Questo articolo tratta della vita di colui che fra i grandi intellettuali russi dell’Ottocento, è forse il meno conosciuto in occidente, anche se per paradosso fu tra loro il più occidentale ed europeo. Lo scrittore e filosofo Aleksandr Ivanovič Herzen già in vita era considerato una stella di prima grandezza, da Dostoevskij a Turgenev, tutti i grandi russi ne cantarono le lodi. Tolstoj dichiarò di non aver mai incontrato un altro uomo «con una così rara combinazione di scintillante brillantezza e profondità». La figura di Herzen con il passare del tempo non ha perso di smalto, semmai è il contrario, come sostiene uno dei maggiori teorici del liberalismo contemporaneo, Isaiah Berlin. (1)
Herzen nacque a Mosca il 6 aprile 1812 dalla relazione che il padre, Ivan Alekseevič Jakovlev, un ricco proprietario terriero ebbe con Henriette Wilhelmina Luisa Haag, una sedicenne governante tedesca conosciuta a Stoccarda e portata con sé a Mosca. Da allora i suoi genitori vissero insieme ma non si sposarono mai e per questo motivo venne considerato figlio illegittimo. In quanto figli illegittimi, suo padre non potette mai trasmettere il proprio cognome né a lui né al fratello Egor, avuto da una serva di una sua tenuta, dandogli quello di Herzen, derivato dal tedesco «herz», cioè cuore. (2)
Nella sua giovinezza, Herzen ricevette in casa una educazione aristocratica con insegnanti francesi e tedeschi. Le cronache del tempo ce lo descrivono come uomo molto allegro e pieno di fascino. (1) Nel 1826 Herzen conobbe Nikolaj Ogarëv, che divenne l’amico di tutta la vita. Tanto Herzen era vivace ed estroverso, quanto Ogarëv era taciturno e pensieroso, ma comuni erano gusti e ideali. Schiller era il loro poeta preferito e un giorno, sulle colline Vorobëvy (collina dei passeri) che dominano Mosca dall’alto, si abbracciarono giurando di sacrificare la loro vita nella lotta per la libertà. (3) Nel 1833 terminò gli studi laureandosi all’Università di Mosca alla facoltà di fisica e matematica, ottenendo il titolo di dottore di ricerca e ricevendo una medaglia d’argento. Fece della libertà la propria bandiera, manifestò da subito la sua violenta avversione all’assetto politico e sociale imposto da Nicola I, nel 1834 fu arrestato e mandato in esilio. (4)
Nel 1838 Herzen poté tornare a Mosca, dove si sposò con la cugina Natalia Alexandrovna Zakharina, figlia illegittima dello zio, cioè del fratello del padre di Herzen.
Prima di lasciare la Russia avevano sei figli, di cui solo due sopravvissero all’età adulta. Aleksandr nato nel 1839 ed il quale divenne un medico e professore universitario, vivendo buona parte della sua vita a Firenze e gli ultimi anni della sua vita in Svizzera, dove morì a Losanna nel 1906. La figlia Natalia, nata nel 1841 e morta 2 giorni dopo la nascita. Il figlio Ivan, nato nel 1842 e morto 5 giorni dopo la nascita. Il figlio Nikolaj nato nel 1843 e morto all’età di 8 anni durante un naufragio avvenuto a largo delle coste francesi meridionali nel corso di una crociera con tutta la sua famiglia. Il suo corpo non fu mai trovato. Nel naufragio trovò la morte anche la madre di Herzen. (5) L’altra figlia nata nel 1844 è stata anch’essa chiamata Natalia ed è stata la custode dell’archivio letterario del padre. Morì nel 1936. La figlia nata nel 1845, di nome Elizaveta morì all’età di 11 mesi.
Herzen in breve tempo divenne una delle figure più eminenti della vita intellettuale russa, esprimendo nelle sue opere, articoli o racconti, i propri ideali progressisti. (4) Nonostante la sua origine nobile, si batté per i diritti del popolo dei contadini russi ma non solo.
