Vivaldi fu un violinista e compositore veneziano, nacque a Venezia nel 1675 o nel 1678. Tuttavia non se ne conosce l’anno di nascita che si presuppone sia il 1655, ma potrebbe essere nato anche nel ’56 o nel ’57 poiché la sua età è indicata in 70 anni in un elenco di membri dell'»arte dei sonadori» di Venezia datato 1727. Di famiglia oriunda, genovese trapiantatasi a Venezia, fu figlio di Giovanni Battista Vivaldi, un famoso violinista della Cappella di S. Marco.
Iniziò gli studi musicali con il padre e in seguito li proseguì con il famoso Maestro Antonio Legrenzi, organista presso la Basilica di San Marco.
Alla formazione musicale, affiancò studi ecclesiastici e nel 1703 fu ordinato sacerdote. Era chiamato il «prete rosso» per il colore dei suoi capelli. Tuttavia, nel 1704 ottenne l’esonero dell’obbligo della messa, adducendo quale protesto la gravità dell’asma bronchiale di cui soffriva.
Nello stesso anno divenne insegnante presso l’Ospedale della Pietà, una istituzione di carità destinata all’istruzione musicale di fanciulle orfane «conservatorio femminile», dove assunse anche l’incarico di organizzatore di concerti e dove compose la maggior parte delle sue cantate e delle musiche sacre. Vivaldi mantenne questo incarico per tutta la vita fino al 1740. Questi furono anni di grande prestigio per la Pietà, grazie ai prestigiosi concerti che si tenevano ogni domenica presso la Chiesa della Pietà, eseguiti dal coro e dall’orchestra delle giovani allieve, che richiamavano un pubblico raffinato e competente.
Nel 1713 fu rappresentata a Vicenza l’opera teatrale «Ottone in Villa», che riscosse grande successo. Da quel momento, il teatro costituì per Vivaldi un motivo di grande prestigio e di grande impegno, in quanto assumeva spesso anche la funzione di impresario nell’allestimento dei suoi lavori. Per questo motivo interruppe per ben due volte il rapporto con la Pietà.
Vivaldi, al contrario di quasi tutti i musicisti italiani contemporanei, visse tutta la sua vita in Italia, ad eccezione di due viaggi ad Amsterdam e a Vienna. Si recò ad Amsterdam nel 1740 in occasione del bicentenario del teatro. In questa occasione ebbe l’opportunità di comprendere quanto grande fosse la sua fama in tutta Europa, fama che gli derivava non tanto dalle composizioni sacre e teatrali, ma dai suoi concerti. Ad Amsterdam, infatti, ne furono pubblicate numerose raccolte, quali ad esempio: «L’estro armonico» (1711), «Il cimento dell’armonia e dell’invenzione» (1725), e a quest’ultima appartengono i celeberrimi concerti detti «Le quattro stagioni».
Un secondo viaggio lo condusse nel 1741 a Vienna dove trovò oscura morte.
Nell’arco della sua vita, Vivaldi compose 46 opere teatrali. Molte di esse furono rappresentate la prima volta a Venezia al teatro S. Moisè, mentre alcune sono state riprese più recentemente: Il Giustino, Orlando, La fida ninfa.
Per quanto riguarda la musica sacra scrisse 45 composizioni. Tra le più note ricordiamo un Gloria, un Credo, uno Stabat Mater (su libretto di Jacopone da Todi) e un Magnificat; numerosi mottetti; un oratorio su testo latino, Juditha triunphans, scritto per le ragazze della Pietà, dove fu eseguito nel 1716.
Invece per quanto riguarda la musica strumentale di Vivaldi è la parte della sua produzione che gli portò la fama presso i contemporanei ed è quella per la quale è maggiormente ricordato. Ci rimangono 75 sonate a tre o a solo, 23 sinfonie e circa 450 concerti. Solo una parte di questi lavori fu stampata mentre era in vita: circa 40 sonate e 100 concerti. Fra le principali raccolte vi sono: «L’estro armonico», «Il cimento dell’armonia e dell’invenzione», «La cetra», concerti per violini, archi e clavicembali. I primi 4 concerti di questa raccolta sono universalmente conosciuti con i nomi delle «4 stagioni» (1725).
La musica strumentale di Vivaldi è suddivisa in tre ampi generi: la sonata, il concerto e la sinfonia. Secondo il catalogo del Ryom, escludendo le composizioni perdute e quelle pervenute incomplete, arriviamo a un totale di 90 sonate, 478 concerti e 14 sinfonie.
La maggior parte delle sonate furono scritte con ogni probabilità non singolarmente, come i concerti per la Pietà, ma a gruppi e destinate non ad istituzioni ma a mecenati privati. Non è escluso che le dodici Suonate da camera a tre op.1 del 1705, in cui il violoncello e il clavicembalo son indicati come strumenti intercambiabili piuttosto che complementari, siano le più antiche fra le composizioni di Vivaldi che ci siano pervenute.
Chiudiamo l’articolo con l’esibizione di «Le quattro stagioni», realizzata dalla violinista moldava Aleksandra Conunova e dall’Orchestra internazionale di Ginevra.
Luca D’Agostini
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Fonti
Michael Talbot, Vivaldi Antonio, in Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti (DEUMM). Le biografie, VIII, Torino, UTET, 1988 rist.1992, pp. 271-274
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