Gli storici hanno analizzato, studiato e spiegato ogni dettaglio della vita e della morte dell’ultima imperatrice dello stato russo, ma ciò che risulta interessante è che nonostante ciò, ogni qualvolta ci approcciamo a leggere libri e articoli che la riguardano, una donna ancora in buona parte sconosciuta appare davanti a noi.
Tale è la caratteristica dell’amata nipote della regina britannica Viktoria, della figlia del Granduca d’Assia e della moglie di Nikolaj II (Nicola II), l’ultimo imperatore russo. «Alix», come la chiamava il marito, o Aleksandra Fëdorovna Romanova rimase un mistero per tutti.
E’ stata una donna rinchiusa in un freddo isolamento. La spiegazione della tristezza emanata dal suo sguardo si trova nei dettagli degli anni della sua infanzia e giovinezza.
La principessa Victoria Alix Helena Louise Beatrice von Hessen und bei Rhein (Vittoria Alice Helena Luisa Beatrice d’Assia-Darmstadt) nacque a Darmstadt in Germania il 6 giugno 1872. La principessa ereditò l’emofilia da sua nonna, la regina britannica Vittoria, la quale la considerava la nipote preferita l’aveva soprannominata «Sunny (raggio di sole)».1
La piccola principessa adorava le sue sorelle e i suoi fratelli. Era particolarmente affezionata a suo fratello Friederik ed alla sua sorella minore Mary, che chiamava May a causa della difficoltà nel pronunciare la lettera «r». Friederik morì quando Alix aveva 5 anni, a causa di un’emorragia causata da un incidente. La madre della principessa Alix, già malinconica e infelice, sprofondò in una grave depressione.1
Poco dopo, l’epidemia di difterite, che flagellò l’Assia nel 1878, portò via la sua sorellina Mary e dopo tre settimane anche la madre.1
Così a 6 anni finì l’infanzia di Alix. Quasi tutto ciò che lei amava era scomparso: madre, sorella e fratello. Per alleviare il morale della bambina, la nonna decise di trasferire sua nipote dalla Germania all’isola di Wight. Qui, Alix sotto la supervisione di sua nonna, ricevette un’eccellente istruzione. Insegnanti accuratamente selezionati le insegnarono geografia, matematica, storia, lingue, disegno, musica, equitazione e giardinaggio. Inoltre la ragazza imparò a suonare il pianoforte brillantemente. Ebbe come insegnate di musica il direttore dell’Opera di Darmstadt, pertanto, Alix era in grado di eseguire facilmente le opere più complesse di Wagner e Schumann.1
Senza troppe difficoltà imparò anche le etichette di corte. Ma l’unica cosa che sconvolgeva la regina Viktoria consisteva nel fatto che sua nipote era inospitale, molto spesso asociale e reticente dal frequentare l’ambiente nobiliare.1
La principessa Alix si laureò all’Università di Heidelberg conseguendo la laurea in filosofia.
Nel marzo del 1892, Alix fu sconvolta da un nuovo lutto. Suo padre morì tra le sue braccia a causa di un attacco di cuore. Gli unici affetti che le rimasero furono la nonna, il fratello Ernie il quale era erede alla corona e sua sorella Ella la quale andò a vivere in Russia.1
Alix incontrò per la prima volta il futuro Nikolaj II (Nicola II) al matrimonio di sua sorella. Alla giovane principessa piacque molto quel giovane educato e delicato, del tutto differente dai suoi sgarbati, fanatici e viziati cugini inglesi e tedeschi.1
La seconda volta in cui incontrò il giovane Romanov fu nel 1889. Alix si recò in Russia su invito del marito di sua sorella, il granduca Sergej, zio di Nikolaj. Un mese e mezzo trascorsi nei palazzi di corte di San Pietroburgo e gli incontri con Nikolaj si rivelarono sufficienti per capire che aveva incontrato la sua anima gemella.
Però solo sua sorella ed il cognato Sergej erano felici che i due potessero sposarsi. Sua nonna la regina Viktoria, la quale non conosceva il desiderio segreto di sua nipote, pianificò il matrimonio di Alix con il cugino Edward, principe di Galles. La regina sognava di vedere la sua amata «Sunny» divenire la regina d’Inghilterra.1
Ma Alix era innamorata del lontano principe russo e decise così di riferire a sua nonna che avrebbe sposato solo Nikolaj.
Dall’altra parte, i genitori del futuro Nikolaj II (Nicola II) non erano entusiasti del desiderio di loro figlio di sposare una principessa tedesca, ma Nikolaj come aveva fatto Alix, mostrò ai suoi genitori la sua ferma intenzione di sposare solo la principessa di cui era follemente innamorato.
