Questo articolo è dedicato ad uno dei migliori generali della gloriosa dell’Armata Rossa. Aleksandr Michajlovič Vasilevskij nacque nel villaggio di Nova Golchikha (ora parte della città di Vichuga) il 30 settembre 1895 e morì a Mosca il 5 dicembre 1977. Ricoprì le cariche di Maresciallo dell’Unione Sovietica, Capo di Stato Maggiore, Membro del Comando Supremo ed è stato il responsabile della pianificazione e del coordinamento di quasi tutte le offensive sovietiche decisive nella seconda guerra mondiale. (1) Vasilevskij era dotato di uno spiccato senso della diplomazia, mostrò sempre rispetto per i suoi subordinati ed aveva con tutti modi gentili e cortesi. Godeva di una fiducia illimitata da parte di Stalin. Lo storico britannico John Erickson in un suo libro ha scritto: «Vasilevskij è un soldato molto sottovalutato. E’ una figura importante nella storiografia sovietica, era un comandante abituato a stare sul campo di battaglia e molto abile nella gestione dell’intera macchina da guerra sovietica». (2)
Dopo la guerra divenne un importante politico sovietico ricoprendo la carica di Ministro della Difesa dell’Unione Sovietica. Ha ottenuto per due volte l’onorificenza di Eroe dell’Unione Sovietica.
Aleksandr era il quarto di otto figli di una famiglia molto povera. Il padre, Michajl Aleksandrovič Vasilevskij, era un prete ortodosso e la madre Nadezhda Ivanovna Sokolova, era figlia di un prete ortodosso di un villaggio vicino. Aleksandr voleva diventare un agronomo o un geometra, ma lo scoppio della Prima Guerra Mondiale cambiò i suoi piani ed iniziò la formazione nella scuola militare. (1)
Così iniziò la sua carriera militare durante la Prima Guerra Mondiale, ottenendo il grado di Capitano nel 1917. Ma alla notizia della Rivoluzione d’Ottobre, Vasilevskij decise di lasciare l’esercito e di tornare a casa dai suoi genitori e per tutto l’anno 1918 lavorò nei campi agricoli ed insegnò nelle scuole elementari di Tula. Nell’aprile del 1919 si arruolò nell’Armata Rossa e secondo quanto riferito dallo stesso Vasilevskij, interruppe ogni tipo di rapporto con i suoi genitori dopo il 1926 a causa della sua adesione al Partito Comunista dell’Unione Sovietica. (1)
Nel 1927 si laureò con il massimo dei voti presso la Scuola di Addestramento Tattico di Fanteria, scalando poi rapidamente i ranghi dell’Esercito e diventando Comandante di Reggimento nel 1930. Mostrò grandi qualità nell’organizzazione dell’addestramento delle sue truppe e per questo nel 1931 divenne membro della Direzione dell’Addestramento Militare e dal 1934 al 1936 Capo del Dipartimento di Addestramento al Combattimento del distretto militare del Volga. Nel 1936, dopo l’introduzione nell’Armata Rossa dei gradi militari personali, ottenne il grado di colonnello. Nel 1937 si laureò con il massimo dei voti alla Accademia Militare dello Stato Maggiore e venne promosso Ufficiale di Stato Maggiore. Il 9 novembre del 1940 fece parte della delegazione sovietica guidata da Molotov che si recò a Berlino per i colloqui con la Germania. Nelle sue memorie, Vasilevskij ricorda lo stupore di Stalin quando, durante una cerimonia che si svolgeva nel Cremlino il 4 dicembre 1941, il leader sovietico vide solo un unico Ordine della Stella Rossa e la medaglia «XX anni della Armata Rossa» sull’uniforme di Vasilevskij. Tuttavia, successivamente Vasilevskij divenne uno dei comandanti più decorati della storia sovietica. (1)
