Ahmed Ben Bella rappresenta il personaggio simbolo della lotta per l’indipendenza dell’Algeria ed è considerato il padre della nazione algerina. Avendo vissuto la vita più lunga tra i grandi politici africani del ventesimo secolo, Ahmed Ben Bella incarnò tutti i pregi e le contraddizioni dei leader dell’Africa.
Nel 1834 l’Algeria divenne un possedimento coloniale francese. Il nuovo regime incontrò l’opposizione degli algerini: l’emiro Abd al-Qadir guidò la resistenza berbera contro i francesi; considerato un eroe dai nazionalisti algerini, Abd al-Qadir si arrese solo nel 1847. Dopo questa data la Francia iniziò la colonizzazione di tutta la regione e incoraggiò nuovi insediamenti concedendo terre confiscate; l’Algeria divenne un Dipartimento francese d’oltremare, controllato da una minoranza di europei che costituivano la classe dirigente del paese; con un grande apporto di capitali dalla madrepatria i coloni modernizzarono l’economia, crearono industrie, banche, scuole, attività commerciali e promossero un’agricoltura strettamente legata alle loro esigenze, privilegiando viti e agrumi destinati all’esportazione verso la Francia.
La popolazione, nonostante i vantaggi acquisiti con lo sviluppo economico e l’istituzione di servizi sociali, rimase sostanzialmente svantaggiata rispetto alla classe dominante, anche a causa delle restrizioni imposte: gli algerini non potevano riunirsi in pubbliche assemblee, portare armi e nemmeno lasciare le loro case o i villaggi senza speciali permessi.
Solo una piccola minoranza della popolazione autoctona, che nel 1930 contava 5 milioni di persone, frequentò le scuole francesi e adottò la cultura europea, ma non fu mai considerata al pari dei colonizzatori; proprio da questo gruppo ebbero inizio i primi movimenti nazionalisti algerini.
Il movimento nazionalista algerino fu costituito dopo la Prima Guerra Mondiale da gruppi musulmani di formazione culturale europea che inizialmente si limitarono a chiedere la totale eguaglianza di diritti tra algerini ed europei. Guidato da Ferhat Abbas e Ahmed Messali Hadj, il movimento indusse il governo francese a emanare nel 1936 un provvedimento che equiparava i veterani algerini ai professionisti dell’esercito della madrepatria. L’opposizione, da parte dei deputati delle colonie all’Assemblea nazionale francese, a qualsiasi riforma, rafforzò il movimento nazionalista che durante la Seconda Guerra Mondiale creò il Partito Militante Antifrancese. Dopo la guerra, l’Algeria venne equiparata al territorio francese e fu concessa l’istituzione della prima Assemblea parlamentare con ugual numero di deputati musulmani ed europei (1947). Il provvedimento, che non soddisfece né i nativi algerini né i coloni, spinse molti militanti nazionalisti alla lotta armata.
Ahmed Ben Bella nacque a Maghnia, nei pressi del confine con il Marocco, il 25 dicembre 1916. Il ragazzo faceva parte di quella piccola minoranza che frequentò le scuole francesi, tanto che fin dall’infanzia parlò solo il francese e non la lingua araba. Emblematico l’episodio avvenuto quando dopo aver incontrato Nasser a Il Cairo negli anni ’50, Ben Bella scoppiò a piangere: colui che considerava un suo ideale politico parlava arabo ed era impossibile comunicare direttamente con lui.
Sotto il dominio di Parigi, la società algerina fu decisamente influenzata dal governo francese. Ben Bella incarnò questa influenza: studiò in una scuola francese, prestò servizio per molti anni nell’esercito francese con il grado di sergente, combattendo a Cassino dove subì numerose ferite e per il valore dimostrato si guadagnò decorazioni militari direttamente dalle mani di De Gaulle, e dopo la guerra giocò persino nella squadra di calcio dell’Olympique Marsiglia.
Come tutti gli algerini emancipati, Ben Bella sognava l’indipendenza della sua terra natale, ad ogni costo e il più rapidamente possibile. Il problema era che l’Algeria ospitava oltre un milione e mezzo di immigrati francesi di terza generazione che la consideravano la loro patria e che non volevano separarsi dalla civiltà europea in nome dell'»indipendenza».
Nel marzo 1954 Ahmed Ben Bella costituì con altri otto cittadini algerini in esilio in Egitto, il primo comitato rivoluzionario del Fronte di liberazione nazionale (FLN). Il 1° novembre dello stesso anno il Fronte diede inizio alla guerra di liberazione contro la Francia con una serie di attacchi contro edifici pubblici, caserme di polizia ed esercito e installazioni per le telecomunicazioni.
