In questo articolo tratteremo delle relazioni bilaterali tra la Federazione Russa e la Repubblica di Abkhazia. La Russia ha riconosciuto l’Abkhazia come uno stato sovrano il 26 agosto 2008 immediatamente dopo il conflitto dell’Ossezia meridionale. I rapporti diplomatici tra i due Paesi sono stati stabiliti il 9 settembre 2008.
Il 25 ottobre 2008, l’allora presidente russo Dmitrij Medvedev nominò il diplomatico russo Semën Vjačeslavovič Grigoriev, ambasciatore della Russia in Abkhazia ed il 14 novembre 2008, per ordine dell’allora presidente di Abkhazia Sergej Vasil’evič Bagapsh, Igor Muratovič Achba fu nominato primo ambasciatore dell’Abkhazia in Russia.1 L’ambasciatore Achba, ancora oggi ricopre il ruolo di ambasciatore straordinario e plenipotenziario dell’Abkhazia in Russia.

Ambasciatore straordinario e plenipotenziario dell’Abkhazia in Russia Igor Muratovič Achba
Tra la Federazione Russa e la Repubblica di Abkhazia sono stati firmati più di 100 accordi interstatali, coprendo tutti i settori della cooperazione.2

Il presidente Vladimir Putin con il presidente dell’Abkhazia Raul Khajimba
La Russia fu coinvolta nel processo di risoluzione del conflitto georgiano-abkhazo fin dall’inizio, fungendo da intermediario per raggiungere accordi di cessate il fuoco, proponendo varie proposte di iniziativa e progetti di documenti. Dal 1992 al 1997, la Russia svolse un ruolo diplomatico fondamentale e fu a Mosca nella primavera del 1994 che furono firmati i documenti di base: «Dichiarazione sulle misure per un accordo politico sul conflitto georgiano-abkhazo», «Accordo quadripartito sul ritorno volontario dei rifugiati e dei profughi», «Accordo sul cessate il fuoco e separazione delle forze». I diplomatici russi portarono regolarmente portato le parti in conflitto al tavolo dei negoziati per discutere dello status politico dell’Abkhazia, suggerirono bozze di accordi sui protocolli, la Russia coordinò le posizioni degli altri stati post-sovietici attraverso il Consiglio dei Capi di Stato della CSI. In questa fase, i leader russi furono attivamente coinvolti nel processo di risoluzione del conflitto. L’allora presidente Boris Eltsin incontrò diverse volte il presidente georgiano Eduard Shevardnadze ed il presidente abkhazo Vladislav Ardzinba. Nel 1996-1997, il ministro degli Esteri Evgenij Primakov cercò personalmente di spingere le parti ad una soluzione pacifica.
L’ingresso delle forze di mantenimento della pace collettive nella zona di conflitto tra Georgia e Abkhazia permise il disimpegno delle formazioni armate delle parti in conflitto, la creazione di zone di sicurezza e limitazione delle armi, fattori che contribuirono a fermare lo spargimento di sangue nella regione, oltre a creare le condizioni necessarie per un dialogo politico tra le parti.
Negli anni successivi, tuttavia, il processo negoziale non condusse a risultati tangibili su questioni chiave, come la determinazione dello status dell’Abkhazia.
I negoziati tra Georgia e Abkhazia ripresero nell’estate del 1997, quando su iniziativa del ministro degli esteri russo, Evgenij Primakov, il 14 agosto 1997, in occasione dell’anniversario dell’inizio della guerra georgiano-abkhaza del 1992-93, il presidente dell’Abkhazia, Vladislav Ardzinba, fece una visita senza precedenti a Tbilisi. Nella capitale georgiana, alla presenza di Evgenij Primakov, si svolse un incontro tra i presidenti della Georgia e dell’Abkhazia, in cui fu annunciata una dichiarazione congiunta, nella quale le parti si impegnarono a non usare le armi per risolvere le loro contraddizioni.
Negli ultimi anni della presidenza Eltsin (1997-2000), tuttavia, il livello di coinvolgimento della Russia diminuì.
L’anno 2003 segnò il ritorno della leadership russa ad una partecipazione attiva al processo di pacificazione tra Georgia e Abkhazia e l’inizio del cosiddetto «processo di negoziazione di Soči». Nel marzo del 2003, i presidenti di Russia e Georgia, Vladimir Putin e Eduard Shevardnadze, concordarono a Soči l’istituzione di gruppi di lavoro per risolvere questioni ancora aperte.
La finta rivoluzione colorata finanziata da Soros, denominata «Rivoluzione delle rose» impedì lo sviluppo e l’implementazione di accordi pratici, in seguito ai quali, alla fine del 2003, Eduard Shevardnadze perse il suo posto.
