La costruzione dell’Ammiragliato iniziò con il decreto di Pietro il Grande sulla riva della Neva, il 5 novembre 1704.
L’Ammiragliato fu costruito non solo come un cantiere navale per la produzione di navi, ma anche come una fortezza a scopo difensivo. Pietroburgo infatti nacque sotto le condizioni della Guerra del Nord, e l’Ammiragliato, così come la Fortezza di Pietro e Paolo servivano a proteggere i territori liberati dall’occupazione svedese. Lo stesso Pietro il Grande stava cercando un posto per un nuovo cantiere navale ed insieme al principe Aleksandr Danilovič Menšikov trascorse una settimana in barca, facendo il giro di tutte le baie del delta della Neva. Il posto fu scelto in diagonale dall’Isola delle lepri e di fronte a Vasilevskij. La costruzione durò solo un anno ed il 29 aprile 1706 fu varata la prima nave da 18 cannoni.
Pietro il Grande partecipò personalmente alla progettazione del progetto dell’Ammiragliato. In onore dell’imperatore Pietro il Grande, la base centrale dell’edificio rappresenta una gigantesca lettera «П» (la lettera «P» nell’alfabeto cirillico), di fronte alla quale vi è un ampio cortile affacciato sulla Neva.
Il cantiere navale e la fortezza furono costruiti secondo tutte le regole di fortificazione di quel tempo. Rimesse per le barche, officine, fienili, fucine e altri edifici destinati alla costruzione navale erano circondati da un alto muro di terra con cinque bastioni. Su ogni singolo bastione erano installati cannoni navali. Un canale trasversale fu posizionato nel mezzo del cortile, per consentire l’accesso alle navi.
Un fossato asciutto fu scavato intorno ai bastioni. Un ponte levatoio fu gettato attraverso il fossato fino al cancello d’ingresso.
Nel 1722, la Russia aveva una delle flotte più forti in Europa. Quasi tutte le navi furono negli stabilimenti dell’Ammiragliato di San Pietroburgo. Addirittura l’imperatore Pietro il Grande prese parte alla progettazione di navi, oltre a lavorare personalmente nel cantiere navale nella posizione di capo maestro, ricevendo uno stipendio adeguato alla sua mansione.
L’Ammiragliato non solo svolse le funzioni di una fortezza e di un cantiere navale, ma svolse anche il ruolo di un posto di guardia di frontiera. Qui le navi che passavano lungo la Neva venivano registrate in un apposito registro. Venivano registrati i nomi delle navi, i nomi dei comandanti ed i carichi che trasportavano.
All’interno dell’Ammiragliato esisteva una scuola, dove i futuri costruttori navali e le più alte autorità navali incrementavano il loro livello culturale.
La costruzione della guglia dell’Ammiragliato fu affidata al maestro olandese dei tetti Hermann van Boles, il quale poco prima aveva costruito la guglia della cattedrale di Pietro e Paolo. L’architettura russa prima del tempo di Pietro non conosceva le guglie. Le guglie erano comuni nell’architettura dell’Inghilterra e in Olanda. Pietro il Grande aveva studiato in Olanda e questo fu uno dei tanti elementi che importò da quel Paese.
La torre dove si trovava l’ufficio dell’imperatore era decorata con colonne di legno e quattro figure di aquila bicipite.
Durante il regno di Anna Ioanovna, l’Ammiragliato fu ricostruito in pietra secondo il progetto dell’architetto Korobov. Fu costruita anche una base in pietra della torre. Al centro della torre era disposto un passaggio ad arco con due finestre ai lati e agli angoli. La torre fu completata da una cupola ottagonale con un orologio circolare su quattro lati. Sotto la guglia c’era un campana d’allarme.
Dalla cupola ottagonale si innalzava la guglia, sormontata, come prima, da una mela, una corona e una nave a tre alberi.
Un colpo di cannone, che annunciava l’arrivo di mezzogiorno, veniva sparato quotidianamente nel cortile dell’Ammiragliato.
Fino alla fine del XVIII secolo, l’aspetto dell’Ammiragliato non cambiò più, ma cambiamenti significativi avvenivano nello spazio urbano circostante. Fu costruito il Palazzo d’Inverno, iniziò la formazione della Piazza del Senato, dove nel 1782 fu eretto un monumento a Pietro il Grande, la Prospettiva Nevskij fu trasformata in un’elegante strada cittadina. L’Ammiragliato con i suoi edifici statali, circondato da un pozzo e da un fossato, non si adattava all’ambiente urbano della nuova capitale.
