Iniziamo l’articolo con lo spiegare chi era Alfons Rebane. Nacque il 24 giugno 1908 a Valk, una città appartenente alla provincia di Livonia dell’Impero Russo. Lui, figlio di un ferroviere, sopravvisse da bambino alla guerra d’indipendenza estone. A 18 anni, si arruolò nell’esercito estone, salì al grado di ufficiale e alla fine divenne il comandante principale della sua città natale.1
Nel 1940, il governo sovietico avendo ormai ben chiaro che la politica della Francia e della Gran Bretagna mirava ad indirizzare l’aggressività di Hitler contro l’Unione Sovietica ed essendo cosciente che ad un certo punto la Germania avesse tentato l’invasione del territorio sovietico, attuò un’intelligente politica mirata a spostare la prima linea del fronte molti chilometri più a ovest, obbligando così i tedeschi ad attuare la loro avanzata militare a due velocità ben distinte. La prima avanzata, piuttosto veloce, fu quella della prima linea e delle truppe d’assalto le quali però lasciarono dietro di sé enormi quantità di terra male occupata, la seconda avanzata era quella della logistica, dei rifornimenti, dell’organizzazione delle retrovie, la quale avanzò per forza di cose ad una velocità inferiore. Così, strategicamente, l’aver combattuto la Finlandia, l’aver occupato una parte della Polonia, l’Estonia, La Lituania e la Lettonia, l’aver liberato la Bessarabia e l’aver annesso la Bucovina, consentì di spostare di molti chilometri ad ovest il fronte della prima linea, e garantì la salvezza a Leningrado ma soprattutto a Mosca, e di conseguenza il futuro esito vittorioso della guerra.
La Germania non si era tra l’altro opposta all’occupazione dei tre paesi baltici, come si evince dal patto Molotov-Ribbentrop. Nei mesi seguenti, l’NKVD (la polizia speciale sovietica) represse brutalmente le forze che cercavano di lottare per la liberazione dell’Estonia. Rebane perse il posto di ufficiale, fu costretto a trovare lavoro come muratore e in lui maturò l’odio contro l’Armata Rossa.1
A questo proposito, l’occupazione dell’Estonia da parte della Wehrmacht nell’agosto 1941 non avrebbe dovuto farlo sentire un uomo libero, poiché da un occupante passava a un altro. Invece Rebane visse l’occupazione tedesca come una liberazione e questo mostra chiaramente il suo odio verso i russi e le sue simpatie per l’ideologia nazista. Infatti si arruolò immediatamente come volontario nella Wehrmacht. I tedeschi accettarono i volontari locali, prima di tutto, nei battaglioni di polizia, il cui compito era tenere sotto stretto controllo la popolazione locale per evitare manifestazioni di sentimenti filo-sovietici. In totale, nel corso della guerra oltre 70 mila estoni hanno combattuto nei ranghi della Wehrmacht, della polizia e delle SS. Circa 50 mila di loro morirono sui campi di battaglia.1
La 15° Compagnia del 184° Battaglione di Polizia estone, in cui Rebane prestò servizio, partecipò ai massacri degli ebrei. Nell’inverno del 1941-1942 i volontari estoni furono inviati al fronte per combattere contro l’Armata Rossa. Come ricompensa, Rebane ricevette il grado di capitano e fu nominato comandante del 658° Battaglione Orientale.1
Negli anni successivi, combatté con fanatismo contro i sovietici e per questo motivo, il 23 febbraio 1944 divenne il primo volontario estone a ricevere quale onorificenza la Croce di Ferro.1
Nell’agosto del 1944, il suo battaglione, come tutte le forze volontarie, fu accettato tra i ranghi delle Waffen-SS. Il suo battaglione entrò a far parte della 20° Divisione Granatieri. Ma solo un mese dopo, l’offensiva dell’Armata Rossa costrinse Rebane e tutti soldati tedeschi a ritirarsi in fretta e furia dall’Estonia. Nella frettolosa ritirata delle truppe tedesche, molti estoni compagni d’armi di Rebane abbandonarono le SS e fuggirono tornando dalle loro famiglie. Tuttavia Rebane scelse di rimanere nei ranghi e di ritirarsi in Germania.1

Alfons Rebane
Lì, sul territorio della Slesia, presto entrò di nuovo in battaglie contro l’Armata Rossa che stava avanzando verso Berlino. Nel marzo del 1945 fu promosso al grado di colonnello e divenne il volontario baltico di più alto rango nell’esercito tedesco. Addirittura gli fu conferita l’alta onorificenza nazista della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro con le foglie di quercia.
