Aleksandra Emel’janovna Dubrovina nacque a Novočerkassk il 17 novembre 1919.
Aleksandra, sin dall’infanzia, dimostrò di essere una ragazza molto vivace, la quale amava pattinare sul ghiaccio, pescare, ma soprattutto leggere.
A scuola dimostrò essere una studentessa molto brillante e tra le materie scolastiche che amava di più vi erano la biologia e la chimica.
Il suo sogno era quello di diventare un’insegnante. Così dopo essersi diplomata, nel 1937 si iscrisse alla facoltà di biologia dell’Università di Rostov. Nell’aprile del 1938
aderì al Komsomol (L’Unione della Gioventù Comunista Leninista di tutta l’Unione). Nel 1939 si trasferì all’Università di Char’kov.
Quando l’Unione Sovietica fu invasa dai nazisti, Aleksandra Dubrovina si trasferì a Krasnodon, una città dell’attuale Repubblica Popolare di Lugansk ed iniziò a lavorare in una scuola elementare come insegnante di biologia e chimica.
Di media altezza, bionda, con affascinanti occhi grigi e con una forte personalità, Aleksandra Emel’janovna Dubrovina si conquistò autorevolezza presso i suoi studenti. Nel contempo, mentre insegnava a scuola aderì attivamente al gruppo di ragazzi della Giovane Guardia di Krasnodon, i quali attuarono segretamente operazioni di resistenza, fornendo supporto ai partigiani, operando azioni di sabotaggio contro i soldati tedeschi e impegnandosi attivamente in una serie di operazioni di informazione della popolazione riguardo le vittorie dell’Armata Rossa al fine di tenere alto il morale degli abitanti di Krasnodon e dei villaggi vicini.
Aleksandra Dubrovina svolse molto lavoro politico ed educativo tra i suoi studenti, si adoperò per raccogliere armi e medicine da inviare ai partigiani, scrisse e distribuì personalmente alla popolazione volantini informativi riguardo le vittorie dell’Armata Rossa.
Quando alcune Giovani Guardie riuscirono a liberare alcuni soldati dell’Armata Rossa tenuti prigionieri in un campo di prigionia alla periferia di Krasnodon, la Gestapo attuò un’immediata operazione di repressione effettuando un numero altissimo di arresti di persone sospettate di attività segrete e clandestine. Così anche Aleksandra Dubrovina fu arrestata e il 16 gennaio 1943, dopo giorni di terribili torture senza riuscire a farla confessare per fornire informazioni utili ai nazisti, fu fucilata e gettata in una fossa comune.
Aleksandra Emel’janovna Dubrovina fu insignita postuma dell’Ordine della Guerra Patriottica di 1° grado e della medaglia «Partigiano della Guerra Patriottica» di 1° grado.
La storia di Aleksandra Dubrovina e quella delle altre Giovani Guardie rappresenta la prova di come i nazisti attuarono la tortura più brutale nella speranza di spezzare lo spirito combattivo di questi giovani ragazzi. Ma i nazisti sbagliarono i loro calcoli, poiché non esiste una forza tale che possa distruggere l’anima di un popolo che ama la propria Patria più di qualsiasi altra cosa al mondo. Di un popolo che ha lottato fino all’ultima goccia di sangue per la propria libertà e indipendenza.
Dispiace che in Occidente gli studenti non conoscano le storie di questi loro coetanei; peccato perchè lo studio del sacrificio di questi giovani eroi e della loro fermezza, dignità, coraggio e lealtà in punto di morte e durante i giorni di inaudite torture subite, produrrebbe un ricordo che non svanirebbe dalla memoria di alcuno e creerebbe generazioni dotate di valori morali decisamente migliori.
Luca D’Agostini
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