Oggi andiamo in Guatemala. Per quale motivo? Cosa c’entra con la Russia?
Ebbene, analizzare i fatti del passato, omessi dai libri di testo di storia adottati nelle scuole occidentali, risulta utile per comprendere come il controllo dell’informazione prima e della memoria poi, siano fondamentali per convincere le proprie opinioni pubbliche che certi crimini contro l’umanità, certe guerre ed aggressioni, certi colpi di Stato e rivoluzioni colorate siano necessarie. Risulta altresì utile per ricordare che le elezioni in giro per il mondo, sono democratiche solo quando gli esiti sono graditi ai Paesi occidentali.
Ma approfondire i fatti del passato ci è utile anche per comprendere quanto sia ipocrita il processo mediatico e non, instaurato sul presunto «Russiagate». La Russia non ha mai influenzato le elezioni degli Stati Uniti, mentre questi ultimi hanno influenzato quelle russe durante l’era Eltsin e tra le altre, come vedremo in questo articolo, anche quelle del Guatemala.
Infine, in questi giorni siamo immersi in un’accelerazione della propaganda contro la Russia, che va dal caso Skripal alle accuse di utilizzo di armi chimiche rivolte a Bashar al-Assad. Ognuna di queste accuse è fondata su prove false, ma analizzando i fatti del passato sappiamo che questa non è una novità. Già alcuni articoli abbiamo scritto a proposito di queste manipolazioni ed altri ne scriveremo, ma in questo articolo ci soffermeremo su quanto accaduto nel 1954 in Guatemala. In fondo, historia magistra vitae.
Veniamo al dunque! Una caratteristica delle operazioni segrete in America Latina dopo la seconda guerra mondiale fu, appunto, proprio quella delle prove inventate. Gli anni 1953 -1954 videro l’avvio da parte dell’amministrazione statunitense della politica delle operazioni sotterranee svolte dalla CIA miranti a destabilizzare i governi dei Paesi considerati non favorevoli a Washington ed il tentativo di instaurare al loro posto regimi compiacenti che favorissero la penetrazione economica delle imprese americane ed offrissero appoggio e collaborazione militare in funzione antisovietica.1
Nel 1954, ad esempio, tali «prove» furono indispensabili per il colpo di stato in Guatemala del giugno 1954 che rovesciò il legittimo governo eletto democraticamente tre anni prima e guidato da Jacobo Arbenz Guzmàn.2
Ricostruiamo brevemente la storia recente del Guatemala. Negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale il Guatemala, sotto la presidenza di Jorge Ubico, un grande ammiratore di Napoleone Bonaparte, conobbe un periodo di riorganizzazione e modernizzazione dell’amministrazione, di lavori pubblici e di apertura ai capitali esteri.1

Jorge Ubico
Lo sviluppo economico, derivato dalla modernizzazione del Paese, procurò però vantaggi sopratutto per la classe dei grandi proprietari terrieri, suscitando il malcontento nella classe media. Alcune azioni di governo del Presidente Ubico mirarono comunque a migliorare le condizioni di vita degli indios e delle classi più modeste della popolazione: ad esempio fu abolita la pratica della riduzione in schiavitù per debiti, fu resa possibile la libera circolazione degli indios e migliorarono le strutture sanitarie del paese. Per risollevare il Guatemala dalla depressione economica Ubico aprì il Paese al capitale statunitense e, durante la sua presidenza, la United Fruit Company divenne la compagnia più importante del Guatemala.1
Questa società fondata a Boston, detentrice tra l’altro del marchio «Chiquita», ricevette particolari facilitazioni dal governo di Ubico, quali: esenzioni dalle tasse sulla proprietà e sulle esportazioni, controllo delle strade, delle linee ferroviarie, dei porti e delle centrali elettriche del Guatemala.1
Alla fine del 1944, un colpo di Stato congiunto attuato da studenti, contadini e militari, rovesciò il governo di Jorge Ubico sostenuto dagli Stati Uniti e soprattutto dalla potente compagnia multinazionale della United Fruit.1 2 Il potere fu brevemente amministrato da una giunta militare che immediatamente organizzò delle libere elezioni. Con l’85% dei voti fu eletto il professor Juan Jose Arévalo che, all’inizio del 1945, assunse il titolo di 24° Presidente del Guatemala.