Nel 1847, alla morte del padre, ricevette una considerevole eredità che gli consentì di lasciare la Russia per vivere in occidente. Tale decisione era dettata dal suo desiderio di libertà, dalla opportunità, intravista negli altri paesi europei, di poter lottare per la salvaguardia della dignità umana. Inizialmente si stabilì a Parigi, ma l’anno di permanenza in Francia rappresentò un’amara delusione per Herzen che vedeva in questa nazione l’incarnazione di quella grettezza e di quell’egoismo che considerava tipico della classe borghese. Inoltre nell’anno trascorso a Parigi, la moglie di Herzen si innamorò del poeta tedesco Georg Herwegh. L’anno dopo passato a Parigi, Herzen sua moglie Natalia ed i loro figli si trasferirono a Nizza ed andarono a vivere tutti insieme nella stessa casa insieme ad Herwegh (l’amante della moglie), sua moglie Emma ed i loro figli.
Herzen, come sopra accennato, era insoddisfatto dei francesi, mentre invece reputava gli italiani, un popolo amante della libertà, di quella libertà, individuale e collettiva, in nome della quale aveva abbandonato la patria. Per questo motivo, dopo essere stato espulso dalla Francia, si risolse ad andare in Italia. Viaggiò moltissimo in Italia, che elesse a sua seconda patria. Visse a Genova e poi Roma dove arrivò con moglie e figli, il 28 novembre 1847, sistemandosi in un grande appartamento in via del Corso. La prima cosa che lo colpì di Roma fu il clima: nonostante si fosse in autunno inoltrato l’aria era tiepida e si potevano indossare vestiti leggeri. Herzen si sentì rigenerato e, in un ambiente come l’Italia, così ricco di fermenti rivoluzionari, riacquistò la fede in se stesso e negli altri. (4)
In Svizzera, a Ginevra, conobbe diversi esuli italiani tra i quali Giuseppe Mazzini, Carlo Pisacane, Aurelio Saffi; scrisse anche degli articoli sull'»Italia del popolo», il giornale fondato da Mazzini nel 1848. Nel 1848 scrive anche il suo libro più importante: «L’altra sponda».
Nel gennaio del 1848 Herzen apprese la notizia della rivolta nel Regno delle Due Sicilie. In febbraio volle recarsi a Napoli per vedere con i propri occhi la città finalmente libera. Giunse a Napoli con la famiglia la sera del 18 febbraio prendendo alloggio in uno degli alberghi su lungomare di Chiaia: la vista del golfo, del mare e del Vesuvio produsse su tutti una fortissima impressione. Nelle settimane trascorse a Napoli gli Herzen si divertirono come qualsiasi altro gruppo di turisti in vacanza: parteciparono al carnevale, andarono a teatro, visitarono Sorrento e Pompei, e poi salirono sul Vesuvio facendo anche l’esperienza di camminare sulla lava incandescente. Quando il re di Napoli, Ferdinando II, firmò la costituzione, Aleksandr Herzen si unì alla folla di manifestanti che si recavano a Palazzo Reale. All’inizio di marzo Herzen tornò a Roma dove apprese la notizia dell’inizio della rivoluzione in Francia, con la cacciata di Luigi Filippo e la proclamazione della repubblica. Le successive rivolte a Vienna e a Milano provocarono una serie di manifestazioni popolari cui Herzen partecipò attivamente. Ma ciò che lo attirava maggiormente era Parigi, dove, secondo Herzen, si decidevano i destini d’Europa. Così il 28 aprile 1848 Herzen lasciò Roma diretto in Francia. In seguito, riguardo questa partenza, avrebbe scritto: «Me ne andai dall’Italia innamorato, dispiaciuto: là avevo conosciuto non solo grandi avvenimenti, ma anche le prime persone simpatiche.» (4)
Nel 1850, Natalia la moglie di Herzen, partorì una bambina di nome Olga. Herzen dubitò della sua paternità ma non lo dichiarò mai pubblicamente e riconobbe la figlia come sua. Olga sposò lo storico francese Gabriel Mono e visse fino al 1953. Nel 1852 Herzen e sua moglie ebbero anche un altro figlio di nome Vladimir, il quale però morì 2 giorni dopo la nascita. Durante il parto, a Nizza, morì anche Natalia, la moglie di Herzen. (5)
Dal 1857, Herzen iniziò a convivere con Natalia Aleksievna Orgariova-Tuchkova, cioè la moglie del suo amico Nikolaj Ogarëv ormai divenuto dipendente dall’alcol. Nel 1858 ebbero una figlia che chiamarono Elizaveta la quale si suicidò a Firenze all’età di 17 anni a causa di un amore non corrisposto da parte di un uomo francese di 44 anni. Herzen e la sua nuova compagna ebbero anche due gemelli, Elena e Aleksej, nati nel 1861 e morti per difterite nel 1864.
