Questo articolo è dedicato ad un famoso poeta e cantautore russo: Andrej Andreevič Voznesenskij. Tra i vari riconoscimenti ricevette nel 1978 il Premio di Stato dell’Unione Sovietica e postumo nel 2010 il Premio del Governo della Federazione Russa.
Voznesenskij nacque a Mosca il 12 maggio 1933. Suo padre era un ingegnere idraulico e costruì le famose centrali idroelettriche di Bratsk ed Ingur.
Il futuro poeta trascorse la sua prima infanzia nella città di Kirzhač, nella regione di Vladimir, dove nacque sua madre Antonina Sergeevna.
Lo scoppio della guerra e la successiva evacuazione costrinsero Andrej e sua madre a trasferirsi a Kurgan, dove il ragazzo frequentò la scuola.
Si diplomò a Mosca. Il ragazzo iniziò presto a scrivere poesie ed all’età di 14 anni si azzardò ad inviarne alcune al suo amato poeta Boris Pasternak, il quale elogiò molto le opere del suo giovane collega. I due divennero amici e l’influenza di Pasternak su Voznesenskij fu enorme tanto da indurlo ad iscriversi alla facoltà universitaria di architettura. Pasternak spinse Voznesenskij ad iscriversi ad architettura in quanto temeva che gli insegnanti dell’istituto letterario rovinassero il talento del suo giovane amico. Così Voznesenskij si laureò in architettura anche se non svolse mai la professione di architetto.
Le poesie di Andrej Voznesenskij furono pubblicate per la prima volta nel 1958 e poi nel 1960 raccolte in un libro dal titolo «Mosaico». Per aver criticato le autorità ed il sistema sovietico, il giovane poeta cadde immediatamente in disgrazia. Le sue opere furono ritirate dalla vendita e dalla distribuzione ed il funzionario che permise la loro pubblicazione fu immediatamente licenziato.
Tuttavia, tutte le spiacevoli circostanze relative alla pubblicazione del primo libro non spaventarono Voznesenskij. Qualche mese pubblicò una seconda collezione di poesie chiamata «Parabola». Il libro si trasformò immediatamente in una rarità bibliografica, sebbene fosse stato pubblicato con notevole diffusione. Voznesenskij cominciò ad essere invitato a serate di intellettuali, dove i suoi colleghi leggevano le loro opere.
Nikita Chruščëv decise di intervenire nei confronti di Voznesenskij espellendolo dal Paese, ma dopo la richiesta personale di John Kennedy, il segretario generale del PCUS ritirò il suo provvedimento. Infatti tra i fan di Voznesenskij vi era anche Robert Kennedy il quale aveva fatto tradurre le opere del poeta sovietico in inglese.
Sempre su richiesta di Kennedy, Voznesenskij fu invitato negli Stati Uniti e Chruščëv autorizzò tutti i suoi viaggi all’estero. Negli Stati Uniti incontrò il suo collega Allen Ginsberg, il famoso drammaturgo Arthur Miller e la star del cinema di Hollywood Marilyn Monroe, alla quale in seguito dedicò una poesia. Il poeta viaggiò in molti paesi d’Europa, dove il suo talento era venerato e la sua poesia amata.
Nel 1962, Voznesenskij pubblicò una nuova collezione chiamata «La pera triangolare» che causò una nuova ondata di indignazione tra i funzionari del governo. Il poeta fu criticato ed umiliato, sui giornali apparvero articoli severi della critica, ma il pubblico lo amava.
Il poeta lavorò instancabilmente. Ogni anno pubblicava una nuova collezione di magnifiche poesie, come «Non tornare ai tuoi ex amanti», «Sogno», «Romantico», «Valzer a lume di candela». Ogni volta, le emozioni che sorgono tra le righe delle sue poesie tendono come un pendolo, al polo dell’amore universale o al polo della tragedia globale.
Nel 1981, l’opera rock «Giunone e Avos», scritta da Aleksej Ribnikov fu messa in scena da Mark Zakharov al Teatro Lenin Komsomol di Mosca. La storia d’amore più famosa è «Non ti dimenticherò mai», basata sul poema «Saga» di Andrej Voznesenskij. La sala era affollata dai primi giorni dello spettacolo. La situazione fu in qualche modo complicata dalla pubblicazione sulla stampa estera di un articolo della produzione, dopo di che il governo sovietico non lasciò che la compagnia teatrale si recasse in tournée all’estero ed impedì anche la distribuzione del disco.
