Johann Wolfgang von Goethe in visita alla città scrisse che ad Ancona riusciva ad ammirare il più bel tramonto del mondo, ma tale affermazione apparentemente parrebbe strana, in quanto lo scrittore tedesco si riferiva a un tramonto sul mare, e ciò dovrebbe essere alquanto improbabile in una città italiana situata al centro dell’Adriatico, dove il Ponente è costituito dalla terraferma. Ma infatti, qualora si procedesse oltre l’apparenza, nell’affermazione di Goethe si scoverebbe tutta l’essenza di Ancona. Infatti lo scrittore faceva riferimento alla posizione geografica nella quale si trova la città, una penisola che presenta una particolare forma a gomito e che permette appunto di veder nascere e tramontare il sole a mare dallo stesso punto.
Ed è proprio da questa forma a gomito che trae origine il nome della città, fondata nel 387 a.C. da greci siracusani, i quali la chiamarono per l’appunto «Ankón» che in greco significa «gomito».
Ancona è una città situata al centro dell’Adriatico, in una posizione strategica, che ha vissuto periodi di alterna fortuna, spesso determinati dal ruolo che nella storia ha rivestito il suo mare.
La parte storica della città è affacciata su un grande e operoso porto, mentre la parte più moderna si è, fin dal Settecento, sviluppata verso la Riviera di Levante, espandendosi con lunghi viali verso il mare, come nella zona detta «del passetto», dove una grande scalinata che parte dall’imponente monumento ai caduti, conduce alle spiagge del litorale balneare.
Molti sono gli angoli suggestivi della città, ma due fontane in particolare meritano una visita: la Fontana dei Cavalli, situata in Piazza Roma e costruita nel 1758 su progetto dell’artista barocco Lorenzo Daretti e arricchita di splendide sculture di Gioacchino Varlè, e la Fontana del Calamo, detta anche Fontana delle Tredici Cannelle, per le 13 teste bronzee di Fauno che gettano acqua. Situata su Corso Mazzini, la Fontana del Calamo fu costruita sul luogo ove sorgeva già anticamente una fontana in epoca greca, che fu inglobata nelle mura cittadine durante il Medioevo. La sua denominazione sembra derivare dalla parola latina «Càlamus», «Canna», a testimonianza che si era dominati da un ambiente di tipo palustre. Demolita nel 1503, fu ricostruita, in stile rinascimentale-manierista, su disegno dell’architetto Pellegrino Tibaldi fra il 1559 e il 1560 e realizzata da maestranze recanatesi.

Fontana dei Cavalli

Fontana del Calamo
Una delle più importanti piazze cittadine è Piazza del Plebiscito, conosciuta più comunemente come Piazza del Papa, su cui spicca il Palazzo del Governo sorto accanto ad un’antica torre medievale risalente al XIV secolo e riedificata nel 1581. Il grande orologio che la caratterizza risale al 1611, epoca in cui fu anche aggiunto l’imponente balcone manierista.

Piazza del Plebiscito

Palazzo del Governo
Un ottimo punto per affacciarsi sulla città è l’antico Faro di Ancona, situato sul Colle dei Cappuccini. La costruzione di questa struttura iniziò l’8 agosto 1859, per volere di papa Pio IX, ed il faro entrò in funzione il 10 luglio 1860. Esso fu l’ultima opera pubblica compiuta sotto l’amministrazione pontificia; il 29 settembre 1860, infatti Ancona entrava a far parte del Regno di Sardegna.
Dopo una chiusura di quasi quarant’anni, la ristrutturazione del 2000 aveva dato una nuova vita allo storico faro, che nel giro di quattro anni fu visitato da migliaia di turisti, diventando una delle principali mete turistiche della città. Ciononostante, a causa di un gradino rotto, dal 2005 non è possibile visitare il vecchio Faro di Ancona. Dato che il monumento appartiene al demanio, il Comune di Ancona non può occuparsi direttamente della sistemazione della scala, per quanto l’intervento richiesto sia minimo e nonostante il Faro di Ancona, nel 2003, sia stato inserito tra i monumenti da restaurare con i fondi del gioco del lotto. Peccato, perché dal faro la visione dei due mari sarebbe completa e suggestiva.

