África de las Heras Gavilán era un’affascinante spia, colonnello del KGB il cui nome in codice era Patria, sebbene adottasse anche i nomi di Maria Luisa de las Heras di Darbat, María de la Sierra, Patricia, Ivonne, María de las Heras, Znoi o María Pavlovna.
Nacque a Ceuta, in Spagna, il 26 aprile 1909 da una famiglia benestante. África de las Heras Gavilán era la figlia di Julián Francisco de las Heras, avvocato e sindaco di Ceuta, e la nipote di Manuel de las Heras Jiménez, generale di divisione che morì nel 1930 a Jaca dopo essere stato colpito per contenere una ribellione repubblicana.
Da giovanissima si trasferì a Madrid per studiare in una scuola di monache. I dati relativi ai primi anni della sua vita sono scarsi e non se ne conosce molto fino al 1930, anno in cui appare militante nel Partito Comunista di Spagna. Quattro anni dopo partecipò attivamente alla rivoluzione delle Asturie nell’ottobre del 1934 , dove incontrò lo storico leader comunista Santiago Carrillo.
Nel 1936 entrò a far parte della Gioventù Socialista Unificata (JSU) della Catalogna e un anno dopo comandò una delle pattuglie cittadine di Barcellona. Durante questo periodo sposò Luis García Lago, ex impiegato di banca e militante comunista.
In quest’anno ritornò a Ceuta per l’ultima volta per avvertire suo zio del pericolo che correva.
Nel 1937 fu reclutata in Spagna da alcuni agenti di un organo di sicurezza dell’Unione Sovietica, il Commissariato Popolare per gli Affari Interni (NKVD) e fu inviata a Mosca per la formazione.
Si ritiene che l’incaricata di introdurre África nello spionaggio, sia stata Eustacia Maria Caridad del Río Hernández, amante dell’agente segreto sovietico Pável Sudoplátov e madre di Ramon Mercader, l’assassino di Trotskij.
Dopo la formazione ricevuta a Mosca, gli fu affidata la sua prima missione, in Norvegia. Nel paese scandinavo il suo compito era entrare in contatto con i militanti trotzkisti. África de las Heras Gavilán riuscì ad infiltrarsi tra di loro e divenne loro segretaria in Messico, da dove riuscì a passare numerose e preziose informazioni al NKVD, aiutando il suo connazionale Ramón Mercader ad organizzare l’uccisione di Trotskij.
Realizzato il suo compito, lasciò il Messico in fretta, viaggiando nascosta nella stiva di una nave.
Nel 1941, arrivò in Unione Sovietica e fu di nuovo sottoposta a corsi di formazione del KGB. Studiò infermieristica ed in seguito radiotelegrafia. Dopo il completamento dei corsi, nel maggio 1942 fu inviata al distaccamento dei guerriglieri di Los Vencedores. Fu paracadutata insieme ad altri spagnoli nelle foreste di Vinnjtsia, in Ucraina, dietro le linee tedesche, con il compito di intercettare le comunicazioni ed inviare messaggi errati ai tedeschi.
Dopo due anni di guerriglia, tornò a Mosca nel 1944 e ricevette un nuovo corso di spionaggio.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale iniziò a firmare i suoi rapporti da agente del KGB con il soprannome di «Patria».
Nel 1946 si trasferì a Parigi, fingendosi rifugiata del regime di Franco. Nella capitale francese incontrò lo scrittore uruguaiano Felisberto Hernández, con il quale iniziò una relazione sentimentale, ma lui ignorava chi in realtà fosse veramente la donna che aveva conosciuto. Nel 1947 si trasferì in Spagna e nel 1948 in Uruguay.
Nello stesso anno si sposò con lo scrittore uruguaiano, iniziando a lavorare come sarta, ma era un lavoro di copertura poiché África de las Heras Gavilán stava continuando a lavorare come agente del KGB. Il suo matrimonio, oltre a concedergli la cittadinanza uruguaiana, servì ad infiltrarsi nelle conoscenze altolocate del marito. Nel 1950 si separò da suo marito il quale non fu mai conoscenza del vero ruolo e della vera professione di sua moglie.
Nel 1956 si trasferì a Buenos Aires per fungere da collegamento con l’italiano Giovanni Antonio Bertoni, alias Valentino Marchetti oppure «Marko», cioè colui che era divenuto il nuovo capo dello spionaggio sovietico in America del Sud.1 Nello stesso anno si sposò con lui per ordine del KGB, che vide in questo matrimonio una buona soluzione per migliorare e facilitare il lavoro di entrambe le spie. La coppia, come lavoro di copertura, avviò un’attività di antiquariato nel centro storico di Montevideo.
Nella sua vita sudamericana svolse numerose missioni, servendo da collegamento tra le diverse spie e il quartier generale a Mosca . Si ritiene che sia stata lei a trasmettere al quartier generale del KGB le informazioni sull’invasione della Baia dei Porci.
Nel 1967 dopo la morte di suo marito, ritornò in Unione Sovietica. Giovanni Antonio Bertoni aveva iniziato a criticare il Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS) e si ritiene che sia stato avvelenato da lei dopo aver ricevuto un ordine dai suoi superiori del KGB a Mosca. Dal 1967 al 1971 fu incaricata della formazione di nuovi agenti principalmente per operazioni nei paesi di lingua spagnola, lavorando quotidianamente a Mosca, presso la Lubjanka, la sede centrale del KGB.
Nel 1985, all’età di 76 anni fu congedata dai servizi segreti sovietici.
Morì a Mosca tre anni dopo, l’8 marzo 1988 a causa di problemi cardiaci. Fu sepolta a Mosca con tutti gli onori militari nel Cimitero di Kovanskoe e sulla sua lapide la parola «Patria» appare scritta in spagnolo insieme al testo in russo «Colonel África de las Heras, 1909-1988».
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Saturno Carnoli, L’avventurosa vita del faentino Giovanni Bertoni, tenente colonnello del KGB, Carnoli, 2008.
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