Molto è stato scritto sugli Eroi dell’Unione Sovietica. Tutti i russi sono orgogliosi dei propri gloriosi antenati, i quali non molto tempo fa, con il loro sangue, hanno scritto la storia. Se visti dal di fuori della Russia, questi eroi possono sembrare eroici cavalieri, persone rare dotate di capacità e coraggio eccezionali, ma se si fa uno sforzo e li si guarda da più vicino, si noterà che questi eroi altro non sono che normale rappresentanti del popolo russo. Questi eroi rappresentano semplicemente il popolo russo.
Questo articolo è dedicato ad un pilota militare russo, due volte Eroe dell’Unione Sovietica, il quale durante la Grande Guerra Patriottica effettuò 234 missioni di combattimento abbattendo 33 aerei tedeschi.
Boris Feoktistovič Safonov nacque da una famiglia di contadini, il 28 agosto 1915 in un villaggio nella regione di Tula.
Da bambino il suo passatempo preferito era far volare gli aquiloni nel cielo.1
Dopo essersi diplomato, nel 1931 si iscrisse ad un aeroclub. Il suo istruttore di volo fu Valentina Stepanovna Grizodubova, la quale in seguito divenne una famosa aviatrice, Eroe dell’Unione Sovietica. In tutti gli esami ed i test di volo, Safonov risultò sempre il migliore del suo gruppo.1
Nel 1933 fu arruolato nell’Armata Rossa. Dopo essersi diplomato alla 1° Scuola dei Piloti Militari nel 1934, fu dislocato nel distretto militare bielorusso. Era un pilota ordinario ed istruttore di paracadutismo per piloti militari.1
Nel 1940, su sua richiesta personale, Safonov fu assegnato all’aeronautica della Flotta del Nord.
All’inizio della Grande Guerra Patriottica, Safonov ed i suoi compagni iniziarono a volare su aerei I-16, degli aerei obsoleti ed inadeguati al confronto con gli aerei tedeschi. Pur pilotando questo vecchio tipo di aerei, Safonov effettuò 109 missioni di combattimento ed inspiegabilmente riuscì ad abbattere 17 aerei tedeschi.
Sul lato sinistro della fusoliera del suo I-16, Safonov aveva scritto a grandi lettere «Per Stalin!» mentre sul lato destro aveva scritto «Morte ai nazisti!». Uno degli aerei su cui combatté Safonov è conservato nel Museo Navale di San Pietroburgo.1
La sera del 24 giugno 1941, Safonov decollò con il suo I-16 per intercettare un bombardiere bimotore tedesco Junkers Ju-88. Dopo un lungo inseguimento, nell’oscurità Safonov intercettò il bombardiere tedesco e lo abbatté. Questo è un episodio storico: infatti questo fu il primo aereo tedesco abbattuto dai piloti dell’aviazione della Flotta del Nord. Tre giorni dopo, il 27 giugno 1941 Safonov ottenne un secondo successo: questa volta la sua vittima fu un aereo da ricognizione tedesco Henschel Hs 126.1
Il 7 luglio 1941, Safonov alla testa di nove vecchi aerei I-16 difese la base navale Polarnoe dall’attacco di un gruppo di bombardieri tedeschi Junkers Ju-87 (conosciuti anche come «Stuka») scortati da aerei da caccia Messerschmitt Bf 109. I piloti sovietici, capeggiati da Safonov, attaccarono gli aerei tedeschi ed abbatterono 4 bombardieri Ju-87. Gli aerei tedeschi si ritirarono annullando la loro missione ma furono inseguiti da Safonov e dagli altri piloti sovietici, i quali abbatterono altri 3 bombardieri Ju-87. Nonostante la scorta di cui godevano i bombardieri tedeschi, tutti i piloti sovietici che parteciparono a questa missione tornarono sani e salvi alla propria base.1
Il 14 luglio 1941, Boris Feoktistovič Safonov ricevette il primo Ordine della Bandiera Rossa. Entro il 28 agosto 1941, effettuò 130 sortite missioni di combattimento, condusse 32 battaglie aeree ed abbatté 11 aerei tedeschi. Il 15 settembre 1941 durante alcune battaglie aeree, Safonov abbatté 3 aerei tedeschi.