La rivolta sfociò in azioni di guerriglia che per due anni insanguinarono il paese e costrinsero la Francia a inviare più di 400.000 soldati in Algeria. La tattica della guerriglia e il clima di forte tensione instaurato dall’FLN riuscirono in un primo periodo a disorientare e immobilizzare le forze francesi, numericamente superiori. In seguito la repressione della Francia, affiancata da nuclei terroristici di coloni oltranzisti, fu durissima, brutali incursioni nei villaggi musulmani e massacri di popolazione civile.
Nel 1956 la guerra raggiunse le città e culminò nel rastrellamento dei quartieri arabi della capitale (battaglia di Algeri). Gruppi di civili furono deportati in campi di prigionia, furono uccisi tutti coloro che erano sospettati di aver aiutato i guerriglieri e furono chiuse con recinzioni elettrificate le frontiere con Tunisia e Marocco al fine di isolare la forze dell’FLN. In pratica la Francia non fu in grado di trovare una soluzione politica alla guerra.
Ben Bella fu fortunato, quasi non partecipò allo spargimento di sangue. Il 22 ottobre 1956, divenne vittima del primo dirottamento aereo della storia. Un atto di terrorismo di stato messo in atto nel 1956 dalla Francia che dirottò il velivolo sul quale Ben Bella viaggiava insieme ad altri 5 capi della rivolta algerina, mentre volava nello spazio aereo internazionale. L’aereo fu intercettato dall’Aeronautica Francese e costretto ad atterrare in Algeria. Ben Bella e suoi compagni furono rinchiusi in pigione per 6 anni. Questa reclusione si rivelò molto utile per Ben Bella, in quanto lo trasformò in un simbolo della lotta del popolo algerino.
Rilasciato nel 1962, dopo la firma degli Accordi di Evian, Ben Bella tornò in patria e fu nominato primo Presidente dell’Algeria. Ben Bella rimosse immediatamente coloro che detenevano il potere, sfruttando l’appoggio dell’esercito. Seguace di Nasser, Ben Bella godeva anche del sostegno del leader dell’Unione Sovietica Chruščëv e del leader cinese Mao.
Nella speranza che Ben Bella si evolvesse dal «socialismo arabo» ad un «socialismo di tipo sovietico», il 30 aprile 1964 Nikita Chruščëv gli conferì il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Ma all’interno dell’Algeria c’era molto meno entusiasmo che all’esterno. La crisi economica iniziò a farsi sempre più pesante e uno dei primi atti di politica estera di Ben Bella, la guerra con il Marocco, si rivelò un’impresa estremamente costosa. Ben Bella concentrò nelle sue mani le cariche di Presidente e Primo Ministro, imprigionò i membri dell’opposizione ed instaurò un culto della personalità.
Il 9 giugno 1965, il comandante dell’esercito, il colonnello Houari Boumédiène, in alleanza con l’allora ministro degli Esteri Abdelaziz Bouteflika, eseguì un colpo di stato senza spargimento di sangue, costringendo Ben Bella agli arresti domiciliari (in una casa isolata nel deserto) per 15 anni.
Ma il cambio di leader non influì sul corso del Paese. L’Algeria, con la sua pianificazione statale, si è sempre più occupata di petrolio e di gas a scapito di altri settori dell’economia. Ben Bella, rilasciato dopo la morte di Boumédiène, lasciò l’Algeria per esiliare in Svizzera. In un intervista ammise: «Il risultato finale dell’indipendenza è completamente negativo. Il Paese è distrutto, l’agricoltura è distrutta. Non abbiamo nulla. Nessun settore, solo rottami. L’Algeria è corrotta da cima a fondo«.
Dal 1980, in esilio, iniziò la rinascita di Ben Bella. Abbandonò il socialismo e rivolse la sua visione politica all’Islam, rifiutò l’idea di uno stato a partito unico.
La cancellazione dei risultati delle prime elezioni libere, in cui vinsero gli islamisti, provocò una guerra civile in Algeria, durata dieci anni interi. Ben Bella agì come una terza forza, cercando invano di mediare tra i militari e gli islamici e rivolgendo la sua attenzione agli affari internazionali. A quel tempo, rimase l’ultimo dei sostenitori della lotta anticoloniale e il suo nome iniziò di nuovo a godere di popolarità.
Nel 1984 Ben Bella fu nuovamente nominato presidente della Repubblica. Nel 2007 fu nominato presidente del Consiglio degli Anziani dell’Unione Africana. Morì l’11 aprile 2012.
Luca D’Agostini
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