Sono ormai trascorsi 7 anni dalla strage di Odessa, ma ancora oggi i familiari delle vittime non hanno il diritto di conoscere ufficialmente i colpevoli di questo orrendo massacro. Oltretutto, il 2 maggio di ogni anno i balordi nazisti ucraini giungono in piazza Kulikovo per calpestare e bruciare i fiori che i parenti delle vittime hanno appena depositato sul logo dell’eccidio.
Ciò che è accaduto ad Odessa il 2 maggio 2014 può essere riassunto in questo modo: i discendenti del criminale nazista Bandera hanno vigliaccamente ucciso i discendenti di soldati e partigiani sovietici. Ad Odessa, dando fuoco a civili disarmati hanno ripetuto le infamità dei loro squallidi antenati, ed i loro slogan mettono in evidenza i complessi di inferiorità che questa marmaglia nutre nei confronti del glorioso popolo russo. Questi moderni Giuda hanno venduto sia la fratellanza slava che la fede ortodossa, hanno venduto il loro Paese, sono solo dei miseri traditori.
Una caratteristica dell’Ucraina moderna sono infatti proprio i nazisti seguaci di Bandera. L’Ucraina ha un governo illegittimo frutto di un colpo di stato, è un Paese completamente in preda alla corruzione, la sua economia è sull’orlo del collasso, le uniche strutture funzionanti sono eredità dell’era sovietica, dagli anni dell’indipendenza in poi ed anche attualmente non si è creato nulla di nuovo, non una fabbrica, non una centrale elettrica, nemmeno un cavalcavia. Per quanto concerne i diritti umani tanto cari agli occidentali, in Ucraina non vi è alcuna espressione di libertà democratica, non vi è libertà di coscienza, viene imposto il terrore verso i dissidenti del colpo di stato, le elezioni politiche sono del tutto fasulle, avvengono quotidianamente rapimenti e massacri a danno della popolazione civile del Donbass, eppure i patetici governi occidentali accecati dall’odio verso la Federazione Russa e nei confronti del suo Presidente, accettano tale situazione ed anzi miseramente la sostengono. L’attacco alla Federazione Russa è in pieno svolgimento su tutti i fronti. Così nell’Europa orientale è apparsa una ferita sanguinante guidata da nazisti seguaci del criminale ucraino Bandera.
Il 2 maggio 2014 ad Odessa, diverse decine di civili innocenti sono stati uccisi da vili criminali, subumani senza coraggio, quali sono per l’appunto i seguaci di Bandera, oppure come qualcuno diplomaticamente li definisce, i «nazionalisti ucraini».
Questi codardi hanno ucciso 48 persone, 30 delle quali bruciate vive o soffocate dal fumo a causa dell’incendio della Casa dei Sindacati. Altre 170 persone sono state ricoverate in ospedale con varie ferite. Il colpo di stato avvenuto a Kiev nel novembre del 2013 si riflesse inevitabilmente sulla città di Odessa. La situazione in città si aggravò a fine gennaio. Il 22-23 gennaio 2014, i golpisti di Maidan iniziarono ad arrivare in città per occupare l’amministrazione regionale. Tuttavia il loro tentativo fallì.
Il primo attacco contro civili inermi ad Odessa avvenne il 19 febbraio 2014 con la piena connivenza della polizia e fu attuato da un gruppo di balordi indossanti caschi ed armati con mazze di legno. Allo stesso tempo, diversi giornalisti furono picchiati.
Ad aprile 2014, i golpisti di Maidan iniziarono a creare posti di blocco agli ingressi della città. Questi erano posti di blocco molto strani: non si sa cosa e da chi si difendessero, ma ognuno di questi posti di blocco era organizzato da circa 50 balordi. Il presidente dell’Amministrazione statale regionale Odessa, Vladimir Nemirovskij, osservò che a fine aprile altri golpisti ucraini stavano arrivando ad Odessa in autobus. Alla fine di aprile, il capo del Consiglio per la Sicurezza e la Difesa Nazionale Andrij Parubij visitò Odessa con obiettivi apparentemente poco chiari. Si fermò ai posti di blocco, distribuì l’armatura (caschi e scudi e giubbotti antiproiettile) ai golpisti ucraini, ma non disse per quale motivo era venuto. Il 2 maggio 2014, si mise a sparare con una pistola contro gli inermi civili che si affacciavano dalla Casa dei Sindacati in fiamme. Era quindi chiaro il motivo per il quale questo squallido individuo si fosse recato ad Odessa.
