Prendetevi almeno quindici minuti di tempo! Questo articolo non si legge in tre minuti e contiene al suo interno dei video molto interessanti. In questo articolo stiamo parlando di luridi bastardi, criminali spietati, mentecatti arruolati nei cosiddetti «battaglioni di volontari», in pratica formazioni neonaziste che sostengono l’esercito ucraino nelle zone del Donbass, sparando sulle case, sulle scuole, sui parchi giochi dei bambini, sui mercati e sulle fermate dei mezzi pubblici, uccidendo solo civili, poiché da vigliacchi quali sono temono enormemente ed evitano i combattimenti con le milizie dei resistenti filorussi . Secondo quanto pubblicato dal Kiev Post, quotidiano fin da subito sostenitore del golpe ucraino, sarebbero oltre 40 i gruppi paramilitari formati da volontari in supporto all’esercito «regolare» di Kiev ed impegnati nel genocidio nel Donbass. (1) Il giorno 11 agosto 2014, il giornalista Tom Parfitt sul quotidiano britannico «The Telegraph» scriveva: «L’uso di Kiev di paramilitari volontari per stroncare le «repubbliche popolari» di Donetsk e Lugansk sostenute dalla Russia e proclamate in Ucraina orientale nel mese di marzo, deve far correre un brivido lungo la schiena dell’Europa. I battaglioni formati di recente, come il Donbass, il Dnipro e l’Azov, composti da diverse migliaia di uomini, sono ufficialmente sotto il comando del Ministero degli Interni, ma il loro finanziamento è torbido, la loro formazione inadeguata e la loro ideologia allarmante.» (2)
Ma ciò di cui questi giornali non parlano, sono le crudeltà divenute oramai consuetudine messe in atto da questi battaglioni ai danni dei civili ucraini abitanti nel Donbass. Infatti media occidentali omettono di documentare e diffondere le notizie di sparizioni forzate, di detenzioni illegali di vere e proprie torture, ignorandole in modo del tutto complice. (3) Questa ignobile complicità dei media occidentali è palesemente evidente per il fatto che i media stessi ignorano documentazioni che già esistono e che provano le torture perpetrate dai battaglioni nazisti ucraini. Torture quali: capezzoli schiacciati con le pinze, aghi infilati sotto le unghie, corpi marchiati con il simbolo della svastica nazista mediante l’uso di catene e baionette arroventate, donne stuprate in gruppo, percosse effettuate con mazze da baseball, mutilazioni, spari sulle ginocchia. Queste atrocità sono state documentate su persone sopravvissute alla prigionia dei boia dei battaglioni neonazisti. Persone che hanno avuto la «fortuna» (se così si può chiamare) di tornare a casa essendo stati oggetto di uno scambio di prigionieri. Dei poveri civili che per essere liberati devono essere scambiati con soldati e neonazisti ucraini. Poi purtroppo esistono i tanti civili che non sono sopravvissuti alle torture dei boia dei battaglioni neonazisti ucraini. Ed in questo caso a documentare tali massacri vi è il rilevamento di numerose fosse comuni e pozzi con all’interno corpi di uomini, donne e bambini, completamente nudi e massacrati. (4) Quello che state per vedere è un video di sette minuti, realizzato da due bravissimi giornalisti italiani, Alessandra Benignetti e Roberto di Matteo, che sembra anche inutile sottolinearlo, nelle televisioni non avrete mai visto.
Vediamo allora quali sono questi battaglioni nazisti ucraini.