Juan Jose Arévalo
Arèvalo era un educatore ed un saggista. Durante i 14 anni della presidenza Ubico, aveva vissuto in esilio in Argentina, insegnando filosofia all’Università di Tucumán, ma era già molto noto in patria per il successo dei suoi libri di pedagogia, di politica e di filosofia.1 Durante gli anni della sua presidenza, Juan Josè Arèvalo attuò un programma di riforme basato sulla ridistribuzione delle terre.
Alle elezioni presidenziali del marzo 1951, si candidò l’allora Ministro della Difesa del governo Arèvalo, l’ex colonnello e professore universitario di storia Jacobo Arbenz Guzmàn, figlio di un emigrato svizzero.

Jacobo Arbenz Guzmàn
Arben presentò un programma fondato sull’indipendenza economica del Guatemala dagli Stati Uniti. Arbenz venne eletto ottenendo il 60% dei voti trovando soprattutto sostegno tra le classi meno abbienti del Paese. La riforma principale che Arbenz intendeva portare avanti fu quella agraria, già avviata dal suo predecessore senza troppi successi.2 La sua riforma agraria, attuata con una legge denominata «Decreto 900», prevedeva anche l’espropriazione dei terreni del 64% (156.000 ettari) alla compagnia United Fruit, distribuendola a circa 138.000 famiglie alle quali veniva assicurata assistenza tecnica e accesso al credito bancario.1 Ciò condusse immediatamente ad uno scontro con la United Fruit Company la quale intendeva mantenere intatti i propri privilegi.
Occorre ricordare che, in base alla legge internazionale, un giusto compenso deve essere corrisposto per tutte le proprietà straniere che vengono nazionalizzate. Arbenz pensò che un giusto compenso potesse essere calcolato in 600.000 dollari, basandosi sul valore sottostimato dei terreni che la stessa compagnia aveva dichiarato a suo tempo, quando li aveva acquisiti all’epoca in cui governava il dittatore Ubico. La United Fruit era ricorsa a questo sotterfugio a fini fiscali allo scopo di non pagare troppe tasse.
Negli anni di governo Arbenz furono attuate anche altre riforme quale quella del lavoro e dello stato sociale, la riforma scolastica e la riforma sanitaria. Si era proceduto alla costruzione di strade, fino a quel momento di competenza della United Fruit Company, che deteneva il monopolio su tutti i trasporti del Paese ed alla costruzione di un nuovo porto che non fosse, come gli altri esistenti, di proprietà della stessa United Fruit.
All’epoca tra gli amministratori della United Fruit Company figuravano, tra glia altri, i due fratelli, Foster e Allen, Dulles: il primo era Segretario di Stato, l’altro capo della CIA.

I fratelli Dulles

Foster Dulles — Segretario di Stato degli Stati Uniti

Allen Dulles — Capo della CIA
Foster Dulles in qualità di responsabile della politica estera di Washington lanciò un incredibile campagna di disinformazione accusando falsamente Arbenz di avere tendenze comuniste, di essere sostenuto dall’Unione Sovietica e che voleva minacciare la civiltà occidentale.
Mentre il Segretario di Stato Foster Dulles alimentava la grancassa mediatica contro il governo regolarmente eletto di Arbenz, suo fratello Allen Dulles in qualità di capo della CIA, iniziò a fabbricare finte prove di legami con l’Unione Sovietica ed i Paesi del Patto di Varsavia e procedette ad organizzare un’organizzazione mercenaria in vista di un colpo di Stato, avvalendosi dell’aiuto e della complicità del governo dell’Honduras. I 400 mercenari si autoproclamarono come «Esercito di Liberazione del Guatemala». Al comando di questo gruppo di mercenari fu posto il colonnello Carlos Castillo Armas, legato alla International Railways of Central America, filiale della United Fruit.2 E’ sempre la stessa storia, la CIA ha armato gente del posto facendogli fare il lavoro sporco.3