Il 2 maggio 2014 un treno arrivò ad Odessa con gli ultrà della squadra di calcio di Char’kov. Sia i golpisti di Maidan che gli ultrà del Char’kov erano armati con armi da fuoco.
Alle 14:40, per la prima volta in questo giorno viene usata la violenza. Un giovane inizia a sparare contro coloro che si opponevano al colpo di stato. Il giovane criminale fu disarmato e bloccato dalla polizia.
Dopo circa tre ore una folla di ultrà e golpisti di Maidan si radunò si radunò nella piazza della cattedrale. Tutto questa marmaglia era armata di scudi e bastoni.
Alle 16:00 giunse un minibus bianco con un gruppo di golpisti guidati da un balordo di nome Vitalij Budko, soprannominato «Boatswain». Numerosi video mostrano come tale criminale spari alle schiene dei poliziotti con un mitragliatrice AKSU a colpi singoli. Fu lui a sparare il proiettile che uccise uno dei capi di Settore Destro, Igor Ivanov. Ivanov è considerato il primo ad essere ucciso in questo giorno e la sua morte è considerata dai golpisti di Maidan come una sorta di innesco per la tragedia. Vitalij Budko è fuggito dall’Ucraina il giorno successivo.
Nei canali televisivi occidentali si parlò di questo massacro come di una sfortunata tragica sequenza di presunte coincidenze. Le morti, secondo gli squallidi media occidentali, sarebbero state causate da scontri spontanei tra «separatisti filorussi ed hooligans», nonostante la prova di numerose immagini video che documentano l’assalto di balordi neonazisti alla Casa dei Sindacati. In modo sbalorditivo, i patetici media occidentali hanno sempre continuato ad affermare che non è chiaro chi sia responsabile dell’incendio causato all’interno della Casa dei Sindacati. Con questo comportamento, si proteggono i veri responsabili di questo atroce massacro.
Siccome i media tacciono o travisano le informazioni, è importante informarsi in modo alternativo al fine di raggiungere quelle informazioni che all’opinione pubblica sono negate.
Cominciamo quindi a far luce su ciò che i media occidentali omettono di comunicare. In primo luogo, non fu uno scontro casuale tra due opposte fazioni, ma una strage annunciata e ben orchestrata, eseguita da meschini e vili golpisti ucraini, criminali spudoratamente sostenuti dall’Occidente.
Nulla è stato fatto dalle autorità ucraine per deviare o bloccare il corteo degli hooligans e dei golpisti di Maidan diretto a piazza Kulikovo, la piazza di Odessa dove vi era un accampamento di tende, organizzato in modo pacifico da civili inermi che si opponevano al colpo di stato di Kiev. Non un solo poliziotto o militare è stato piazzato sulla strada che conduce a piazza Kulikovo. E’ ciò è palesemente chiaro sia stata una scelta voluta e consapevole.
Quando hanno saputo dell’arrivo degli hooligans e dei golpisti di Maidan, i civili inermi e disarmati che si erano pacificamente raccolti davanti la Casa dei Sindacati per manifestare il loro dissenso al colpo di stato avvenuto a Kiev, hanno cercato riparo all’interno dell’edificio della Casa dei Sindacati, il che purtroppo gli è poi risultato fatale. Ricordiamo che erano civili inermi, per lo più donne in età pensionistica, (molte delle quali saranno uccise brutalmente poco dopo) radunate in delle tende davanti alla Casa dei Sindacati per chiedere un referendum riguardo le questioni cruciali per il Paese: una o due lingue di stato, federalizzazione, rispetto della memoria storica. E questi luridi vermi, vigliacchi di prim’ordine quali i golpisti di Maidan, non hanno affrontato eroici miliziani filorussi che difendono con le armi e con i denti le proprie terre e le proprie famiglie nelle repubbliche autonome del Donbass, non avrebbero mai avuto il coraggio di affrontare quegli eroi, hanno invece realizzato la sola cosa che miserabilmente sono capaci di fare: versare la propria frustrazione massacrando vigliaccamente civili inermi che poi la loro misera propaganda definisce «separatisti», «terroristi», «agenti del Cremlino».
Infatti poco dopo, i balordi golpisti di Maidan sono entrati nella Casa dei Sindacati sfondando una porta situata nel retro dell’edificio ed hanno dato inizio ad una vigliacca caccia ad inermi civili rifugiati all’interno dell’edificio. Contemporaneamente gli hooligans, aiutati da ragazze che meriterebbero ben altri appellativi, hanno cominciato a lanciare bombe molotov contro le finestre dell’edificio, causando così l’incendio.