BATTAGLIONE AIDAR — Il «Battaglione Aidar» è composto prevalentemente da gruppi di pseudo-intellettuali, ex professori, docenti universitari. Si tratta di un gruppo spietato e colpevole di «abusi e crimini di guerra» quali: esecuzioni, impiccagioni, torture, stupri, rapimenti. (1)
Il loro capo Melnychuk era stato dato per morto, un’ipotesi poi smentita. (1) Il 19 settembre 2014, i resistenti filorussi della Repubblica Popolare di Lugansk, attaccarono un golf club situato a 10 km circa dalla città di Lugansk ed usato dai membri del «Battaglione Aidar» come luogo di tortura ed usato per gli interrogatori. Quel giorno i resistenti filorussi riuscirono a conquistare il golf club mettendo in fuga i neonazisti del «Battaglione Aidar» ma fecero una scoperta raccapricciante. Trovarono sul pavimento il corpo senza vita di una donna, ancora legata mani e piedi, che era stata violentata ed alla quale avevano tagliato l’alluce del piede destro e rotto la mascella. Nello stesso luogo venne scoperto che i membri del «Battaglione Aidar» si cibavano con scorte provenienti dall’esercito degli Stati Uniti, visto che sono stati scoperti pasti preconfezionati «MRE» («Menu Ready to Eat») in dotazione ai soldati statunitensi. Inoltre, tra loro doveva esserci anche un ceco, visto che è stato rinvenuto anche un dizionario «ceco-inglese, inglese-ceco». Perlustrando la zona circostante il golf club, i resistenti filorussi, a poca distanza rinvennero anche una fossa comune, con i resti di civili torturati. (5)
Ma come precedentemente scritto, questi membri di battaglioni neonazisti sono dei miserabili e luridi vigliacchi, che si sentono forti con la popolazione civile ma che scappano con la coda tra le gambe appena avvertono la presenza dei resistenti filorussi, evitando con loro ogni tipo di combattimento in quanto ne uscirebbero in pochi istanti come carne macellata. Così di fronte a questa atrocità rinvenuta nel golf club, sono stati i resistenti filorussi a mettersi sulle tracce dei membri del «Battaglione Aidar» fuggiti in fretta e furia senza combattere dal golf club occupato. E così questi vigliacchi del «Battaglione Aidar» vennero raggiunti il 20 ottobre 2014, mentre cercavano di entrare nel villaggio di Smeloye (Repubblica Popolare di Lugansk). In questa occasione infatti i resistenti filorussi distrussero un’intera colonna armata del «Battaglione Aidar». Nel dettaglio, nell’attacco sono stati uccisi più di 100 neonazisti del «Battaglione Aidar» e sono stati distrutti 22 mezzi blindati che li trasportavano. (6)
Qui di seguito il video che mostra la fine che hanno fatto questi miserabili del «Battaglione Aidar». Attenzione il video contiene immagini molto cruente non adatte a persone sensibili e comunque a minori di età.
BATTAGLIONE AZOV — Il purtroppo ben noto «Battaglione Azov» è un’organizzazione neonazista ucraina, incorporata nella Guardia Nazionale ucraina e dunque dipendente dal Ministero degli Interni. L’incorporazione all’interno della Guardia Nazionale ucraina avvenne a metà nel 2015 quando il Congresso degli Stati Uniti vietò l’elargizione di fondi per l’addestramento del «Battaglione Azov». (7) La sede del loro Quartier Generale è situata in quella che era la residenza al mare dell’ex Presidente Yanukovich ad Urzuf nel distretto di Mariupol, sul Mare di Azov da cui prende il nome. Il loro capo è Andriy Biletsky esponente del «Fronte Popolare», il nuovo partito politico creato dall’ex premier Yatseniuk. (8) Il numero due del «Battaglione Azov» era Vadym Troyan che in seguito è stato nominato Capo della Polizia di Kiev. (9) Il «Battaglione Azov» è composto da circa 500 volontari provenienti dalle organizzazioni neonaziste ucraine e da molti ex detenuti e criminali, come affermato dal deputato e leader del Partito Radicale ucraino Oleg Lyashko: «Preferisco che questi ex detenuti conducano questa guerra che delle persone innocenti muoiano a causa del nemico.» A questi volontari ucraini si aggiungono più di 300 volontari neonazisti provenienti da diversi Paesi europei, ai quali viene concessa la cittadinanza ucraina e che sono uniti tra loro da ideologie naziste, anti-semite e anti-comuniste, ma restando comunque attaccati alla coda degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. (8) (10) Il battaglione Azov aveva anche lanciato una campagna di reclutamento internazionale chiamando dei «volontari internazionali» per l’Ucraina, un appello che ha suscitato l’entusiasmo dei piccoli gruppi neo-nazisti di tutta Europa. Il reclutatore è un francese, Gaston Besson mercenario e militante di estrema destra.
