Grandiosa in termini di drammaticità, portata ed intensità degli eventi devastanti, la Grande Guerra Patriottica richiese la partecipazione attiva delle donne sovietiche alle unità militari. Esistevano anche unità composte unicamente da donne. I tedeschi rimasero colpiti dal coraggio e dal valore di queste donne, era un fattore che non avevano previsto e che non compresero mai fino in fondo. Un fulgido esempio di questo tipo di donne erano le «Streghe della Notte».
Antonina Fëdorovna Cudjakova nacque in un villaggio della provincia di Orël il 20 giugno 1917, in una numerosa famiglia di contadini (i suoi genitori avevano 12 figli).
Fin dall’infanzia mostrò il suo carattere brusco e determinato. Era una ragazza molto coraggiosa ed indipendente, anche nelle decisioni da assumere sin dall’adolescenza.
Dopo il diploma conseguito con il massimo dei voti in una scuola professionale, dalla quale uscì con la specializzazione di «saldatore elettrico», iniziò a lavorare in una fabbrica di automobili e cominciò a studiare in un club di volo. Nel 1939 ottenne il brevetto da pilota. Nell’ottobre del 1941 fu arruolata nell’aviazione sovietica. Frequentò un’accademia militare dove si laureò nel 1942 e nel maggio dello stesso anno fu inviata al fronte.
Quando per difendere la Patria, Marina Raskova lanciò un appello alle donne sovietiche in grado di pilotare un aereo, Antonina Cudjakova fu una delle prime a raccogliere l’invito. Su sua richiesta fu così assegnata al 46° Reggimento Guardie di Taman di Bombardamento Leggero Notturno. In pratica un reggimento composto esclusivamente da piloti donne, le quali passeranno alla storia con il soprannome di «Streghe della Notte».
I tedeschi le soprannominarono «Streghe della Notte» perchè erano letteralmente terrorizzati da queste donne che volavano solo di notte e che non riuscivano ad abbattere. Queste fantastiche donne tramutavano in incubi i sogni di gloria dei loro invasori. Prima di arrivare nei pressi dell’obiettivo, spegnevano i motori dei loro aerei e planavano silenziose ed a bassa quota per sganciare con più precisione le bombe. I soldati tedeschi, appena di notte udivano il rumore del fruscio prodotto dal vento sugli aerei composti solo di tela e legno, scappavano ovunque cercando rifugio e non sentendo i rumori dei motori degli aerei, letteralmente terrorizzati gridavano: «Le streghe della notte! Le streghe della notte!«
Il tenente Cudjakova, soprannominata «Rondine» dai soldati dell’Armata Rossa, i quali la vedevano giungere in loro soccorso, combatté nel Caucaso settentrionale, nella penisola di Taman, nella penisola di Crimea, in Bielorussia, Polonia e Germania. Durante la guerra effettuò 926 missioni di bombardamento. Nelle prime 925 missioni non subì neanche un graffio. Alla 926° missione il suo aereo fu abbattuto. Il tenente Cudjakova riuscì ad effettuare un atterraggio d’emergenza, ma quando raggiunse il terreno perse conoscenza. Fu portata in ospedale e ci rimase fino alla fine della guerra.
Il 15 maggio 1946 le fu conferito il Titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Durante le sue missioni, il tenente Cudjakova sganciò 130 tonnellate di bombe, distrusse 532 obiettivi militari tedeschi, 3 depositi di carburante e munizioni, 4 proiettori della contraerea, 12 camion che trasportavano carburante, 2 strutture di attraversamento create dalle unità del genio nemico, 1 treno pieno di soldati nazisti, 4 batterie di artiglieria e lanciò anche più di ottocentomila volantini per informare la popolazione dei successi dell’Armata Rossa.
La terza missione di bombardamento effettuata dal tenente Cudjakova ha avuto del memorabile. Giunta sull’obiettivo da colpire, la contraerea tedesca iniziò a sparare numerose raffiche di mitragliatrice. I raggi dei riflettori accecarono gli occhi della Cudjakova. I proiettili delle mitragliatrici squarciarono le ali e la fusoliera era piena di fori. L’aereo Po-2 pilotato dal tenente Cudjakova iniziò a perdere quota. La morte del pilota e l’abbattimento dell’aereo erano così evidenti che i nazisti smisero di sparargli. Ma appena Antonina Cudjakova sentì che la contraerea tedesca aveva smesso di sparare, alzò di nuovo la cloche dell’aereo e lo riportò in volo orizzontale, riacquistando quota. Così si diresse sopra il bersaglio, un quartier generale nazista, che distrusse lanciando le bombe di cui era equipaggiato il suo aereo. I tedeschi ripresero a sparare con la contraerea, illuminando a giorno il cielo notturno, ma nel frattempo l’aereo della Cudjakova si era già allontanato ad una distanza di sicurezza.
Dopo la guerra, Antonina Fëdorovna Cudjakova fu smobilitata ed iniziò a lavorare nella città di Tejkovo, nella regione di Ivanovo. Igor, suo marito, era anch’egli un pilota militare e nel 1961 fu trasferito nella città di Aleksandrja, in Ucraina. Così anche Antonina Cudjakova si trasferì insieme al marito.
Nella città ucraina, l’anziana Cudjakova si adoperò come educatrice per mantenere vivo il sentimento patriottico russo ed organizzò eventi per sensibilizzare i cittadini. Creò anche un museo che porta il suo nome dove sono conservati cimeli della Grande Guerra Patriottica.
Antonina Fëdorovna Cudjakova è morta il 17 dicembre 1998. E’ stata sepolta ad Aleksandrja.
Luca D’Agostini
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