Attenzione questo articolo contiene informazioni, anziché disinformazioni. La lettura è pertanto sconsigliata alle seguenti categorie: idioti, ingenui, nani e pagliacci di corte, servi di regime, accoliti ed acefali che si nutrono di menzogne sui media mainstream, russofobi di ogni genere e ed alla stragrande maggioranza dei «giornalisti» occidentali.
Ma attenzione, pur se non vi riscontrate in una di queste categorie, non è detto che la lettura di questo articolo sia comunque a voi consigliata. Eh già, perché Dante nella Divina Commedia, Inferno, Canto VII, scriveva:
«Oh creature sciocche,
quanta ignoranza è quella che v’offende!«
Potreste quindi rientrare anche nella categoria degli sciocchi e degli ignoranti ed in tal caso fermatevi qui, tra giornali e programmi televisivi avete già tanto che fa al caso vostro.
A questo punto, operata una giusta ed opportuna selezione, entriamo nel tema di questo articolo.
A gennaio del 2017, telegiornali e quotidiani, indignati e scandalizzati, diffondono la notizia che picchiare la moglie in Russia non costituirà più reato. La sera stessa ed il giorno successivo la diffusione della notizia, alcune persone di mia conoscenza, scosse da tale notizia, mi chiesero le motivazioni di questa decisione scandalosa. Addirittura l’Ansa, riportava che 380 deputati russi della Duma si erano espressi a favore della proposta di legge e solo 3 avevano votato contro. Il Corriere della Sera ad esempio, titolava «Russia, picchiare la moglie non è reato«; Repubblica «Mosca, picchiare moglie e figli non sarà più un reato«, La Stampa, «Russia, picchiare le mogli non sarà più reato«, Il Fatto Quotidiano «Russia, approvata la legge che depenalizza la violenza domestica«, Vanity Fair «Russia, picchiare la moglie non sarà più reato«, Il Manifesto «La famiglia degli uomini forti«.
Nulla di originale, sia chiaro: tutto materiale tratto dal New York Times o dal Guardian: quando questi quotidiani russofobi pubblicano una bufala contro la Russia, i seguaci italiani si mostrano pronti a continuare questa indegna manipolazione dell’informazione. (1) Ciò avviene perché, quando si tratta di politica estera, quasi sempre gli articoli pubblicati dai giornali italiani non sono stati scritti dal «giornalista» che vi appone la firma, ma sono veline imposte da logiche geopolitiche che i media osservano scrupolosamente. Ciò è facilmente verificabile. Basta confrontare gli articoli di Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa e i contenuti dei TG per capire che in realtà sono stati scritti da una stessa mano, e che il «giornalista» obbediente che vi appone la firma, si è limitato solo a sostituire qua e là qualche sinonimo per evitare che l’effetto copia-incolla sia fin troppo spudorato. (2)
Da qui il passaggio alla demenziale isteria anti-russa e ad esplosioni di indignazione è stato facilissimo: da ora in poi in Russia si potranno picchiare le donne ed i bambini senza incorrere in conseguenze penali.
Ovviamente non è così e senza un approfondimento ulteriore, che alcuni media italiani si sono ben guardati dal comunicare all’opinione pubblica, parrebbe una normativa degna di una nazione «arretrata» sotto il profilo dei diritti umani e profondamente retrograda.
La realtà, tuttavia, è decisamente diversa e banalizzare la questione con inopportune semplificazioni, su una tematica così delicata, non può costituire un errore involontario, bensì rappresenta una manipolazione volontaria dell’informazione per alimentare sempre più il sentimento della russofobia nell’opinione pubblica disattenta. Tra i reati depenalizzati in Italia, occorre ammetterlo, c’è anche l’abuso della credulità popolare: forse, però, i media che hanno affrontato in tal modo la notizia se ne sono approfittati. Analizziamo quindi quello che vergognosamente alcuni media italiani hanno omesso di comunicarvi.
