L’Agenzia federale per le riserve statali (Rosrezerv) è un organo esecutivo federale russo che ha le funzioni di creare e conservare le riserve di materiale statale destinate a soddisfare le esigenze di mobilitazione della Federazione Russa, di intervenire urgentemente a seguito di situazioni di emergenza, di fornire sostegno ai vari settori dell’economia, di fornire assistenza umanitaria e di regolamentare eventuali crisi di mercato.
La creazione di riserve statali in Russia ha una lunga storia. Già nel XV secolo in Russia, furono istituiti organi per la conservazione del grano di stato. Durante il regno di Ivan III (1462-1505), furono istituiti depositi nazionali, principalmente per scopi di difesa. Per la prima volta nella storia russa fu stabilito un elenco di norme per l’accumulo di riserve, nonché la procedura per mantenere la loro sicurezza qualitativa e quantitativa: «creare riserve per poter resistere ad un assedio di tre anni e ogni anno rinnovarne un terzo«. Per volere di Ivan III vennero fondate istituzioni governative permanenti, successivamente chiamate ordini. Uno di questi ordini, noto come Zhitny, era impegnato nell’approvvigionamento e stoccaggio di scorte di grano. Per mitigare gli effetti nocivi di frequenti fallimenti colturali, furono creati negozi in tutte le città del Granducato per immagazzinare scorte di cereali.1
Nel XVII secolo furono creati speciali organi dotati di portafoglio al fine di raccogliere grano da utilizzare in caso di guerra. Pietro il Grande riservò particolare attenzione alla costituzione di quell’organo tanto che le sue funzioni erano abbastanza simili al moderno Rosrezerv.
La sconfitta della Russia nella guerra di Crimea del 1853-1856, segnò l’inizio della riforma militare. Nel 1864 fu creato il Capo Dipartimento del Quartiermastro del Ministero della Guerra, il quale gestiva le forniture all’esercito, comprese le riserve di cibo. Le riserve erano divise in tre gruppi: economiche (riserve per l’attuale rifornimento dell’esercito), di servizio (per fornire cibo per le guarnigioni in caso di guerra) e inviolabili (per assicurare la fornitura alle truppe nella fase iniziale della guerra).1
Nel 1870, la fabbrica di San Pietroburgo «Azibera» produsse i primi campioni di lattine di carne in scatola, in grado di resistere alla conservazione a lungo termine. Nel 1875 l’Ufficio Quartiermastro Centrale decise di impiegare cibo in scatola per lo stoccaggio riservato all’esercito.1
Dopo la guerra tra Russia e Turchia (1877-1878), furono realizzati tentativi per accumulare provviste di foraggi in quantità sufficiente per il periodo di mobilitazione e concentrazione di truppe nella fase iniziale della guerra. Tuttavia, tali riserve furono create solo in regioni lungo i confini occidentali e la situazione delle riserve in estremo oriente era rimasta particolarmente critica.1
La guerra con il Giappone (1903-1905) dimostrò che l’esercito russo era stato sconfitto non solo a causa della mancanza di attrezzature militari, ma anche di abbigliamento, scarpe, cibo. Divenne evidente che era necessario creare riserve alimentari significative in tutte le aree di confine.1
Dall’inizio della guerra nel 1914, le insicurezze alimentari aumentarono di giorno in giorno, la minaccia della carestia minacciava l’esercito e la popolazione. Nel 1915, i comandanti dei distretti militari ricevettero il diritto di vietare l’esportazione dalle province subordinate del cibo necessario all’esercito, di stabilire a loro discrezione i prezzi del cibo e requisirlo in caso di rifiuto di venderlo volontariamente. Cercando di risolvere il problema, il governo preparò 1 miliardo e 340 milioni di tonnellate di pane. Tuttavia, la fornitura di cibo alla popolazione civile risultò insufficiente ed il governo fu costretto a trasferire il cibo dalle scorte dell’esercito alla popolazione.1
Alla vigilia della rivoluzione di febbraio del 1917 , il governo non aveva riserve di cibo.1
Il 17 ottobre 1931, con la decisione del Consiglio dei Commissari del popolo dell’Unione Sovietica, fu creato un organo specializzato che riuniva le principali funzioni di gestione delle riserve statali, il Comitato delle Riserve sotto il Consiglio del Lavoro e della Difesa (noto come «il Comitato delle Riserve»).
