Aleksandr Grigorievič Lukashenko è il presidente della Bielorussia, in carica dal 1994 e tra i capi di stato europei (esclusi i monarchi) è colui che è in carica da più tempo.
Il presidente Lukashenko è nato il 30 agosto 1954 a Kopys, un villaggio nella periferia della città di Orsha nella regione di Vitebsk.1 Il nonno materno Trofim Ivanovič Lukashenko era originario dell’Ucraina.2 La madre del presidente Lukashenko, Ekaterina Trofimovna Lukashenko (1924-2015) prima della guerra viveva in un villaggio nella regione di Mogilev e dopo la guerra ottenne un lavoro nella fabbrica di lino della città di Orsha. Dopo la nascita di suo figlio, iniziò a lavorare in una fattoria di Kopys. Il presidente Lukashenko è quindi cresciuto senza il padre. A scuola, per via del suo carattere, era considerato uno studente difficile, ed era registrato presso gli uffici della polizia.3
Nel 1975, il presidente Lukashenko si laureò in storia e scienze sociali presso la Facoltà di Storia dell’Istituto pedagogico di Mogilev e nel 1985 all’Accademia agraria bielorussa, con una laurea di specializzazione in organizzatore della produzione agricola.

Il presidente Lukashenko e Gerard Depardieu
Dal 1975 al 1977, il presidente Lukashenko prestò servizio nelle truppe di frontiera del KGB dell’Unione Sovietica, dove era istruttore presso il dipartimento politico dell’unità militare del distretto di confine occidentale a Brest. Dopo aver prestato servizio nelle truppe di confine, iniziò la sua carriera come segretario del comitato del Komsomol (Unione della Gioventù Comunista Leninista di tutta l’Unione Sovietica) del consiglio comunale di Mogilev. Dal 1979 divenne membro del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica). Dal 1980 al 1982 ricoprì la carica di vice comandante di una compagnia di carri armati per gli affari politici. Nel 1982 fu nominato vicepresidente di una fattoria collettiva e l’anno seguente vice direttore di una fabbrica di materiali da costruzione.4 Nel marzo 1987 è diventato direttore della fattoria statale di Gorodets .
Nel 1990, fu eletto deputato del Soviet Supremo della Bielorussia, dirigendo la commissione temporanea del Consiglio Supremo della Repubblica di Bielorussia per studiare le attività delle strutture commerciali che operano sotto le autorità e l’amministrazione repubblicane e locali.5 In questo periodo divenne noto per i suoi discorsi critici, in particolare, contro il Presidente del Consiglio Supremo Stanislav Shushkevič.
Nell’ottobre 1991, a Minsk si tenne un congresso per la creazione di un nuovo partito che ricevette il nome di Partito del Consenso Popolare. Uno dei co-presidenti divenne il presidente Lukashenko, il quale però accorgendosi delle insormontabili polemiche interne e degli intrighi per i posti di potere, lasciò presto il comitato organizzatore.6
Dopo la ratifica nel Consiglio Supremo della Repubblica di Bielorussia dell’Accordo di Belaveža (noto anche come «Accordo di Minsk»), che ha segnò la fine dell’esistenza dell’Unione Sovietica, il presidente Lukashenko, fu l’unico deputato che votò contro l’accordo.7 Più tardi infatti, il presidente Lukashenko ha sempre dichiarato che: «la fine dell’Unione Sovietica rappresenta la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo«.8
Nel 1994, il presidente Lukashenko si candidò alle elezioni presidenziali. Lo slogan del suo programma elettorale era: «condurre il popolo lontano dall’abisso» ed il suo programma politico prevedeva: riduzione dell’inflazione, fermare il processo di impoverimento della popolazione, distruggere la mafia, ridurre la corruzione, ristabilire i legami con le repubbliche dell’ex Unione Sovietica e con la Federazione Russa in particolare.
Durante la campagna elettorale, il 16 giugno 1994, mentre era in viaggio in automobile, subì un attentato: da un’altra autovettura in transito furono sparati colpi d’arma da fuoco ma fortunatamente il presidente Lukashenko ne uscì illeso.9 10 11 Qualche giorno dopo, il 28 giugno 1994, ancora in piena campagna elettorale, il presidente Lukashenko si recò al Palazzo del Governo, ma all’ingresso dell’edificio, gli ufficiali della Direzione generale della Guardia di Stato si rifiutarono di farlo entrare, e quando Lukashenko provò ad entrare nell’edificio, lui e tre dei suoi assistenti furono picchiati dai poliziotti, con conseguenti ferite leggere per il futuro presidente. Secondo il rapporto redatto dagli agenti di polizia e presentato alla Procura della Bielorussia, durante l’incidente, il presidente Lukashenko strappò il bottoni e danneggiò le uniformi a diversi poliziotti.12 13
Al primo turno elettorale, ottenne il 44,82% ed andò al ballottaggio al secondo turno insieme a Vjaceslav Kebič. Il 10 luglio 1994 si tenne il secondo turno delle elezioni presidenziali, vinto da Aleksandr Lukashenko il quale ottenne l’80,1% dei voti, divenendo così il primo presidente della Bielorussia indipendente.
Nel 1995 in Bielorussia, su iniziativa del presidente Lukashenko, si tenne un referendum che poneva quattro quesiti: assegnare alla lingua russa lo status di lingua di stato, introdurre una nuova bandiera ed un nuovo emblema della Repubblica di Bielorussia, approvare la politica del presidente Lukashenko sull’integrazione economica con la Federazione Russa ed il diritto del presidente della Bielorussia di sciogliere il Consiglio Supremo Consigli. Oltre il 75% di coloro che hanno partecipato al referendum ha risposto positivamente a tutte e quattro i quesiti. Di conseguenza, la lingua russa divenne lingua di stato in Bielorussia insieme al bielorusso.