Antico Faro di Ancona
Ma per respirare l’aria vera di Ancona è necessario passeggiare per il suo porto, che è nel contempo cuore commerciale turistico, ma anche storico e artistico della città. Un porto che fu voluto dall’imperatore romano Traiano, di ritorno dalle sue vittoriose campagne in Dacia. L’Imperatore lo commissionò al più grande architetto del tempo, Apollodoro di Damasco, e gli anconetani gliene furono così riconoscenti da erigere in suo onore uno splendido arco trionfale. In effetti il porto di Ancona oggi rappresenta il fulcro del traffico turistico di tutto l’Adriatico centrale ed è punto di partenza e arrivo per milioni di passeggeri l’anno. Ma è anche sede di prestigiosi cantieri navali e importantissimo scalo commerciale, naturale erede di una posizione geografica che l’ha reso per secoli luogo ambito dalle tante dominazioni che hanno costruito la sua storia. Una storia tormentata, conclusa con i devastanti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che misero in ginocchio la città.
Molti dei più importanti monumenti della città sono situati proprio all’interno dell’area portuale, a cominciare dallo spettacolare Lazzaretto, un’imponente costruzione pentagonale costruita come tante altre opere della città dall’architetto napoletano Luigi Vanvitelli, il costruttore della Reggia di Caserta. I lavori di costruzione del Lazzaretto di Ancona, detto anche «Mole Vanvitelliana», iniziarono il 27 luglio 1733 e terminarono dieci anni dopo. Originariamente il Lazzaretto era una costruzione polifunzionale: lazzaretto di sanità pubblica, fortificazione a difesa del porto, deposito per le merci, protezione del porto dall’azione delle onde. Salvaguardava la salute pubblica ospitando depositi ed alloggi per merci e persone in quarantena, che arrivavano al porto da zone ritenute non sicure: per questo fu costruito su un’isola artificiale fuori dal territorio cittadino.

Lazzaretto
Il luogo giocò un ruolo importante durante l’assedio degli austriaci alla città occupata dai francesi nel 1799 e nel corso della Prima Guerra Mondiale.
Nel corso del tempo fu usato anche come ospedale militare; nel 1884 cambiò destinazione d’uso e diventò raffineria di zucchero. Durante le due guerre mondiali ritornò ad essere una cittadella militare; successivamente, nel 1947, divenne deposito di tabacchi. Nel 1997 il Comune di Ancona ne acquisì la proprietà ed iniziò un restauro che sta ridonando al Lazzaretto il suo armonico aspetto originario. Attualmente il monumento viene usato per ospitare mostre temporanee ed altri eventi culturali.
Accanto al Lazzaretto, un altro grande arco ci ricorda antiche dominazioni, si tratta della Porta Pia, un’antica porta monumentale di accesso alla città di Ancona, realizzata in stile barocco da Filippo Marchionni tra il 1787 e il 1789, per volere di papa Pio VI.

Porta Pia
Sull’altro lato del porto, due grandi archi ricordano ancora grandi personaggi.
L’Arco Clementino, che costituiva la porta d’accesso alla città dal porto. Fu eretto su proposta del Vanvitelli, in onore di papa Clemente XII, per volontà del Senato anconetano, riconoscente nei confronti del pontefice il quale, vero e proprio mecenate di Ancona, concesse alla città il porto franco, dando nuovo impulso ai traffici navali, ed incaricò il famoso architetto di ridisegnarne il porto.

Arco Clementino
L’altro arco è l’Arco di Traiano, eretto, come precedentemente accennato, dagli abitanti di Ancona in onore dell’Imperatore che aveva donato il porto alla città.