Quarantanove anni, nato in Messico da genitori francesi, lasciò presto la scuola per andare a fare il cercatore d’oro in Colombia. La madre che produce vino in Borgogna gli propose di lavorare nell’azienda di famiglia ma Besson scelse di arruolarsi nei paracadutisti francesi dove rimase in servizio per cinque anni. Successivamente lasciò le forze armate per combattere come mercenario in Laos, Cambogia, Birmania, Suriname e soprattutto in Croazia al fianco dei nostalgici degli ustascia, i collaboratori dei nazisti. Dal 2007 Besson è sposato con una ragazza croata molto più giovane di lui di nome Ivana. (11) Circa 30 neonazisti svedesi sono andati in Ucraina per arruolarsi nel Battaglione Azov e partecipare al massacro della popolazione civile del Donbass. Tra questi il Andreas Carlsson leader del Partito di Svezia, ricercato per tentato omicidio e Mikael Skillt l’ex tiratore scelto della 21° Brigata Norrland dell’esercito svedese e della Guardia Nazionale Svedese.
Skillt ha il corpo pieno di tatuaggi nazisti, è un noto militante del «Svenskarnas» («Partito degli Svedesi»), una organizzazione neonazista fondata nel 2008 ed ha deciso di arruolarsi nel Battaglione Azov dove afferma avere tre compiti: «sono il comandante di una piccola unità di ricognizione, sono un cecchino e qualche volta coordino le operazioni nelle aree civili». (12) (13) Sulla sua testa, i resistenti filorussi hanno messo una taglia di cinque mila euro, una cifra importante da queste parti. (11) Tra questi volontari stranieri, c’è anche un cinquantaseienne italiano, Francesco Saverio Fontana, che da giovane, a Pisa, fece parte di «Avanguardia Nazionale», un gruppo terrorista di estrema destra degli anni ’70. (13)
Il «Battaglione Azov» è attualmente impiegato nel genocidio contro le popolazioni del Donbass, che invece l’occidente continua vergognosamente a definire «operazione antiterroristica». (1) Questo battaglione di boia nazisti si è già macchiato di molti crimini contro i civili, a cominciare dal massacro dei pacifici manifestanti a Mariupol, donne e uomini usciti a protestare contro la politica violenta del governo golpista, fino ad arrivare ai casi di fucilazione di massa dei difensori del Donbass, massacrati direttamente sui letti dell’ospedale. (14) A testimonianza delle atrocità commesse dai membri del «Battaglione Azov», in rete esiste tutt’oggi un video che ha provocato l’ira dell’opinione pubblica russa. Il 24 aprile 2015, il gruppo hacker filorusso «Cyber-Berkut», noto per aver pubblicato numerosi documenti scottanti sul conflitto nel Donbass, comprese le prove circa la fornitura di armi letali degli Stati Uniti all’Ucraina, hanno diffuso sulla propria pagina di V-Kontakte (il maggiore social network russo) un video che mostra la crocifissione di un miliziano filorusso ad opera di alcuni membri del Battaglione Azov. Il video, rilanciato subito dall’emittente russa Lifenews, secondo quanto affermato dagli hacker, è stato intercettato all’interno di una mail sui server dei servizi di sicurezza ucraini. La scena, molto cruenta, si è svolta di notte nei pressi del villaggio di Shirokino. Le immagini mostrano cinque uomini del battaglione Azov in divisa mimetica e con il volto coperto che stanno per crocifiggere un prigioniero, legato e imbavagliato. «Noi siamo soldati del Battaglione Azov – dice uno dei soldati con una breve dichiarazione in lingua ucraina – e combattiamo gli spiriti russi. Così finisce chi viene riconosciuto colpevole di favoreggiamento al separatismo». Poi i cinque si spostano e pongono l’uomo su di una croce in legno, immobilizzandolo. Il prigioniero geme, cerca di resistere. Prima viene legato con del nastro adesivo