In questo articolo parleremo di un filosofo ed attuale figura politica russa, per certi aspetti molto controversa, adorato ed odiato allo stesso tempo, ma mai considerato noioso. Aleksandr Gel’evič Dugin è un politico, politologo e filosofo russo nato a Mosca il 7 gennaio 1962. Al di fuori della Russia è noto per aver teorizzato la fondazione di un impero euro-asiatico in grado di contrapporsi agli interessi dei paesi occidentali.
Aleksandr Dugin è nato da famiglia di tradizioni militari: il padre era un ufficiale del KGB e la madre era una dottoressa. (1) All’insaputa dei genitori di Dugin, la sua bisnonna lo fece battezzare di nascosto all’età di sei anni, nella Chiesa Ortodossa di Mičurinsk. (2) Nel 1979 si iscrive all’Istituto Aeronautico di Mosca, ma venne espulso al secondo anno e così si iscrive all’Università di Mosca dove in seguito consegue la laurea in filosofia. Già dai primi anni Ottanta, durante gli ultimi anni dell’Unione Sovietica, Dugin era un dissidente ed un anticomunista. Ha lavorato come giornalista, diffondendo i suoi articoli clandestinamente e poi successivamente come professore universitario di filosofia. Negli anni della dissoluzione dell’Unione Sovietica si oppone prima a Michail Gorbačëv e poi a Boris Eltsin. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica collabora con Gennadij Zjuganov alla scrittura del programma politico del nuovo Partito Comunista della Federazione Russa. Nel 1993 fonda il Partito Nazional Bolscevico con lo scrittore Eduard Limonov, ma in seguito, differenze ideologiche con lo stesso Limonov, lo indurranno ad uscire dal partito ed a fondare un nuovo partito, Il Fronte Nazionale Bolscevico, un movimento estremamente nazionalista ma dal peso politico quasi inesistente. Nel 2000 ha fondato un nuovo movimento, il Partito Politico Panrusso Eurasia, il quale gode delle simpatie di alcuni circoli militari e religiosi. E’ un vero poliglotta in quanto conosce ben dieci lingue. Di fatto Dugin è un personaggio molto controverso, senza alcuna inclinazione ideologica elogiando talvolta il comunismo e talvolta il fascismo. Le sue conferenze in Russia sono affollate e i suoi numerosi libri parlano dei più svariati argomenti che vanno dalla cultura pop alla metafisica, dalla filosofia alla teologia, dagli affari esteri alla politica interna. E’ autore della «Quarta Teoria Politica», che a suo parere, dopo le prime tre teorie (liberismo, socialismo, fascismo), dovrebbe costituire il prossimo passo nello sviluppo della politica. Le attività politiche di Dugin hanno lo scopo di creare una superpotenza eurasiatica attraverso l’integrazione della Russia con le ex Repubbliche Sovietiche in una nuova unione euroasiatica.
Per quanto concerne la sua vita privata, Dugin precedentemente era sposato con Evgenia Debrianskaja, una scrittrice ed attivista del movimento LGBT. Attualmente è sposato con Natalia Melentieva, una filosofa russa, direttrice della casa editrice «Arktogeja» e docente di filosofia all’Università Statale di Mosca. Con la sua attuale moglie ha avuto due figli: Arthur nato nel 1985 ed oggi musicista rock e Darija nata nel 1992 e studente alla facoltà di filosofia dell’Università Statale di Mosca.
Dugin è un sostenitore del Presidente Putin però lo ha anche criticato aspramente in tema di politica estera, accusandolo di aver perso il controllo dell’Ucraina, di essere troppo morbido nei confronti dell’occidente e di non avere un sentimento euroasiatico. Addirittura in un folle discorso tenuto durante una intervista televisiva, ha arringato la gente ad “Uccidere! Uccidere! Uccidere!” (gli Ucraini). A seguito di questo vergognoso incitamento alla violenza, molti Russi hanno chiesto ed ottenuto che Dugin fosse licenziato dal suo posto di professore universitario. Successivamente, Dugin ha stupidamente accusato il Presidente Vladimir Putin per il fatto di non averlo sostenuto.
Molto chiara è anche l’opinione di Dugin riguardo l’ISIS. A tal proposito, durante un’intervista ha dichiarato: «È evidente che il fondamentalismo islamico è stato manipolato fin dall’inizio dagli americani. Inizialmente è stato lo strumento per la lotta ai movimenti islamici filo-sovietici, poi è stato il pretesto e il nemico perfetto per le battaglie degli Stati Uniti in Medio Oriente, così dalla guerra in Afghanistan in poi. Credo che l’ISIS non sia una realtà omogenea, all’interno ci sono diverse correnti, e una di queste è legata a doppio filo con gli Stati Uniti, ci sono documenti che lo dimostrano tra questi anche quelli Edward Snowden. La politica estera americana tradizionalmente governa attraverso il caos e l’ISIS fomenta questo caos.» (3)
Nel 2005 venne considerato persona non gradita sia dall’Ucraina che dal Canada. Da maggio del 2016 si è appreso che Dugin non potrà più circolare in Europa, infatti arrivato all’aeroporto di Salonicco, gli è stato comunicato che il suo ingresso all’interno di tutti i territori dell’Unione Europea gli è interdetto. I motivi concreti di questa scelta non sono però stati resi noti dalle autorità. Secondo Dugin si tratta di una decisione ideologica dell’Unione Europea messa sotto pressione dalla diplomazia statunitense: io sono il primo uomo che è stato sanzionato dagli americani per le idee, per i miei pensieri, per le mie dichiarazioni. «Io non faccio parte di nessun gruppo terroristico, sono un intellettuale. Questo è simbolico. La democrazia liberale arriva in un momento di contraddizione: nel nome della libertà di espressione si sanzionano le personalità che esprimono opinioni diverse dal pensiero unico. L’Occidente condanna i totalitarismi, eccetto il terzo totalitarismo, che è quello liberale che censura nel nome della libertà di pensiero e di espressione». (3) (4)
Dal 2016 è direttore del canale televisivo «Tsargrad TV».
Luca D’Agostini
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Fonti:
(1) Dugin e Putin
(2) Aleksandr Dugin
(3) Dichiarazioni
(4) Sanzioni
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