Già in due articoli precedenti abbiamo trattato l’Abkhazia. In un articolo ci siamo soffermati sulla struttura politica della Repubblica di Abkhazia, mentre su un altro articolo abbiamo affrontato il tema della storia dell’Abkhazia. In questo articolo conosceremo la popolazione indigena dell’Abkhazia: gli Abkhazi.
Gli Abkhazi nel corso dei secoli sono stati attori di grandi diaspore che le hanno portati ad emigrare in Turchia, Russia, Siria, Giordania, in Europa occidentale e negli Stati Uniti.
Secondo il censimento del 1989, il numero di Abkhazi nella Repubblica di Abkhazia era di 93.300 persone, pari al 18% dell’intera popolazione dell’Abkhazia. Il censimento successivo, quello del 2003 ha stabilito che nella Repubblica di Abkhazia vivono 94.600 abkhazi, pari al 44% della popolazione.1 L’ultimo censimento, quello del 2010, ha permesso di riscontrare ancora un ulteriore aumento della popolazione abkhaza. Secondo i dati dell’ultimo censimento, nel 2010 il numero totale degli abkhazi nella Repubblica di Abkhazia ammonta a 122.000 persone, pari al 51% della popolazione.2 Il motivo per cui comunque gli abkhazi non costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione, è dovuto al fatto che l’Abkhazia è abitata da un numero molto rilevante di russi.
Vi è poi una curiosità: i quartieri del villaggio di Adziubzha sono la residenza di un gruppo etnico speciale, gli Abkhazi di colore. Non esistono informazioni informazioni precise su come e quando gli africani siano entrati in Abkhazia. Probabilmente furono acquistati e importati per lavorare nelle piantagioni di mandarini, tuttavia già nel XIX secolo tutti parlavano solo la lingua abkhaza e si consideravano abkhazi a tutti gli effetti.
Oggi si stima che il numero totale degli abkhazi nel mondo, sia di circa 185.000 persone.3
Le religioni principali tra gli abkhazi sono l’ortodossia e l’islam sunnita.
La cultura degli abkhazi è quella tradizionale tipica dei popoli del Caucaso. Tra le attività culturali tipiche della cultura abkhaza, ricordiamo la tessitura di tappeti tradizionali, la tessitura di cinture fantasia, ricami (compresi fili d’oro e d’argento), incisioni e intagli per metallo, intaglio e intarsio su legno.
Per quanto riguarda i costumi tradizionali, spicca il beshmet, un soprabito tipo kaftan, solitamente lungo fino alle ginocchia. Le maniche sono corte, strette e larghe. Il materiale con cui viene fabbricato il beshmet era raso, lana o seta ed i colori tradizionali sono il rosso oppure il nero.

Beshmet rosso

Beshmet nero
Il beshmet è cinto con una cosiddetta fodera da sciabola, cioè una cintura di cuoio decorata con placche di rame e argento , a cui è attaccato un pugnale o una sciabola.
Gli abkhazi indossano pugnali di tipi Kama (pugnale caucasico dritto a doppio taglio della lunghezza di 30-50 cm) e Bebut (pugnale caucasico di origine turca, con lama curva, doppio taglio oppure taglio singolo della lunghezza di 50 cm circa).

Kama

Bebut
Tra le sciabole, la preferita è di tipo mamelucco, cioè con lama curva. Anche un arco con una faretra per le frecce è considerato un elemento dell’abbigliamento del cavaliere abkhazo.

Sciabola di tipo mamelucco
Gli abkhazi portavano sempre un piccolo coltello che poteva essere usato per scopi domestici, per macellare capre, mucche e tagliare la carne.
Il folclore musicale è vicino al ritmo degli Adighè ed è caratteristico delle Saghe dei Nart, una serie di leggende caucasiche raccontate mediante canzoni storiche ed eroiche, canti di lavoro legati alla vita agricola, pastorale e venatoria, canzoni rituali per la chiamata della pioggia, per auspicare la guarigione, canzoni e balli di famiglia.
Una curiosità è dovuta al fatto che in Abkhazia vi sono molti ultracentenari. Già nel 1956, durante l’Unione Sovietica, in Abkhazia vivevano 2144 persone di età superiore ai 90 anni, 270 di età superiore ai cento anni ed addirittura 11 persone di età superiore ai 120 anni. A questa curiosità è legato il detto abkhazo «Le persone malvagie non vivono a lungo«, sottolineando con questo detto popolare che tra gli abkhazi non esistono persone malvagie.4
La cucina abkhaza è molto semplice. L’occupazione predominante degli Abkhazi in agricoltura, in combinazione con l’allevamento di bestiame, caratterizza la cucina abkhaza. Le condizioni terrestri e climatiche per la crescita di miglio, mais, uva, noci ,meloni, verdure varie e frutta, hanno reso questi prodotti delle componenti essenziali dell’alimentazione degli abkhazi. E’ pratica comune in quasi tutte le famiglie preparare sottoaceti soprattutto con cetrioli e pomodori.
Il pesce non è un alimento comune nella cucina abkhaza. Così come assenti sono la carne di cavallo, di maiale, crostacei e funghi e piatti liquidi caldi.
Il piatto principale abkhazo è la «Mamaliga», prodotta esclusivamente con farina di mais e simile, per intenderci, alla polenta italiana.

Mamaliga
Il pane abkhazo si chiama «Ciurek» e può essere farcito con formaggio, noci o miele, accompagnato con panna acida.

Ciurek
La carne più utilizzata è quella di pollo, capra e agnello. E’ comune cucinare spiedini di questi tipi di carne accompagnati con varie salse, noci e formaggi.
Di grande importanza nella cucina abkhaza è l’adjika, una salsa piccante di colore rosso, realizzata macinando su pietra il pepe rosso, coriandolo, fieno greco blu, aglio, con l’aggiunta di una piccola quantità di sale da tavola.

Adjika
Luca D’Agostini
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Fonti
(2) В Абхазии подведены итоги первой переписи
(3) Президент Всемирного конгресса абхазо-абазинского народа Тарас Шамба
(4) проф. П.Аггеев, проф. Е.Андреева-Галанина, проф. В.Башенин и др. Книга о здоровье / ред. член-корр. АМН СССР Д.А.Жданова. — М.: Медгиз, 1959. — С. 349.
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