Dopo la guerra, Rebane sfuggì alla cattura del KGB grazie alla protezione offertagli dai servizi segreti britannici (MI6), intenzionati a creare una rete di agenti segreti sabotatori da inviare in Estonia per contrastare l’Unione Sovietica. In quegli anni Rebane visse a Londra coordinando dall’estero le operazioni. Ma nel 1950 il KGB aumentò la sua pressione ed eliminò uno ad uno tutti gli agenti segreti britannici presenti in Estonia. Il fallimento totale dell’operazione comportò il licenziamento dai servizi segreti britannici e Rebane si trasferì in Germania ovest, dove continuò a vivere sotto protezione fino al giorno della sua morte, avvenuta l’8 marzo del 1976 ad Augusta.1 2
Con il chiaro intento di operare un affronto e una provocazione e ancor più specificatamente mettere in atto una evidente infamità, il 22 giugno 2018 a Tallinn, in Estonia, è stata inaugurata una lapide commemorativa dedicata ad Alfons Rebane. Il nazista estone nacque il 24 giugno 1908 e quindi il 110° anniversario della sua nascita sarebbe avvenuto il giorno 24 giugno 2018. Scegliere invece come giorno per la sua commemorazione il 22 giugno, non vuol dire aver avuto impazienza di inaugurare la lapide e quindi aver anticipato l’evento solo di due giorni, vuol dire aver scelto volutamente la data del 22 giugno, cioè la data dell’invasione dell’Unione Sovietica da parte delle truppe della Germania nazista, invasione che portò quale conseguenza a una lotta di liberazione (la grande Guerra Patriottica), costata 27 milioni di vite di cittadini sovietici.
Così, un club di veterani di guerra delle SS ha eretto una lapide commemorativa sul muro della sua casa nella città estone di Mustla, in cui Rebane è raffigurato con un’uniforme delle SS con una toppa estone sulla manica.1
Il governo estone ha scelto di prendere le distanze dalla cerimonia di inaugurazione della targa commemorativa dichiarando in stile Ponzio Pilato: «Questa è un’iniziativa privata, in cui lo stato non ha nulla a che fare«. In pratica il governo estone ha ritenuto non opportuno partecipare pubblicamente all’iniziativa della quale però era perfettamente a conoscenza e allo stesso tempo non ha fatto nulla per impedire che questa infamia fosse realizzata. A loro volta, le autorità locali di Mustla hanno accolto con favore l’installazione di una lapide commemorativa.1
Inoltre, occorre ricordare che nel 1999 è stato per iniziativa del governo estone che sono stati spesi denari delle casse statali per organizzare la riesumazione della slama di Rebane, precedentemente seppellita in Germania e per organizzare il suo trasferimento in Estonia, dove sempre con soldi pubblici è stata costruita una lapide funeraria di granito nero sulla sua tomba. Sulla lapide sotto la quale è stato sepolto con tutti gli onori militari, il governo estone ha autorizzato l’iscrizione: «Cavaliere dell’Ordine della Croce con foglie di quercia«, cioè l’alta onorificenza assegnata a Rebane dalla Germania nazista quando lui era colonnello delle SS.2 Le dichiarazioni del governo estone lasciano quindi il tempo che trovano. Purtroppo invece sono espressione della moderna Estonia, il cui governo contestualmente alla sepoltura di Rebane con tutti gli onori militari e alla creazione di una lapide con la suddetta iscrizione, ha manifestato l’intenzione di rimuovere il monumento presente nella piazza centrale di Tallinn e dedicato al sacrificio dei soldati dell’Armata Rossa per sconfiggere il nazismo. Armata Rossa nella quale hanno combattuto valorosamente molti cittadini estoni.
Il ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergej Viktorovič Lavrov ha duramente contestato la scelta del 22 giugno quale giorno per l’inaugurazione della lapide dedicata a Rebane. Queste le brillanti e lucide parole di Lavrov: «È degno di nota lo speciale cinismo degli organizzatori di questo evento vergognoso, effettuato il giorno dell’anniversario dell’inizio della Grande Guerra Patriottica. Dopotutto, questa azione provocatoria non può essere definita che una beffa alla memoria di milioni di coloro che sono morti nella lotta contro la «peste nera». In questo contesto, è deplorevole notare che le autorità estoni, che si affrettarono a dichiarare il loro non coinvolgimento nell’installazione della lapide commemorativa, non trovarono il coraggio di condannare la nuova manifestazione della glorificazione del nazismo«.3
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Альфонс Ребане
(2) Биография
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