Questo articolo è dedicato ad una meravigliosa canzone cosacca «Любо, братцы, любо».
Questa canzone, per qualche ignota ragione, è spesso cantata allegramente e con gioia, ma è una canzone tragica.
Erroneamente su wikipedia è riportato che questa canzone sia scritta durante la guerra civile, ma non è così. Infatti erroneamente si credeva che la canzone fosse dedicata alla battaglia dei cosacchi del Don con i Nogai nel 1783. Ma in realtà la canzone parla di una guerra completamente diversa.
Alla fine della guerra russo-turca, nel 1774, Matvej Ivanovič Platov il leggendario ataman dell’esercito del Grande Don, il quale a quel tempo era ancora colonnello, guidò uno dei reggimenti cosacchi del Don, composto da 501 soldati, in una missione per il rifornimento di cibo per le truppe in combattimento sul fronte caucasico.
Nella steppa vicino al fiume, il suo reggimento fu oggetto di un attacco improvviso da parte delle armate combinate dei Nogai e dei Tatari di Crimea, le quali contavano 10 mila cavalieri ben armati. Ogni cavaliere di questa incredibile armata guidava altri tre cavalli. La canzone infatti inizia con queste parole: «Quarantamila cavalli guidarono i tartari«.
I soldati cosacchi usarono i sacchi di farina per proteggersi e seppur decisamente inferiori di numero riuscirono a combattere per due giorni. Dopo le raffiche di spari dei fucilieri cosacchi, altri loro compagni coraggiosamente si lanciarono contro i nemici affrontandoli in eroici combattimenti corpo a corpo. Così attendevano i rinforzi e cantavano. «con il nostro capo non possiamo perdere«.
I cosacchi del 3° Reggimento del Don, guidati dal colonnello Uvarov, partirono dalle retrovie in soccorso dei loro fratelli cosacchi, senza attendere l’aiuto degli squadroni degli ussari e dei dragoni dell’esercito. Così in breve tempo 300 cosacchi a cavallo giunsero in soccorso del reggimento comandato da Platov e cavalcando a tutta velocità e con le spade sguainate attaccarono le retrovie dei Tartari e dei Nogai. I cosacchi giunti in aiuto dei loro fratelli causarono il panico tra le fila non protette del nemico.
L’esito della battaglia fu nettamente a favore dei cosacchi. Migliaia di Tatari e di Nogai caddero a terra morti e trucidati. Di contro, tra le fila cosacche morirono 82 soldati.
Ogni strofa di questa emozionante canzone è piena di significato profondo, in quanto narra una verità storica!
Di seguito vi lascio alla visione della meravigliosa ed emozionante esibizione della cantante russa Pelagheja e del Coro Cosacco Kubanskij. La canzone e l’interpretazione è così affascinante, che molti di voi avranno il piacere di ascoltarla e vederla più di una volta.
Luca D’Agostini
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