Ma chi è Ioffe? Alcuni lettori si staranno ponendo questa domanda.
Ebbene in questo articolo conosceremo una interessante figura dell’era rivoluzionaria russa. Abbiamo sentito e letto molto riguardo i personaggi di primo piano della rivoluzione, ma riguardo i personaggi, per così dire, di secondo piano, soprattutto nei paesi occidentali vi sono pochissime tracce. Adolf Abramovič Ioffe appartiene pienamente a tali figure.
Nacque il 10 ottobre 1183 a Simferopol. in Crimea. Era il secondo figlio di un ricchissimo mercante di famiglia ebraica. Il padre era il proprietario di tutti i mezzi postali e di trasporto della Crimea ed aveva uno stretto rapporto di amicizia con il Ministro delle Finanze russo, Sergej Julievič Vitte.1
Dopo la maturità, dal 1903 al 1904, Adolf Abramovič Ioffe si recò a studiare presso la facoltà di medicina dell’Università di Berlino, ma alternava lo studio con l’attivismo rivoluzionario. Dal 1903 aderì alla fazione dei menscevichi, condusse azioni rivoluzionarie a Baku e Mosca , partecipò agli eventi rivoluzionari del 1905 e al IV Congresso di Stoccolma del Partito Laburista Socialdemocratico Russo (RSDLP), a seguito del quale fu nominato membro dell’Ufficio di presidenza del Comitato centrale del partito.
Nadezhda, la figlia di Ioffe nata nel 1906 a Berlino, ricordò che una volta chiese al padre come divenne un rivoluzionario pur provenendo da una famiglia molto ricca ed influente. Nadezhda Ioffe ricordò: «Mi guardò, rise e mi disse: «Non ho corso, non ho giocato, non sono andato a ballare. Mi sono seduto e ho letto libri. Così è successo!»1
Nel 1906 fu deportato in Siberia , ma poco fuggì dall’esilio ed emigrò in Svizzera.
Nel 1906-1907 studiò presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Zurigo. Successivamente si stabilì a Vienna, dove, dal 1908, insieme a Lev Trotskij, pubblicò il giornale Pravda, il cosiddetto. «Vienna Pravda«.
A Vienna si laureò presso la facoltà di medicina e conseguì un dottorato. Si era appassionato alla psichiatria ed era uno dei discepoli e seguaci del famoso psichiatra austriaco Alfred Adler.1
Trotskij descrisse Ioffe in questi termini: «Nonostante la sua impressionante personalità, il tono pacato della voce, la pazienza e la cortesia nella conversazione, nonostante l’equilibrio interiore, Ioffe era in effetti un nevrotico fin da giovane«.2 Quanto affermato da Trotskij trova riscontro nel fatto che Ioffe era stato un paziente sottoposto ai trattamenti psichiatrici proprio del dottor Alfred Adler.
Nel 1912, Ioffe fu arrestato a Odessa ed esiliato nuovamente in Siberia e condannato alla privazione di tutti i diritti ed all’esilio a vita in Siberia.
Nel 1917, in seguito alla Rivoluzione di febbraio fu liberato dalla prigionia. Arrivò a Pietrogrado nell’aprile dello stesso anno dove incontrò di nuovo Trotskij, insieme al quale pubblicò la rivista «Avanti«.
Nell’agosto 1917, Ioffe fu eletto segretario del Comitato centrale del Partito Laburista Socialdemocratico Russo (RSDLP).
Nell’aprile-dicembre 1918, fu nominato plenipotenziario della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa in Germania. In questa veste concluse un protocollo aggiuntivo al trattato di Brest-Litovsk sul pagamento di sei miliardi di marchi alla Russia da parte dei tedeschi.3 Partecipò attivamente alla preparazione della rivoluzione in Germania e il 6 novembre 1918, insieme con l’intera missione fu espulso dal Paese.
Ioffe riteneva che il dovere primario di un marxista istruito consisteva nel portare la propria conoscenza alla massa popolare, allevarla e formarla. Dal 1922 fu inviato in Cina e Giappone come ambasciatore.4 Anche in questo ruolo Ioffe si impegnò affinché venissero istruiti i popoli dell’Asia centrale e l’intellighenzia cinese, al fine di elevare il loro livello culturale comune.5
In Giappone nel 1923, Ioffe si ammalò di una grave malattia infettiva, nota come polineurite multipla. A seguito della malattia fu inviato in Austria, dove fu sottoposto ad un trattamento terapeutico. Dal 1924 al 1927 fu nominato plenipotenziario a Vienna.
Nel 1927 tornò in Russia ed insegnò diritto sovietico all’Università statale di Mosca.
Ben presto però, il peggioramento delle condizioni di salute dovuto alla grave malattia che lo aveva colpito (polineurite multipla) costrinse Ioffe a rimanere immobilizzato a letto e lo privò della partecipazione attiva alla vita politica e dell’insegnamento universitario. Ioffe era uno dei più agguerriti oppositori di Stalin e così il Comitato Centrale rifiutò di assegnargli il denaro sufficiente per le cure all’estero, motivo il quale, secondo la sua stessa ammissione, fu la ragione del suicidio. Così il 17 novembre 1927, Ioffe si suicidò sparandosi un colpo di pistola alla tempia.6
Nella sua lettera d’addio di 10 pagine indirizzata a Trotskij e scritta pochi istanti prima del suicidio, Ioffe scrisse: «La mia convinzione è sempre stata quella che una figura politica pubblica dovrebbe essere in grado di andarsene in tempo, come un attore sul palco, e che è ancora meglio farlo troppo presto, piuttosto che troppo tardi«.7
Ioffe fu sepolto nel cimitero di Novodevičij a Mosca.
Dopo il suicidio di Ioffe, la sua famiglia fu sottoposta alle repressioni staliniane. Ioffe si sposò due volte. Dal primo matrimonio, nel 1906 nacque sua figlia Nadezhda, la quale dal 1929 al 1949 trascorse 20 anni in esilio nei gulag. Riabilitata nel 1949, Scrisse due libri, uno sul suo destino e sul destino della sua generazione, l’altro su suo padre. Nadezhda morì nel 1999. Dal secondo matrimonio di Ioffe, nel 1919 nacque suo figlio Vladimir il quale fu fucilato all’età di 18 anni a Tomsk.
Luca D’Agostini
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Fonti:
(4) Коммунисты СССР в истории КПК
(6) Иоффе Адольф Абрамович, Большая советская энциклопедия, под ред. А. М. Прохоров — 3-е изд. — М.: Советская энциклопедия, 1969
(7) Троцкий Л. Д. Портреты революционеров. — Москва, 1991. — С. 337.
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