In Russia, dal 1991 al 1996, un serial killer violentò, torturo, uccise e mangiò donne e bambini. Il tribunale lo accusò per l’uccisione di 20 persone anche se il numero totale di vittime procurate dalla follia di questo criminale non è stato mai accertato.
I crimini furono commessi nella città natale del mostro, Novokuznetsk. Una caratteristica dei suoi crimini consiste nel fatto che furono commessi tutti nel suo appartamento e che nella realizzazione fu assistito da sua madre.
Questo criminale si chiama Aleksandr Nikolaevič Spesivtsev. E’ nato il 1° marzo 1970. Suo padre era un alcolizzato e morì presto. Il figlio crebbe con la madre Ljudmila e con la sorella Nadezhda. Vivevano in un appartamento di 3 stanze all’ultimo piano di un edificio di 9 piani nella città di Novokuznetsk, nella regione di Kemerovo.
Fin dall’infanzia Spesivtsev era riservato e meschino. Da adolescente cominciò a rubare con l’aiuto della madre e della sorella. Teneva un diario, sulle cui pagine riversava i suoi complessi, l’insoddisfazione di se stesso come uomo.
Nel 1988 fu ricoverato in un manicomio per qualche giorno.
Più tardi Spesivtsev sposò Evgenija, una ragazza di 17 anni. Durante gli anni di matrimonio la picchiava spesso. Nel 1991 la ragazza morì e lui fu arrestato ma fu salvato dalla mancanza di prove per aver commesso l’omicidio di sua moglie e dalla presenza di anomalie mentali. Finì comunque in uno speciale ospedale psichiatrico di Orel, dove rimase fino al 1995.
Liberato dopo una detenzione di 3 anni nell’ospedale psichiatrico, Spesivtsev tornò nel suo appartamento, nel quale nel 1996 iniziò ad organizzare i suoi crimini. La madre, con falsi pretesti, attirò le vittime nell’appartamento, dove furono attese dal maniaco. Massacrò e smembrò le vittime, la cui carne fu cucinata e mangiata dallo stesso Spesivtsev.
Così nell’appartamento di Spesivtsev da febbraio a settembre 1996 morirono almeno 4 adolescenti di età compresa tra 10 e 13 anni e 15 ragazze e donne tra gli 11 ed i 40 anni. Ma più tardi, gli investigatori trovarono nell’appartamento serie complete di vestiti che appartenevano ad un numero molto maggiore di persone, e lo stesso Spesivtsev si vantò di omicidi che non fu possibile dimostrare.
Molti resti delle vittime furono riposti dalla madre in alcuni secchi e gettati via in vari luoghi.
La sorella non aiutò mai il criminale e sua madre, ma fu testimone dei crimini di suo fratello.
Gli psichiatri stabilirono che Spesivtsev è un maniaco sessuale. E’ sessualmente complessato ed alienato dal contesto sociale. La famiglia in cui è cresciuto si è distinta per il fatto di essere molto chiusa. Erano dei disadattati ed asociali. Spesivtsev si sentiva umiliato, sentiva di essere trattato ingiustamente, anche se non riusciva a darsi una risposta di chi secondo lui lo ingannava e lo offendeva. I medici stabilirono inoltre che era impotente e non poteva avere rapporti sessuali normali con le donne.
Durante il colloquio con gli psichiatri, Spesivtsev si comportò in modo molto aggressivo, rispose alle domande poste con irritazione e spesso non a quello che gli veniva chiesto.
Durante il processo stava per essere condannato alla pena di morte, ma si salvò per via della moratoria sulla pena capitale voluta dal presidente Putin. Si ritrovò così in un ospedale psichiatrico nella regione di Volgograd, nel quale sarà rinchiuso a vita.
La madre è stata condannata a 15 anni di prigione. La sorella non ha subito alcuna condanna ma ha dovuto lasciare la casa degli orrori poiché è stata sequestrata.
Luca D’Agostini
Lascia un commento
Fonti:
Вы должны авторизоваться чтобы опубликовать комментарий.