Non avendo mai avuto una legislazione in materia di violenze domestiche, la Federazione Russa, nel luglio del 2016 decise di disciplinare tale materia con una nuova legge. Cosa prevedeva questa legge? La normativa russa in questo campo, disciplinata per l’appunto dalla Legge Federale 323 del 2 luglio 2016, era molto restrittiva e poneva una netta distinzione tra i reati commessi all’interno del nucleo famigliare e quelli compiuti da persone esterne, generando una contraddizione legislativa che la Duma, di fronte ad una forte pressione del popolo russo e della Chiesa Ortodossa, ha dovuto risolvere. Nel concreto, chi alzava le mani nei confronti di un membro dello stesso nucleo era punito con il carcere fino a due anni di reclusione. Questo, ad esempio, poteva valere per il genitore che puniva il proprio figlio con il classico schiaffo. Così appunto una mamma è stata arrestata per aver dato una sberla (senza alcun conseguente danno fisico) alla figlia diciassettenne che aveva rubato tutti i risparmi di famiglia per giocarseli al bingo. Paradossalmente a questa mamma sarebbe convenuto incaricare il proprio vicino di casa di dare una sberla alla propria figlia. Si, perché in questo caso la pena per il vicino di casa sarebbe stata inferiore e si sarebbe limitata ad una banale multa. E se la sarebbe cavata con una multa anche il lavoratore che avrebbe dato uno schiaffo al proprio collega, un datore di lavoro che dava una sberla ad un proprio dipendente, chi schiaffeggiava il proprio rivale in amore (sempre senza alcuna prognosi clinica). Da qui la necessità di mettere in atto la «depenalizzazione» che i media italiani hanno invece artificiosamente e meschinamente manipolato.
La nuova normativa quindi, all’articolo 116, prevede che le percosse che non daranno luogo a danni fisici, (notate bene: «che non daranno luogo a danni fisici») saranno punite con multe dai 5 mila ai 30 mila rubli (fino a 500 Euro). Questo avviene quando non vi è una recidività, poiché in tal caso, l’articolo 117 prevede l’arresto da 10 a 15 giorni oppure lavoro obbligatorio in servizi sociali per un numero di ore da 60 a 120. Inoltre, aggredire i parenti recando danni fisici e lesioni ai membri della propria famiglia rimangono reati severamente puniti con il carcere, dai 3 mesi ai 2 anni di detenzione. Se il danno è medio o pesante (per esempio: braccio rotto, commozione celebrale, denti spaccati o danni fisici che impediscano di lavorare o svolgere determinate attività per un certo periodo) in base all’articolo 114, si rischiano fino a 7 anni. (3)
«Un padre prima poteva passare due anni in prigione anche solo per aver dato un banale schiaffo al proprio figlio – ha sottolineato la deputata Olga Batalina, sponsor del nuovo disegno di legge – mentre il vicino di casa, in una situazione analoga, avrebbe dovuto pagare solo una multa«. Qualora le vittime siano minorenni, donne incinte o i disabili, scatta l’aggravante e la punizione sarà piuttosto pesante. (4)
I media italiani che si sono macchiati di questo vergognoso comportamento russofobo hanno anche omesso di fare un raffronto con la normativa vigente in Italia. Allora è bene ricordare a questi soggetti, che in Italia, paese campione del mondo in tema di «depenalizzazione», il reato di percosse, che sottintende dunque una condotta non abituale, è perseguibile soltanto a querela della persona offesa ma l’arresto, il fermo e le misure cautelari non sono consentite. A partire dal 2 gennaio 2002, data di entrata in vigore dell’attuale normativa, il delitto è passato alla competenza del Giudice di Pace (Cass. n. 30736/2009), il quale applica la pena della sola multa da 258 a 2.582 euro, salvo non ricorrano circostanze aggravanti indicate dall’art. 4 del d.lgs. n. 274/2000, poiché in tal caso il reato rientra nella competenza penale del tribunale monocratico e trova applicazione la possibile reclusione fino a 6 mesi o multa fino a 309 euro prevista dall’art. 581 c.p. Per quanto concerne i comportamenti illeciti si parla, nello specifico, di «abuso di mezzi di correzione», l’articolo 571 del Codice Penale Italiano recita così: «Chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, ovvero per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito, se dal fatto deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione fino a sei mesi«. Una sentenza del Tribunale di Ivrea, Sez. Penale, sentenza 03/06/2016 N. 714, sancisce che i maltrattamenti considerati lievi e non protratti nel tempo non sono penalmente rilevanti. (5) Gran parte dei giuristi ritengono che, nell’ambito delle relazioni familiari, con riferimento ai figli minori conviventi, in via eccezionale e in caso di necessità, si possa tollerare il ricorso al classico «schiaffo», purché sia un gesto episodico e non rechi danni. (4)
