Aleksandr Vladimirovič Rutskoj è nato a Proskurov, in Ucraina, il 16 settembre 1947.
Suo padre era russo ed era un ufficiale carrista dell’Armata Rossa, il quale partecipò alla Grande Guerra Patriottica. La madre era di religione ebraica. C’erano altri due figli nella famiglia: Michail e Vladimir.
A causa della professione del padre, la famiglia si trasferiva spesso, così il ragazzo trascorreva la sua infanzia nelle guarnigioni, dove in quel momento serviva il genitore. A scuola, Rutskoj studiò con profitto e nel frattempo frequentava un club di volo.
Nel 1964, il padre di Rutskoj ottenne il congedo e la famiglia decise di trasferirsi a Leopoli. Lì, il giovane Rutskoj ottenne lavoro in una fabbrica di aviazione locale, e dopo 2 anni fu arruolato nelle forze armate dell’Unione Sovietica.
Iniziò il servizio militare nella città di Kansk, nel territorio di Krasnodar. Un anno dopo, avendo già il grado di sergente, fu trasferito alla scuola di aviazione di Barnaul, dove si laureò dopo 4 anni.
Successivamente con i gradi di ufficiale, fu trasferito nelle truppe sovietiche di stanza in Germania Est. Dopo essersi guadagnato la reputazione di «capo» severo, sotto il quale si osservava una dura disciplina, fu inviato in Afghanistan, dove partecipò alla missione a contingente limitato. Nel ruolo di comandante di un reggimento di aviazione, in Afghanistan Rutskoj condusse 485 missioni aeree.
Sebbene fosse un pilota esperto, nella primavera del 1986 in Afghanistan, il suo aereo fu abbattuto da un missile terra-aria. L’aereo subì un avaria al motore e Rutskoj provò a pilotarlo per giungere il più vicino possibile alle sue truppe, poi quando si rese conto che stava per esplodere, si lanciò con il paracadute. Fu salvato poco dopo da un elicottero militare russo e trasferito in un ospedale, dove gli fu diagnosticata la frattura della colonna vertebrale e due ferite da proiettili di mitragliatrice.
Sopravvissuto miracolosamente, i medici affermarono che Rutskoj non poteva più camminare. Tuttavia, dopo un mese e mezzo di riabilitazione riprese a camminare autonomamente e presto ristabilì completamente la sua salute. Gli fu comunque proibito di volare, ma subito dopo chiese di essere sottoposto ad un esame di una commissione medica e fu nuovamente ripristinato in servizio. Così Rutskoj fu di nuovo inviato in Afghanistan per ulteriori due mesi, durante i quali effettuò circa 100 missioni aeree, metà delle quali di notte.
Ma purtroppo nel 1988, l’aereo di Rutskoj fu abbattuto una seconda volta, in questa occasione vicino al confine tra Afghanistan e Pakistan. Fu costretto ad effettuare un atterraggio di emergenza tra la fitta vegetazione. Vagò per 5 giorni nelle foreste fino a quando fu accerchiato dai mujaheddin. Sparando con precisione riuscì a sfuggire ed a nascondersi tra le montagne. Aveva quasi raggiunto le sue truppe, ma un residente locale, che lo aveva notato, segnalò la sua posizione ai mujaheddin che gli stavano dando la caccia. Così fu catturato e fatto prigioniero.
Rutskoj fu tenuto per due giorni su un «rack», uno strumento di tortura, usato per allungare il corpo della vittima e contemporaneamente fu sottoposto ad interrogatorio nel tentativo di estorcere informazioni sulle truppe sovietiche. Oltre a salvargli la vita, i suoi torturatori gli promisero in cambio delle informazioni, anche una enorme quantità di denaro e la cittadinanza del Canada. Fattore quest’ultimo, che lascia presupporre la presenza di agenti nordamericani tra i suoi torturatori.
Qualsiasi tentativo fu inutile e Rutskoj non rivelò alcuna informazione. Così, i servizi segreti pakistani proposero ai sovietici uno scambio di prigionieri: Rutskoj in cambio di un pakistano accusato di spionaggio sul territorio dell’Unione Sovietica. Fu così che Rutskoj tornò di nuovo a casa. Per l’eccellente servizio militare, fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.

Rutskoj liberato dalla prigionia in Pakistan in seguito allo scambio di prigionieri
Dal 1989 iniziò l’attività politica di Rutskoj. Si candidò come deputato della Duma ma non fu eletto. Ciò non fermò Rutskoj, il quale l’anno successivo si candidò come deputato della Duma della Federazione Russa riuscendo questa volta ad essere eletto nelle file del Partito Comunista.
Nel maggio 1991 fu nominato Vicepresidente della Federazione Russa, mentre Boris Eltsin veniva nominato presidente.

Il vicepresidente Rutskoj ed il presidente Eltsin
Alla fine del 1991, Rutskoj criticò le riforme economiche di Eltsin. Nel 1992 fu nominato presidente della Commissione per la Riforma Agraria e ricoprì questa posizione fino al 1993. Allo stesso tempo, dalla metà dell’autunno del 1992, diresse la Commissione Interdipartimentale del Consiglio di Sicurezza della Federazione russa. Ma nell’agosto dell’anno successivo, la stessa Commissione accusò Rutskoj di transazioni di denaro condotte illegalmente.
Così, nel 1993, Eltsin esonerò Rutskoj dal suo incarico. Rutskoj reagì incitando i cittadini a prendere d’assalto la costruzione dell’ufficio del sindaco di Mosca e Ostankino. Nella foto seguente relativa a quegli eventi, sul balcone della Duma si nota Rutskoj tenere un discorso mentre è protetto da guardie del corpo armate.

Rutskoj incita alla rivolta
Il suo incitamento provocò scontri armati per le strade di Mosca. Ben presto perciò, Rutskoj fu arrestato e rinchiuso nella prigione di Lefortovo. Nel frattempo, la carica di Vicepresidente della Federazione Russa fu definitivamente abolita.
Rutskoj fu rilasciato l’anno dopo. Dopo questi eventi si dedicò nuovamente alla politica. Nel 1996, fu eletto governatore della regione di Kursk, ma nel 2000 alla fine del suo mandato, quando aveva intenzione di candidarsi di nuovo, il tribunale regionale di Kursk vietò a Rutskoj la partecipazione alle elezioni. La motivazione consisteva nella irregolarità della campagna elettorale e l’occultamento di informazioni sul proprio patrimonio personale.
Nel 2015 Rutskoj è stato uno dei fondatori del Partito Agrario Industriale della Russia.
Per quanto concerne la sua vita personale, Rutskoj si è sposato una prima volta nel 1969 e la coppia ha avuto un figlio di nome Dmitrij. Questo matrimonio è durato 5 anni, dopodiché la coppia ha divorziato.
Nel 1972 Rutskoj si è sposato una seconda volta con una stilista di moda di nome Ljudmila Novikova. Nel 1979 la coppia ha avuto un figlio. Il matrimonio è durato 25 anni, ma nel 1997 Rutskoj chiese il divorzio.
Si scoprì così che l’ex vicepresidente aveva una relazione extraconiugale con una donna di nome Irina Popova, di 26 anni più giovane, la quale è diventata la terza moglie di Rutskoj. La coppia ha avuto un figlio di nome Rostislav.
Ora all’età di 72 anni, Rutskoj si è ritirato dall’attività politica e dedica la maggior parte del suo tempo alla famiglia. Talvolta è invitato in programmi televisivi quale opinionista politico.
Luca D’Agostini
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