Il nome Agrafena Ivanovna Glinkina è ben noto agli intenditori e agli amanti della canzone folkloristica russa. Entrò nella storia della cultura russa come custode delle tradizioni popolari nazionali, come eccellente interprete delle canzoni della sua terra natia, Smolensk. Allo stesso tempo, il suo brillante talento originale apparteneva anche alla regione di Mosca, dal momento che visse lì per un ampio periodo finale della sua vita.
Agrafena Ivanovna Glinkina (nata Kolimaghina) nacque nel 1895 nel villaggio di Shvanovo nella regione di Smolensk (ora è la periferia occidentale del distretto di Mozhajsk).
Agrafena Ivanovna aveva un talento artistico eccellente. Non era solo una meravigliosa cantante, ma anche una meravigliosa narratrice in quanto possedeva eccellenti capacità recitative.
Pur essendo analfabeta, Glinkina era una corrispondente per un giornale regionale di Mozhajsk e formulava costantemente commenti critici nei confronti dei direttori agricoli colpevoli, secondo lei, dei disordini economici che si verificavano costantemente negli allevamenti e nei campi. Approvò l’ordine sociale sovietico, ritenendo che tutti i problemi della fattoria collettiva si verificano solo per colpa di persone negligenti e irresponsabili.
Negli articoli di giornale dettati al giornalista, raccontò la sua vita: «Iniziai a cantare quando avevo solo 7 anni. Ci sedevamo la sera per riposare ed iniziavamo a cantare, così il giorno dopo, affrontare un’altra dura giornata di lavoro nei campi risultava più semplice. Dopo la rivoluzione, imparai a scrivere e leggere un po’ ed iniziai a collezionare e registrare canzoni che avevo amato fin dall’infanzia. Ne raccolsi molte, ma pensai: morirò, portandole con me nella tomba. Una volta, poco dopo la guerra, sentii alla radio un concerto di vecchie canzoni. Il concerto finì e l’oratore chiese agli ascoltatori della radio che conoscevano vecchie canzoni, di inviarle al comitato radiofonico. Registrai otto testi e li mandai a Mosca. Mio padre mi disse: «E’ inutile che le invii. Credi che abbiano bisogno delle tue canzoni?». Si sbagliava. Mi invitarono al comitato radiofonico e mi mandarono a studiare al Conservatorio di Mosca, alla sezione di musica popolare«.
Glinkina descrisse la sua visita a Mosca con umorismo. «Quando arrivai nella capitale, indossavo un cappotto di montone, tipico di chi lavora nei campi ed il primo giorno, il poliziotto di guardia al Conservatorio non voleva farmi entrare nell’edificio«.
Successivamente quel Conservatorio divenne il luogo da lei più frequentato, all’interno del quale trascorreva molto tempo registrando canzoni popolari della sua terra natia.
Nella collezione musicale G.Pavlova a cura di A.V. Rudneva «Canzoni popolari della regione di Smolensk, cantate da A.I. Glinkina«, che è stata pubblicata a Mosca dalla casa editrice «Soviet Composer«nel 1988, vi sono 70 canzoni cantate da Agrafena Ivanovna Glinkina. Allo stesso tempo, oltre 300 canzoni registrate su un nastro magnetico furono conservate nella biblioteca del laboratorio di musica popolare del Conservatorio di Mosca.
Alcune di queste registrazioni sono state incluse nel disco «Canzoni folkloristiche russe» pubblicato nel 1989 dalla compagnia «Melodia». Il disco è già divenuto una rarità discografica di altissimo valore economico. La compagnia olandese «Pan-Record» di Leida ha pubblicato un CD dedicato alle tradizioni musicali della regione di Smolensk, questo disco si apre con il suono delle canzoni eseguite da A.I. Glinkina. Le canzoni di Smolensk interpretate da Glinkina sono state incluse anche nell’antologia del folklore musicale russo, pubblicato in sei dischi nel 1990.
Uno speciale aspetto del talento di Agrafena Ivanovna è rivelato nelle sue memorie «Infanzia involontaria«, un’opera letteraria di 210 pagine con fogli manoscritti da Glinkina. Il fatto che Glinkina non conoscesse le regole dell’ortografia russa ha avuto un impatto significativo sullo stile di presentazione. Il testo riproduce vivamente le sfumature caratteristiche del dialetto russo occidentale (secondo il principio: come si dice, così si scrive). Glinkina descrive la vita di un villaggio della Russia occidentale all’inizio del secolo, durante la prima guerra mondiale, la rivoluzione, la guerra civile, la collettivizzazione dell’agricoltura, la Grande Guerra Patriottica, i primi anni del dopoguerra. Il manoscritto è interessante, prima di tutto, perché gli eventi che si svolgono in esso sono interpretati dal punto di vista di un semplice lavoratore rurale. Le memorie sono scritte in un vivace dialetto, contengono descrizioni dettagliate di usanze e rituali popolari, di feste tradizionali, giochi d’infanzia e di gioventù. Glinkina ricorda quali canzoni venivano cantate sulla strada per andare a lavorare nel campo, quale canzone è stata cantata in connessione con il pascolo dei cavalli nella notte. Fornisce anche una descrizione di due matrimoni attraverso quella che è la propria percezione, in connessione con esperienze di vita personali. Sfortunatamente, le memorie di Agrafena Ivanovna Glinkina non sono ancora state pubblicate.
Per quanto concerne le caratteristiche artistiche di cantante, Glinkina si distingue per il suono della sua voce calda e morbida, l’espressività della sua intonazione vocale, la profondità, la ricchezza e l’interpretazione speciale di ogni canzone.
Agrafena Ivanovna Glinkina partecipò a numerosi concerti di arte popolare, si esibì più volte in TV e sempre le sue canzoni riscuotevano successi entusiastici da parte del pubblico molto spesso palesemente emozionato.
Una donna sorprendentemente talentuosa, è entrata nella storia della cultura russa come custode delle tradizioni musicali nazionali, come eccellente interprete di canzoni della sua terra natia. Il panorama musicale russo, nel corso degli anni, pur andando incontro alla modernità, ha saputo preservare l’eredità di Glinkina sulla vita musicale russa, conservando la memoria di questa eccezionale cantante e del suo patrimonio artistico.
Una volta, prima di iniziare un concerto, Agrafena Ivanovna Glinkina disse: «Ho preso queste canzoni dalla mia gente e le ho date alla mia gente«.
In conclusione dell’articolo, vi lascio all’ascolto di questo eccezionale pezzo di repertorio.
Luca D’Agostini
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Fonti
А. Красинская. «Аграфена Ивановна Глинкина»., М., Советский композитор., 1971 г.
А. Красинская. Сборник «Русские песенницы наших дней», «Аграфена Ивановна Глинкина»,стр. 39-81., М., Советский композитор, 1988 г.
Г. Павлова. «Народные песни Смоленской области, напетые А.И. Глинкиной»., М., Советский композитор, 1969 г.
«Поют народные исполнители. Русские народные песни и причитания.», «Мелодия», Д-24901- 24902, 1969 г. Песни : «Ой, вир, вир колодезь», «Как по морю, морю синему», «Можно познати по веселику», «Васечку матушка научала», «Гулял Ванька».
«Русская народная музыка западных, центральных областей и Поволжья.», Фирма «Мелодия», С-20 29957 (две пластинки), 1990 г. Песни: «Рано утром Манечка», «Ходил Ванька по базару».
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