Le relazioni tra la Federazione Russa e la Repubblica di Albania sono molto scarse sotto tutti i punti di vista, per una serie di motivi che analizzeremo in questo articolo. Le relazioni diplomatiche tra i due Paesi, effettivamente interrotte nel 1961, furono ripristinate solo nel 1991.1 La cooperazione economica tra i due Paesi è estremamente ridotta, il volume degli scambi bilaterali è irrisorio ed anche gli investimenti russi in Albania sono praticamente insignificanti.
I contatti della Russia con il territorio dell’attuale Albania esistono da diversi secoli. Già nel XVIII secolo molti albanesi combatterono sotto le bandiere russe e la loro memoria è conservata nei nomi delle vie «Grande Arnautskaja» e «Piccola Arnautskaja» ad Odessa. Originariamente, l’atteggiamento della Russia nei confronti dell’indipendenza albanese fu negativo: al Congresso di Berlino del 1878, la Russia insistette sulla necessità della divisione dell’Albania tra Serbia e Grecia. Tuttavia qualche anno dopo la posizione russa cambiò ed alla conferenza di Londra del 1912, il rappresentante russo Petrjaev sostenne l’indipendenza albanese e divenne il primo rappresentante dell’impero russo nel nuovo stato.2
La rivoluzione di ottobre cambiò significativamente le relazioni tra Russia e Albania. Le controversie tra gli emigrati bianchi e i bolscevichi ebbero un impatto significativo sulle relazioni diplomatiche. L’emigrazione bianca toccò anche l’Albania: un certo numero di ufficiali degli eserciti bianchi sconfitti partirono per quel Paese. Alcuni di loro lasciarono un contributo significativo allo sviluppo albanese.
Il 7 aprile 1939, con l’inizio dell’invasione dell’Italia in Albania, le relazioni diplomatiche tra Unione Sovietica ed Albania cessarono. Il 12 aprile, l’Assemblea Costituente dell’Albania votò per l’unione con l’Italia ed il re italiano Vittorio Emanuele III divenne capo del regno albanese.
L’8 novembre 1941, durante l’occupazione italiana, fu fondato in Albania il Partito Comunista, il quale era formato da rappresentanti della classe media e intellettuali senza la partecipazione diretta dell’Unione Sovietica. La maggior parte dei comunisti albanesi, incluso il loro capo Enver Hoxha, non aveva allora legami con il Partito Comunista dell’Unione Sovietica.
Dall’estate del 1944, l’Esercito di liberazione nazionale albanese iniziò a impadronirsi del territorio del Paese ed il 17 novembre 1944 entrò a Tirana. Il 29 novembre 1944, con la liberazione della città di Scutari, l’Albania fu liberata dagli occupanti e fu l’unico paese tra gli stati dell’Europa Orientale che non fu liberato dall’Armata Rossa
Dal momento che l’Unione Sovietica non liberò l’Albania, il governo albanese non aderì inizialmente al Patto di Varsavia. Poco dopo però, dal 1945 al 1961 Tirana divenne uno dei più stretti alleati di Mosca.
Dal 14 luglio al 26 luglio 1947, si tenne a Mosca la prima visita ufficiale di una delegazione del governo albanese, guidata da Enver Hoxha. Durante le riunioni di quei giorni avvenute alla presenza di Stalin, furono poste le basi per i rapporti degli anni seguenti. Il risultato della visita fu la concessione all’Albania di un prestito notevolmente agevolato per un importo di 6 milioni di dollari. Inoltre Stalin decise di fornire gratuitamente all’esercito albanese tutti gli armamenti per una sua effettiva modernizzazione e riorganizzazione.
Nel febbraio del 1949, l’Albania divenne membro del Consiglio per la Mutua Assistenza Economica, l’organizzazione dei paesi del blocco socialista per la cooperazione economica. Poco dopo, Tirana concluse accordi commerciali con la Polonia, la Romania, l’Ungheria, la Cecoslovacchia e l’Unione Sovietica. I consiglieri tecnici dell’Unione Sovietica e dei paesi dell’Est Europa giunsero in Albania, l’Unione Sovietica inviò anche consiglieri militari e costruì una base di sottomarini sull’isola di Saseno.