A conti fatti dunque, in Russia attualmente la legislazione a tutela dei famigliari è più rigorosa che in Italia. Chiarita la normativa russa su tale tema, un’altra considerazione occorre porla alle fonti dalle quali attingono i «giornalisti» occidentali. In questo caso specifico analizziamo la posizione di Marina Pisklakova Parker, una signora russa con una lista senza fine di collaborazioni con «Fondazioni» occidentali, per nulla amata e seguita dal pubblico russo. Guarda caso la sua ONG (Centro Informativo Metodologico Anna) è finita dritta dritta nella lista di «agenti stranieri» del Ministero della Giustizia Russo, associazioni finanziate dai soliti generosi benefattori «colorati» occidentali, i quali appunto finanziano associazioni che operano nei paesi «bersaglio» non solo per destabilizzarli, ma anche per «ricevere» una immagine negativa con cui nutrire i propri media ed addomesticare l’opinione pubblica con i ricorrenti 5 minuti di odio a mezzo stampa. (1)
Così a corredo della manipolazione dell’informazione la quale consentiva di scrivere che in Russia diventa legale picchiare la propria moglie, alcuni media riportavano spudoratamente un’altra notizia falsa: «I dati ONU parlano chiaro. In Russia vi sono 14.000 donne uccise all’anno! 40 al giorno!«. Ma i media che hanno riportato tali dati non si sono posti lo scrupolo di verificare e constatare che si tratta di numeri del tutto inventati. Primo: non li ha forniti l’ONU. Sono contenuti in un rapporto pubblicato, è vero, nell’archivio delle Nazioni Unite, ma il cui autore è il solito «Centro Informativo Metodologico Anna» di Marina Pisklakova Parker! Quanto ai supposti 14.000 uxoricidi all’anno, se consultiamo i dati del Ministero degli Interni della Federazione Russa scopriamo che: nel 2015, in Russia, gli omicidi sono stati in totale 11.689, mentre nel 2016 sono stati poco meno di 10.000. In qualunque circostanza (dalla rapina finita male al duello rusticano) contro qualunque vittima (uomini, donne, bambini) per qualunque motivazione (economica, razziale e poi si, certo, anche violenza famigliare). Nel 2009 le vittime di omicidio di sesso maschile in Russia erano il 77% del totale. Assumendo per comodità che la proporzione sia rimasta grosso modo invariata, abbiamo circa 2.700 vittime donne per ogni tipo di causa di morte. Capito perché chi parla di 40 vittime al giorno di violenza famigliare (14.000 l’anno) mente sapendo di mentire, per meschini fini politici. (1) Addirittura il giornalista del Corriere della Sera, accorgendosi evidentemente della totale inattendibilità della statistica che deve pubblicare, ha scritto: «In Russia le statistiche non sono affidabili, ma su 143 milioni di abitanti 14.000 donne sarebbero state uccise dai mariti in un anno». Cioè scarica sul calunniato la responsabilità dei dati fasulli utilizzati per calunniarlo. (2)
Inoltre, dato che comunque l’obiettivo ultimo della manipolazione dell’informazione occidentale è il Presidente Vladimir Putin, occorre tenere buon conto del fatto che non solo durante tutti gli anni del suo governo gli omicidi sono crollati da oltre 30.000 a meno di 10.000, ma che tutti i parametri di violenza sociale sono stati abbattuti in misura simile. Detto questo, va aggiunto che in relazione a tale legge, nella conferenza stampa del 23 dicembre 2016, il Presidente Putin si è espresso in questo modo: «Non dobbiamo schiaffeggiare i bambini e giustificarlo sulla base di alcune vecchie tradizioni, ci sono altri modi per educare i bambini«. Ma questo ai giornali occidentali, ovviamente non interessa.
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Arriva Putin
(2) Fake news
(3) Bufale
(4) Depenalizzazione
(5) Bugie dei media
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