Oggi pubblico questo articolo per dare visibilità ad un evento avvenuto a settembre del 2014 ed in riferimento al quale ritengo che molti lettori ne ignorino l’esistenza. Certamente questa notizia in Occidente non è mai apparsa in nessun telegiornale, in nessun talk show e su nessun giornale. Quello che starete per leggere è anche utile a tutti coloro che in relazione alla crisi Ucraina ritengano vi sia stata una invasione della Russia. Veniamo al dunque! Mi riferisco ad una lettera aperta datata 30 agosto 2014, inviata alla Cancelliera Tedesca Angela Merkel da un gruppo di importanti veterani dell’intelligence degli Stati Uniti, nella quale la esortavano a non cadere nella trappola della disinformazione. Non c’è nulla di vero, dichiararono, nelle frenetiche notizie riguardo una «invasione» russa in Ucraina.
Il gruppo si firmò «Professionisti dell’intelligence per la sanità mentale». Tra le firme che leggerete in calce spicca quella di William Binney, un matematico addetto alla crittografie che fino al 2012 è stato direttore della agenzia di intelligence statunitense NSA. Quello che questi uomini hanno compiuto è un atto di grande coraggio civile.

William Binney
«MEMORANDUM PER: Angela Merkel, Cancelliere della Germania
DA: Veteran Intelligence Professionals for Sanity
SOGGETTO: Ucraina e NATO
Noi sottoscritti siamo da lungo tempo veterani dell’intelligence degli Stati Uniti. Compiamo questo insolito passo di scrivere questa lettera aperta per darLe l’opportunità di essere informata del nostro punto di vista prima della prossima riunione NATO del 4 e 5 settembre 2014.
È necessario che Lei sappia ad esempio che l’accusa di una grossa «invasione» russa in Ucraina non sembra essere supportata da validi dati d’intelligence. Al contrario, queste accuse sono di dubbio tipo e politicamente «aggiustate», come avvenne una dozzina d’anni fa per giustificare l’attacco degli Stati Uniti contro l’Iraq. Come all’epoca non vedemmo nessuna prova credibile dell’esistenza di armi di distruzioni di massa in Iraq, oggi non vediamo nessuna prova credibile dell’invasione russa dell’Ucraina.
Dodici anni fa, l’allora Cancelliere Gerhard Schroeder, preoccupato per l’inconsistenza delle prove dell’esistenza delle armi di distruzione di massa irachene, si rifiutò di unirsi agli attaccanti dell’Iraq. A nostro parere, oggi, anche Lei dovrebbe essere altrettanto opportunamente sospettosa delle accuse mosse dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e dai funzionari NATO sulla ipotetica invasione russa dell’Ucraina. Non a caso forse, anche il Presidente Obama ha cercato di raffreddare i toni dei suoi stessi alti diplomatici e degli ufficiali, quando ha descritto le recenti attività in Ucraina come «una continuazione di quanto si sta verificando da mesi… non si tratta di un vero cambiamento».
Peccato che Obama disponga solo di un tenue controllo su chi decide la politica nella sua Amministrazione, composta da persone a cui purtroppo sfugge e manca il «senso della storia». Sanno poco di guerra e scambiano per «politica» i continui insulti alla Russia. Un anno fa, i «falchi» del Dipartimento di Stato, ed i loro «amici» nei media, sono andati molto vicini al far lanciare da Obama un grosso attacco contro la Siria, attacco anche quello basato su una attività di intelligence come minimo dubbia.
In definitiva, a causa della crescente importanza che si dà a dati d’intelligence che riteniamo falsati all’origine, riteniamo che negli ultimi giorni sia enormemente aumentata la possibilità che le ostilità travalichino oltre i confini dell’Ucraina. Ma riteniamo fortemente che una tale evenienza possa essere evitata, se alla riunione NATO della prossima settimana prevarrà un saggio scetticismo Suo e degli altri leaders europei.
Ci risulta che fortunatamente i Suoi consiglieri Le hanno ricordato quale sia il passato di «credibilità» del Segretario Generale NATO Anders Fogh Rasmussen. Ricordiamo ancora il giorno prima dell’invasione dell’Iraq quando da primo Ministro danese disse al suo Parlamento: «l’Iraq ha armi di distruzione di massa. Non è qualcosa che noi crediamo, è qualcosa che sappiamo!». Riteniamo che anche oggi i discorsi di Rasmussen siano stilati da Washington.
Un’immagine vale più di mille parole, ma anche le immagini possono mentire. Noi abbiamo un’esperienza considerevole nel raccogliere ed analizzare qualsiasi tipo di immagine satellitare (e non solo), così come di ogni tipo di dati d’intelligence. Sia sufficiente dire che le immagini diffuse dalla NATO il 28 di agosto forniscono una base veramente esile per accusare la Russia di aver invaso l’Ucraina mentre, spiace dirlo, hanno una fortissima somiglianza con le immagini mostrate all’ONU il 5 di febbraio del 2003 da Colin Powell le quali, anche loro, non provarono nulla.