Il 16 settembre 1941, per l’eroismo e il coraggio mostrati nelle battaglie, il capitano Safonov fu insignito del titolo Eroe dell’Unione Sovietica.1
Boris Feoktistovič Safonov divenne presto noto non solo nella Flotta del Nord, ma presso tutte le unità militari dell’Armata Rossa. Nonostante ciò rimase sempre una persona sorprendentemente modesta. Mai menzionando le sue vittorie personali, ha sempre sottolineato i meriti dei suoi compagni d’armi.1
Il 31 dicembre 1941, nella zona dell’Isola di Kildin, Safonov intercettò un bombardiere bimotore Heinkel 111 che trasportava un ufficiale dei servizi segreti tedeschi. Safonov cercò di non abbattere l’aereo per far catturare l’ufficiale dei servizi segreti. Fu così abile da sparare danneggiando irrimediabilmente un motore che prese immediatamente fuoco. Il bombardiere tedesco fu avvolto dal fumo ed il suo pilota per evitare lo spargimento delle fiamme operò un atterraggio di fortuna. Fu così che l’equipaggio dell’aereo tedesco, compreso l’ufficiale dei servi segreti, fu catturato dai soldati dell’Armata Rossa.1
Nell’autunno del 1941, Safonov affrontò un famoso asso dell’aviazione tedesca, che i piloti sovietici chiamavano «rosso», in quanto sulla fusoliera del suo Messerschmitt Bf 109 vi era disegnato un grosso cane rosso con un con una stella rossa in bocca. Il pilota dell’aereo tedesco era un tipo arrogante, era il terrore di molti piloti della Flotta del Baltico, ma quando incontrò Safonov cercò di evitare il combattimento uno contro uno ed abilmente riuscì a fuggire.1
Safonov era infastidito dal fatto di non aver potuto ingaggiare un duello aereo con il famoso pilota tedesco e temeva che l’occasione appena avuta non si sarebbe più ripresentata. Invece si ripresentò! Al ritorno da una missione solitaria, Safonov incontrò nuovamente il pilota tedesco, anche lui in volo solitario. Questa volta Safonov fece di tutto per impedirgli di fuggire ed imporgli il duello aereo. Nelle prime manovre operate dal nemico, Safonov si rese conto che avrebbe dovuto misurarsi con un pilota molto esperto. Nel duello il pilota nazista, al fine di scegliere posizioni vantaggiose per l’attacco, eseguì complesse figure acrobatiche. Ma dopo un paio di minuti, il tedesco si rese conto che era impossibile braccare Safonov, il quale abilmente era riuscito a posizionarsi alla coda dell’aereo tedesco, attendendo il momento esatto di colpire con precisione. E questo momento arrivò: Safonov sparò contro il Messerschmitt Bf 109 e l’aereo tedesco iniziò a prendere fuoco. Il pilota tedesco abbandonò l’aereo in fiamme e si lanciò con il paracadute, atterrando nei pressi di una postazione contraerea sovietica. Il pilota tedesco fu fatto prigioniero e risultò essere il famoso asso della Luftwaffe «Willy Frenger». Questo pilota aveva al suo attivo più di 900 missioni di combattimento e 36 aerei sovietici abbattuti più molti altri aerei britannici abbattuti nel Canale della Manica. Appena fu catturato, i soldati dell’Armata Rossa strapparono dalla sua uniforme tutte le onorificenze militari, comprese 2 croci di ferro.1
Nel settembre 1941, alcuni piloti militari britannici, nell’attuazione di un programma di cooperazione e sinergia con i piloti sovietici della Flotta del Nord (Operazione Benedetta), furono per un po’ di tempo ospitati nell’aerodromo dove si trovava lo squadrone di Safonov. I piloti britannici donarono due aerei Hawker Hurricane ai piloti sovietici. Così Safonov fu il primo nella Flotta del Baltico a volare sull’aereo inglese. Dopo 10 giorni, altri aerei Hawker Hurricane furono consegnati ad altri piloti dello squadrone comandato da Safonov.1
Uno dei piloti britannici, Charleston Howe, rientrato in patria, definì Boris Feoktistovič Safonov «il più grande pilota dei nostri tempi«.1
Poco dopo, le unità militari della Flotta del Nord ricevettero un altro lotto di aerei Hawker Hurricane. Ma gli aerei britannici non erano più nuovi, avevano motori pesantemente usurati ed erano senza filtri dell’aria. Quest’ultima circostanza fu particolarmente grave in primavera, quando i campi d’aviazione sovietici, senza più neve ma con abbondanti polveri di sabbia, divennero un vero problema per gli Hawker Hurricane. Fu così che gli aerei britannici donati rimasero inattivi ed in attesa di riparazioni o sostituzione dei motori.1
