Fu chiamato lo «Zar di Parigi», salvò le sorelle di Napoleone da un incendio ed ebbe un rapporto confidenziale con l’imperatore francese, ma in realtà prestò servizio per la Russia e ottenne preziose informazioni per la Patria. Può essere considerato il «James Bond» russo del XIX secolo. In questo articolo conosceremo il Conte Aleksandr Ivanovič Černishёv.
I film con le avventure degli agenti segreti riscuotono sempre un gran successo di pubblico poiché gli spettatori sono affascinati dalle «storie di spionaggio». È un peccato che in Occidente pochissimi conoscano la vita di questo formidabile agente segreto e che l’industria cinematografica non abbia mai pensato di realizzare un film su colui che sfidò personalmente Napoleone, su colui che conquistò i cuori di bellissime donne e su colui che ottenne informazioni segrete in territorio nemico. E tutto questo non è finzione cinematografica, ma pura verità.
Aleksandr Ivanovič Černishёv nacque a Mosca il 30 dicembre 1785. Suo padre era un ufficiale russo ed aveva buoni legami a corte. Fu così che Alessandro I si rese conto dell’intelligenza del giovane Aleksandr arruolandolo come ufficiale delle guardie a cavallo.
Nel 1805, la Russia entrò in guerra con la Francia napoleonica. Nelle battaglie di Austerlitz e Fridland, Černishёv rischiò eroicamente la vita, tanto da guadagnare una spada d’oro con la scritta «Per il coraggio» e la Croce di San Giorgio. Dopo la pace di Tilsit, Alessandro I ordinò al giovane ufficiale di cavalleria di recarsi a Parigi e consegnare direttamente una lettera a Napoleone. Così, Černishёv incontrò per la prima volta l’imperatore francese.
In occasione del ricevimento diplomatico, Bonaparte iniziò a parlare della recente campagna militare e degli errori commessi dai generali russi. All’improvviso, per niente intimidito il giovane Černishёv iniziò ad invocare con fervore il successo dell’imperatore russo. Diplomatici e cortigiani francesi in quel momento presenti, rimasero sbalorditi dal suo comportamento, per loro inaudito e manchevole di rispetto. Ma Napoleone sorrise e disse a Černishёv che fu uno dei pochi che osò contraddirlo.
Tutti i presenti capirono però che la Pace di Tilsit era molto fragile e che presto sarebbe ripreso lo scontro decisivo tra Russia e Francia.
Ciò era chiaro anche ad Alessandro I, il quale sapeva bene che le informazioni sul nemico sono necessarie come l’aria. E così, nel 1810, un nuovo «diplomatico» apparve nell’ambasciata russa a Parigi: Aleksandr Ivanovič Černishёv.
Nella capitale francese, Černishёv visse in grande stile, spendeva moltissimo denaro, si circondò di amicizie molto influenti e si guadagnò la reputazione di indomito conquistatore del cuore femminile.
L’immagine di una persona frivola ed in cerca della bella vita divenne la maschera perfetta per una spia intelligente e capace. Riuscì a guadagnarsi la confidenza dello stesso Napoleone: durante i ricevimenti e di fronte al pubblico era spesso possibile notare l’imperatore francese appartarsi per parlare a quattrocchi con il «diplomatico» russo.
Il loro rapporto di confidenza divenne ancora più stretto quando, durante un incendio divampato nel corso di un ricevimento tenutosi nell’ambasciata austriaca, Černishёv eroicamente salvò dalle fiamme due sorelle di Napoleone: Carolina Bonaparte e Paolina Bonaparte. L’intera città parlò dell’eroe russo, Černishёv fu soprannominato «lo Zar di Parigi».
Dopo ogni ricevimento, al termine delle sue conversazioni con Napoleone e con ufficiali francesi di alto profilo, Černishёv inviava informazioni segrete a San Pietroburgo. Černishёv si creò una fitta rete di inconsapevoli informatori, tra i quali un funzionario del ministero militare francese, il quale archiviava i rapporti di Bonaparte sullo schieramento e sulle manovre dell’esercito francese in Europa. A questi documenti avrebbe dovuto avere accesso esclusivamente Napoleone, ma vi ebbe continuamente accesso anche Černishёv.
Uno dei suoi informatori più preziosi fu il principe Talleyrand che Černishёv soprannominò con un nome da donna, «Anna Ivanovna». I servizi di questa spia costarono al Tesoro russo una gran quantità di denaro, ma le informazioni ricevute giustificarono tali spese.
Questa rischiosa attività di spionaggio non poteva durare per sempre e Černishёv lo sapeva bene, ma era anche molto abile nell’avvertire un eventuale sospetto su di lui. Così, quando nel febbraio del 1812 il controspionaggio francese perquisì l’appartamento di Černishёv, il «diplomatico» russo era già fuori del territorio francese ed in viaggio per tornare in Russia. Il Ministro degli Esteri francese disse all’ambasciatore russo a Parigi: «Sua Maestà è estremamente afflitta dal comportamento del conte Černishёv«. Conoscendo l’ardente temperamento di Napoleone, non è difficile immaginare quali parole abbia espresso per manifestare il suo estremo dispiacere.
Per i suoi servizi offerti alla Patria, Černishёv ricevette i gradi di generale. Nel 1814, il generale Černishёv riapparve a Parigi alla testa delle vittoriose truppe russe. Alessandro I desiderava anche che Černishёv conducesse Napoleone in esilio all’isola d’Elba, ma poi cambiò idea ritenendo che sarebbe stato molto difficile per Napoleone vedersi condotto in esilio da chi lo aveva conosciuto durante la sua grandezza e soprattutto da colui che così abilmente se ne era fatto gioco.
A 46 anni, Černishёv divenne Ministro della Guerra. Successivamente, a causa dei problemi di salute e dell’età che cominciava farsi sentire, chiese all’imperatore Nicola I di essere esonerato dalla carica di Ministro della Guerra. Rimase comunque presidente del Consiglio di Stato fino alla sua morte, che avvenne l’8 giugno 1857 nella cittadina di Castellammare di Stabia, vicino a Napoli, dove si era recato nella speranza che il mare ed il clima mite potessero agevolare le sue critiche condizioni di salute. Il suo corpo fu portato a Mosca è sepolto nella chiesa della Fortezza di Pietro e Paolo.
Luca D’Agostini
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