Il 22 dicembre la Chiesa Ortodossa Russa celebra il giorno della Santa Grande Martire Anastasia.
Anastasia nacque a Roma verso il 281 d.C. (la data esatta della sua nascita è sconosciuta), da una famiglia patrizia.
Era figlia del senatore Pretestato e di una donna di nome Fausta, la quale professava segretamente la fede cristiana. Per volontà della madre, Anastasia ebbe come precettore Crisogono di Aquileia. Crisogono insegnò ad Anastasia le Sacre Scritture e l’adempimento della legge di Dio.
Dopo la morte della madre, disdegnando la volontà della figlia, il padre la diede in sposa al tribuno pagano Publio. Per non infrangere il voto di verginità ed evitare il letto matrimoniale, Anastasia si riferiva costantemente a una malattia incurabile e conservava la sua purezza.
In quel periodo, nelle prigioni di Roma, c’erano molti prigionieri cristiani, che la Santa andava a visitare segretamente, indossando miseri abiti.
Lavava e nutriva i malati che non erano in grado di muoversi, fasciava le loro ferite e consolava tutti coloro che ne avevano bisogno. Il suo insegnante e mentore languì in prigione per due anni. Incontrandolo, fu edificata dalla sua pazienza e devozione al Salvatore. Il marito di Santa Anastasia, Publio, saputo ciò, la picchiò duramente, la collocò in una stanza separata e mise delle guardie alla porta.
Anastasia aveva il divieto anche di uscire di casa e, addirittura fu incaricato Codisso, il capo degli schiavi, di limitarle il cibo. La Santa si addolorava di aver perso l’opportunità di aiutare i cristiani.
Publio sperava di liberarsi di lei, ma teneva alla sua dote.
Dopo la morte del padre di Anastasia, Publio, per impossessarsi di una ricca eredità, torturava costantemente la moglie. La Santa scrisse al suo maestro: «Mio marito mi tormenta come avversario della sua fede pagana in una prigionia così difficile che non ho altra scelta che consegnare il mio spirito al Signore e morire«. Nella sua risposta, San Crisogono consolava la martire: «Le tenebre precedono sempre la luce, e, dopo la malattia, spesso ritorna la salute e, dopo la morte, ci è promessa la vita«. E predisse la morte imminente di suo marito.
Dopo pochissimo tempo, Publio fu nominato ambasciatore presso il re persiano. Sulla strada per la Persia, annegò durante un improvviso temporale.
Ora la Santa poté nuovamente visitare i cristiani che languivano nei sotterranei; utilizzò l’eredità ricevuta per provvedere ai vestiti, al cibo e alle medicine per i malati. San Crisogono fu mandato ad Aquileia (città dell’alta Italia) per essere processato davanti all’imperatore Diocleziano. Anastasia seguì il suo maestro. Il corpo di San Crisogono dopo il suo martirio, secondo la rivelazione divina, fu nascosto dal presbitero Zoilo. Trenta giorni dopo la sua morte, San Crisogono apparve a Zoilo e predisse la morte imminente di tre giovani donne cristiane che vivevano nelle vicinanze: Agapia, Chionia e Irene. Comandò che fosse inviata loro Santa Anastasia. Fu così che Anastasia si recò dal presbitero Zoilo, pregò presso le reliquie di San Crisogono poi, in un colloquio spirituale, rafforzò il coraggio delle tre vergini prima del supplizio che stavano affrontando. Dopo la morte delle tre martiri, ella stessa seppellì i loro corpi.
Santa Anastasia iniziò a vagare per servire i cristiani imprigionati nelle segrete, ove possibile. Così ricevette il dono della guarigione. Con le sue fatiche e parole di consolazione, Sant’Anastasia facilitò la prigionia di molte persone. Prendendosi cura dei corpi e delle anime dei sofferenti, li liberò dai vincoli della disperazione, della paura e dell’impotenza e per questo fu chiamata “la Modellatrice”. In Macedonia, la Santa incontrò la giovane vedova cristiana Teodozia, che l’aiutò nelle sue pie fatiche.
A Salonicco, i pagani vennero a sapere che Anastasia era cristiana e la denunciarono al prefetto Probo. Fu così arrestata e condotta di fronte all’imperatore Diocleziano. Dopo aver interrogato Anastasia, Diocleziano scoprì che aveva speso tutti i suoi soldi per aiutare i bisognosi, nutrito molti affamati, vestito i nudi e aiutato i deboli. L’Imperatore ordinò che Anastasia fosse condotta dal sommo sacerdote Ulpiano, in modo da sacrificarla agli dei pagani mediante una crudele esecuzione.
Il sacerdote Upiano suggerì ad Anastasia di fare una scelta tra ricchi doni e strumenti di tortura, adagiati su entrambi i lati accanto a lei. La Santa non esitò a indicare gli strumenti di tortura e disse: «Circondata da questi oggetti, diventerò più bella e più gradita al mio agognato sposo: Cristo!«
Prima di sottoporre Sant’Anastasia al supplizio, Ulpiano decise di profanare la sua verginità. Ma appena la toccò divenne cieco, un dolore terribile gli attanagliò la testa, e poco dopo morì.