alla struttura in legno. Le urla si intensificano, si sentono chiaramente dei colpi di martello. La croce viene innalzata e il cameraman ingrandisce l’immagine sulla mano destra dell’uomo per far vedere il chiodo che trafigge il palmo della mano e che il chiodo è ben piantato nel legno. Il macabro finale è servito: i cinque appiccano un fuoco sotto i piedi dell’uomo che comincia rapidamente a bruciare vivo tra le sue urla strazianti. Il video si interrompe, ma i quattro minuti e trentasette secondi della durata sono comunque impressionanti. (15) Il video in questione è pubblicato di seguito. Come nel caso del video precedente, si consiglia la visione solo ad un pubblico adulto e comunque non a persone sensibili.
I media mainstream tacciono sulla questione. Questi video sono oggetto di censura in quanto la Guardia Nazionale ucraina, di cui il «Battaglione Azov» fa parte, è sostenuta dall’occidente. (17)
E’ bene quindi ricordare alcuni particolari riguardo il loro simbolo.
Il simbolo del battaglione è il «Wolfsangel», icona nazista già in uso alla 2° SS-Panzer-Division «Das Reich» ed oggi illegale in Germania. (8) Il simbolo è composto da due lettere sovrapposte: la «I» (Idea) e «N» (Nazioni). (18) Sullo sfondo del simbolo c’è invece il Sole Nero, anch’esso usato dalle «SS» naziste e disegnato dal leader nazista Heinrich Himmler. (8) Il motto del battaglione è: «Morte al nemico!», ideato nel 1941 dal criminale di guerra Stepan Bandera. (13)
Nonostante la loro chiara impronta nazista, con tanto di simbolo delle «SS» stampato sulle divise e sui loro vessilli, sono sempre stati sottovalutati sia dalla politica che dai media occidentali, pur quando hanno mostrato con orgoglio i simboli nazisti davanti le telecamere dei media stessi. Addirittura il loro logo con il simbolo delle «SS» è stato inverosimilmente esposto nientedimeno che nei corridoi del Parlamento Europeo. (1) (10) (19)
Solo il 10 giugno del 2015, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, in occasione dell’esame dell’Atto di Stanziamento per il Dipartimento della Difesa del 2015, votò un emendamento che vietava di erogare fondi per l’addestramento dei membri del «Battaglione Azov». John Conyers, deputato democratico del Michigan, firmatario insieme al deputato repubblicano della Florida, Ted Yoho, dell’emendamento al Bilancio della Difesa, ed approvato all’unanimità dal Congresso degli Stati Uniti, sul proprio sito web scrisse: «Sono grato a tutti per l’approvazione di questi emendamenti. Queste misure assicurano che il nostro esercito non offra training ai membri del ripugnante e nazista Battaglione Azov». Così il Ministro degli Esteri Russo, Sergej Lavrov dichiarò: «E’ occorso più di un anno per capire che Azov è fitta di veri nazisti!» E ciò portò Aleksandr Lukashevich, portavoce del Ministro degli Esteri Russo, a dichiarare: «Il prossimo passo logico è finalmente riconoscere che il colpo di stato a Kiev è stato effettuato dagli stessi criminali nazisti.» (20) (17)
La Russia mediante il suo Ministro degli Esteri Sergej Lavrov, ha denunciato il finanziamento del «Battaglione Azov» da parte dell’oligarca Kolomoisky, come in seguito confermato anche dal Wall Street Journal. (13) (21)
BATTAGLIONE DONBASS— Il «Battaglione Donbass» è uno dei battaglioni più popolari in Ucraina, tra i primi ad essersi formato ed attualmente integrato nella Guardia Nazionale. Alla sua guida vi è Semen Semenchenko, con un oscuro passato in società di sicurezza private ed oggi invece esponente del «Partito Samopomosh». Il battaglione è costituito da circa 900 volontari, sia ucraini che stranieri, contraddistinti da divise nere (da cui il soprannome «Men in Black»).