Nel 1783 si verificò un forte incendio nell’Ammiragliato e Caterina II ordinò che l’intero complesso del cantiere navale venisse trasferito a Kronstadt e l’edificio dell’Ammiragliato fu adattato per il Senato e il Sinodo.
Ma per dieci anni solo la fabbrica di funi venne trasferita a Kronstadt. Tale lentezza era dovuta al fatto che il tesoro era esaurito dalle guerre ed il Consiglio dell’Ammiragliato era contro il trasferimento e lo stava ritardando in ogni modo.
Verso la fine del XVIII secolo, l’Ammiragliato perse le sue funzioni di fortezza e Paolo I cercò di conferire all’edificio un aspetto più cerimoniale, corrispondente alla sua posizione centrale. La Piazza dell’Ammiragliato si trasformò in un luogo di esercitazioni di soldati.
All’inizio del XIX secolo, il classicismo in architettura raggiunse il punto più alto di sviluppo, gli architetti che furono incaricati della ricostruzione del centro città capirono che la costruzione del cantiere navale, aveva bisogno di un aspetto più elegante. Inoltre, il nuovo imperatore, Alessandro I, non desiderava avere un’impresa di costruzioni navali con riserve e depositi di legname vicino alla sua residenza.
L’architetto Zacharov fu incaricato di preparare il progetto per la ricostruzione dell’Ammiragliato. Zacharov non doveva solo modificare le facciate, ma anche riqualificare gli interni. Il cantiere navale aveva bisogno di essere ricostruito, inoltre, erano necessari nuovi locali spaziosi per il nuovo Ministero della Marina Militare.
Zacharov non visse per veder finire i lavori di ristrutturazione. Il talentuoso architetto morì il 27 agosto 1811.
La guerra patriottica del 1812-1814 rallentò in modo significativo il lavoro di ricostruzione dell’Ammiragliato e la ristrutturazione fu completata solo nel 1823.
L’architettura e le sculture rivelano lo scopo dell’edificio e glorificano la potenza marina della Russia. Il centro dell’edificio è composto dalla torre centrale, che supporta la guglia. Sopra l’arco d’ingresso, in rilievo è scritto: «Sede dell’Ammiragliato in Russia». Il rilievo raffigura il dio del mare, Nettuno con le sembianze di Pietro il Grande che tiene tridente, simbolo di autorità sul mare. Poi vi è l’immagine di una giovane donna con una cornucopia in mano. Una nave tra le onde issa la bandiera russa, circondata da navi degli dei del mare che navigano intorno.
Sopra l’arco della porta ci sono due figure allegoriche di geni alati di Gloria. Nel centro del rilievo che incornicia l’arco è l’emblema dello stato russo.
Su entrambi i lati, l’arco è fiancheggiato da gruppi scultorei rappresentanti ninfe del mare che trasportano sfere celesti. Sul parapetto della torre insieme alla statua di Pietro il Grande, ci sono statue di eroi dell’antichità quali Alessandro Magno, Aiace e Achille.
Il colonnato è decorato con ventotto statue. Rappresentano allegoricamente: le quattro stagioni, i quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco), i quattro venti, la dea della maternità e della fertilità Iside, la dea Urania.
La facciata sinistra della facciata principale è decorata con un rilievo raffigurante la dea della giustizia, Themis. Tiene le ghirlande di alloro tra le mani per premiare gli eroi militari. Il rilievo del frontone destro raffigura Themis, pronta a passare le ghirlande di gloria ai maestri: il pastore e il timoniere, il tessitore, l’enologo, il soffiatore di vetro.
Nel 1860, una parte della decorazione scultorea dell’Ammiragliato fu distrutta.
Nel 1925 fu istituita la Scuola superiore di ingegneria navale presso l’Ammiragliato.
Durante l’assedio di Leningrado, la guglia dorata dell’Ammiragliato era nascosta da una copertura protettiva per non risultare evidente ai bombardieri tedeschi.
Il 27 gennaio 1944 dai cannoni che stavano all’Ammiragliato fu fatto un saluto in onore della completa rimozione dell’assedio di Leningrado. Alla vigilia del 1 maggio 1945, la copertura protettiva fu rimossa dalla guglia dell’Ammiragliato.
Luca D’Agostini
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