Dopo il fallimento delle rivoluzioni popolari, Herzen emigrò a Londra, deluso e frustrato per il loro catastrofico esito.
Da lì diresse il giornale «Kolokol» (La campana) organo di opposizione al governo zarista diffusa clandestinamente in Russia.
I figli, Natalia, Olga e Aleksandr junior, vissero a Firenze per molti anni dove proseguirono i loro studi. Herzen si recò a Firenze varie volte per fare visita ai figli. Nel 1867 desideroso di meditare in solitudine, decise di andare a Venezia e subì immediatamente il fascino della città. Scrisse, infatti, in una lettera: «La città è così bella, originale e grandiosa che non vale la pena morire senza averla vista.» Lo scrittore russo rimase a Venezia alcuni giorni per poter incontrare Giuseppe Garibaldi, che già conosceva bene, e poi tornò a Firenze, dove soggiornò per un mese. (4)
Herzen tornò a Firenze l’ultima volta il 2 novembre 1869, accorso al capezzale della figlia Natalia ammalata gravemente. Con l’aiuto di un infermiere, si prese cura della figlia personalmente per diversi giorni riuscendo a guarirla ed alla fine prese la decisione di riunire la famiglia e quindi di riprendere i figli con sé. Così il 18 novembre Herzen partì da Firenze assieme alle figlie, lasciando in Italia solo il figlio che, sposatosi con un’italiana e divenuto medico e professore universitario, aveva ormai la sua vita a Firenze. Però la gioia di avere tutti i suoi cari vicini durò poco, perché Aleksandr Herzen morì di polmonite a Parigi il 21 gennaio 1870, dopo appena due mesi dal suo ritorno dall’Italia: non aveva ancora compiuto 58 anni. (4) (5) Il suo corpo è sepolto nel cimitero di Nizza.
Dal 1976 a Mosca, è presente il Museo della casa di Aleksandr Herzen. L’indirizzo è: пер. Сивцев Вражек, 27 (per. Sivtsev Vrazhek, 27), la fermata della metro più vicina è Kropotkinskaya. Chissà, dopo che avrete letto questo articolo, qualora vi doveste recare a Mosca, forse vi sarà venuta voglia di aggiungere questo luogo tra quelli da visitare. Il museo è piccolo e la visita non richiede molto tempo, mezz’ora è più che sufficiente, ma se avete trovato questo articolo interessante, varrà certamente la pena visitarlo. Herzen visse in questa casa dal 1843 al 1847. Nel museo c’è un’esposizione che ben illustra la vita di Herzen. L’esposizione comprende interni che ricreano l’atmosfera dell’armadietto e del soggiorno della casa di Herzen, ritratti unici dello scrittore, dei membri della sua famiglia e collaboratori più vicini, libri rari con autografi di Herzen, manoscritti ed oggetti personali. (6)
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Aleksandr Herzen
(2) Aleksandr Ivanovič Herzen, Il passato e i pensieri, Einaudi, Torino 1996, p. 694
(3) Aleksandr Ivanovič Herzen, Il passato e i pensieri, Einaudi, Torino 1996, pp. 91-93
(4) Aleksandr Ivanovich Herzen
(5) Biografia
(6) А.И.Герцена
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