Questo articolo è dedicato ad Andrej Ivanovič Lavrov, il più grande portiere al mondo nella storia della pallamano, l’unico pallamanista a vincere per tre volte la medaglia d’oro alle Olimpiadi, riconosciuto dalla Federazione Internazionale di Pallamano come il terzo più grande giocatore del XX secolo.
Lavrov è nato il 26 marzo 1962 a Krasnodar, suo padre combatté nella Grande Guerra Patriottica e fu premiato dal Consiglio dei Ministri dell’Unione Sovietica.
I nonni materni di Lavrov provenivano dal Kuban, ma si incontrarono e si sposarono in Azerbaigian, dove molte famiglie si erano rifugiate durante la carestia degli anni ’30. Quando iniziò la Grande Guerra Patriottica il nonno si offrì volontario per il fronte. Presto le sue lettere cessarono di arrivare e fino alla fine della guerra fu considerato disperso. Dopo la fine dell’occupazione dei loro luoghi nativi da parte dei tedeschi, la nonna e la figlia Raisa (madre di Andrej Lavrov) tornarono dall’Azerbaigian al Kuban, andando a vivere in una fattoria collettiva vicino al villaggio di Severskaja.
Il mese di agosto del 1945 fu un periodo felice per la famiglia. Un giorno mentre Raisa pascolava una mucca nei prati alluvionati nella parte bassa della fattoria, incontrò un postino il quale consegnava una lettera contenente una bellissima notizia: suo padre era vivo. Lei e sua madre scoprirono i dettagli di ciò che era accaduto non appena riuscirono ad incontrare il loro caro. Durante i combattimenti in Ucraina fu fatto prigioniero dai tedeschi e condotto in un campo di lavoro in Norvegia. Dopo la liberazione fu inviato in un distretto nella regione di Mosca per l’estrazione della torba, dove rimase fino a qualche mese dopo la fine della guerra.
Ricomposto il nucleo familiare, la famiglia lasciò la fattoria e si trasferì a Kujbišev (l’odierna Samara), dove i nonni di Lavrov lavorarono per la costruzione di una centrale idroelettrica. Nel 1952, sua madre Raisa si iscrisse all’Istituto finanziario di Mosca diplomandosi in meccanizzazione del lavoro contabile e computazionale. Nel 1955, alla vigilia di Capodanno, incontrò Ivan Lavrov, il suo futuro marito e padre di Andrej Lavrov, il quale in quel momento era uno studente del secondo anno presso l’Istituto di Arte Contemporanea di Mosca. Dietro il trentenne Ivan c’era già una solida esperienza di vita. Dal 1943, combatté al fronte nell’artiglieria. Dopo la vittoria, fino al 1950, continuò a servire nella riserva dell’Alto Comando in Estremo Oriente. Dopo la smobilitazione si diplomò con il massimo dei voti ed entrò nel prestigioso istituto d’arte di Mosca.
I genitori di Andrej Lavrov si sposarono nell’agosto 1960 a Krasnodar. Sua madre Raisa lavorò per 42 anni nell’ufficio statistico regionale, ricoprendo il ruolo di vicedirettore del dipartimento e contribuendo nel 1959 al primo censimento della popolazione del dopoguerra nell’Unione Sovietica. Suo padre Ivan, dopo la laurea iniziò a lavorare come ingegnere progettista in uno stabilimento industriale di Krasnodar. Per lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie per la costruzione di case a Krasnodar, gli fu assegnato il Premio del Consiglio dei Ministri dell’Unione Sovietica.
I coniugi Lavrov vivevano in un monolocale. Nel 1962 ebbero un figlio e lo chiamarono Andrej. Il bambino si mostrò da subito energico e vivace. All’età di 5 anni, affascinato dall’attività musicale svolta all’asilo, disse ai suoi genitori che voleva andare in una scuola di danza classica. Il padre gli rispose: «Mancano solo i ballerini nella nostra famiglia» e chiuse l’argomento. Allora Andrej iniziò a chiedere di essere iscritto a scuola di pianoforte ed i genitori lo iscrissero a lezioni da un insegnante di musica privato. Un anno dopo, il nonno e la nonna diedero i soldi per acquistare un pianoforte. Andrej manifestò grande passione per la musica fino all’età di 10 anni, poi ad un certo punto non volle più frequentare le lezioni.
