La 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio era considerata la principale forza d’attacco dell’aviazione sovietica nel fronte occidentale. Fu costituita dalla trasformazione dell’81° Divisione Bombardieri a Lungo Raggio avvenuta nel dicembre 1941. Durante la seconda guerra mondiale, i piloti di questa Divisione, con i loro aerei a lungo raggio hanno colpito e distrutto moltissimi carri armati e pezzi d’artiglieria tedeschi, hanno colpito le riserve nemiche nelle retrovie, attaccando centri militari ed industriali, stazioni ferroviarie, campi di aviazione e porti, ponti e strade, apportando ingenti danni alle infrastrutture del nemico. Le operazioni di combattimento della 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio si caratterizzavano per bombardamenti massicci effettuati di norma la notte.
I piloti della 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio combatterono vicino a Smolensk e Mosca fin dai primi periodi della guerra e nel gennaio 1943 presero parte alla fase finale della battaglia di Stalingrado.
Dal 3 dicembre 1941 al 5 marzo 1942 il comando della 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio fu affidato al colonnello Aleksandr Evgenievič Golovanov. Successivamente e fino al 26 marzo 1943 il comando fu affidato al colonnello Dmitrij Petrovič Jukhanov.
Il 26 marzo 1943 fu rinominata: 1° Divisione Aerea delle Guardie di Azione a Lungo Raggio.
Scopriamo insieme le vite di alcuni grandi combattenti ed eroi della 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio.
Dmitrij Petrovič Jukhanov (Дми́трий Петро́вич Юха́нов) — Nacque il 13 settembre 1909 a Mosca. All’età di 20 anni fu arruolato nell’Armata Rossa e fu inviato alla Scuola Teorica Militare dell’Aeronautica Militare dell’Armata Rossa di Leningrado.
In qualità di consigliere militare, prese parte alla Guerra Civile in Spagna tra il giugno del 1938 ed il maggio 1939.
All’inizio della seconda guerra mondiale gli fu affidato il comando di un reggimento di bombardieri a lungo raggio. Da aprile ad agosto 1942, il reggimento sotto il suo comando effettuò circa 2000 missioni di bombardamento di cui circa 1200 di notte, distruggendo circa 300 carri armati tedeschi, più di 600 veicoli, 20 ponti. Nelle battaglie aeree furono abbattuti 29 aerei tedeschi ed altri 53 furono distrutti durante i bombardamenti sugli aeroporti. Personalmente Jukhanov in quei mesi partecipò a 6 missioni di cui 3 di notte. Per il coraggio e l’abile comando del reggimento, nell’agosto del 1942 fu insignito dell’Ordine della bandiera Rossa.
L’8 settembre 1942, al colonnello Jukhanov fu affidato il comando della 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio. A seguito del successo delle missioni avvenute sotto il suo comando, il 25 marzo 1943 ottenne il grado di generale.
Dal 19 dicembre 1944, Jukhanov fu distaccato presso l’Ispettorato Generale delle forze armate dell’Armata Rossa.
Alla fine della guerra fu nominato comandante di una divisione aerea nei Carpazi, ma nel 1946 fu smobilitato a causa di alcuni gravi incidenti aerei che videro coinvolti piloti ed aerei sotto il suo comando.
Morì il 13 settembre 1947 a Mosca. Fu sepolto nel cimitero di Novodevičij. (1)
Ivan Fëdorovič Andreev — Nacque l’11 settembre 1910 in un villaggio nella regione di Nižnij Novgorod. All’età di 12 anni si trasferì con la sua famiglia a Mosca. Non completò il ciclo scolastico in quanto iniziò a lavorare in una tipografia. Parallelamente al lavoro frequentò un corso alla Scuola Piloti di Mosca. (3)
Dopo essersi diplomato iniziò a lavorare come pilota di aviazione civile. Inizialmente lavorò nel settore dell’aviazione agricola nella regione del Volga, essendo impegnato per la fertilizzazione delle colture, i trattamenti chimici contro le zanzare malariche e per fotografie aeree terreni agricoli. Nel 1938 divenne pilota di un piccolo aereo passeggeri ad otto posti, lungo le rotte Mosca-Astrachan’ e Mosca-Simferopol. Nel 1939 aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica) e venne arruolato nell’Armata Rossa. Durante la guerra sovietico-finlandese, trasportò i feriti dalle aree di combattimento, volando per circa 800 ore. Terminato il conflitto, Andreev lasciò l’Armata Rossa e tornò a lavorare nell’aviazione civile, volando da Mosca verso Berlino, Stoccolma, Sofia. Il 21 giugno 1941 effettuò l’ultimo volo da Berlino a Mosca in quanto il giorno dopo la Germania attaccò ed invase l’Unione Sovietica.
Reintegrato nell’Armata Rossa partecipò inizialmente ai bombardamenti della battaglia di Mosca in occasione dei quali venne abbattuto 2 volte, riuscendo però a salvarsi.
Nei mesi di settembre ed ottobre del 1942, Andreev effettuò 135 missioni di bombardamento di cui 116 notturne, partecipando attivamente alla sconfitta delle truppe naziste a Stalingrado.
Il 31 dicembre 1942, con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS, Andreev fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Dal 28 novembre al 1 dicembre 1943 partecipò ai voli aerei che trasportarono la delegzione sovietica alla Conferenza di Teheran.
