Tra pochi giorni si terranno le elezioni presidenziali nella Federazione Russa. Il mio desiderio e quello dell’Associazione Madre Russia è che il nostro Presidente, Vladimir Vladimirovič Putin venga rieletto e siamo fiduciosi che sarà così!
Vedrete che in occidente, in prossimità delle elezioni presidenziali russe e subito dopo averne appreso l’esito, i media si rincorreranno nel dipingere ancora una volta il Presidente Putin come il male assoluto. Qualcuno di questi «giornalistoni» tirerà ancora una volta fuori il fatto che il Presidente Putin ha vinto le elezioni anche perchè secondo le loro povere cervella avrebbe eliminato uno per uno tutti i suoi oppositori e tra questi Boris Nemtsov il quale, qualora fosse ancora vivo, vorrebbero far credere che a furor di plebiscito popolare sarebbe certamente divenuto presidente intergalattico di tutte le russie.
Poveri stolti, chi racconta queste menzogne e chi allo stesso tempo vi crede. Stiamo parlando di un individuo che rappresentava il nulla e non mi interessa il falso moralismo che dei morti non si parla male. Quindi scopriamo chi era questo traditore del popolo russo.
Boris Efimovič Nemtsov nacque a Soči il 9 ottobre 1959. Era il leader di un piccolo partito di destra e di una coalizione di formazioni avverse al Presidente Vladimir Putin che nelle elezioni legislative del 2011 non sfiorò neppure la soglia di sbarramento del 5%. Nemtsov, la cui madre era di religione ebraica, era laureato in fisica, come hobby amava il tennis ed il windsurf e soprattutto aveva una forte passione per la vodka e le prostitute (come testimoniano anche molte foto presenti in internet) ma era elogiato dall’occidente per le sue idee politiche, quelle che negli anni della presidenza Eltsin ridussero alla fame milioni di russi e fecero di Mosca una docile periferia di Washington. (1) (2)
Dal 1991 al 1997 fu Governatore della regione di Nižnij Novgorod. Con la presidenza di Eltsin ricoprì inizialmente la carica di Ministro del Combustibile e dell’Energia e poi la carica di Vice Primo Ministro.
Occorre ricordare che proprio in qualità di Vice Primo Ministro di Eltsin, nel 1997, Nemtsov firmò un accordo sul transito di petrolio in Cecenia, grazie al quale i terroristi islamisti-separatisti ottennero dal bilancio federale circa 10 milioni di dollari. Tale finanziamento del terrorismo da parte dello Stato russo si concluse con l’arrivo del Presidente Putin.
Nel 1998 Nemtsov vendette la sua quota della società finanziaria «Svjazinvest» a George Soros, e quindi creò il Fondo Nazionale per la Politica Regionale per trasferire denaro a società offshore per conto delle compagnie petrolifere TNK e Jukos dell’oligarca e mafioso Michail Chodorkovskij. Una parte di questi fondi finirono a Nemtsov, per la sua Unione delle Forze di Destra (SPS), ma la maggior parte del denaro incassato scomparve. Lo Stato perse 370 miliardi di rubli. L’elezione di Nemtsov al Consiglio della Federazione Russa fu finanziata dall’affarista mafioso Andrej Klimentev. (3)

Boris Nemtsov insieme al mafioso Boris Berezovskij
Successivamente, dal 2005 al 2006, Nemtsov, secondo i rapporti dei servizi segreti russi, partecipò a tutte le frodi commesse in Ucraina sotto il presidente Juščenko, noto per essere un fantoccio degli Stati Uniti. Fu lui ad affidare a Nemtsov la gestione del denaro che l’ex presidente dell’Ucraina ricevette dagli Stati Uniti e fu sempre lui ad affidare a Nemtsov la mediazione nella vendita di armi in Georgia, Turkmenistan, Ciad, Kenya, Thailandia, Pakistan. Queste attività gli dovettero fruttare notevoli compensi tanto è che dopo la morte di Nemtsov vennero scoperti conti segreti a lui intestati in banche all’estero e precisamente a Cipro, negli Stati Uniti ed in Germania, per un totale di circa dieci milioni di dollari. (4) (5)

Nemtsov e Juščenko
Dal 2000, la sua vita politica interna alla Russia iniziò una rapida discesa. I suoi tentativi di farsi eleggere sindaco o membro del parlamento sono tutti falliti. Non aveva molto da fare, era impegnato a godersi la vita, frequentare donne, bere, mangiare e ad alimentare il suo risentimento per il Presidente Putin. Senza alcuna prova, Nemtsov accusò i separatisti nell’est dell’Ucraina per l’abbattimento dell’aereo MH-17 dicendo che dovevano essere uccisi tutti per quello che avevano fatto. Praticamente, fu un traditore del popolo russo più o meno ad ogni svolta della sua carriera. (6) Proprio come quando il 16 novembre 2012 si recò negli Stati Uniti incontrando in modo tanto cordiale quanto sovversivo, il più russofobo dei politici statunitensi, il senatore John McCain.