La passione per la musica fu sostituita dalla passione per lo sport, indotta in lui da suo padre il quale lo iscrisse prima a boxe e poi ad atletica leggera. Andrej iniziò a praticare questi sport ma senza molto entusiasmo in quanto era irrimediabilmente attratto dal calcio. Così un giorno parlando con un suo amico che viveva nello stesso cortile, scoprì che il ragazzo aveva da poco iniziato a praticare la pallamano. Allora gli chiese: «E cos’è la pallamano?«. La risposta del suo amico fu per lui molto soddisfacente: «Non lo so, ci vado da una settimana, ma giochiamo sempre a calcio«. Questo episodio determinò il destino di uno dei più grandi giocatori di pallamano del mondo.
Andrej si recò alla scuola di pallamano e scoprì che la natura lo aveva dotato delle qualità necessarie per un portiere: una reazione straordinaria, una capacità fenomenale di calcolare le opzioni in pochi secondi.
La passione di Andrej per la pallamano trovò il pieno sostegno dei suoi genitori. Il padre divenne il primo tifoso di suo figlio e viaggiò seguendolo in tutte le competizioni. Dall’età di 15 anni, Andrej Lavrov difese la porta della squadra di Krasnodar nella prima lega del campionato dell’Unione Sovietica. Il suo idolo era il campione olimpico del 1976, il portiere Michail Iščenko.
Dopo il diploma Andrej avrebbe dovuto iscriversi al Politecnico, ma gli esami di ammissione coincisero con il torneo in cui avrebbe partecipato la nazionale giovanile dell’Unione Sovietica. Doveva scegliere: la carriera sportiva oppure una futura laurea in ingegneria. Andrej decise di iscriversi ad un’altra facoltà, l’Istituto Statale di Educazione Fisica di Krasnodar e collegò così per sempre la sua vita all’attività sportiva.
Nella nazionale maggiore dell’Unione Sovietica, il talentuoso portiere debuttò all’età di 26 anni e così partecipò poi alle Olimpiadi di Seoul. Nella prima partita del torneo olimpico, la squadra sovietica sconfisse la Jugoslavia con una differenza di sei reti. I giornalisti sudcoreani scrissero: «I formidabili attaccanti dei campioni del mondo jugoslavi assomigliavano a timidi debuttanti. Lavrov li ha ingoiati senza nemmeno bere«. Nelle altre partite del torneo olimpico la nazionale sovietica incontrò la Svezia, gli Stati Uniti, l’Algeria, l’Islanda e vincendo tutte le partite raggiunse la finale, nella quale affrontò i padroni di casa, i sudcoreani. La nazionale sovietica vinse la finale 32 a 27.
Da allora, per 17 anni, Andrej Lavrov ricoprì brillantemente il ruolo di primo portiere della squadra nazionale in tutti i principali tornei internazionali.
Alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, gareggiando con la nazionale della CSI (Comunità degli Stati Indipendenti), Lavrov affrontò Germania, Egitto, Spagna, Romania, Islanda ottenendo cinque vittorie. In finale i giocatori di pallamano della CSI affrontarono i loro principali rivali dal 1990, la Svezia, in un’aspra partita che vinsero 24 a 22. Andrej Lavrov divenne così campione olimpico per la seconda volta.
Dopo le Olimpiadi di Barcellona, il portiere andò a giocare in una squadra di club del campionato francese e si trasferì a vivere con sua moglie a Parigi.
La nazionale della Federazione Russa partecipò per la prima volta alle Olimpiadi di Atlanta, ma ottenne solo il 5° posto. Dal 1999 al 2000, Lavrov giocò in una squadra di club della città di Zagabria e vinse il campionato della Croazia.