Gli Stati Uniti allora fornirono ai piloti sovietici dei cacciabombardieri Kittyhawks (Curtiss P-40), i quali però non si dimostrarono migliori. Infatti questi cacciabombardieri statunitensi non dimostrarono mai di essere aerei affidabili.2 Questi aerei erano dotati di un armamento abbastanza buono e di una stazione radio, ma risultarono del tutto inadeguati per l’uso in condizioni invernali, figuriamoci quindi nell’inverno russo. Anche l’affidabilità della centrale radio lasciò molto a desiderare. Ma soprattutto i motori dei Kittyhawks spesso non riuscivano a resistere alla modalità di funzionamento forzata. I piloti, scherzando, chiamavano questi aerei inaffidabili «il miracolo dell’aviazione senza motore«.1
Dall’ottobre 1941, Safonov assunse il comando del 78 ° Reggimento dell’Aviazione da Combattimento della Flotta del Nord. Dopo aver dimostrato eccellenti capacità organizzative, la capacità di addestrare ed educare i giovani piloti, ricevette il grado di maggiore. Il 22 dicembre 1942, Safonov ottenne il secondo Ordine della Bandiera Rossa e il 22 gennaio 1942, il terzo. Il 19 marzo 1942, Safonov fu insignito del più alto riconoscimento di aviazione britannica (RAF), l’Ordine «D — EH — C» (Big Silver Cross).1
Nella seconda metà del marzo 1942, il tenente colonnello Safonov fu nominato comandante del 2° Reggimento di Aviazione da Combattimento della Guardia e cominciò a volare meno. Molto tempo fu portato via dalle attività di comando, dagli affari organizzativi ed economici. Alla fine di marzo 1942, condusse una delle poche battaglia che effettuava in quel periodo e nella quale riuscì da solo ad abbattere due aerei da caccia Messerschmitt Bf 109.1
L’11 aprile 1942, in un’altra battaglia aerea svoltasi 70 km a nord di Murmansk, Safonov abbatté un bombardiere tedesco Ju-88.1
Il 30 maggio 1942, Boris Feoktistovič Safonov effettuò la sua ultima missione di combattimento, per scortare un convoglio anglo-americano che si stava dirigendo verso Murmansk. In volo, tre piloti sovietici, tra i quali Safonov, al comando di altrettanti tre «Kittyhawks», si imbatterono in un convoglio di 6 bombardieri nemici. Safonov abbatté 3 aerei tedeschi ma lui stesso morì in questa battaglia.1
Fu il primo degli assi dell’aviazione sovietica il quale già nel maggio 1942 aveva abbattuto 33 aerei nemici.
La causa della morte del coraggioso pilota rimane ancora un mistero. In molte pubblicazioni sono citate versioni diverse: un attacco improvviso di un caccia nemico, un mitragliere da uno degli Junkers e un guasto al motore del suo Kittyhawk. La versione ufficiale è l’ultima e l’inaffidabilità dei motori di questi velivoli è già stata descritta qualche riga sopra. Tuttavia, forse l’abbattimento da parte di un caccia nemico è la versione più attendibile. Infatti vorrei richiamare l’attenzione sulle memorie di Leonid Ivanovič Rodionov, un ex guardiamarina della Flotta del Nord, il quale essendo sul ponte di una nave, ha assistito alla morte Safonov: «Alla radio, Safonov ha detto: «Ne ha abbattuto uno!». Dopo un po’: «Ho abbattuto il secondo!». E improvvisamente: «Ho buttato giù il terzo però mi hanno abbattuto sto andando in picchiata in mare». Era chiaramente visibile, mentre il suo aereo precipitava in mare«.1
L’aereo di Safonov si inabissò nel freddo Mare del Nord ed il suo corpo non fu mai ritrovato. Il 16 giugno 1942 Safonov ricevette il secondo titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Fu il primo ad essere insignito per 2 volte del titolo Eroe dell’Unione Sovietica.1
In sua memoria un busto è stato posto nella città di Severomorsk, a Murmansk, Plavsk e sull’autostrada federale Mosca-Crimea.
In suo onore, sono state dedicate strade e piazze dalle seguenti città: Vladivostok, Nižnij Novgorod, Krasnodar, Severomorsk, Murmansk, Samara, Zapoljarnj, Tula.
Le poste dell’Unione Sovietica avevano già dedicato un francobollo alla memoria di Safonov. Successivamente, nel 2015, le Poste della Federazione Russa hanno emesso un francobollo ed una busta postale dedicati alla sua memoria.
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Сафонов Борис Феоктистович
(2) AA. VV., L’atlas des avions de la deuxième guerre mondiale, Editions Atlas, 2005, p. 121
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