Carlos Castillo Armas (in primo piano)
Nel frattempo gli Sati Uniti applicarono l’embargo sulla vendita di armi al Guatemala e di conseguenza il governo guatemalteco si rifornì di armi dalla Cecoslovacchia. Così, il fatto che le armi fossero state acquistate da un Paese oltrecortina fu prontamente sfruttato, dall’organizzazione propagandistica messa in atto dalla CIA, per accusare il governo del Guatemala di connivenza con l’Unione Sovietica.3
Per giustificare l’invasione, poco dopo, sfruttando l’eco che aveva avuto l’arrivo di armi cecoslovacche fu architettata dalla CIA una nuova operazione di propaganda. Fu fatta circolare la notizia falsa secondo la quale alcuni pescatori nicaraguegni avevano visto un sommergibile sovietico. Venne realizzato un fotomontaggio che riguardava un vero sommergibile sovietico e la notizia e le «prove» dell’avvistamento furono date il 28 aprile alla stampa nicaraguegna. Lungo una spiaggia un gruppo di agenti CIA aveva provveduto intanto a seppellire una cassa con 40 fucili fabbricati in Unione Sovietica ed il 7 maggio fu convocata la stampa per far constatare il carico di armi sovietiche scoperto e comunicarlo all’opinione pubblica.1 Washington affermò che le armi, appartenevano ad Arbenz, il quale «si stava organizzando per rovesciare il Governo del Nicaragua«.3
Ma nulla poteva concretizzarsi finché Arbenz continuava a godere di un forte sostegno popolare in Guatemala. Così, come afferma Paul Craig Roberts, economista statunitense ed Assistente Segretario de Tesoro durante l’amministrazione Reagan, i fratelli Dulles organizzarono una rivolta popolare coinvolgendo il cardinale Spellman, il quale ordinò all’arcivescovo Mariano Rossell y Arellano di far leggere il 9 aprile 1954, una lettera pastorale in tutte le chiese del Guatemala. La lettera pastorale che faceva apparire Arbenz come un pericoloso comunista, nemico di tutti i guatemaltechi, fu un vero capolavoro di propaganda.4

Arcivescovo Mariano Rossell y Arellano
A giugno del 1954 iniziarono i bombardamenti su Puerto Barrios e Puerto San Josè. Era iniziata quella che venne ribattezzata come «Operation Diablo»: il 19 giugno 1954 le prime bande mercenarie dell’Esercito di Liberazione del Guatemala, agli ordini di Carlos Castillo Armas passarono la frontiera dall’Honduras mentre aerei militari privi di insegne cominciarono a colpire i principali edifici governativi e i quartieri popolari della capitale. Il piano inoltre prevedeva la radiodiffusione di notizie false, mandate in onda da un’emittente clandestina, «La Voz de la Liberaciòn», creata dal funzionario della CIA David Philips e con sede a Miami, che servirono ad aumentare il caos e la confusione tra la popolazione civile.1 2
Il governo Arbenz si rivolse inutilmente alle Nazioni Unite dove gli Stati Uniti bloccavano qualunque risoluzione venisse presa in seno al Consiglio di Sicurezza sostenendo che si trattava di «faccende interne» del Guatemala. Nel frattempo a Guatemala City, l’ambasciatore statunitense John E. Peurifoy, proponeva la costituzione di un nuovo esecutivo immediatamente affidato al colonnello Carlos Castillo Armas. Ai combattimenti per la difesa della capitale guatemalteca, partecipò anche un giovanissimo ed appena laureato medico argentino; il suo nome era Ernesto Guevara de La Serna che il mondo imparerà a conoscere qualche anno più tardi con il nome di battaglia di «Che» Guevara.

Ernesto Guevara («Che» Guevara)
Il Presidente legittimamente eletto, Arbenz Guzmàn, rassegnò le dimissioni il 27 giugno 1954 abbandonando il Paese ed esiliando prima a Cuba e poi in Messico.2
Come afferma Paul Craig Roberts nel suo articolo «Washington’s Secret Agendas», pubblicato sul sito «www.informationclearinghouse.info», il Presidente Eisenhower ringraziò la CIA per aver scongiurato che «una testa di ponte comunista sbarcasse nel nostro emisfero» ed il Segretario di Stato John Foster Dulles fece un discorso alla radio e alla TV nazionale in cui dichiarava, nonostante fosse del tutto falso, che gli eventi in Guatemala «avevano ben espresso gli scopi malvagi del Cremlino«.
Quello che invece era realmente accaduto era che un governo democratico e riformista fu rovesciato perché aveva espropriato delle terre possedute dalla United Fruit Company, indennizzandole in base al valore delle terre dichiarato dalla società sulle sue dichiarazioni dei redditi. I fratelli Dulles quindi, usarono semplicemente le risorse della CIA, quelle del Dipartimento di Stato e quelle dei media statunitensi per tutelare i loro propri interessi privati.3 4
Negli anni successivi, l’ex Presidente Arbenz morì in Messico nel gennaio del 1971 in circostanze misteriose. Infatti il suo corpo venne trovato esanime nel bagno della sua abitazione ed il suo decesso fu attribuito alle ustioni causate dall’acqua troppo calda.
Di riforme agrarie, espropriazioni di terreni e nazionalizzazioni da allora in Guatemala non si parlò più. La repressione nel Paese fu particolarmente cruenta e causò la morte di centinaia di migliaia di guatemaltechi.2
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Guatemala
(2) Colpo di Stato
(3) Nick Cullather, Secret History: The CIA’s Classified Account of Its Operations in Guatemala, 152-1954, Stanford University Press, Stanford 2006.
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