Appena formato il gruppo si sosteneva attraverso l’autofinanziamento e le donazioni online, ma dall’inclusione nella Guardia Nazionale sono arrivati anche fondi dal Governo ucraino. Parte delle risorse a disposizione del gruppo proviene dall’oligarca israelo-ucraino Igor Kolomoisky, uno degli uomini più ricchi in Ucraina, governatore della regione di Dnipropetrovsk, noto per le sue simpatie neo-fasciste. Peraltro il centro d’addestramento e la base principale del «Battaglione Donbass» si trovano proprio a Dnipropetrovsk. (8)
Il simbolo del «Battaglione Donbass» è un’immagine capovolta, a forma di tridente, dell’aquila nazista con ali semichiuse usata dalla Wehrmacht dal 1935. Sul loro corpo, i membri del «Battaglione Donbass» si fanno tatuare una svastica nazista. (18)
BATTAGLIONE PRAVY SEKTOR — Il battaglione di «Pravy Sektor» («Settore Destro»), di orientamento apertamente neo-nazista, è tra i più temuti dalla popolazione del Donbass. (8) Alla sua guida è Dmytro Yarosh, leader dell’omonimo partito, che nelle ultime elezioni ha conquistato un seggio in Parlamento, nominato Consigliere Capo dello Stato Maggiore Generale ucraino nonostante su richiesta delle autorità russe sia ricercato dall’INTERPOL per crimini di guerra commessi in Ucraina ed incitamento al terrorismo. Il battaglione è composto da molti dei manifestanti responsabili dell’assalto dei palazzi istituzionali a Piazza Maidan durante il colpo di stato avvenuto a Kiev. Inizialmente non accoglieva volontari stranieri, probabilmente perché già in grado di mobilitare fino a circa diecimila uomini. Il governo ucraino non ha consentito al gruppo di integrarsi nella Guardia Nazionale, per cui i finanziamenti provengono principalmente da oligarchi come Kolomoisky. (8)
Il simbolo del «Battaglione Pravy Sektor»è un tridente sullo sfondo rosso-nero della bandiera dell’Esercito Insurrezionale Ucraino, emblema dell’ala armata dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini del collaborazionista e criminale nazista Stepan Bandera. (18)
I portavoce del Settore Destro (la coalizione dei partiti neonazisti e dei gruppi ultras di calcio di estrema destra sorti a Kiev durante EuroMaidan) hanno dichiarato apertamente la loro affinità con i principi nazisti, affermando che vogliono una società «simile a quella che c’era ai tempi di Hitler». (22) (23)
L’esistenza di questi gruppi, nati sotto l’egida del Ministero della Difesa di Kiev ed ai quali dalle autorità ucraine è stato consentito di operare con regole proprie e nel dispetto di qualsiasi legge internazionale, rende per altro ben più difficoltoso di quanto si pensi il mantenimento delle tregue che di volta in volta vengono concordate. (1)
I battaglioni, durante il conflitto, si sono rivelati ben equipaggiati e ben armati, soprattutto per via dei finanziamenti degli oligarchi ucraini ma anche grazie a una imponente opera di propaganda on line, che li ha saputi trasformare in un’ottima macchina per raccogliere contributi. Su internet, infatti, sono decine i siti che raccolgono finanziamenti per i volontari dei battaglioni nazisti ucraini, usando paypal e altre forme di pagamento on line. (1)
