La storia della gloriosa Armata Rossa è densa di eroi che hanno compiuto gesta memorabili. Tra questi eroi vi furono molti cecchini, alcuni più famosi in Occidente, altri del tutto sconosciuti alla platea occidentale ma perfettamente noti, giustamente rispettati ed omaggiati in Russia.
In questo articolo conosceremo la vita e le gesta di un abilissimo cecchino, Abucadzhi Idrisov, il quale vanta l’uccisione di ben 349 nazisti e fascisti, invasori dell’Unione Sovietica.
Abucadzhi Idrisov nacque da una famiglia di contadini il 17 maggio 1918 in un villaggio della Cecenia.
Completò solamente gli studi elementari, dopodiché iniziò a lavorare come pastore in una fattoria collettiva. Nell’ottobre del 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa e fu assegnato alla 125° Divisione di Fanteria, che si trovava vicino ai confini occidentali del paese, in prossimità degli Stati baltici. Ricevette l’addestramento per essere impiegato come mitragliere.
Dal primo giorno della Grande Guerra Patriottica si trovò sulla linea del fronte e come parte della sua divisione si ritirò a est per sfuggire all’onda d’urto dell’invasione nazista. Nel luglio 1941, la sua divisione prese posizioni difensive sulla linea Pskov-Velikie Luki tra i laghi di Ilmen e Seliger. Il mitragliere Idrisov, insieme agli altri soldati della sua divisione, si diresse a Leningrado per combattere contro gli attacchi quotidiani dei nazisti.
Idrisov si era creato una piccola postazione protetta e ben nascosta per la sua mitragliatrice, lasciando una stretta fessura nella direzione del nemico. In breve tempo iniziò ad utilizzare la mitragliatrice in modo inusuale. Non sparava colpi a raffica come era logico aspettarsi ma sparava solamente singoli colpi di mitragliatrice, con i quali abilmente uccise 22 nazisti. Il suo operato non sfuggì ai suoi compagni ed al comando della sua divisione. A Leningrado tutti parlavano di lui ed il comando della divisione divenuto consapevole dell’eccezionale capacità balistica di Idrisov lo trasferì nell’unità dei cecchini.
A Leningrado il suo nome riecheggiava in ogni casa, fuori dalla città il suo nome correva rapidamente di villaggio in villaggio, i giornali dell’epoca riportavano continuamente articoli su di lui e così in breve tempo il cognome «Idrisov» divenne noto in tutto il nord-ovest dell’Unione Sovietica.
Idrisov era in continuo viaggio in quanto anziché rimanere a disposizione della sua unità militare di appartenenza veniva invece invitato in aiuto ad altri settori del fronte, ogniqualvolta se ne verificava la necessità.
Nell’ottobre del 1942, come parte di un gruppo di cecchini, fu trasferito in uno dei settori più difficili del fronte, dove era atteso un attacco nemico. Quando iniziò l’offensiva, i cecchini, individuarono per primi gli ufficiali ed aprirono un fuoco mirato su di loro. La fanteria dell’Armata Rossa, con il supporto dei cecchini, respinse numerosi attacchi violenti. Idrisov stesso in 10 giorni di combattimenti uccise più di 100 soldati e ufficiali nemici.
Uno dei cecchini sovietici che in quei giorni operava insieme a lui raccontò: «Tutti noi cecchini eravamo sbalorditi ed affascinati dalle capacità di Idrisov. Mi ricordi che un giorno per via del gelo nessuno di noi riuscì a sparare. Idrisov rimase immobile per tutto il giorno. Era attratto dal sonno e faticava a tenere gli occhi aperti, voleva muovere le braccia e le gambe intorpidite, ma non riusciva a muoversi. Anche sul fronte tedesco non c’erano movimenti, ma poi ad un certo punto in modo inaspettato un soldato tedesco si mosse. Soltanto Idrisov lo notò. Pur non riuscendo a muoversi, rapidamente prese la mira con il suo fucile ed immediatamente sparò un colpo. Idrisov aveva centrato la testa di un cecchino tedesco che cercava un appostamento.«
Dall’inizio della guerra al marzo del 1944, nella sua attività di cecchino, Idrisov aveva ucciso già 349 nazisti e fascisti. Un mese dopo purtroppo, nell’aprile del 1944, l’esplosione di una mina tedesca ferì gravemente Idrisov, il quale fu trasportato immediatamente in ospedale e non fece più ritorno sul fronte.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica, datato 3 giugno 1944 per l’esemplare esecuzione dei compiti di comando, il coraggio e l’eroismo nelle battaglie contro gli invasori nazisti e fascisti, il sergente maggiore Abucadzhi Idrisov fu insignito del titolo Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Trascorse quattro mesi nell’ospedale della città di Nižnij Novgorod. Dopo il recupero fisico andò a vivere in Kazakistan, dedicandosi alla pastorizia come aveva fatto da giovane.
Nel 1957 tornò in Cecenia. Fino agli ultimi giorni ha vissuto e lavorato nel suo villaggio natale. Nel 1962 aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica). Morì il 22 ottobre 1983.
In suo onore, una strada di Groznij, la capitale della Cecenia, porta il suo nome. Il suo nome è scritto in lettere d’oro nel Museo della Grande Guerra Patriottica a Mosca.
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Абухаджи Идрисов
(2) Идрисов Абухажи
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