Anastasia fu liberata e, insieme a Teodozia, continuò a servire i prigionieri. Ben presto però, Teodozia e i suoi tre figli furono martirizzati nella loro città natale, Nicea.
Santa Anastasia fu nuovamente imprigionata e torturata con il subire la fame per sessanta giorni.
Ogni notte Santa Teodozia appariva alla martire, approvando e rafforzando la sua pazienza. Vedendo che la fame non causava il danno auspicato, Floro, il prefetto dell’Illiria, ordinò che, insieme ad altri cristiani tra cui Eutichiano e delinquenti comuni, fosse imbarcata su una scialuppa forata con l’intento di farli annegare in massa al largo delle coste adriatiche. Così, i soldati caricarono i prigionieri su una nave e presero il mare.
Giunti in mare aperto trasferirono i prigionieri su una scialuppa alla quale avevano praticato diversi buchi, in modo da farla affondare velocemente.
Mentre la scialuppa era in acqua, i prigionieri videro la martire Teodozia spiegare le vele e dirigere la nave verso la riva. I 120 prigionieri, colpiti dal miracolo, credettero in Cristo e furono battezzati da Santa Anastasia ed Eutichiano.
La scialuppa approdò sulle coste dell’attuale Serbia. Dopo aver appreso dell’accaduto, il prefetto Floro ordinò che fossero tutti arrestati e li fece condurre nell’entroterra, nella vicina città di Sirmio (oggi Sremska Mitrovica, in Serbia). Qui, ordinò l’esecuzione di tutti i nuovi battezzati, tramite il rogo da vivi. Il 22 dicembre 304, Santa Anastasia fu prima torturata, legata a quattro tavole di legno e arsa viva. Così terminò il martirio di Santa Anastasia.
Nonostante la morte, il corpo della Santa rimase integro. La matrona cristiana Apollonia lo seppellì.
Nel 450, alla fine della persecuzione dei cristiani, i resti di Santa Anastasia furono trasferiti a Costantinopoli, in una chiesa a lei intitolata. La sua devozione si diffuse in tutti i luoghi di influenza religiosa bizantina, Russia compresa, dove è celebrata come Santa il 22 dicembre.
Da Costantinopoli, particelle delle sue reliquie si dispersero in tutta Europa. All’inizio del IX secolo, l’imperatore Niceforo I donò parte delle reliquie del santo al vescovo di Zara Donat, il quale le collocò nella cattedrale di S. Anastasia nella città croata di Zara. Reliquiari con le reliquie di Sant’Anastasia sono custoditi anche sul Monte Athos, nel monastero della città bavarese di Benedictbeuern.
Il capo della Santa era nel monastero di Anastasia, situato nelle montagne della penisola Calcidica, vicino alla città di Salonicco. Purtroppo, nella notte tra il 22 e il 23 aprile 2012 le reliquie sono state trafugate.
Sant’Anastasia è una delle sette donne, ad eccezione della Vergine Maria, il cui nome è incluso nel canone romano della Messa. Il nome di Anastasia è incluso anche nelle litanie cattoliche per tutti i santi.
Nel 1995 due icone che la raffiguravano (una dipinta secondo la tradizione occidentale e l’altra secondo quella orientale) furono spedite nello spazio sulla stazione MIR nell’ambito della missione “Santa Anastasia – una speranza per la pace” per contribuire alla riconciliazione dei popoli dell’ex-Jugoslavia (i Croati e gli Sloveni sono in maggioranza cattolici, i Serbi in maggioranza ortodossi). L’iniziativa era patrocinata dall’UNESCO e le icone furono benedette dal papa Giovanni Paolo II, dal patriarca di Mosca Alessio II e dal patriarca di Serbia Pavle. Al loro ritorno sulla Terra le icone giunsero in Serbia, a Sremska Mitrovica, terra del martirio della Santa, per contribuire, secondo le intenzioni delle Chiese Cattolica ed Ortodossa, alla pacifica convivenza dei popoli balcanici.
In seguito, le icone sono state esposte in una mostra itinerante, organizzata dal pittore russo Pierre Tchakhotine, che coinvolse quasi duecento artisti di tutta Europa. La prima esposizione si svolse nel 2005 a Sremska Mitrovica, per passare nel 2006 a Jaroslav, in Russia, quindi a Zara (Zadar) in Croazia, e infine a Mondovì, in Italia.
Luca D’Agostini
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Fonti
Pierre Tchakhotine, Santa Anastasia di Sirmio. Chiese e Arte Sacra in Europa dal IV al XXI secolo, Comitato santa Anastasia, Mondovì 2019
МОЩИ ВЕЛИКОМУЧЕНИЦЫ АНАСТАСИИ УЗОРЕШИТЕЛЬНИЦЫ
Из греческого монастыря похищены мощи св. великомученицы Анастасии
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