La russofobia è insita nella storia e nella cultura occidentale, negli infondati luoghi comuni. La Russia viene costantemente identificata come un avversario crudele, un nemico spietato, in procinto di conquistare l’Europa, il mondo, il sistema solare. La Russia è colpevole sempre e di tutto mentre l’Occidente è innocente sempre ed in ogni caso. I Russi non capiscono perché, in Europa Occidentale, siano considerati storicamente più come nemici che salvatori. Carlo Fredduzzi, Direttore dell’Istituto di Cultura e Lingua Russa a Roma, sottolinea come i Russi, giustamente, ritengano di aver salvato più volte l’Europa Occidentale nella loro storia: dai Mongoli di Gengis Khan nel Medioevo, da Napoleone nell’Ottocento, fino ad arrivare alla sconfitta della Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale con il sacrificio di ventisei milioni e cinquecento mila vite umane sovietiche. (1) Ed invece, la Russia è erroneamente percepita come una minaccia e un nemico da combattere. C’è sempre la sensazione che la Russia debba fare i compiti per entrare nel consesso della «civile» Europa. La realtà, invece, è più complessa e merita un’analisi più approfondita.
La russofobia è un sentimento diffuso nel mondo occidentale e risale ad almeno due secoli fa. Per gli inglesi, all’inizio del 1800, la Russia divenne un incubo quando lo Zar Alessandro I ricacciò i francesi da Mosca inseguendoli fino a Parigi dove entrò trionfalmente quel 30 marzo del 1814, segnando definitivamente il destino di Napoleone. Quel giorno il terrore pervase la corte britannica fino a quel momento simpatizzante di Mosca: se i russi erano potuti facilmente arrivare in Francia, voleva dire che potevano arrivare dovunque. Per gli inglesi il timore non era il continente europeo ma l’Asia Centrale e sopratutto l’India, fulcro del loro impero coloniale. Fu allora, di fronte alla impressionante prova di forza dei russi, che si diffuse una delle più incredibili menzogne mai inventate nella storia: il «Testamento di Pietro il Grande», completamente inventato dal generale polacco Michal Sokolniki, pubblicato in Francia da Charles-Louis Lesur nel 1812 all’interno della sua opera «Des progrès de la puissance russe» e consistente nella menzogna basata su un falso ordine impartito dallo Zar sul suo letto di morte, con il quale pianificava il futuro dominio dell’Europa e del mondo da parte di Mosca, partendo dalla conquista di Costantinopoli. Questo documento falso era stato utilizzato dai francesi per giustificare le ambizioni di conquista di Napoleone e dagli ambienti nazionalisti polacchi ed ucraini; dopo la sconfitta di Napoleone e la vittoria russa, fu adottato dalla Gran Bretagna. (2)
E così, ad esempio, durante la guerra russo-turca (1877-1878) gli inglesi si prodigarono a dimostrare come i russi e i loro alleati bulgari fossero «selvaggi subumani, corrotti, ignoranti e viziosi», arrivando a dipingere i turchi come eroi e a nascondere le atrocità compiute da loro contro le popolazioni cristiane; esattamente come oggi, i media occidentali hanno trasformato i sanguinari terroristi islamisti sostenuti dall’Occidente ed ipocritamente definiti «ribelli», in eroici combattenti per la libertà. Motivo per cui, per esempio, la liberazione di Aleppo est occupata dai terroristi jihadisti è diventata incredibilmente un crimine contro l’umanità compiuto da russi e siriani. (2)

