Il Monastero di Aleksandr Nevskij è il più antico monastero di San Pietroburgo, si trova lungo il fiume Neva, alla fine della Prospettiva Nevskij e, come si evince dal nome, è dedicato al famoso eroe russo Aleksandr Nevskij. In questo monastero molti membri dei Romanov ricevettero la loro educazione.
La sua costruzione risale al 1710, anche se la data di fondazione ufficiale è il 25 marzo 1713. Venne eretto su ordine di Pietro il Grande in onore della vittoria ottenuta da Aleksandr Nevskij sugli svedesi durante la battaglia della Neva, combattutasi nel 1240 proprio in questo luogo.
E’ circondato da mura e canali ed all’interno della cerchia muraria si trovano due chiese barocche edificate dall’architetto Domenico Trezzini e dal figlio Giuseppe, l’una tra il 1717 e il 1722 e l’altra tra il 1742 e il 1750, tuttavia l’edificio neoclassico che domina il complesso è la Cattedrale della Trinità, costruita da Ivan Egorovič Starov tra il 1776 e il 1790.
Annessi al monastero vi sono vari cimiteri, tra i quali il Cimitero Tichvin, dove riposano alcune delle maggiori personalità della storia russa e della cultura mondiale, come Dostoevskij (il quale espresse il desiderio di essere sepolto in questo luogo), Suvorov, Čajkovskij, Lomonosov, Carlo Rossi, Giacomo Antonio Quarenghi, Čajkovskij, Eulero e Musorgskij.
Il monastero è visitato quotidianamente da migliaia di persone ed esistono guide turistiche in varie lingue che accompagnano il turista nella visita di questo bellissimo luogo. In questo articolo desidero invece portarvi a conoscenza di una serie di fatti interessanti che nelle guide turistiche difficilmente troverete.
Il Monastero di Aleksandr Nevskij ha lo status di «Lavra» («alloro»), status riservato solo ai grandi monasteri maschili che rivestono un significato storico e spirituale speciale. In Russia esistono solo due «Lavra»: uno è il Monastero di Aleksandr Nevskij per l’appunto e l’altro e la Santa Trinità di Sergej situato a Sergiev Posad.
Nel monastero, nel 1720, fu aperta la prima tipografia di San Pietroburgo, e nel 1721 fu aperta la scuola slava che aveva il fine di insegnare a leggere e scrivere ai bambini piccoli. Questa scuola divenne la base per un’intera rete di scuole religiose, da cui proviene l’Accademia Teologica Ortodossa di San Pietroburgo e il Seminario.
Nel monastero sono custodite le reliquie di alcuni santi. Logicamente tutti sanno che son presenti le reliquie del santo benedetto principe Aleksandr Nevskij, ma tra quelle degli altri santi merita certamente menzione la conservazione delle reliquie di San Innocenzo di Irkutsk. Nel 1922 tutte queste reliquie furono rimosse dal monastero per essere sistemate nel Museo di Religione e Ateismo e solo nel 1989 furono riportate al monastero.
Molti dei monaci del monastero hanno patito le persecuzioni perpetrate nei confronti dei religiosi dopo la rivoluzione. Dal 1917 al 1933 molti di loro furono fucilati. Sorte alla quale sfuggì invece il vescovo Prokopij Titov il quale, quando nel gennaio del 1918, i soldati dell’Armata Rossa tentarono di impossessarsi del monastero, si rifiutò di consegnare loro le chiavi dei locali e fu arrestato, ma fu poi rilasciato in seguito alle richieste pressanti dei credenti.
Nel gennaio del 1918, il governo sovietico, situato a Pietrogrado, decise di requisire i locali del monastero. La commissaria per la pubblica carità pubblica, Aleksandra Kollontaj, scrisse un ordinanza di sequestro e gli uomini armati dell’Armata Rossa si misero in marcia per eseguirlo. Ma sulla loro strada trovarono mezzo milione di persone in processione le quali erano uscite per le strade della città per difendere il monastero. Una tale mobilitazione popolare indusse in quel momento il governo a ritornare sui suoi passi.
Può sembrare certamente un paradosso, ma al centro del monastero c’è la «piattaforma comunista». Infatti prima di entrare nella Cattedrale della Santissima Trinità della Lavra, su entrambi i lati del viale che conduce al Corpo Metropolitano, potete notare la presenza di lapidi che ricoprono le tombe di combattenti proletari, funzionari dei primi anni del potere sovietico, leader di partito, capi militari, ingegneri.
Luca D’Agostini
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