Arco di Traiano
Sempre sul porto poi si affaccia la Loggia dei Mercanti, il più insigne monumento civile della città e simbolo stesso della sua antica vitalità commerciale. Costruito nel 1392, si trattava di un luogo destinato alle riunioni dei mercanti e dove questi potevano trattare liberamente dei loro affari.
La facciata, in stile gotico veneziano, è dell’architetto Giorgio da Sebenico che vi lavorò dal 1451 al 1459. Divisa in tre parti da quattro colonne in rilievo che terminano ciascuna con un pinnacolo; ognuna contiene una statua che rappresenta quattro virtù cardinali: dalla sinistra a destra esse sono: la Speranza, la Fortezza, la Giustizia e la Carità. Le due parti laterali hanno nella parte bassa dei grandi finestroni in vetro colorato a forma di arco ogivale concavo, chiuse dal 1758 per ragioni di statica. Nella parte alta ospitano delle bifore cieche e, nella parte centrale, si trova la statua del cavaliere araldico dello stemma di Ancona; ai lati due targhe riportano l’iscrizione: «SUMPTIBUS ERECTUM COMUNITATIS ANCONAE» («Costruito a spese della comunità anconetana«).
La facciata, dopo un grave incendio fu poi arricchita nel 1556 da Pellegrino Tibaldi il quale aggiunse i tipici mascheroni manieristi che si ammirano ancora oggi.

Loggia dei Mercanti
Altro monumento storico della città e poi l’imponente Palazzo degli Anziani, antica sede delle magistrature civiche e del municipio della città e le cui origini sono addirittura antichissime. Lo storico Lazzaro Bernabei cita una secolare tradizione secondo la quale il primo edificio fu fatto costruire da Galla Placidia, la figlia dell’imperatore Teodosio I che nel V secolo fu reggente dell’Impero d’Occidente, durante la minore età del figlio Valentiniano III. Demolito nell’839 dai Saraceni, fu ricostruito nel 1270 in stile romanico gotico. Il Palazzo degli Anziani si trova in Piazza Stracca e nel 2011 è tornato ad essere la sede del consiglio comunale.

Palazzo degli Anziani (fronte)

Palazzo degli Anziani (retro)
Poco distante si trova l’antico Palazzo Ferretti, che oggi ospita il Museo Archeologico Nazionale delle Marche. Sulla terrazza del palazzo spiccano le splendide copie di un importante gruppo scultoreo, i Bronzi da Cartoceto di Pergola (detti anche «Bronzi di Cartoceto»), rinvenuti nel 1946 e risalenti all’età giulio-claudia. Splendidamente conservato e ancora ricoperto dall’abbagliante patina d’oro con cui fu rinvenuto, il gruppo scultoreo è scampato miracolosamente al metodico uso medievale di fondere le antiche statue per riutilizzarne la materia prima.

Bronzi di Cartoceto

Copia dei Bronzi di Cartoceto posti sul tetto di Palazzo Ferretti
Riaperto nel 1988 dopo lunghi restauri, il Museo mostra oggi una vastissima collezione di reperti provenienti da ogni angolo delle Marche che aiutano a ricostruire la storia della regione dalla preistoria all’alto Medioevo.
Altro importante museo cittadino è poi la Pinacoteca Comunale (Pinacoteca Podesti) che racchiude opere di straordinario valore fra cui due splendide tele di Tiziano recentemente restaurate, che appartengono l’una alla giovinezza e l’altra alla maturità del pittore. La «Crocifissione» o «Crocifissione di Cristo con la Madonna e i santi Domenico e Giovanni Evangelista» è un dipinto di Tiziano Vecellio realizzato nel 1558 per la Chiesa di San Domenico ad Ancona. Gesù Cristo è ivi raffigurato crocifisso, con Maria Vergine e San Giovanni Evangelista in piedi ai due lati della Croce. La figura inginocchiata è quella di San Domenico.