Nemtsov e le sue «strane» frequentazioni ucraine

Nemtsov ed il senatore statunitense McCain
A 55 anni era già un ex-qualcuno, non aveva niente da perdere e non si aspettava più granché, ma era sempre pronto ad apparire in quei programmi televisivi dei canali di proprietà statunitense, con il suo solito slogan triste e consunto dell'»Abbasso Putin». (2)
Boris Nemtsov, all’età di 55 anni, venne ucciso venerdì 27 febbraio 2015 alle ore 23:31 a Mosca da quattro colpi di pistola al cuore e alla testa, sparati dall’interno di una Ford bianca mentre lui stava camminando al fianco di una modella ucraina di 23 anni, Anna Duritskaja, rimasta stranamente illesa, sul ponte che dalla Piazza Rossa conduce a Via Bolotnaja, ad appena duecento metri dalle mura del Cremlino. (6) (7) (8) (9)
I maggiori mezzi d’informazione occidentali sono partiti immancabilmente all’attacco, come hanno fatto ogniqualvolta vi fosse l’opportunità di accusare il Presidente Putin di qualcosa. Accusarono il Presidente di essere il mandante dei sicari che uccisero Nemtsov poiché lo temeva come avversario politico. Questa storia, però, è solo per uso «esterno»: i Russi non credono e non crederebbero mai che sia stato il Presidente Putin ad ordinare l’omicidio. Non è nel suo stile ed è troppo intelligente per seguire a suo danno il gioco di Washington in questa maniera. Nemtsov non faceva paura a nessuno e quindi è assurdo e sciocco uccidere un politico a cui non rimane alcuna credibilità per trasformarlo in un istante in un «martire per la libertà, democrazia, diritti umani e civiltà». (2) (10) (11)
Anzitutto, per capire meglio quanto sia immonda la calunnia che rigurgita dai media occidentali, riporto la frase a caldo detta alla RIA Novosti da Irina Chakamada, co-fondatrice, insieme a Nemtsov, dell’Unione delle Forze di Destra. «È una provocazione, chiaramente non nell’interesse di Putin, ha lo scopo di invelenire la situazione«. Una esponente di primo piano dell’opposizione adoperò la stessa parola usata dal Cremlino: «Provocazione«.
Nemmeno i più fanatici avversari riuscirono credere che Putin, per uccidere un avversario ormai fra l’altro «politicamente già morto», l’abbia fatto fare in quel modo, fra i mille possibili modi che la ragion di stato può immaginare (avvelenamento, inoculazione di malattia, incidente d’auto, fino alla punta d’ombrello avvelenato con cui i servizi bulgari fecero uccidere il dissidente Markov riparato a Londra nel 1978, prova di un know how sovietico che non può essere perduto): non fosse per altro, perché la propaganda occidentale è riuscita a far credere di tutto del Presidente Putin, ma non che sia stupido.
Passarono alcune ore, ed emerse la linea: «anche se non è stato Putin, è comunque colpa sua. È il mandante morale.» Le prove? «Nemtsov era un nemico di Putin!» Affermazione buttata lì che da sola serviva ai media occidentali per giustificare le proprie ossessive affermazioni poiché Nemtsov non aveva nessun vero peso politico.
E ad affermare che Nemstov era una figura politica irrilevante fu addirittura il New York Times, il quale però vi trovò addirittura un motivo in più per la colpa al Presidente Putin. Scrisse il New York Times: «la cosa che fa più paura nell’assassinio di Nemtsov era che lui non faceva paura a nessuno, non poneva alcuna minaccia all’attuale leadership«.
Come denunciò fremente il Ministro degli Esteri svedese Margot Wallstrom, quella «esecuzione» è la prova del «regno del terrore di Putin per quanto riguarda la sicurezza, i diritti umani e la democrazia«.
Questo fu il tono generale dopo l’omicidio di Nemtsov: un vero e proprio linciaggio mediatico nei confronti del Presidente Putin che lascia basiti, per la sua spudoratezza. Addirittura, in modo ridicolo, il 27 febbraio 2017, il senatore statunitense Marco Rubio, ha presentato al Congresso degli Stati Uniti, un disegno di legge poi approvato che ha permesso di rinominare la strada di Washington dove si trova l’Ambasciata Russa, cambiando il nome, da «Winsconsin Avenue» in «Boris Nemtsov Plaza». Buffonata!
Immediatamente subito dopo la sua morte, quando le indagini non erano ancora addirittura iniziate, i governi dell’occidente, tutti in coro come anatre starnazzanti, chiedevano a gran voce indagini serie. Come accade per J.F. Kennedy per esempio. Oppure per la stragi di Portella della Ginestra, Piazza Fontana, piazza Loggia, Bologna, Ustica… e l’elenco potrebbe continuare.
Al termine delle indagini, il 7 marzo 2015, gli inquirenti ed i servizi segreti russi identificarono i responsabili dell’omicidio di Nemtsov, sequestrando loro un appartamento a Mosca, automobili, armi e telefoni cellulari. Il gruppo era composto da: Aslan Alkhanov, trovato morto suicida alla periferia di Mosca fin dalla notte dell’assassinio, Beslan Shavanov, morto per l’esplosione di una bomba a mano che deteneva nel tentativo di evitare l’arresto a Groznij (Cecenia), Anzor Gubashev, ex-agente di polizia ceceno arrestato nei dintorni di Mosca, Zaur Dadaev, dipendente del Ministero degli Interni Ceceno e veterano nella guerra contro i terroristi in Cecenia arrestato in Inguscezia, Shagid Gubashev, Ramzan Bakhaev e Timurlan Eskerkhanov arrestati in Cecenia. Zaur Dadaev confessò di aver ucciso Nemtsov ed a luglio del 2017 è stato condannato a 20 anni di carcere. Gli altri, sono stati condannati a pene comprese tra gli 11 ed i 19 anni. (3) (9) (12) (13)

