La storia del valoroso Ilya Muromets l’abbiamo già trattata in un altro articolo presente su questo blog. In questo articolo invece ci occuperemo di un episodio in particolare: l’incontro con Saljgorka.
Un giorno alle porte della grande città di Kiev si presentò una gigantesca strega guerriera. Il suo nome era Saljgorka. Urlò così forte da farsi sentire fin dentro la reggia del principe Vladimir dicendo che se qualcuno non fosse venuto a misurare la forza con la sua, avrebbe sfondato le porte d’oro di Kiev e sarebbe entrata in città per distruggere le chiese ed uccidere tutti.
Vladimir, spaventato, si rivolse ai suoi bogatyri chiedendo chi di loro volesse misurarsi con la terribile Saljgorka. Per primo uscì dalle mura Alëša Popovič. Ma appena la vide fu preso da grande timore e tornò di corsa nella grande città di Kiev. Dopo di lui andò fuori dalle mura Dobrynja Nikitič, ma appena incrociò lo sguardo della terribile donna cadde a terra in ginocchio dallo spavento e corse subito nella reggia del principe Vladimir.
Infine uscì Ilya Muromets. Il vecchio cosacco, noto a tutta la popolazione per il suo coraggio, non si spaventò e fronteggiò Saljgorka dicendogli con disprezzo: «Eccoti qui cagna della steppa! Fammi vedere che cosa sei capace di fare!» Ilya e Saljgorka impugnarono le armi e si affrontarono in uno scontro furibondo. Il vecchio cosacco riuscì ad abbattere il cavallo della donna e Saljgorka cadde a terra. Allora Ilya l’afferrò per i riccioli biondi, la sollevò più in alto della sua testa e la scagliò al suolo, schiacciandola col suo stivale dalla suola di legno dicendogli: «Non sono pane per i tuoi denti, non tocca a te uccidere Ilya Muromets!» Saljgorka implorò: «Non uccidermi, Ilya Muromets, vecchio cosacco! Risparmiami la vita ed io ti darò oro e argento in quantità!» Ilya le rispose: «Non ho bisogno dell’oro né dell’argento, strega pagana!» Saljgorka disse allora: «Se non hai bisogno dell’oro né dell’argento, ti darò un figlio che sia uguale al padre.» Allora Ilya tolse il piede dal corpo della strega e l’aiutò a rialzarsi. Poi Ilya e Saljgorka si allontanarono nella steppa. Solo molto tempo dopo il vecchio cosacco ritornò nella grande città di Kiev.
Un giorno, sulle montagne i bogatyri posero una tenda. C’era dentro il vecchio cosacco Ilya Muromets, e poi c’era Dobrynja Nikitič, e poi ancora il giovane Alëša Popovič. Stavano di guardia ai confini della Santa Rus’ (Santa Russia) e vigilavano la bella città di Kiev, in difesa della fede ortodossa, delle chiese di Dio e dei monasteri. Quella mattina Ilya Muromets guardava lontano nell’aperta ampia steppa e vide un giovane ragazzo cavalcare in direzione della grande città di Kiev. Egli scagliava contro il cielo una lancia: con una mano la scagliava con l’altra la riprendeva. Davanti a lui correvano due lupi e teneva sulle spalle due falchi bianchi. Il vecchio cosacco rientrò nella tenda e svegliò i compagni dando l’allarme.
Alëša Popovič uscì di fretta dalla tenda e si lanciò al galoppo all’inseguimento del ragazzo ma per quanto il suo cavallo corresse veloce non riuscì a raggiungerlo. Così tornò indietro dicendo: «Cavalca veloce, il giovane, non gli sono pari, non riesco a stargli dietro.»
Allora partì al galoppo Dobrynja Nikitič e raggiunto il giovane, lo superò e fermandosi davanti a lui si tolse il berretto e fece un inchino dicendo: «Salute a te, bravo giovane! Qual è la tua città, quale il paese, chi è tuo padre, chi è tua madre? Dove cavalchi, dove sei diretto?» Il giovane si fermò e rispose: «Vado alla grande città di Kiev, espugnerò la capitale russa, catturerò vivo il gran principe Vladimir e sua moglie Apraksija prenderò per moglie.»
Dobrynja spaventato da tale coraggio tornò alla tenda e riferì tutto ad Ilya Muromets il quale si lanciò immediatamente al galoppo raggiungendo il giovane. Il ragazzo fermò il cavallo, allontanò i lupi ed i due falchi bianchi urlando: «Andate via, tornate nei boschi, di voi non ho più bisogno. E’ arrivato il mio nemico.» Il giovane guerriero ed il vecchio cosacco cominciarono così a combattere affrontandosi a cavallo. Poi dopo un po’ saltarono contemporaneamente a terra e continuarono a combattere. Ad un certo punto però il braccio destro di Ilya Muromets si intorpidì, gli scivolò anche la gamba sinistra e perdendo l’equilibrio il vecchio cosacco cadde a terra. Il giovane guerriero gli si buttò sul petto, gli aprì la corazza di ferro e trasse il pugnale dalla guaina, ben deciso a strappargli dal petto il cuore.
Ilya Muromets rivolgendosi al cielo implorò: «Salvami o Vergine madre di Dio! Stetti per anni ed anni in difesa della fede ortodossa, salvami adesso!» Subito la forza del vecchio cosacco aumentò e così riuscì a togliersi dal petto il giovane guerriero e riuscì a gettarlo al suolo schiacciandolo sotto di lui. Trasse il pugnale dalla guaina, ma invece di strappargli dal petto il cuore come stava per fare il giovane guerriero, Ilya gli chiese: «O tu, robusto giovane! Di quale città sei, di quale paese? Chi è tuo padre, chi è tua madre? Con quale nome vieni chiamato?»
Il giovane rispose sprezzante: «Quando ero su di te, non t’ho chiesto la stirpe, la razza; ti avrei tagliato il petto e ti avrei estirpato il cuore!». Ilya per nulla turbato ripeté la domanda: «O tu, robusto giovane! Di quale città sei, di quale paese? Chi è tuo padre, chi è tua madre? Con quale nome vieni chiamato?» Il giovane guerriero rispose: «Vengo dal mare, dalla casa di Saljgorka; io sono suo figlio, Sokol’nik.»
Allora Ilya si alzò ed abbracciò il giovane e lo baciò sulle labbra. Il vecchio cosacco si pacificò con suo figlio. Lo condusse quindi nella bianca tenda e lo trattò con tutti gli onori. Ma quella notte, mentre tutti dormivano all’aria aperta, Sokol’nik si svegliò, muovendosi lentamente ed in silenzio prese la lancia, si mise dritto sopra il petto di Ilya che stava profondamente dormendo e con tutta la forza che aveva la abbassò per trafiggere il petto del vecchio cosacco. Ma la punta della lancia colpì la croce che Ilya teneva sul petto. Il vecchio cosacco si svegliò, afferrò Sokol’nik tra le mani, lo scaraventò in alto con tutta la sua forza. Sokol’nik ricadde a terra violentemente e morì sul colpo.
Luca D’Agostini
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