«Crocifissione» — Tiziano
L’altra opera di Tiziano presente nella Pinacoteca Comunale di Ancona è la Pala Gozzi, detta anche «Madonna in gloria coi santi Francesco e Biagio«. Si tratta di un dipinto a tecnica mista su tavola, datato 1520. Si tratta della prima opera datata di Tiziano ed è dunque importante come riferimento stilistico cronologicamente sicuro.
Alvise Gozzi era un mercante della città croata Ragusa, trasferitosi ad Ancona per seguire i suoi interessi commerciali; riconoscente alla città che lo aveva accolto e nella quale aveva fatto fortuna, decise di investire una parte dei suoi beni per abbellire la più antica chiesa francescana di Ancona, San Francesco ad alto, dove finanziò il rifacimento del coro e un nuovo altare maggiore; per la pala d’altare volle il massimo e quindi la commissionò a Tiziano, che allora, e da una decina di anni, era unanimemente considerato il «principe dei pittori».
Nel 1863, la chiesa ove si trovava l’opera fu demanializzata e trasformata in ospedale militare, e nel 1884 il dipinto fu trasferito nella Pinacoteca civica.

«Pala Gozzi» — Tiziano
Di grande importanza sono poi due tele del Guercino. La prima è l'»Immacolata Concezione», del 1656, dalle splendide forme plastiche illuminate da un gioco di luci e ombre che fanno risaltare lo splendido paesaggio sullo sfondo, l’altra tela è «Santa Palazia» che appartiene al periodo classicheggiante dell’artista.

«Immacolata Concezione» — Guercino

«Santa Palazia» — Guercino
Uno dei pezzi più preziosi della pinacoteca è inoltre la «Madonna col Bambino», una stupenda miniatura di Carlo Crivelli, un dipinto a tempera e olio databile al 1480 circa.

«Madonna col bambino» — Carlo Crivelli
Il piccolo quadro è un vero gioiello di composizione e fattura. Le due figure sono infatti immerse in un bellissimo paesaggio, ricchissimo di elementi simbolici, la cui perfetta riproduzione miniaturizzata unità alla complessiva armonia dell’insieme, fanno di quest’opera un capolavoro di eccezionale bellezza e di grande splendore.
La Chiesa di San Domenico sita in Piazza del Plebiscito è una delle chiese più importanti di Ancona. Dinanzi alla chiesa fu posta un’imponente statua di Clemente XII, scolpita da Agostino Cornacchini ed inizialmente destinata alla Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma.

Chiesa di San Domenico e statua di papa Clemente XII
Tra le altre chiese cittadine, interessante è Santa Maria della piazza eretta nel 1200 sui resti di due precedenti chiese paleocristiane e risalenti al V e VI secolo. Molto singolare è la facciata romanica, è a più ordini di loggette che incorniciano un grande portale su cui spiccano numerose decorazioni in rilievo.

Chiesa di Santa Maria della piazza
Molto scenografica è San Francesco alle scale, che appare imponente dall’alto di una lunga scalinata rinnovata nel Settecento. Possiede un grandioso portale gotico veneziano ricco di statue e rilievi di Giorgio Orsini da Sebenico, risalente al 1454.

Chiesa di San Francesco alle scale
Ma la chiesa più importante di Ancona è senz’altro il Duomo, dedicato a San Ciriaco, il protettore della città di Ancona. Il Duomo di Ancona è situato alla sommità del Colle Guasco. La costruzione iniziò nel 996 e terminò nel 1017 sui resti di un tempio dedicato ad Afrodite, costruito quando la città di si chiamava ancora Ankón ed era una colonia greca.
Separato dalla chiesa si erge il campanile, eretto sulla base di una torre militare duecentesca. All’interno del Duomo si trova la cappella della Madonna, un’immagine particolarmente venerata dagli anconetani e inserita in una sontuosa edicola del 1739, opera di Luigi Vanvitelli.
In una cripta sotterranea al Duomo sono conservati i resti di San Ciriaco.

Duomo di Ancona sul Colle Guasco

Duomo di Ancona

Cappella della Madonna (opera di Vanvitelli)
Infine, un’altra bellissima chiesa è ammirabile all’interno del Parco del Conero, nella contrada di Portonovo. La Chiesa di Santa Maria di Portonovo è un piccolo capolavoro romanico costruito dai benedettini dopo il 1034. Sorge su un piccolo rialzo roccioso che si protende nel mare ed è lambita dal verde della macchia mediterranea.

Chiesa di Santa Maria di Portonovo
Luca D’Agostini
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