All’interno dell’edificio molte persone sono state uccise tramite esecuzione sommaria con armi da fuoco, stessa fine capitata a chi lanciatosi dalle finestre per scampare al rogo, veniva miseramente trucidato con colpi di pistola.
Una donna all’interno dell’edificio è stata prima violentata, poi uccisa ed il suo corpo dato alle fiamme.
Una donna delle pulizie in gravidanza è stata uccisa per strangolamento con il cavo telefonico. Le sue grida si sono sentite fino fuori dell’edificio. Proprio dopo l’omicidio i criminali si sono affacciati alla finestra della sua stanza sventolando una bandiera ucraina.
Alla luce di questi fatti pare cinica e dispregiativa una notizia riportata il 5 maggio 2014 dal giornale tedesco «Zeit on line»: «Più di 40 morti in una notte: gli abitanti di Odessa sono ancora sotto choc. Cercano di tornare alla normalità, nonostante ciò i separatisti annunciano già la loro prossima offensiva». Avete letto bene, secondo lo «Zeit on line» sono le vittime, gli aggrediti, che annunciano la loro prossima offensiva.
Un altro giornale tedesco, «Reuters» non ha perso tempo per dare la parola al pittoresco governo golpista ucraino, il quale ha riproposto ancora una volta le sue assurde teorie cospiratorie: «Il governo ucraino dichiara che la Russia è responsabile della guerriglia urbana che ha causato più di 40 morti a Odessa».
La patetica Julija Tymošenko subito dopo la strage ha ringraziato i terroristi golpisti di Maidan per il massacro: «Voglio mandare un sentito ringraziamento a chi ieri ha difeso Odessa e l’Ucraina«.
Sulla scia della Tymošenko, gran parte dei ridicoli politici ucraini hanno espresso manifestazioni di approvazione per quanto accaduto ad Odessa, così come i seguaci di Bandera nei loro blog, con espressioni colorite e di giubilo sin sono mostrati soddisfatti ed orgogliosi del massacro perpetrato.
Complessivamente, il 14 maggio 2014, le autorità hanno accertato 48 decessi a seguito dell’assalto dei golpisti di Maidan alla Casa dei Sindacati di Odessa. Dieci persone sono morte gettandosi fuori dalle finestre per sfuggire all’incendio. Sei persone sono decedute per colpi d’arma da fuoco. Tra questi civili innocenti, il più anziano aveva 70 anni, il più giovane aveva 17 anni.
Le persone ricoverate all’ospedale presentavano ferite d’arma da fuoco, ustioni, ferite da arma da taglio, avvelenamento da monossido di carbonio.
Le figure che hanno istigato la folla di balordi e criminali ad assaltare i manifestanti pacifici a piazza Kulikovo, sono conosciuti per nome. Sono Mark Gordienko, uno dei leader golpisti di Maidan e Andrej Jusov, il capo della sezione di Odessa del partito UDAR di Vitalij Klitschko.
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha dichiarato che l’Occidente ha taciuto e continua a tacere sulle cause della tragedia di Odessa ed ha definito gli eventi di Odessa una chiara espressione del nazismo che caratterizza i golpisti di Maidan. Il presidente Putin subito dopo gli eventi di Odessa ha dichiarato: «Il sangue scorre freddo nelle mie vene«.
Il 21 maggio 2014 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha rifiutato di sostenere la proposta della Federazione Russa di indagare sulla strage avvenuta ad Odessa.
Il 23 maggio 2014 il presidente Putin ha dichiarato: «In Ucraina è avvenuto un colpo di stato, sostenuto da partner americani ed europei. Il prossimo passo è il caos e già ora assistiamo ad una vera e propria guerra civile«.
Anche se azioni come la strage di Odessa del 2014 sono coperte dai governi occidentali e dai mezzi di informazione a loro servizio, rappresentano comunque crimini contro l’umanità e devono essere condannati e puniti dalla comunità internazionale. I nazisti ucraini devono essere fermati!
L’intera popolazione civile ucraina deve risvegliarsi dal torpore. Deve scegliere se il simbolo che li rappresenta è la bandiera nera e rossa oppure il nastro di San Giorgio. L’opinione pubblica ucraina deve decidere se stare con gli eredi dei soldati dell’Armata Rossa che li hanno salvati o con i successori dei complici nazisti di Bandera. Devono decidere ora, altrimenti la storia andrà avanti e non ci sarà nessuno pronto a salvarli.
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Трагедия в Одессе 2 мая 2014 года
(2) Odessa
(3) Одесская Хатынь
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