Dalla metà del 2004, le relazioni tra la Georgia e la Russia si deteriorarono gravemente e le parti abbandonarono il processo negoziale.
A metà luglio 2006, il parlamento georgiano adottò una risoluzione che chiedeva il ritiro delle forze di mantenimento della pace russe dall’Abkhazia e dall’Ossezia meridionale. In risposta, il Parlamento dell’Abkhazia invitò tutti i Paesi, inclusa la Russia, ad avviare immediatamente il processo di riconoscimento ufficiale dell’indipendenza della Repubblica di Abkhazia. Il 18 ottobre 2006, l’Assemblea Nazionale dell’Abkhazia si appellò alla leadership russa con una richiesta di riconoscere l’indipendenza della repubblica e stabilire relazioni associate tra i due stati.
All’inizio del 2008, vi fu un’ulteriore complicazione delle relazioni tra Russia e Georgia, associate all’intensificazione degli sforzi della Georgia di aderire alla NATO. Ciò influì in modo determinate sulla posizione della Russia nel conflitto georgiano-abkhazo.
Un referendum sull’appartenenza alla NATO si svolse il 5 gennaio 2008 in Georgia contemporaneamente alle elezioni presidenziali. Secondo i risultati del referendum, il 77% degli elettori georgiani si dichiarò favorevole all’adesione alla NATO. A febbraio, il presidente georgiano Michail Saakashvili inviò una lettera al segretario generale della NATO Jaap de Hoop Scheffer, in cui la parte georgiana espresse la volontà di aderire al piano d’azione sulla preparazione alla NATO.3
Il 6 marzo 2008, Il Ministero degli Esteri della Federazione Russa inviò una nota ufficiale al Comitato Esecutivo della CSI nella quale dichiarava che a causa delle mutate circostanze, la Federazione Russa non si riteneva più vincolata dalle disposizioni della Decisione del Consiglio dei capi degli Stati della CSI «Sulle misure per risolvere il conflitto tra Abkhazia e Georgia» del 19 gennaio 1996.
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la sua intenzione di «sostenere sostanzialmente» l’Abkhazia e l’Ossezia meridionale . Il 16 aprile 2008, il presidente Putin ha emesso un decreto che autorizza le relazioni dirette con le autorità dell’Abkhazia e dell’Ossezia meridionale. La Federazione Russa ha dichiarato che questa decisione è mirata a sostenere i cittadini russi e la popolazione locale ed è stata presa in risposta alle intenzioni aggressive della Georgia.
Il 29 aprile 2008, prevedendo un ulteriore deterioramento del conflitto georgiano-abkhazo, la Russia ha rafforzato le forze di mantenimento della CSI con un battaglione aviotrasportato. Alla fine di maggio, riferendosi alla decisione del presidente di fornire assistenza umanitaria all’Abkhazia, il governo russo ha introdotto nel Paese un’unità di forza ferroviaria. Il governo georgiano, in modo del tutto ipocrita, ha considerato entrambe queste misure aggressive e palesandosi meschino, ha chiesto il ritiro immediato di tutte le forze russe.
Il riconoscimento russo dell’indipendenza dell’Abkhazia dopo il conflitto armato dell’Ossezia del Sud nell’agosto 2008 ha portato alla distruzione effettiva dei processi e dei meccanismi negoziali per risolvere le conseguenze del conflitto georgiano-abkhazo in vigore dal 1994: i mandati della missione di osservazione delle Nazioni Unite in Georgia e le forze di mantenimento della pace della CSI sono stati annullati. Le forze di pace russe sono state sostituite dalle guardie di frontiera russe e dalle basi militari. L’accordo tra la Federazione Russa e la Repubblica di Abkhazia sulla base militare russa sul territorio della repubblica è stato firmato a Mosca il 17 febbraio 2010. L’accordo ha una durata di 49 anni con prolungamento automatico per periodi di 15 anni.
