e uomini d’affari americani sull’isola.
Nel 1924 fu inaugurata la raffineria petrolifera «Lago», la quale costituì per molti anni la principale fonte d’impiego per gli abitanti dell’isola di Aruba. Tuttavia negli anni 1950, a causa dell’automazione, molti dipendenti persero il lavoro. Per rilanciare l’economia, si ricercò di un nuovo settore e il governo dei Paesi Bassi propose la scelta più fattibile, ovvero il turismo.
Il Caribbean Hotel, il primo albergo multipiano aprì i battenti nel 1959, diventando rapidamente la meta preferita di personaggi famosi di tutto il mondo. Da allora fino al 1977 il numero totale di alberghi aumentò continuamente.

Caribbean Hotel
Importanti investimenti del governo in strade, linee marittime e altre infrastrutture facilitarono lo sviluppo di resort alberghieri su vasta scala.
Nonostante l’aumento della capacità ricettiva, Aruba ha il tasso di occupazione delle strutture alberghiere più alto dei Caraibi, con una media del 75% tutto l’anno. La popolarità di Aruba è rimasta costante, non solo grazie alla combinazione perfetta di sole, spiaggia e mare, ma anche per l’ospitalità della sua gente, l’ottima sicurezza, la stabilità politica e il successo in settori come attività, vita notturna, shopping e ristoranti.
L’isola ha un basso tasso di criminalità, comunque furti di denaro avvengono abitualmente e quindi è consigliabile non lasciare incustoditi oggetti contenenti documenti e soldi.
L’isola è un luogo adatto per gli amanti del relax passivo sulla soffice sabbia sotto il sole. Certo, i prezzi per le vacanze ad Aruba sono piuttosto alti, ma i soldi spesi valgono le emozioni e le impressioni di questo tipo di viaggio.
Si può parlare per ore delle attrazioni dell’isola, ma la prima domanda che un turista giunto ad Aruba effettua è la seguente: «dove si trova la spiaggia con i fenicotteri rosa?». Purtroppo, molti turisti giungono ad Aruba e non lo sanno, ma la spiaggia con i fenicotteri non si trova ad Aruba, ma su un piccolo isolotto, un atollo corallino, che appartiene al Renaissance Hotel. La spiaggia si chiama Flamingo Beach.

Renaissanced Aruba Resort & Casino

Flamingo Beach
La capitale è Oranjestad, fondata dai mercanti della Compagnia Olandese delle Indie Occidentali, bella e colorata, vivace e piena di eventi in ogni stagione dell’anno. E’ più un grande paesotto piuttosto che una piccola cittadina, è senza traffico, con il mar dei Caraibi da un lato e i palazzi dal profilo olandese dall’altro, in un tripudio di yacht e hotel di lusso, cabriolet, ristoranti, casinò e boutique di grandi firme.

Oranjestad (Aruba)

Oranjestad (Aruba)

Oranjestad (Aruba)
È interessante notare che non esiste una zona duty free all’aeroporto internazionale di Oranjestad, poiché l’intera isola è una zona duty free.
Geograficamente, da un punto di vista strettamente fisico, Aruba appartiene al Sud America, si situa pochi km a Nord del Venezuela, nel Mar dei Caraibi, ed è parte di quello che è definito l’arcipelago ABC, che comprende le isolette di Aruba, Bonaire e Curaçao, altrimenti dette Isole Sottovento, le più a Sud delle Piccole Antille, che generalmente grazie alla loro posizione privilegiata, restano fuori dalla zona colpita dagli uragani. Soffiano invece spesso gli alisei, tipici venti tropicali, che sono costanti ma la maggior parte delle volte gradevoli. Il clima, anche per i motivi suddetti, è uno dei punti di forza di questa perla dei Caraibi, poiché è molto piacevole in ogni periodo dell’anno: le variazioni stagionali di temperatura sono minime e generalmente si resta intorno a una situazione costante di 28°C circa. Le precipitazioni annualmente raggiungono circa i 500 mm e ciò vuol dire che i turisti possono godere del sole quasi sempre. Le giornate più piovose comunque sono quelle autunnali.
Il periodo migliore per visitare Aruba è quello consigliato per tutta la fascia caraibica, e dunque da metà dicembre a metà aprile. La bassa stagione invece va da metà aprile a metà dicembre.
Grazie agli alisei, che qui soffiano in modo costante, gli alberi dell’isola, i caratteristici watapana (detti anche divi-divi) vengono piegati ed assumono forme strane e bellissime. La costa nord orientale è più selvaggia, con il suo snodarsi scenografico di rocce, piscine naturali e grotte. Da questo lato dell’isola il vento soffia più forte e fare il bagno è sconsigliato.

watapana
- watapana

watapana
Il fuso orario da Mosca è di 7 ore. Non esistono voli diretti dalla Russia. La connessione aerea avviene tramite la compagnia KLM con un volo Mosca-Amsterdam e un volo Amsterdam-Oranjestad.Il tempo di percorrenza totale è di 22 ore e 10 minuti. Ai turisti russi è richiesto un visto che è rilasciato dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi e un’assicurazione medica.
Luca D’Agostini
Lascia un commento
Вы должны авторизоваться чтобы опубликовать комментарий.