Soldati russi distribuiscono aiuti alla popolazione siriana di Aleppo

Soldati russi distribuiscono aiuti alla popolazione siriana di Aleppo

Soldati russi distribuiscono aiuti alla popolazione siriana di Aleppo
Negli Stati Uniti la russofobia ha inizio all’inizio del novecento. In risposta alla rivoluzione bolscevica, gli Stati Uniti si rifiutarono di riconoscere l’Unione Sovietica dal 1917 al 1933. Fu durante questi anni che gruppi come l’American Relief Administration e molte organizzazioni religiose si adoperarono per promuovere sentimenti anti-russi tra la popolazione.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, subito dopo la sconfitta della Germania ottenuta come abbiamo già accennato precedentemente, anche e soprattutto grazie al contributo di 26 milioni e mezzo di vite sovietiche, Stati Uniti e Gran Bretagna ripresero le fila della stessa narrazione creata dopo la vittoria su Napoleone nel 1815. Hanno tradito ed infangato la memoria, il sacrificio e l’onore dei molti milioni di russi morti per la libertà, individuando nell’Unione Sovietica il loro nuovo principale nemico. Così è iniziata la Guerra Fredda. Gli Stati Uniti si erano affrettati ad affermare che però loro combattevano contro il comunismo, ma anche questo oggi si è rivelato una falsità in quanto nonostante l’Unione Sovietica non esista più, l’ostilità nei confronti della Russia, come chiunque è in grado di poter percepire, non è mai terminata ed il motivo principale consiste nel fatto che non ha voluto far atto di sottomissione. (3)
Come giustamente sostiene Giulietto Chiesa, attualmente il sentimento russofobo è qualcosa di nuovo nel senso che è anche una forma di astio di improbabili intellettuali, di giornali e televisioni lacchè e di molti esponenti politici occidentali nei confronti di una Russia che si credeva fosse ormai stata conquistata definitivamente ed invece si rivela altra cosa da quelle che erano le illusioni e le speranze del mondo occidentale. Più che essere un ragionamento è una malattia! Una sorta di violenta ripulsa di ciò che è diverso dagli stereotipi occidentali. (4) La russofobia, dunque, è un insieme di cliché para-razzisti fondati sulla geopolitica della menzogna e dell’interesse delle classi dominanti proprietarie occidentali.
Lo svizzero Guy Mettan, autore del libro «Russofobia. Mille anni di diffidenza» sostiene che: «La Russofobia occidentale è debole quando la Russia è debole, forte quando la Russia è forte. È infatti direttamente proporzionale alla potenza della Russia e al suo peso geopolitico.» (5)
Così, dopo aver:
- destabilizzato il Medio Oriente con le finte Primavere Arabe, rovesciando i governi a loro sgraditi per consentire alle imprese e banche occidentali di ottenere il controllo delle fonti energetiche;
- scatenato guerre «per l’esportazione della democrazia» in Iraq, Afghanistan e Libia;
- dopo aver alimentato il conflitto in Siria, aver contribuito alla creazione dell’ISIS, aiutato a diffondere l’integralismo islamista abbattendo tutti i regimi laici e finanziando i terroristi jihadisti di al-Qaeda;
- dopo aver seminato rivoluzioni colorate e costruito colpi di Stato come accaduto in Ucraina;
- mentre partecipa per procura alla guerra saudita nello Yemen,
l’Occidente prova a raccontare che il pericolo per la pace del mondo è la Russia. (2)
Nel tentativo di compromettere la Russia e le sue strategie geopolitiche nel mondo, l’Occidente oggi adopera una martellante campagna mediatica per alimentare la russofobia tra l’opinione pubblica. Ecco che parallelamente alle grandi strategie geopolitiche adottate in funzione antirussa, vengono meschinamente utilizzati ad arte dei falsi pretesti e delle immani menzogne che vanno sempre nella medesima direzione: colpire l’immagine della Russia.
Così si sfruttano i cosiddetti Panama Papers per infangare l’onore del Presidente Vladimir Putin nonostante poi sia stato totalmente accertato, che differentemente da molti politici e funzionari occidentali, il Presidente Russo in questo scandalo non c’entri proprio nulla.
Così, la tragedia dell’aereo MH17 della Malaysian Airlines abbattuto nei cieli del Donbass, viene immediatamente utilizzata senza alcuno straccio di prova per addossare la colpa di quanto accaduto proprio ai russi. Gli eventi dimostreranno in seguito che non è stato così come lo descrivevano gli occidentali (vd. articolo sul sito Madre Russia dal titolo «Il mistero dell’abbattimento del volo di linea MH-17«), ma poco importa soprattutto a chi per decenni ha voluto mentire, occultare e depistare quanto accaduto ad Ustica.
Un recente esempio di russofobia relativo alla Brexit lo abbiamo potuto riscontrare nelle dichiarazioni rilasciate durante un intervento al parlamento britannico da parte di Ben Bradshaw, deputato della Camera dei Comuni britannica del partito Laburista ed ex Ministro della Cultura del Regno Unito, secondo il quale «la Russia, a quanto pare, ha influenzato i risultati del referendum di questa estate. Non abbiamo nessuna prova, ma credo che sia verosimile.» Gli avversari del parlamentare appartenenti al partito Conservatore hanno ridicolizzato il laburista definendo le sue dichiarazioni «degne di propaganda da giornale«. Un altro deputato ha osservato che simili accuse contro la Russia ricordano i tempi bui della guerra fredda. In risposta alla critica Bradshaw ha risposto che se «le principali potenze mondiali non si renderanno conto della scala dell’intervento della Russia nei propri affari interni«, tutto il mondo presto sarà testimone del crollo dell’ordine internazionale esistente. (6)
Addirittura la Croce Rossa Internazionale si è prestata a questo sporco giochino in occasione della morte di due infermiere militari russe, il sergente Nadezhda Duračenko ed il sergente Galina Michailova. Infatti, a seguito della loro uccisione causata da un bombardamento con mortaio su un ospedale da campo ad Aleppo, ad opera di bastardi terroristi jihadisti, sostenuti e finanziati dall’occidente, il Ministero della Difesa Russo ha criticato la Croce Rossa definendo «cinica» la sua reazione. La Croce Rossa Internazionale ha dichiarato che l’attacco dimostra come le parti in conflitto non siano in grado di «eseguire i loro doveri» per proteggere il personale sanitario, i pazienti e gli ospedali. «Ci aspettavamo che il Comitato Internazionale della Croce Rossa rispettasse almeno il lavoro dei nostri sanitari ad Aleppo e condannasse la cosiddetta opposizione siriana«, ha dichiarato il generale Igor Konashenkov, portavoce del Ministero della Difesa Russo. «Invece – ha proseguito il generale russo – abbiamo avuto dei commenti cinici, indegni dell’alto livello della Croce Rossa Internazionale. Commenti che mostrano vera indifferenza per l’omicidio dei sanitari russi piuttosto che obiettività«. (1)