Dopo il deterioramento delle relazioni tra l’Unione Sovietica e la Jugoslavia, l’Albania e la Bulgaria erano gli unici paesi che l’Unione Sovietica poteva utilizzare per la fornitura di materiali militari ai comunisti greci. Dopo lo sviluppo delle armi nucleari, l’importanza strategica che l’Albania aveva per l’Unione Sovietica divenne nulla.
L’influenza dell’Unione Sovietica sullo sviluppo (più precisamente dalla creazione partendo da zero) della scienza e dell’industria in Albania fu molto rilevante. Dal 1945-1961, molti vocaboli penetrarono dalla lingua russa nella lingua albanese (pannello, telaio, plastica, parte, servizio, ecc.) e la lingua albanese fu arricchita con parole russe (trattore, tegola, tundra, pugno, ecc.).3
Grazie all’aiuto di finanziamenti e di specialisti sovietici, furono aperti l’Istituto Cinematografico Albanese (1955) e l’Università di Tirana (1957). Molti politici albanesi si recarono a studiare in Unione Sovietica, tra i quali Moisiu il presidente del paese, i ministri dell’agricoltura Shambla e Dodbib. L’Albania acquistò macchine, attrezzature e beni di consumo dall’Unione Sovietica e fornì ai sovietici prodotti agricoli (tabacco, agrumi, olive), olio d’oliva, rame e bitume.2 Nel 1957, alla Zecca di Leningrado furono coniate per l’Albania diverse milioni di monete della moneta nazionale albanese.4 Il 28 aprile 1958 fu creata a Mosca una società di amicizia sovietico-albanese.2
Durante la spaccatura sovietico-cinese, l’Albania sostenne la Cina, che la alienò dall’Unione Sovietica. Dopo un ulteriore intenso scambio di opinioni tra i delegati sovietici e cinesi in relazione alla posizione albanese durante il XXII Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica nell’ottobre 1961, Chruščëv decise di interrompere i rapporti diplomatici con l’Albania. Tutti i consiglieri militari e tecnici sovietici furono richiamati dall’Albania, compresi i lavoratori del Palazzo della Cultura, tutte le consegne di attrezzature e pezzi di ricambio furono bloccate, lo smantellamento della base sottomarina sull’isola di Saseno, che era iniziata prima della rottura delle relazioni, continuò.
La Cina intervenne in aiuto dell’Albania per far fronte alla perdita di sostegno economico da parte dell’Unione Sovietica. La Cina consegnò circa il 90% di tutti i pezzi di ricambio, prodotti agricoli e altri beni che l’Albania attendeva dall’Unione Sovietica. La Cina concesse anche prestiti a condizioni più favorevoli rispetto all’Unione Sovietica. La Cina costruì una potente stazione radio in Albania, sulla quale Tirana mandò in onda per decenni inni a Stalin, Hoxha e Mao. In cambio, l’Albania offrì alla Cina un ruolo di mediazione in Europa. Tuttavia, l’Albania si accorse presto che le attrezzature ed i consulenti cinesi erano di qualità molto peggiore rispetto a quelli sovietici. Ironia della sorte, la barriera linguistica tra cinesi e albanesi li costrinse a parlare russo. L’Albania comunque non partecipò più al Patto di Varsavia ed al Consiglio per la Mutua Assistenza Economica.
Nell’ottobre del 1964 , Hoxha accolse con favore la rimozione di Chruščëv dal potere, nella speranza che la nuova leadership sovietica avrebbe riconsiderato la sua posizione nei confronti dell’Albania. Ma presto divenne chiaro che l’Unione Sovietica non voleva cambiare la sua posizione e le relazioni tra i due Paesi non migliorarono.