Anzor Gubashev

Zaur Dadaev

Anzor Gubashev, Zaur Dadaev, Shagid Gubashev, Ramzan Bakhaev e Timurlan Eskerkhanov

Anzor Gubashev, Zaur Dadaev, Shagid Gubashev, Ramzan Bakhaev e Timurlan Eskerkhanov
Chi ideò l’assassinio? E, subito dopo, chi mise insieme la squadra e diede l’ordine dell’esecuzione? Gli inquirenti russi hanno informazioni di un incontro tra Aslan Alkhanov e uno dei più stretti collaboratori di Dmitrij Jarosh, capo di «Settore Destro» il partito ultranazionalista e nazista ucraino. Sanno che l’incontro è avvenuto a Kiev. Conoscono il nome dell’intermediario. Hanno informazioni che il denaro, abbondante, servito per pagare la squadra degli esecutori, proveniva da uno stato estero. In particolare gli inquirenti sono a conoscenza che il passaggio del denaro è avvenuto attraverso una delle compagnie private americane che gestiscono il grande business dei «contractors», cioè dei mercenari, presenti in numero consistente sia sul teatro di guerra del Donbass, sia nei servizi segreti e nell’esercito ucraino. Colpisce, e non appare secondaria, la circostanza che la squadra degli esecutori fosse tutta composta di ceceni. Che, in quanto cittadini russi ,potevano muoversi senza problemi, con un normale passaporto russo. Cosa molto utile ai fini della realizzazione del piano. Ma è singolare che alcuni di costoro facessero parte dell’entourage di Ramzan Kadyrov, presidente della Repubblica di Cecenia. Alcuni siti caucasici, e diversi commentatori anti-Cremlino, puntarono in questa direzione per interpretare l’assassinio di Nemtsov come la prova di uno scontro interno alla Russia. Così diventa evidente che uno dei compiti dell’operazione era non solo di far fuori Nemtsov (e provocare l’ondata di accuse internazionali contro il Presidente Putin) ma anche di mettere il Presidente Putin contro Kadyrov. Ma questo piano fallì e la nuvola fu immediatamente dissipata dal Presidente, che concesse a Kadyrov, con ostentazione studiata, un’importante onorificenza di stato. Non è escluso che fu lo stesso Kadyrov a fornire informazioni essenziali per l’individuazione e l’arresto dei colpevoli rifugiatisi in Cecenia e Inguscezia. (12)
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Boris Nemtsov
(2) Chi ha veramente ucciso Nemtsov
(3) Nemtsov
(4) Немцов
(5) Live journal
(6) новости
(7) Martirizzato
(8) Propaganda
(9) Omicidio
(10) Что известно о деле Бориса Немцова два года спустя
(11) False flag
(12) Giulietto Chiesa
(13) Assassini condannati
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