Il tragicomico spettacolo di Colin Powell all’ONU
Quello stesso giorno noi avvisammo il Presidente Bush che l’analista, ex nostro collega, era «sempre più preoccupato per la politicizzazione dell’intelligence» e gli dicemmo in modo schietto che quanto presentato da Powell non era minimamente sufficiente per giustificare una guerra. Facemmo pressione su Bush affinché «allargasse la discussione… oltre la cerchia di quei consiglieri che pendevano chiaramente verso una guerra, per la quale noi non trovavamo alcuna ragione che la rendesse obbligatoria e dalla quale già ritenevamo sarebbero scaturite catastrofiche conseguenze.»
Guardiamo all’Iraq di oggi: peggio di una catastrofe. Benché il Presidente Vladimir Putin sia stato cauto sul conflitto in Ucraina, è opportuno ricordare che anche la Russia può «sconvolgere ed intimidire». Secondo noi, se ci fosse anche solo una minima possibilità che un simile scenario si sviluppi in Europa a causa dell’Ucraina, i capi europei ragionevoli dovrebbero rifletterci con molta attenzione.
Se le foto dell’invasione russa mostrate da NATO e Stati Uniti sono la «prova» migliore di cui disponete, allora possiamo dirci certi che sia in corso un’azione pericolosissima, tale da pilotare la prossima riunione NATO a favore di ulteriori sanzioni, che è certo la Russia prenderà come una provocazione.
Caveat emptor (stia in guardia il compratore), è un’espressione con la quale Voi avrete senza dubbio famigliarità. In sostanza, Vi invitiamo ad essere molto, molto cauta relativamente a quanto Rasmussen ed il Segretario di Stato John Kerry, stanno cercando di spacciare come dati d’intelligence inconfutabili.
Siamo fiduciosi che il Suo consigliere l’abbia tenuta informata circa la crisi in Ucraina a partire dagli inizi del 2014, e di come la possibilità che l’Ucraina diventi un membro NATO non possa che scatenare un anatema da Mosca. Stando ad un memo del 1° febbraio 2008 (pubblicata da WikiLeaks) – partito dall’Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca e diretto all’allora Segretario di Stato Condoleezza Rice – l’Ambasciatore statunitense William Burns fu convocato dal Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il quale spiegò la forte opposizione della Russia all’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Lavrov mise in guardia sui «timori che la questione possa potenzialmente spaccare in due il Paese, portare a violenze ed addirittura, come sostengono alcuni, alla guerra civile, cosa che obbligherebbe la Russia a prendere in considerazione un intervento».

Sergej Lavrov — Ministro degli Esteri della Federazione Russa
Burns stilò il memo con questo titolo: «No significa no: le linee che la Russia non vuole siano superate nell’allargamento della NATO» e lo inviò a Washington marcandolo con priorità di lettura immediata. Due mesi più tardi, nella loro riunione NATO di Bucarest, i capi dell’alleanza fecero una dichiarazione formale annunciando che «Georgia ed Ucraina sarebbero entrate nella NATO».
Poche ore fa, con l’approvazione del Parlamento, il Primo Ministro ucraino Arseny Yatsenyuk ha utilizzato la propria pagina Facebook per affermare che è aperta la strada affinché l’Ucraina diventi membro NATO. Inevitabile d’altronde: Yatsenyuk era la scelta favorita di Washington per il posto di Primo Ministro dopo il colpo di stato di Kiev del 22 febbraio.
Come tutti sappiamo, durante una telefonata intercettata con l’Ambasciatore ucraino Geoffrey Pyatt, Victoria Nuland (Assistente Segretario di Stato), aveva detto poche settimane prima del colpo di Stato: «Yats è il ragazzo». Penso che Voi vi ricordiate bene della telefonata, perché è la stessa nella quale la Nuland disse: «Si fotta l’Unione Europea».
Cosa fare in definitiva? Bisogna dire a chiare lettere a Poroshenko ed a Yatsenyuk che l’adesione dell’Ucraina alla NATO non è un’opzione valida, e che la NATO non ha nessuna intenzione di condurre una guerra contro Russia per conto terzi e non certo a sostegno dello scalcinato esercito ucraino, nella speranza che Lei, in questa decisione, abbia il sostengo anche degli altri membri NATO.
A nome dello Steering Group, Veteran Intelligence Professionals for Sanity:
William Binney, former Technical Director, World Geopolitical & Military Analysis, NSA; co-founder, SIGINT Automation Research Center.

William Binney — Ex direttore tecnico NSA — Analista geopolitico e militare
David MacMichael, National Intelligence Council.
Ray McGovern, former US Army infantry/intelligence officer & CIA analyst.

Ray McGovern — Ex ufficiale di fanteria e dell’intelligence dell’esercito statunitense — Ex analista della CIA
Elizabeth Murray, Deputy National Intelligence Officer for Middle East.
Todd E. Pierce, MAJ, US Army Judge Advocate.
Coleen Rowley, Division Counsel & Special Agent, FBI.

Coleen Rowley — Ex agente speciale FBI
Ann Wright, Col., US Army (ret.); Foreign Service Officer.»

Ann Wright — Ex colonnello dell’esercito statunitense — Ex Ufficiale Servizio Estero
Luca D’Agostini
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Fonti:
3) Ucraina NATO
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