L’Ayatollah Seyyed Alì Hosseini Khamenei è l’attuale Guida Suprema dell’Iran, di cui è stato Presidente dal 1981 al 1989, nonché il massimo esponente nazionale del clero sciita.
E’ nato a Mashhad il 17 luglio 1939. Azero di origine era il secondo di otto figli della famiglia. Suo nonno, Seyyed Hossein, era un importante sacerdote in Azerbaigian, in particolare a Hiabani e Tabriz, e in seguito si trasferì in Iraq, nella città santa dei musulmani sciiti, Najaf. Suo padre, l’Ayatollah Seyyed Javad Hosseini Khamenei, era un insegnante della madrasa e in seguito, un membro dell’ulema (i dotti musulmani) di Mashhad. Morì all’età di 93 anni. La zia di Khamenei era la moglie dello sceicco Mohammad Hiyabani, il quale guidò negli anni Venti nell’Azerbaigian iraniano, un movimento di liberazione nazionale contro il dominio dello Scià.
Nel 1957, Khamenei si trasferì in una scuola teologica a Najaf, e l’anno successivo a Qom, dove studiò teologia fino al 1964. A Qom incontrò l’Ayatollah Hussein Borujerdi e Ruhollah Khomeini. Le opinioni radicali di Khomeini ebbero una forte influenza su Alì Khamenei e così iniziò la sua attività contro lo Scià. Nel 1964 Khomeini fu espulso dall’Iran e Alì Khamenei fu arrestato dal Ministero dell’Interno dello Scià di Persia. Fu presto rilasciato e fece ritorno a Mashhad. Dal 1963 al 1975, Khamenei fu arrestato nuovamente altre cinque volte, trascorrendo vari mesi in carcere.1
Alì Khamenei fu una delle figure chiave della rivoluzione islamica e uno stretto collaboratore di Khomeini, il quale dopo la rivoluzione divenne membro della massima autorità provvisoria del paese: il Consiglio Rivoluzionario.2
Dopo la vittoria della Rivoluzione Islamica del 1979, Alì Khamenei fu nominato Imam della preghiera del venerdì. Nel 1979 ricoprì anche la carica di viceministro della Difesa nel governo di Abolhasan Banisadr e per qualche tempo diresse il Corpo di Guardia della Rivoluzione Islamica. Nel 1980, fu nominato rappresentante personale di Khomeini nel Consiglio Supremo della Difesa e nelle forze armate del Paese.
Il 27 giugno 1981, Alì Khamenei subì un attentato organizzato dal movimento «Forkan» che lanciò una lotta armata contro il nuovo regime iraniano.3 Una bomba nascosta in un registratore esplose accanto a lui in una conferenza stampa, a seguito della quale fu ferito e il suo braccio destro smise purtroppo di funzionare.4
Nelle elezioni presidenziali di ottobre del 2 ottobre 1981, Alì Khamenei ricevette il 95% dei voti e divenne il primo presidente iraniano.
Immediatamente dopo l’elezione a Presidente, Alì Khamenei in risposta alle attività terroristiche, iniziò la repressione contro le forze controrivoluzionarie supportate dagli Stati Uniti. Migliaia di membri dell’opposizione anti-islamica furono giustiziati dai tribunali rivoluzionari.
Alì Khamenei guidò il Paese durante quasi l’intera guerra Iran-Iraq. Sotto di lui, il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione si evolse da milizia in corpo d’élite, motivo per cui Alì Khamenei guadagnò enorme popolarità tra i militari.
Alle elezioni presidenziali del 16 agosto 1985 la vittoria fu nuovamente di Ali Khamenei, il quale vinse con l’85% dei voti.
Il leader della rivoluzione islamica, l’Ayatollah Ruholla Musawi Khomeini, morì il 3 giugno 1989. Il giorno successivo, il Consiglio di esperti si riunì e dopo una riunione di 20 ore, 60 dei 74 membri del Consiglio presenti, elessero Ali Khamenei quale Guida Suprema dell’Iran.
Alì Khamenei ha notevolmente ampliato i poteri della Guida Suprema dell’Iran, trasferendo a questa carica alcuni poteri che erano di competenza del Presidente dell’Iran, in materia di consiglio dei ministri, della magistratura, dei media, delle forze armate, dell’intelligence e della polizia.
In politica interna Ali Khamenei è tradizionalmente considerato il leader del movimento conservatore dell’Iran. Allo stesso tempo, fornisce un grande supporto per il progresso scientifico. Fu tra i primi rappresentanti del clero islamico ad appoggiare la ricerca sulle cellule staminali e la clonazione terapeutica. Khamenei presta anche grande attenzione allo sviluppo dell’energia nucleare per soddisfare il fabbisogno energetico futuro del Paese. In economia sostiene la necessità di accelerare il ritmo delle privatizzazioni.
In politica estera, le aspre critiche rivolte agli Stati Uniti sono parte integrante di qualsiasi discorso pubblico di Alì Khamenei. La Guida Suprema critica i presidenti statunitensi per le politiche imperialiste in Medio Oriente, per il sostegno di Israele (che considera uno Stato illegale e quindi non riconosciuto) e per l’aggressione contro l’Iraq.
Alì Khamenei si è sposato nel 1964 e con la moglie ha avuto 4 figli (Mojtaba, Mustafa, Masoud, Masyam) e 2 figlie (Bosra e Khoda).
Il 5 marzo 2015, il «The Wall Street Journal» e diversi media arabi hanno riferito che Ali Khamenei era in condizioni critiche in un ospedale di Teheran dopo un intervento chirurgico. Secondo i resoconti dei media francesi, nel settembre 2014 ha subito un intervento chirurgico alla prostata e si credeva che avesse successo, ma si vociferava che Alì Khamenei avesse il cancro al quarto stadio e che i medici gli abbiano dato non più di due anni di vita.5

Il presidente Putin con l’Ayatollah Alì Khamenei

Il presidente Putin con l’Ayatollah Alì Khamenei

L’Ayatollah Alì Khamenei con il presidente siriano Bashar al-Assad
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Аятолла Хаменеи
(2) Journalism
(3) ترور علی خامنهای، ۳۵ سال بعد
(4) supreme leader Ayatollah Khamenei
(5) СМИ
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