La comunità internazionale dal canto suo dimostra tutta la ipocrisia quando in modo ridicolo vuole riconoscere l’indipendenza del Kosovo ma dall’altra parte nega il riconoscimento dell’Abkhazia. Ma ormai il gioco delle cancellerie occidentali è piuttosto chiaro. Gli ultimi eventi in Venezuela confermano come il diritto internazionale conta a fasi alterne. Un politico che ha perso le elezioni in Venezuela viene riconosciuto addirittura capo di Stato, un politico che ha vinto le elezioni in Catalogna viene invece perseguitato ed arrestato. Ormai il gioco è chiaro, il diritto internazionale e l’autodeterminazione dei popoli segue solo le logiche geopolitiche degli interessi occidentali. Se conviene all’Occidente, allora tutto si può fare, altrimenti è vietato, ostacolato ed oggetto do ostracismo. Quindi risulta chiaro perché dal punto di vista del diritto internazionale (quello che fa comodo agli occidentali), l’Abkhazia rimane uno stato non riconosciuto, e quasi l’intera comunità internazionale, insensatamente continua a considerare l’Abkhazia come parte della Georgia. La Repubblica di Abkhazia quindi, solo grazie alla Federazione Russa è riuscita ad ottenere quella che è la difesa del suo naturale diritto di esistere e così la popolazione abkhaza possiede oggi passaporti russi.
Il 24 novembre 2014 a Soči, i presidenti della Federazione russa e dell’Abkhazia, Vladimir Putin e Raul Khajimba, hanno concluso un accordo su Alleanza e partenariato strategico. Il documento prevede l’istituzione graduale di una più stretta cooperazione bilaterale nei settori sociale, economico e umanitario, nonché in materia di politica estera, difesa e sicurezza. In particolare, il trattato afferma che se una delle parti è sottoposta ad aggressione (attacco armato) da parte di uno stato o gruppo di stati, «sarà considerata come aggressione (attacco armato) anche contro l’altra Parte Contraente«. L’accordo ha una durata di 10 anni con possibilità di proroga per i prossimi periodi quinquennali.2

Il presidente Vladimir Putin con il presidente dell’Abkhazia Raul Khajimba durante l’incontro a Soči
L’8 agosto 2017, il presidente Putin si è recato in Abkhazia per una visita istituzionale ed ha effettuato proficui colloqui con il l’attuale presidente dell’Abkhazia Raul Khajimba.2
Prima di affrontare le relazioni commerciali ed il programma di investimenti per lo sviluppo sociale, economico, turistico e finanziario della repubblica di Abkhazia, occorre ricordare il dato relativo al volume della sua popolazione. Secondo l’ultimo censimento del 2011, la Repubblica di Abkhazia conta una popolazione di quasi 241.000 abitanti. Sul territorio della Repubblica di Abkhazia vivono 22 mila russi, i quali costituiscono il 9% della popolazione totale.2
La Russia è il principale partner commerciale della Repubblica di Abkhazia. Nel 2016, la Federazione Russa ha rappresentato il 73% del fatturato commerciale della Repubblica. Secondo il Servizio Federale delle Dogane della Russia, il volume del fatturato del commercio estero dei due paesi nel 2016 è stato di 248 milioni e 323 mila dollari, con un incremento del 5,8% rispetto al 2015. Le esportazioni dalla Federazione Russa in Abkhazia hanno un valore di 200 milioni e 229 mila dollari, mentre le importazioni dall’Abkhazia consistono in un valore di 48 milioni e 94 mila dollari. La Federazione Russa rifornisce la Repubblica principalmente di generi alimentari, combustibili minerali e prodotti petroliferi, prodotti farmaceutici, tabacco, macchinari e attrezzature, metalli e prodotti dell’industria chimica. Nella struttura delle importazioni dall’Abkhazia alla Russia, il posto principale è occupato da frutta, verdura e prodotti vinicoli.2
La Russia fornisce assistenza finanziaria gratuita all’Abkhazia. Il volume dell’assistenza finanziaria russa nel programma di investimenti per promuovere lo sviluppo socio-economico dell’Abkhazia per il 2015-2017 è stato di 9,3 miliardi di rubli, destinati allo sviluppo della rete stradale, allo sviluppo del settore energetico, alla riparazione e ricostruzione di condomini e miglioramento del territorio. L’importo del finanziamento del programma di investimenti per promuovere lo sviluppo socio-economico dell’Abkhazia nel biennio 2018-2019, è di 4,1 miliardi di rubli.2
Inoltre è stato firmato un accordo per aumentare gli stipendi dei dipendenti delle istituzioni statali dell’Abkhazia (insegnanti, scienziati, medici, infermieri, lavoratori delle istituzioni culturali e assistenti sociali) a spese del bilancio della Federazione Russa.2
Uno dei principali elementi di reddito dell’economia dell’Abkhazia è il turismo. L’industria dei viaggi porta al bilancio fino a un terzo delle entrate fiscali e la maggior parte dei turisti sono residenti in Russia. Nel 2016, circa 1,5 milioni di russi hanno visitato l’Abkhazia per vacanze al mare ed escursioni in montagna.2
Luca D’Agostini
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