Colpisce la doppiezza dei politici occidentali. Un giorno dopo l’altro loro invocano la Russia affinché non intervenga negli affari interni dell’Ucraina, mentre loro stessi chiudono gli occhi all’invio in quella zona dei mercenari. (24) Addirittura l’occidente ha deciso di addestrare questi battaglioni, cosicché nella primavera del 2015 gli Stati Uniti inizieranno l’addestramento e l’armamento della Guardia Nazionale ucraina, costituita dal governo di Kiev nel marzo 2014 con un primo finanziamento statunitense di 19 milioni di dollari. Lo conferma ufficialmente il Comando Europeo degli Stati Uniti, precisando che il programma rientra nell’iniziativa del Dipartimento di Stato per assistere l’Ucraina ad attuare «la difesa interna». Il finanziamento, già autorizzato dal Congresso, viene fornito da uno speciale fondo costituito dal Pentagono e dal Dipartimento di Stato. Le unità della Guardia Nazionale ucraina, comprendenti secondo stime approssimative 45-50mila volontari, tra i quali i neonazisti dei battaglioni incorporati dalla stessa Guardia Nazionale, saranno addestrate da istruttori statunitensi nel campo militare «Yavoriv» presso la città di Lviv (ex Leopoli). (25)
Come ricorda il grande scrittore Nicolai Lilin, «nonostante i crimini compiuti dal nazismo condannato da tutta l’umanità, nell’Europa moderna, si scandalizza se nell’Ucraina golpista vengono usati i simboli nazisti, prima dai delinquenti violenti di Maidan e poi un’unità dell’esercito regolare. Qual è la prossima tappa? Lo sterminio dei propri cittadini che non acconsentono al potere del golpe, la censura, gli assassini dei giornalisti? O, scusate, che distratto, sta già accadendo! Persino il giornalista Andrea Rocchelli e il suo collega russo sono stati barbaramente uccisi dai nazisti dell’esercito di Kiev.
E nessuno in Occidente ha dato spazio a questa tragedia, nessuno ha raccontato la storia di Andrea, nessuno ha parlato della sua famiglia, nessuno ha condiviso con la sua nazione il momento dell’addio, dei suoi funerali. Che vergogna…» (14) Evidentemente nell’occidente ci si preoccupa di dare una veste «rispettabile» ai golpisti di Kiev. L’occidente la cui strategia di allargamento ha non poche responsabilità ed è pericolosamente arrivata al confine russo, esige che si metta ordine e si contrastino le mosse troppo avventate dei battaglioni neonazisti. Il messaggio appare fin troppo chiaro: occhio ragazzi, ciò che fate nel Donbass non preoccupa nessuno, perché la stampa occidentale si ferma a Kiev e non arriva fino a Donetsk. Però, almeno Kiev bisogna vestire gli abiti buoni: le mimetiche e gli stendardi nazisti lasciamoli per continuare le stragi di civili nel Donbass. (26)
Luca D’Agostini
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Fonti:
(1) Criminali i battaglioni di Kiev
(3) Civili torturati
(4) Nazisti ucraini
(5) Ucraina torturata in golf club
(6) Ingerenza polacca nel Donbass
(7) Congresso USA
(10) Parlamento Europeo
(11) Uomini neri
(12) Banderismo
(13) Battaglione Azov
(14) Simboli nazisti
(15) Miliziano filorusso crocifisso
(16) Battaglione Azov crocifigge un uomo
(17) Nazisti nel battaglione Azov
(18) Simboli nazisti nell’esercito ucraino
(19) Nazisti ucraini nel Parlamento Europeo
(20) USA ammettono presenza di nazisti
(21) Articolo del The Wall Street Journal
(22) Ecco chi sono i neo-nazisti ucraini
(24) Mercenari USA
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