Durante la Seconda Guerra Mondiale, ottenne il grado di generale ed in veste di Capo di Stato Maggiore Generale e Vice Ministro della Difesa, coordinò e guidò, in costante collegamento con Stalin, le operazioni nella regione di Stalingrado ed ebbe un ruolo chiave nell’organizzazione della difesa di Mosca e la conseguente controffensiva; in particolare fu l’ideatore (insieme al generale Georgij Žukov) del famoso «Piano Urano» che avrebbe portato al decisivo accerchiamento della 6° armata tedesca. Nel gennaio 1943 diresse l’offensiva dell’Armata Rossa lungo l’alto corso del Don e subito dopo l'»Operazione Stella» culminata nella temporanea liberazione di Kharkov. Lo stesso giorno della riconquista della grande città ucraina (16 febbraio 1943), Vasilevskij venne nominato da Stalin, Maresciallo dell’Unione Sovietica in riconoscimento dei suoi contributi decisivi a queste grandi vittorie. A capo del Comando Supremo Vasilevskij coordinò le operazioni per la liberazione del Donbass e della Crimea. Il 10 aprile 1944, giorno della liberazione di Odessa gli venne assegnata l’onorificenza «Ordine della Vittoria» ed il titolo di «Eroe dell’Unione Sovietica». (3)
Nel luglio del 1945 venne nominato prima Comandante del 3° Fronte Bielorusso e guidò personalmente l’assalto di Königsberg, l’attuale Kaliningrad, operazione poi divenuta un libro di testo studiato in tutte le scuole militari di guerra. (3) Negoziò personalmente la resa della guarnigione di Königsberg con il comandante tedesco della guarnigione, Otto von Lasch . Dopo la guerra, von Lasch affermò che Vasilevskij non aveva rispettato le garanzie promesse durante la capitolazione della città. Infatti, secondo von Lasch, Vasilevskij promise che i soldati tedeschi non sarebbero stati giustiziati, che i prigionieri, i civili e feriti sarebbero stati trattati con decenza e che tutti i prigionieri sarebbero tornati in Germania dopo la fine della guerra. Von Lasch, invece, rimase in carcere per dieci anni e ritornò in Germania solo nel 1955, come fecero molti altri soldati e ufficiali della Wehrmacht, mentre tutta la popolazione tedesca fu espulsa dalla Prussia orientale. (4) Per i brillanti successi di Königsberg e della Prussia Orientale, Vasilevskij fu assegnato il suo secondo Ordine della Vittoria, risultato raggiunto solo da Zhukov e Stalin.
Successivamente, al termine delle operazioni sul fronte bielorusso, venne nominato Comandante in Capo delle Forze Sovietiche dell’Estremo Oriente, guidando l’offensiva contro il Giappone in Manciuria e costringendo i giapponesi alla resa. Per il suo successo in questa operazione, Vasilevskij il giorno 8 settembre 1945 fu insignito per la seconda volta dell’onorificenza di Eroe dell’Unione Sovietica.
Dopo la guerra venne nominato Capo di Stato Maggiore del Ministero delle Forze Armate dell’Unione Sovietica. Tra il 1949 e il 1953 fu Ministro della Difesa, lasciando la carica solo alla morte di Stalin. Dal 1946 al 1958 fu eletto deputato del Soviet Supremo. Durante gli anni di Nikita Chruščёv perse gradualmente potere, fino ad essere messo in pensione.
Durante la sua vita Vasilevskij si sposò due volte: la prima moglie si chiamava Serafina ma il matrimonio si sciolse nel 1934, la seconda Caterina. Il figlio, Jurij Aleksandrovič Vasilevskij nato nel 1925 e deceduto nel 2013, divenne tenente dell’aviazione e si sposò con la figlia del maresciallo Zhukov. (5) L’altro figlio, Igor Aleksandrovič Vasilevskij, nato nel 1935, è ancora in vita e nella sua vita è stato un architetto molto apprezzato in Russia.
Nel 1973 pubblicò le sue memorie: «La causa di tutta la mia vita». Alla sua morte, avvenuta il 5 dicembre 1977, il corpo è stato cremato ed in riconoscimento dei suoi servizi prestati alla nazione, l’urna con le sue ceneri venne murata nella parete del Cremlino sulla Piazza Rossa a Mosca. (3)
Luca D’Agostini
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Fonti:
(1) Василевский А. М., Дело всей жизни, 6-е изд., М.: Политиздат, Москва 1989.
(2) John Erickson, La strada per Berlino: la guerra di Stalin con la Germania. Volume II, Yale University Press, New Haven 1999, p. 790.
(3) Басов А., Гаврилов Л. (сост.), Маршал А. М. Василевский. Cтратег, полководец, человек, М.: Совет ветеранов книгоиздания, Москва 2000.
(4) Otto von Lasch, So fell Königsberg, Mosca 1991.
(5) Белов П. Ф., Тернии и звёзды. Повествование о Василевских, Иваново, Талка 1997.
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