Ai giochi olimpici di Sydney in Australia, Lavrov fu scelto come il porta bandiera dell’intera delegazione degli atleti della Federazione Russa durante la cerimonia di apertura. La prima partita la Federazione Russa la giocò contro l’Egitto. Le gare successive furono contro Cuba, Corea del Sud, Germania e Jugoslavia. In finale, i giocatori di pallamano russi incontrarono la squadra svedese. Alla partita assistettero il re e la regina di Svezia. Gli svedesi vinsero il primo tempo, iniziarono con successo il secondo ed il pubblico australiano che faceva tifo per la nazionale scandinava, divenne molto rumoroso e festoso preannunciando l’auspicata vittoria della nazionale svedese. Il comportamento degli australiani fece infuriare i giocatori della nazionale russa. Lavrov iniziò ad effettuare delle parate miracolose ed alla fine i russi vinsero la finale con il punteggio di 28 a 26. Intervistato dopo la partita, Lavrov dichiarò: «Sono solo una piccola vite nel meccanismo. Tutti i miei meriti sono indissolubilmente legati alla squadra. Le tradizioni vittoriose sono state stabilite da grandi giocatori di pallamano come Klimov, Chernjšev, Iščenko, Maksimov e noi continuiamo solo queste tradizioni. La squadra russa è forte nello spirito di squadra. Tutti fanno la loro parte ed il risultato è solo la conseguenza«.
Dal 2000, Andrej Lavrov giocò nel campionato tedesco difendendo la porta della squadra di Lubecca. I proprietari del club, dopo aver ingaggiato alcuni forti giocatori di pallamano, affidarono loro il compito di portare la squadra fuori dalla seconda divisione. Il loro progetto riuscì e Lavrov risultò fondamentale.
La sua famiglia rimase a vivere in Francia. Il figlio maggiore Ivan è divenuto un giocatore di pallamano di una squadra di club francese. Il figlio più giovane Sergej è divenuto un tennista.
Nel 2004, pur avendo subito un recente infortunio al ginocchio, Andrej Lavrov partecipò alla sua quinta Olimpiade. I giocatori di pallamano della squadra russa non riuscirono a raggiungere la finale del torneo olimpico di Atene, perdendo in semifinale contro la squadra tedesca. Secondo la stampa greca, il miglior giocatore della nazionale russa fu il quarantaduenne portiere Andrej Lavrov, il quale respinse il 50% dei tiri subiti nel torneo. La nazionale russa vinse la medaglia bronzo ed Andrej Lavrov considerò questo trofeo il suo premio più difficile e meritato.
Lavrov è il giocatore di pallamano più titolato del pianeta, il più forte portiere nella storia della pallamano mondiale. E’ l’unico pallamanista ad aver vinto tre medaglie d’oro alle Olimpiadi (1988, 1992, 2000). Una medaglia di bronzo delle Olimpiadi nel 2004, due volte campione del mondo (1993, 1997), campione europeo nel 1996, vincitore dei Goodwill Games nel 1990, medaglia d’argento dei Goodwill Games nel 1994, medaglia d’argento ai Mondiali del 1990 e 1999, medaglia d’argento ai campionati europei nel 1994 e 1998, vincitore del campionato dell’Unione Sovietica nel 1991 e vincitore del campionato della Comunità degli Stati Indipendenti nel 1992. Militando nel campionato francese vinse la Coppa di Francia e militando in quello Croato vinse il campionato. È stato riconosciuto come il miglior portiere del campionato tedesco. E’ stato premiato con il titolo di Maestro Onorato dello Sport onorato dell’Unione Sovietica. Dal giugno 2005 Andrej Lavrov è membro del Consiglio dell’Assemblea Federale della Federazione Russa, membro della Commissione per la Gioventù e lo Sport, membro della Commissione della Duma di Stato sul bilancio. Inoltre a Lavrov sono stati assegnati i seguenti riconoscimenti: l’Ordine di Onore nel 1998, la medaglia d’oro «Per il contributo eccezionale allo sviluppo del Kuban» nel 2000, l’Ordine «Per merito alla patria» di IV grado nel 2001, nel 2003 è divenuto cittadino onorario di Krasnodar e nel 2004 è stato premiato con la medaglia di «Eroe del Kuban».
Attualmente Lavrov vive e lavora a Mosca. Il suo hobby preferito è la pesca.
Luca D’Agostini
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