Parlando del ruolo della riserva statale all’inizio della Grande Guerra Patriottica, il Maresciallo Žukov osservò che le riserve statali erano state create per «assicurare il trasferimento dell’economia alla modalità militare e alimentare le truppe fino a quando l’azienda agricola non lavora pienamente per i bisogni della guerra«.
Dalla fine degli anni ’30 in tutto il Paese, furono costruite strutture di stoccaggio speciali ed ex gallerie minerarie furono convertite per tale scopo. Così fu costruito il più grande impianto di stoccaggio, dotato di una temperatura fredda naturale, in quanto situato in una cava nelle montagne presso il villaggio di Krasnaja Glinka, a Samara. Le gallerie furono fortificate, le tubature furono passate in sale sotterranee appositamente costruite, lungo le quali circolava una «salamoia» rinfrescante. Le camere di refrigerazione si trovavano come nel funzionamento delle miniere ad una distanza di 300-400 metri dalla superficie della terra. La capacità totale di conservazione di questo impianto di stoccaggio era di 16.400 tonnellate. Negli anni ’90 la struttura fu privatizzata e perse la sua importanza.
Durante gli anni 1941-1945, in tutti gli uffici e nei depositi del sistema di riserve statali, fu stabilito un programma di lavoro di ventiquattro ore su ventiquattro. Circa 20 milioni di tonnellate di pane, circa 3 milioni di tonnellate di generi alimentari, circa 2 milioni di tonnellate di metalli, 16 milioni di tonnellate di carbone, 9 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi e 6 milioni di metri cubi di legname furono liberati dalla riserva statale per i bisogni dell’esercito e dell’economia.
Il volume delle riserve statali negli anni della Grande Guerra Patriottica non solo non diminuì, ma a causa dell’enorme sforzo prodotto aumentò quasi del doppio in alcune categorie di prodotti. Fu proprio grazie a queste riserve, che l’economia nazionale fu riavviata nel periodo post-bellico.
Gli anni della Guerra Fredda diedero luogo alla creazione di grandi riserve senza precedenti, ma queste riserve non furono utilizzate solo per scopi militari. Le riserve statali furono utilizzate per eliminare le conseguenze dei terremoti a Tashkent (1967) e Spitak (1988). Nel 1986, migliaia di tonnellate di piombo furono utilizzate per costruire un sarcofago sopra l’unità di potenza della centrale nucleare di Černobyl.
Nei primi anni ’90 ci fu una separazione del sistema delle riserve statali dell’Unione Sovietica. Gli oggetti ed i valori materiali situati nei territori delle repubbliche dell’Unione furono trasferiti ai governi dei nuovi Stati sovrani.
Il 23 novembre 1994 fu adottata la legge federale FZ-79 «Sulla riserva materiale statale», che stabilì i principi generali per la formazione e l’uso delle riserve statali. La legge introdusse una nuova direzione nell’uso della riserva statale: oltre a rispondere ai bisogni di mobilitazione, di rispondere alle emergenze ed intervenire a supporto in caso di eventuali interruzioni nella fornitura di cibo e materie prime, si introdusse la possibilità di fornire interventi sul mercato dei prodotti al fine di sanarne eventuali anomalie, derivanti anche da speculazioni sia interne che esterne alla federazione Russa.
Nel marzo 2004, l’agenzia è stata ribattezzata Agenzia Federale per le Riserve Statali (Rosrezerv) e sottoposta alle dipendenze del Ministero dello Sviluppo Economico.
Il 23 novembre 2016, con decreto del Presidente della Federazione Russa, la gestione delle attività dell’Agenzia Federale per le Riserve Statali è stata affidata al Governo della Federazione Russa.
Luca D’Agostini
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