Aleksandr III (Alessandro III) e sua moglie Marija Fëdorovna, si arresero. La ragione non era solo la persistenza di Nikolaj, ma anche il rapido deterioramento della salute del sovrano. Stava morendo e voleva passare le redini del governo a suo figlio. Alix fu convocata con urgenza in Russia, in Crimea.1
L’imperatore morente, per incontrare la sua futura nuora come meglio poteva, scese dal letto e indossò la sua uniforme. La principessa, che sapeva della salute del futuro suocero, si commosse piangendo intensamente. Alix cominciò a prepararsi urgentemente per il matrimonio. Studiò la cultura russa, il russo e le basi dell’ortodossia. Presto si convertì ed adottò il nome di Aleksandra Fëdorovna.1
L’imperatore Aleksandr III (Alessandro III) morì il 20 ottobre 1894. Il 26 ottobre Aleksandra Fëdorovna e Nikolaj Aleksandrovič Romanov si sposarono nella Chiesa del Palazzo d’Inverno.
I giovani sposi passavano molto tempo insieme. Aleksandra Fëdorovna si sentiva bene solo in compagnia del marito e della famiglia della sorella. La società russa accettò la nuova imperatrice freddamente e con ostilità.
La felicità raggiunse l’imperatrice quando una dopo l’altra nacquero le sue figlie Ol’ga, Tat’jana, Marija e Anastasija. Ma la tanto attesa nascita dell’erede, il figlio Aleksej, riportò Aleksandra Fëdorovna al solito stato di ansia e malinconia. Suo figlio fu afflitto dalla sua terribile malattia ereditaria: l’emofilia.1
Suo figlio, il quale sarebbe potuto morire per qualsiasi graffio, divenne il costante dolore di Aleksandra Fëdorovna e Nikolaj II (Nicola II). In quel momento nella vita della famiglia reale apparve il vecchio Grigorij Rasputin . Questo misterioso uomo siberiano aiutò veramente il principe ereditario: solo lui poteva fermare il sangue, cosa che i dottori non erano in grado di fare.1
Lo scoppio della prima guerra mondiale creò rapidamente altre preoccupazioni. Aleksandra Fëdorovna impiegò tutte le sue energie per aiutare i feriti, le vedove dei soldati morti e i bambini orfani. L’imperatrice stessa, insieme alle sue figlie più grandi, Ol’ga e Tat’jana, che come lei avevano ricevuto un’educazione infermieristica, prestarono personalmente assistenza nelle operazioni di cura dei feriti.1
Nel dicembre del 1916, Grigorij Rasputin fu ucciso. È possibile comprendere come Aleksandra Fëdorovna era odiata a corte, dalle parole della lettera del granduca Nikolaj Michajlovič alla suocera del sovrano russo, l’imperatrice vedova Marija Fëdorovna. Il granduca scrisse: «Tutta la Russia sa che il defunto Rasputin e l’imperatrice Aleksandra Fëdorovna sono la stessa cosa. Il primo viene ucciso, ora l’altra deve scomparire«.
Ma i granduchi ed i nobili russi, nel loro odio per Rasputin e verso l’Imperatrice stessa, segarono il ramo su cui erano seduti. Il granduca Nikolaj Michajlovič il quale sperava che Aleksandra Fëdorovna «dovesse scomparire«, fu fucilato nel 1919, insieme ad altri tre granduchi.1
Nella primavera del 1917, dopo che Nikolaj II (Nicola II) abdicò, l’intera famiglia fu arrestata. Aleksandra Fëdorovna con il marito ed i figli fu mandata a Tobolsk. Ben presto furono trasportati a Ekaterinburg.1
La casa Ipatiev era l’ultimo posto al mondo per la famiglia. L’imperatrice intuì il terribile destino preparato dal nuovo governo a lei e ai suoi parenti.1
Aleksandra Fëdorovna, con Nikolaj II (Nicola II) ed i loro figli furono uccisi nella notte del 17 luglio 1918. I loro resti furono trasportati a San Pietroburgo e sepolti nell’estate del 1998 nella cattedrale di Pietro e Paolo, nella tomba di famiglia dei Romanov.1 Poco prima di quei terribili eventi, mentre era in esilio Aleksandra Fëdorovna scrisse alla sua confidente Anna Vjrubova le seguenti parole che rappresentano una enorme dichiarazione d’amore verso la Russia: «Ringrazio Dio per tutto quello che è successo, ciò che ho ricevuto. Vivrò con ricordi che nessuno può prendere da me. In questi anni è nato in me un forte sentimento d’amore verso la Russia. Mi sento la madre del Paese, soffro come il mio bambino e ama la mia Patria, nonostante tutti gli orrori attuali. Sai che nulla può strappare dal mio cuore l’amore per la Russia. Nonostante l’ingratitudine di questa gente verso l’Imperatore, fattore che mi spezza il cuore, Signore, abbi pietà e salva la Russia«.2
Nel 2000, Aleksandra Fëdorovna, come tutta la sua famiglia, fu canonizzata dalla Chiesa ortodossa russa.1
Luca D’Agostini
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