Molte poesie di Voznesenskij si sono trasformate in famosi successi musicali: «La ragazza piange nella macchina», «Ridammi la musica», «Prenderò la musica», «Balla sul tamburo». Ma la canzone eseguita da Alla Pugačëva «Milioni di rose scarlatte» è giustamente considerata il principale successo musicale dell’era sovietica.
La trama del poema alla base della canzone tratta di una delle leggende sull’incredibile sentimento provato dell’artista georgiano Niko Pirosmani, il quale aveva un amore non corrisposto per l’attrice francese Margarita de Sevres, la quale nel 1905 aveva brillato sul palcoscenico teatrale di Tbilisi.
Secondo una versione della leggenda, Pirosmani provò in diversi modi a conquistare il cuore della bellissima attrice francese, ma tutti i tentativi risultarono vani e lei addirittura lo ignorava con lo sguardo. Tale atteggiamento condusse Pirosmani alla frenesia. A volte piangeva gettandosi a terra e contorcendosi. Tale adorazione, sull’orlo della follia non era di gradimento per l’attrice ed aumentava ulteriormente il suo disprezzo per l’artista.
Ma un giorno Pirosmani spese tutti i suoi soldi e cadde in povertà per inviare numerosi carri carichi di rose scarlatte all’albergo dove alloggiava Margarita. In breve tempo la strada di fronte all’hotel divenne stracolma di fiori, tale da rendere impossibile anche il passaggio. Tale spettacolo era impossibile da notare. Vedendolo, Margarita andò da Niko Pirosmani e lo baciò sulle labbra, per la prima e l’ultima volta. Presto il suo tour a Tbilisi terminò ed i due non si incontrarono mai più.
Ecco a voi il video della bellissima canzone «Milioni di rose scarlatte» cantata da Alla Pugačëva.
In questo video potrete ammirare la bellissima e bravissima Ani Lorak che canta «Milioni di rose scarlatte» proprio di fronte ad Alla Pugačëva.
Voznesenskij e la sua famiglia vivevano nel famoso villaggio di Peredelkino. La sua casa era nelle immediate vicinanze del cottage di Pasternak.
La prima moglie di Andrej Voznesenskij fu Bella Akhmadullina, la quale lasciò il proprio marito per lui. Ma il loro matrimonio non durò a lungo: esiste una versione secondo la quale il titolo di una sua opera di poesie, «La pera triangolare» si riferisca proprio a questo triangolo amoroso.
La vita personale di Voznesenskij per quasi mezzo secolo è stata legata ad un’altra donna, musa devota e custode del focolare della famiglia, Zoja Boguslavskaja, scrittrice in prosa, drammaturgo e poetessa.
Esistono voci su una possibile relazione extraconiugale di Voznesenskij, sulla quale sua moglie abbia deciso di chiudere gli occhi. Si dice che il marito fosse innamorato dell’attrice Tat’jana Lavrova. Presumibilmente, i versi dell’opera rock Giunone e Avos, «Non ti dimenticherò mai», sono dedicati proprio a questa donna.
Tuttavia, il poeta visse gran parte della sua vita con Zoja Boguslavskaja. Non ebbero figli ma il matrimonio durò tutta la vita.
Nel 1995 Voznesenskij ebbe a che fare con i primi problemi fisici. Apparvero i primi segni del morbo di Parkinson. Il poeta iniziò ad avere problemi alla gola ed ai muscoli delle braccia e delle gambe.
Nel 2006 subì un ictus con conseguente paralisi del braccio e problemi alle gambe. Nel 2010 ne subì un secondo con la conseguente perdita completa della voce. Qualche mese dopo subì un terzo ictus, al quale il poeta non riuscì a sopravvivere.
Il famoso poeta fu sepolto nel cimitero di Novodevičij a Mosca.
Luca D’Agostini
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Fonti
Андрей Вознесенский
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