bandiera Bielorussia

Emblema Bielorussia
Nella sua politica estera, il presidente Lukashenko ha perseguito una politica di avvicinamento alla Russia. Nel gennaio 1995, il presidente Lukashenko e il presidente della Federazione russa, Boris Eltsin, hanno firmato un accordo sulla creazione di un’unione doganale e commerciale tra la Bielorussia e la Russia. Nel febbraio dello stesso anno, i presidenti Lukashenko e Eltsin firmarono un accordo sull’amicizia, il buon vicinato e la cooperazione tra i due Paesi e nel 1998, un accordo sulla parità dei diritti dei cittadini di Russia e Bielorussia.

I presidenti Aleksandr Lukashenko e Boris Eltsin
Una volta eletto, il presidente Lukashenko ha iniziato a prendere misure attive per stabilizzare l’economia: i salari dei dipendenti statali sono stati raddoppiati, è stato introdotto il controllo statale sui prezzi. La politica di privatizzazione selvaggia imposta dai Paesi occidentali subito dopo il disgregamento dell’Unione Sovietica, è stata annullata.
Lo stretto legame di cooperazione economica e commerciale tra Russia e Bielorussia, la salda amicizia tra il presidente Vladimir Putin ed il presidente Aleksandr Lukashenko, è mal vista dall’Occidente, il quale spera in modo subdolo di fare della Bielorussia un’altra Ucraina, un altro Paese vittima di quell’infamia che sono le cosiddette «rivoluzioni colorate». E così, durante gli anni di presidenza del presidente Lukashenko, l’Occidente si è adoperato per creare, finanziare, sostenere e poi abbattere dei personaggi che si sono venduti per quattro denari per essere considerati prima come rappresentanti della democrazia e paladini dei diritti umani, e poi come vittime della solita musichetta creata ad hoc per mostrare agli occhi dell’opinione pubblica l’immagine di un despota da contrastare ed emarginare. Storie viste e riviste, che vedono gli Stati Uniti farsi portatori di risoluzioni e sanzioni e gli stati loro alleati obbedire pedissequamente.