Anziché ringraziare l’Unione Sovietica per lo sviluppo creato in un Paese totalmente arretrato e che da solo non sarebbe riuscito a costruire praticamente nulla, Tirana tirò fuori tutta la sua ipocrisia ed inettitudine e cominciò a calunniare i leader sovietici. Addirittura nel 1964, Hoxha chiese all’Unione Sovietica le scuse ufficiali, unitamente al pagamento delle riparazioni per ipotetici danni che il suo Paese avrebbe secondo lui subito. In pratica i danni che il suo Paese avrebbe subito furono le costruzioni di strade, ospedali, scuole ed università da parte dei sovietici. E’ logico che di fronte all’idiozia di Hoxha, le relazioni sovietico-albanesi che a livello diplomatico erano già state interrotte nel 1961, si deteriorarono ulteriormente.
Solo nel 1991 sono state ripristinate le relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Tuttavia, la cooperazione tra Mosca e Tirana non è particolarmente intensa e non esiste nemmeno una comunicazione aerea diretta tra i due Paesi. L’Albania sta cercando di attirare turisti russi, per i quali ha fornito loro un regime senza visti dal 1 maggio al 30 settembre di ogni anno.5 Ma i turisti russi non amano l’Albania come meta turistica e quindi l’iniziativa albanese non ha prodotto alcun risultato.
Per quanto riguarda gli scambi commerciali, negli anni ’90 il fatturato delle materie prime tra i due Paesi era molto ridotto. Ad esempio, nel 1995 le esportazioni russe verso l’Albania ammontavano 1,8 milioni di dollari e le esportazioni albanesi verso la Russia consistevano in 0,1 milioni di dollari. Nel 2014, il commercio bilaterale ammontava solo a 114,9 milioni di dollari e la Russia rappresentava solo l’1,5% del commercio estero albanese.6 7
La situazione degli investimenti russi in Albania non è migliore. La Russia preferisce investire non in Albania, ma in Serbia e Montenegro. Tra i progetti russi in Albania, il tentativo della compagnia russa «Tervingo» di investire nell’industria cromolitica di questo paese balcanico è più che noto. Nel 2007, Tervingo, insieme alla società austriaca Decometal, acquistò l’industria al cromo albanese, creando la società albanese «Chrome», e riaprì gli stabilimenti precedentemente chiusi. Tuttavia, nel 2009 Tervingo ha venduto la sua quota e ha lasciato il progetto e l’Albania.8
Inoltre, la politica filo-occidentale dell’Albania, che ha aderito alla NATO, ha un impatto negativo sulle relazioni bilaterali. Gli ostacoli sono la questione della legittimità della Repubblica del Kosovo, che la Federazione Russa giustamente non riconosce ed il naturale ricongiungimento della Crimea con la Russia. Nel 2014 l’Albania ha imposto sanzioni contro la Federazione Russia in relazione agli eventi in Ucraina, in risposta alle quali, nel 2015, le autorità russe hanno imposto un embargo sulle forniture alimentari dall’Albania.
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Лямеборшай С. Х. Дружба между Россией и Албанией в прошлом и настоящем // Власть. — 2014. — № 1. — С. 77, 79
(2) Лямеборшай С. Х. Дружба между Россией и Албанией в прошлом и настоящем // Власть. — 2014. — № 1. — С. 78
(3) Шеху Э.С. Влияние русского языка на албанский (на материале научно-технической литературы) // Известия Российского государственного педагогического университета им. А.И. Герцена. — 2012. — № 133. — С. 117 — 118
(4) Моисеенко Н.С. Чеканка иностранной монеты на Ленинградском монетном дворе в 1921 — 1961 гг. // Труды исторического факультета Санкт-Петербургского университета. — 2014. — № 17. — С. 356 — 357
(5) Лямеборшай С. Х. Дружба между Россией и Албанией в прошлом и настоящем // Власть. — 2014. — № 1. — С. 79
(6) Максакова М. А. Тенденции развития экономического сотрудничества России и стран Западных Балкан. Диссертация на соискание ученой степени кандидата экономических наук. — М., 2015. — С. 234—235.
(7) Максакова М. А. Тенденции развития экономического сотрудничества России и стран Западных Балкан. Диссертация на соискание ученой степени кандидата экономических наук. — М., 2015. — С. 40 — 41.
(8) Максакова М. А. Тенденции развития экономического сотрудничества России и стран Западных Балкан. Диссертация на соискание ученой степени кандидата экономических наук. — М., 2015. — С. 132.
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