Aleksandr Nikolaevič Poskrëbišev fu per 20 anni l’assistente personale di Stalin.
Stalin ha cercato sempre di circondarsi solo di persone che riteneva leali nei suoi confronti. E colui che può essere definito il suo fedele «scudiero» è senz’altro Poskrëbišev.
Lo storico Dmitrij Volkoganov ha scritto: «In qualsiasi momento, ogni volta che Stalin ha convocato Poskrëbišev, la testa calva del suo assistente era sempre inclinata su una pila di carte: era un uomo con una memoria da computer e poteva essere di aiuto in qualsiasi circostanza«.
Lo scrittore francese Barbusse scrisse: «Stalin non ha 32 segretari, come Loyd George, ha un segretario soltanto, il Compagno Poskrëbišev. Stalin non ha firmato quello che gli altri capi di Stato stavano firmando, Poskrëbišev ha analizzato i documenti ed ha selezionato autonomamente cosa far firmare a Stalin«.
Così, l’immagine dell’ombra di Stalin appare davanti a noi. Tuttavia, Poskrëbišev non fu una semplice ombra, lesse tutta la corrispondenza di Iosif Stalin, risolse i problemi personali e amministrativi del leader sovietico. Fu Poskrëbišev nel corso degli anni a stabilire ciò che doveva trovarsi sulla scrivania di Stalin e fu lui a gestire la sua agenda di lavoro. Il potere di questo uomo basso e grasso era immenso, tutti erano costretti a fare i conti con lui, dai semplici mortali ai capi militari.
Poskrëbišev, sebbene lavorasse per 16 ore al giorno, non viveva richiuso nel Cremlino. Aveva anche amici intimi con i quali adorava andare a pescare. I suo amici più stretti erano il famoso cardiologo Bakulev, l’esploratore polare Papanin, il generale Khrulev.
A Stalin piaceva controllare la lealtà dei membri del suo entourage, mettendoli di fronte ad una scelta difficile, tra la vita personale e le necessità dello Stato. A tal proposito vi fu un evento emblematico. La seconda moglie di Poskrëbišev si chiamava Bronislava Metallikova. La sorella della moglie di suo fratello Michail, fu un tempo sposata con il figlio di Lev Trockij. Questa connessione risultò fatale.
Durante un viaggio a Parigi nel 1933, Bronislava e Michail incontrarono Trockij. Niente di significativo, un incontro casuale, che però nel 1937 diede origine all’avvio di una serie di processi nei confronti della moglie di Poskrëbišev.
L’assistente di Stalin riuscì a salvare sua moglie per qualche tempo, ma non per molto. Bronislava si occupava molto attivamente di suo fratello e nel 1939 andò alla Lubjanka per incontrarsi con Berija, il Commissario degli Affari Interni. Purtroppo non tornò a casa.
Poskrëbišev chiese a Stalin di intervenire. Ma, secondo il racconto della figlia di Stalin, Svetlana, lo stesso Poskrëbišev fu costretto a sottoporre a Stalin per la firma, un mandato di arresto nei confronti della moglie. Allo stesso tempo però cercò di difenderla. Svetlana che era presente raccontò in seguito: «Mio padre disse: «Dal momento che le autorità dell’NKVD ritengono necessario arrestare tua moglie, dovrebbe essere giusto così!». E firmò il mandato di arresto. Vedendo l’espressione di Poskrëbišev, mio padre rise e disse: «Qual è il problema? Hai bisogno di una donna? La troveremo!» Ed infatti, ben presto una giovane e bella donna apparve nell’appartamento di Poskrëbišev«.
Molti anni dopo, verso la fine del dominio di Stalin, la sua segretaria cadde sotto i colpi di Lavrentij Berija (lo stesso che aveva fatto arrestare sua moglie), il quale eliminò metodicamente sia i rivali per il potere che gli individui vicini a Stalin. Nel novembre 1952, Berija riuscì a rimuovere Poskrëbišev dal Cremlino. L’accusa principale mossa da Berija fu la perdita di documenti importanti da parte di Poskrëbišev. C’è da dire che in realtà fu proprio Berija a far sparire tali documenti per accusare l’assistente del leader sovietico.
Stalin fece arrestare Poskrëbišev ma non ebbe il tempo per esprimere una sua condanna. Infatti Stalin morì qualche giorno dopo ed il nuovo leader Chruščëv, firmò la scarcerazione di Poskrëbišev, il quale visse fino al 1965.
Luca D’Agostini
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