Amicizia tra il presidente Vladimir Putin ed il presidente Aleksandr Lukashenko

Amicizia tra il presidente Vladimir Putin ed il presidente Aleksandr Lukashenko

Amicizia tra il presidente Vladimir Putin ed il presidente Aleksandr Lukashenko
Ed ecco allora che il 9 settembre 2001, in occasione delle nuove elezioni presidenziali, il presidente Lukashenko veniva eletto al primo turno con il 75,65% dei voti, ma l’OCSE non ha riconosciuto il risultato elettorale con la motivazione che «il processo elettorale non ha rispettato gli standard internazionali«.16 L’OCSE avrebbe fatto meglio a giustificare la propria decisione con la motivazione che il risultato elettorale era contrario ai desiderata dei governi occidentali, perché tale è la reale motivazione dell’ostracismo occidentale. La Russia, a differenza dell’OCSE, ha accolto felicemente la rielezione del presidente Lukashenko.
Nel secondo mandato presidenziale, le relazioni della Bielorussia con l’Occidente si sono deteriorate ulteriormente. L’Unione Europea ha pubblicato un elenco di funzionari bielorussi di alto rango ai quali è vietato l’ingresso nei Paesi che la compongono.
Nel 2004 si è tenuto un referendum, a seguito del quale le restrizioni sul numero di mandati presidenziali sono stati revocate dalla Costituzione e quindi il presidente Lukashenko ha ottenuto il diritto di partecipare alle successive elezioni presidenziali. Anche questo referendum, in modo del tutto ipocrita non è stato riconosciuto dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti.17 Questi squallidi difensori dei principi costituzionali degli altri paesi, hanno invece miseramente taciuto quando in Italia Giorgio Napolitano fu rieletto presidente della repubblica violando apertamente le disposizioni della Costituzione Italiana e quando in barba alle normative vigenti, in Germania la Merkel si è potuta ricandidare per altri mandati seppur la normativa vigente in Germania non lo consentisse. Addirittura, diversamente da quanto accaduto in Bielorussia, in questi casi non fu neanche il popolo mediante il referendum a poter decidere sulla possibilità di altri mandati, ma furono decisioni prese all’interno di quattro mura.
Per buona pace dei Paesi occidentali, in termini economici, in Bielorussia durante la presidenza Lukashenko vi è stata una significativa crescita della maggior parte degli indicatori economici (dal 2000 al 2013, la crescita media annua del PIL in Bielorussia è stata del 6,3%).18
Il 19 marzo 2006, il presidente Lukashenko fu rieletto presidente della Repubblica di Bielorussia per la terza volta consecutivamente, ottenendo l’83% dei voti. L’OCSE ancora una volta, per i motivi sopra descritti, non ha riconosciuto il risultato elettorale.
Nel 2006 l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno adottato ridicole sanzioni contro il presidente Lukashenko, vietandogli l’ingresso nei loro territori.19 Due anni dopo, tale divieto è stato sospeso.
All’inizio del 2008, in una riunione del Consiglio di sicurezza della Bielorussia, presieduto dal presidente Lukashenko, è stata presa una decisione fondamentale per costruire una centrale nucleare in Bielorussia e che diventerà attiva dal 2020. L’obiettivo della costruzione della centrale nucleare è di fornire al Paese energia a basso costo e aumentare la sicurezza energetica nazionale.
Il 19 dicembre 2010, il presidente Lukashenko fu rieletto presidente della Repubblica di Bielorussia per il quarto mandato, ottenendo il 79,65% dei voti. L’OCSE ancora una volta, per i motivi sopra descritti, non ha riconosciuto il risultato elettorale.
Nel gennaio 2011, la Polonia ha vietato al presidente Lukashenko l’ingresso nel paese.20
Il 30 agosto 2014, il presidente Putin ha premiato il presidente Lukashenko con l’Ordine di Aleksandr Nevskij, per il suo grande contributo personale allo sviluppo delle relazioni amichevoli tradizionali tra Russia e Bielorussia, l’approfondimento della cooperazione bilaterale in campo politico, militare, economico e sociale.22
L’11 ottobre 2015, il presidente Lukashenko fu rieletto presidente della Repubblica di Bielorussia per la quinta volta, ottenendo l’83,49% dei voti. Il risultato ottenuto nelle ultime elezioni è stato il migliore di quelli ottenuti dal presidente Lukashenko in tutte e cinque le campagne elettorali a cui ha partecipato. L’OCSE ancora una volta, per i motivi sopra descritti, non ha riconosciuto il risultato elettorale.
Il 5 ottobre 2016, il presidente Lukashenko è stato premiato con l’Ordine della Repubblica di Moldavia, per meriti speciali nello sviluppo e nel rafforzamento di relazioni amichevoli, comprensione e cooperazione in vari settori tra la Moldova e la Repubblica di Bielorussia, per l’importante assistenza alla Moldavia in una situazione economica difficile.
Nella vita personale, dal 1975 il presidente Lukashenko è sposato con una ex insegnante di letteratura, Galina Rodionovna. Sono separati ma non divorziati.
Il presidente Lukashenko ha tre figli: Viktor nato nel 1975, Dmitrij nato nel 1980, Nikolaj nato il 31 agosto 2004 fuori dal matrimonio.

Il presidente Aleksandr Lukashenko ed il figlio Nikolaj
Al presidente Lukashenko piace uno stile di vita attivo e tra le sue attività preferite vi è lo sci di fondo, l’hockey su ghiaccio, suonare la fisarmonica. L’hockey su ghiaccio è uno dei principali hobby del presidente il quale si allena regolarmente al Palazzetto dello Sport. Molto spesso gioca partite di hockey con la presenza in squadra o fra gli avversari del presidente Putin.

Il presidente Putin ed il presidente Lukashenko giocano nella stessa squadra una partita di hockey
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Биография Президента Республики Беларусь
(2) В Минск из Канады летит троюродный племянник Лукашенко
(4) Биография
(5) Кто возглавит избирательный штаб Лукашенко?
(6) Беларусь
(7) materik.ru
(8) Беларусь выступает за формирование многополярного мира
(9) Пуля пролетела в нескольких сантиметрах
(10) Я своё государство за цивилизованным миром не поведу!
(11) Бывший «главный завхоз» продолжает разоблачения
(12) Милиционеры избили кандидата в президенты Белоруссии
(13) Следствие
(14) Предвыборная борьба позади
(15) русский язык
(16) USA Today
(17) Belarus
(18) Валовой внутренний продукт
(19) Лукашенко персоной нон грата
(20) Польша объявила Лукашенко персоной нон-грата
(21) Галина Лукашенко
(22) Kremlin
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