Il sergente Nadezhda Duračenko ed il sergente Galina Michailova

Il sergente Nadezhda Duračenko ed il sergente Galina Michailova

I funerali del sergente Nadezhda Duračenko e del sergente Galina Michailova
Ultimamente sembra poi che la Russia sia in grado di influenzare e manipolare tutte le vicende statunitensi ed europee. In modo ridicolo e comico si sostiene e si vuole provare a dimostrare che il Cremlino abbia influenzato le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, che il governo russo sia dietro alla richiesta di indipendenza che proviene dai catalani in Spagna, addirittura come affermato maldestramente da Biden (ex Segretario di Stato), che il Presidente Putin sia in grado di interferire nella politica italiana e che sia l’artefice del risultato del referendum del 4 dicembre 2016 in Italia e che provveda a finanziare formazioni politiche quali la Lega di Matteo Salvini ed il Movimento 5 Stelle.
Anche nello sport, settore che appassiona miliardi di persone, i russi vengono fatti apparire come i cattivi, gli inaffidabili. Così prendendo spunto da alcuni casi di doping, che ricordiamolo non affliggono solo lo sport russo, ma atleti di tutte le nazionalità, si è preso al volo lo spunto per colpire un’intera federazione sportiva, per colpire atleti e para atleti russi, in questo caso anche con il doppio meschino fine di alimentare, diciamo pure inutilmente, un risentimento degli sportivi russi nei confronti del Presidente Putin. (3)
Nel 2016 e 2017 purtroppo abbiamo assistito ad una serie di attentati terroristici di matrice jihadista in tutto il mondo. Anche la Russia non è scampata a queste tragedie ed ha visto la metropolitana di San Pietroburgo essere colpita proprio da un attentato di questa natura. Ma in questa occasione, a differenza di quanto accaduto in relazione agli attentati verificatisi in Europa occidentale, l’apparato mediatico dell’occidente, in modo scandaloso, ha mostrato ancora una volta il suo infame lato russofobo. In Italia i media mainstream trasudano di livore ed astio nei confronti della dirigenza russa e del popolo russo e questo tipo di risentimento ha palesemente dimostrato come, a differenza di quanto accaduto negli altri attentati avvenuti nelle città europee, fosse nettamente minore il cordoglio e la solidarietà verso le vittime russe di San Pietroburgo. Senza alcun rispetto, alcuni media hanno insinuato l’ipotesi dell’autoattentato mentre altri in modo piuttosto subdolo, ricollegando il sostegno russo al Presidente Basah al-Assad, facevano praticamente intendere che la Russia «se l’era cercata».

Attentato alla metropolitana di San Pietroburgo

Una delle vittime dell’attentato alla metropolitana di San Pietroburgo

Il Presidente Vladimir Putin rende omaggio alle vittime dell’attentato alla metropolitana di San Pietroburgo
Finalmente, negli ultimi tempi, un sempre maggior numero di uomini politici chiedono di fermare la demonizzazione della Russia, poiché questa sbarra la strada ad una cooperazione bilaterale che consentirebbe alla comunità internazionale di risolvere i più pressanti problemi globali. Perché altrimenti, i più patetici sostenitori della russofobia potrebbero incorrere nella triste sorte di James Forrestal, Segretario della Difesa degli Stati Uniti nel secondo dopoguerra, che il 22 maggio 1949 si gettò dalla finestra, e le ultime parole pronunciate dalla sua bocca furono: «Arrivano i Russi!«. (3)

James Forrestal (ex Segretario della Difesa degli Stati Uniti)
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Perchè l’occidente ha paura
(4) Putinfobia
(5) Russofobia
(6) Brexit
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