Il ragazzo di cui parleremo in questo articolo ebbe un destino molto difficile. I giovani nelle sue condizioni non combattevano per la Patria sotto il loro vero nome e la tragica storia dei loro genitori ne era la ragione.
Aleksandr Filippovič Kovalëv, o meglio, Aleksandr Filippovič Rabinovič, nacque il 4 gennaio 1927 a Mosca, nella famiglia di un alto funzionario sovietico, capo del dipartimento di produzione della direzione generale dell’industria dell’alluminio del Commissariato dell’industria dell’URSS.
I primi anni della vita di Sasha furono molto sereni. Sicuramente Sasha visse i suoi primi anni meglio della maggior parte dei suoi coetanei: la carica occupata da suo padre gli garantiva notevoli opportunità. Nel 1937, suo padre si recò in viaggio di lavoro negli Stati Uniti ed al suo ritorno fu arrestato.
L’idillio familiare crollò, l’infanzia felice Sasha Rabinovič si sciolse come fumo. Suo padre fu fucilato nel 1938 e sua madre, medico di professione, fu condannata ad 8 anni di lavori forzati.
All’epoca Sasha aveva 10 anni e fu affidato alla sorella della madre, una scrittrice e traduttrice. La zia si sostituì totalmente alla madre e diede un’ottima educazione al nipote. Il marito di lei, cioè lo zio di Sasha, era il capitano della marina militare Nikolaj Petrovič Kovalëv. Fu lui a instillare in Sasha l’amore per il mare.
Quando iniziò la guerra, il capitano Kovalëv fu trasferito ad Arkhangelsk insieme al quartier generale della flottiglia, e sua moglie e Sasha partirono per la regione di Jaroslavl. Alla fine del 1941, si riunirono ad Arkhangelsk, dove la zia di Sasha iniziò a lavorare come annunciatrice radiofonica.
Nell’autunno del 1942 fu aperta la Scuola della Marina Militare riservata ai giovani ragazzi. Sasha, il quale sognava di combattere i fascisti, voleva esservi iscritto. Tuttavia, Aleksandr Filippovič Rabinovič, il figlio di un «nemico del popolo», non poteva contare su tale onore.
Sasha fu aiutato da suo zio, il quale rischiando la condanna a morte organizzò un falso. Il capitano Kovalëv aveva un figlio, Aleksandr Nikolaevič Kovalëv, di un anno più grande di Sasha, ma che non era stato selezionato per essere iscritto nella scuola. Così, scambiando i documenti dei ragazzi riuscì a far iscrivere il nipote alla scuola navale.
Dopo essersi diplomato brillantemente alla scuola navale con una specializzazione in meccanica dei motori, Sasha Kovalëv fu arruolato ed assegnato al servizio su un cacciatorpediniere della Flotta del Nord.
Ma Sasha sognava di combattere su una torpediniera e presentò una richiesta di trasferimento. Raggiunse il suo obiettivo: nel febbraio del 1944, il giovane Kovalëv fu trasferito in servizio a bordo della Torpedo numero 209 (TK-209) con il ruolo di meccanico dei motori.
La notte del 7 aprile 1944, il TK-209, insieme ad un’altra torpediniera, attaccò un convoglio nemico. Con le azioni congiunte, le due navi sovietiche distrussero le navi da trasporto militare tedesche.
Sasha Kovalëv agì con coraggio e sicurezza, come riportato dal quotidiano «Krasnoflotets», «affiancò il suo comandante e con calma e precisione gli riferì della direzione del fuoco dei cannoni e la caduta dei proiettili nemici, contribuendo in maniera determinante all’esito della battaglia navale. Per questo suo merito fu insignito dell’Ordine della Stella Rossa.
L’Ordine a Sasha Kovalëv fu assegnato il 1 maggio 1944, pochi giorni prima della sua impresa principale.
L’8 maggio 1944, il TK-209 e un’altra nave sovietica, il TK-217, attaccarono un gruppo di navi tedesche. Dopo aver affondato due motovedette naziste, i tedeschi però riuscirono ad affondare il TK-217 (la nave sulla quale non era imbarcato Kovalëv), che iniziò ad affondare.
A questo punto sotto copertura di uno schermo fumogeno, il TK-209 virò bruscamente per tornare alla base, ma fu attaccato dagli aerei tedeschi. Gli aerei colpirono il motore della nave e dal collettore iniziò ad uscire acqua mescolata con olio e benzina. La nave stava perdendo velocità, in pochi minuti il motore surriscaldato poteva esplodere, uccidendo tutto l’equipaggio. In quel momento il giovane Kovalëv, gettando una giacca imbottita sopra il collettore, coprì il buco facendo pressione con il suo petto. La temperatura del fluido era di 70 gradi, un dolore incredibile sopportò Sasha, ma continuò a fare pressione con il proprio corpo per limitare la fuoriuscita di fluido, dando alla nave l’opportunità di combattere ed allontanarsi dai caccia tedeschi.
Quando gli aerei tedeschi si ritirarono, i marinai spensero i motori della nave ed accorsero ad aiutare Sasha, trasportandolo sul ponte per usufruire delle necessarie cure mediche. Il suo corpo era devastato da terribili ustioni ma era impossibile aiutarlo sulla nave. Tutto ciò che l’equipaggio poteva fare era lubrificare le ustioni con olio per motori, il che, sebbene lievemente, alleviò momentaneamente le sofferenze di Sasha.
La nave riprese la navigazione per raggiungere la sua base e per essere sottoposta alle necessarie riparazioni. Durante la navigazione, Sasha fu disteso sulla poppa della nave, dove il vento lo raggiungeva più intensamente lenendo così il suo dolore.
Purtroppo però durante la navigazione, il 9 maggio 1944, un proiettile al fosforo che era stato sparato dai caccia tedeschi ed era rimasto incastrato inesploso a poppa della nave, esplose all’improvviso uccidendo alcuni marinai tra i quali Sasha Kovalëv.
Per la sua impresa, Aleksandr Kovalëv fu insignito postumo dell’Ordine della Guerra Patriottica di 1 ° grado.
In suo onore, così come di altri marinai morti nelle torpediniere della Flotta del Nord, fu eretto un monumento nel villaggio di Granitnij. Tuttavia, nel 1996, i militari lasciarono il villaggio di Granitnij e nel 2006 anche gli ultimi abitanti lasciarono le proprie case.
L’obelisco in onore di Sasha Kovalëv e dei suoi commilitoni rimase nella città fantasma, visitata solo da cacciatori di metalli.
Tuttavia, i persistenti appelli di personaggi pubblici e veterani della flotta furono ascoltati: nel luglio 2010, i resti dei marinai morti e il monumento in loro onore furono trasferiti nella città di Severomorsk, che attualmente è la base principale della Flotta del Nord.
Luca D’Agostini
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