Dopo la guerra continuò a prestare servizio nelle file delle forze armate, dando le dimissioni nel 1957 con il grado di maggiore. Per isuccessivi venti anni lavorò nell’ex aeroporto di Mosca «Bijkovo». Andò in pensione nel 1978.
Andreev morì il 2 marzo 1992 e fu sepolto a Mosca nel Cimitero di Mitinskoe. (3) (4)
Andreev era cittadino onorario della città bielorussa Baranovichi, la quale in suo onore gli ha dedicato il nome di una strada. (5)
Sergéj Aleksándrovič Asiamov — Nacque il 19 ottobre 1907 a Krasnojarsk da una famiglia di operai. Arruolato nell’Armata Rossa nel 1929, frequentò la Scuola di Aviazione Navale e si diplomò come istruttore. Dal 1935 in qualità di pilota civile lavorò in una compagnia aerea che effettuava voli sulla rotta del Mare del Nord. (6)
A luglio 1941 per far fronte alle esigenze della guerra fu reintegrato nuovamente nell’Armata Rossa ed assegnato alla 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio. Nel 1942 aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Nel solo mese di gennaio 1942 effettuò 48 missioni di bombardamento sganciando sul nemico più di 100 tonnellate di bombe. Con i suoi bombardamenti procurò ingenti danni alle fabbriche tedesche e inoltre riuscì a spargere oltre 3 milioni di volantini sul territorio occupato dai tedeschi.
Asiamov morì durante un viaggio in Gran Bretagna effettuato per pianificare il volo segreto e la missione diplomatica di Molotov, il Ministro degli Esteri dell’Unione Sovietica. Il 29 aprile 1942 l’aereo di Asiamov atterrò nell’aerodromo scozzese di Tilling. Il 30 aprile 1942, un aereo passeggeri britannico partì da Tilling per condurre a Londra Asiamov, il suo co-pilota e due loro navigatori. In volo l’aereo prese fuoco e si spezzò in due. Tutti i membri dell’equipaggio tra i quali Asiamov, rimasero uccisi.
Per decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 20 giugno 1942, per l’esemplare adempimento degli incarichi di combattimento del comando sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi, e il coraggio e l’eroismo mostrati, al generale Asiamov fu conferito postumo il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
In sua memoria e stato dedicato il nome di una baia nel Mare di Laptev nella penisola di Tajmyr. (6)
Sergéj Petrovič Danshin — Nacque il 15 luglio 1911 in un villaggio nei dintorni di Perm. Il padre era un ferroviere. All’età di 15 anni entrò nella Scuola di Trasporto Marittimo. (14) Nel 1930 dopo essersi diplomato come meccanico navale, iniziò a lavorare nel cantiere navale di Perm. Poco dopo però si trasferì a Leningrado per frequentare la Scuola Militare dei Piloti e successivamente la Scuola Superiore dei Navigatori dell’Aviazione Militare di Lugansk.
Dal 1936 al 1941 Danshin lavorò nell’aeroporto di Novosibirsk come pilota e poi come comandante di aeroplano per conto di una compagnia aerea che effettuava voli sulla rotta Irkutsk-Mosca. (15)
Dopo lo scoppio della Grande Guerra Patriottica, nel luglio 1941, si arruolò volontario nell’Armata Rossa e venne impiegato come pilota di aerei bombardieri a lungo raggio.
Effettuò 201 missioni di cui 196 notturne, bombardando Berlino, Budapest e Bucarest.
Dal 1942 aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica). Il 25 marzo 1943, per l’esemplare adempimento degli incarichi di combattimento e del comando ed il coraggio e l’eroismo dimostrati, Danshin ottenne il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Purtroppo la notte dell’11 settembre 1943 il maggiore Danshin non tornò dalla propria missione di bombardamento e non si conoscono le circostanze che impedirono il suo ritorno e di conseguenza la sua sorte.
In sua memoria è stato dedicato il nome di una nave passeggeri in navigazione sul fiume Kama. (16) (17)
Aleksej Dmitrievič Garanin («Temporale») — Nacque da una famiglia di contadini il 28 marzo 1921 in Siberia, in un villaggio nella regione di Novosibirsk. Nel 1938 fu arruolato nell’Armata Rossa ed inviato alla scuola di aviazione di Novosibirsk. (7)
Dopo l’inizio della guerra partecipò alle prime missioni di bombardamento dell’aviazione sovietica in Germania. All’inizio di ottobre del 1942, alla sola età di 21 anni, il capitano Garanin aveva effettuato già oltre 240 missioni di bombardamento. Aveva stupito tutti i suoi colleghi ed i suoi superiori, infatti nonostante la giovanissima età aveva dimostrato capacità tecniche di volo eccezionali, un coraggio enorme ed un atteggiamento estremamente deciso che non lasciava spazio ad un minimo di esitazione. Le sue abilità e le sue qualità di valsero il soprannome di «Temporale».
Per decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 31 dicembre 1942, «per l’esemplare adempimento degli incarichi di combattimento e del comando sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi ed il coraggio e l’eroismo mostrati» il capitano Garanin fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, unitamente all’Ordine di Lenin ed alla Medaglia d’ Oro.
Nella notte del 28 giugno 1943, Garanin al comando di un reggimento di aerei da bombardamento, eseguì una missione vicino la stazione ferroviaria della città bielorussa di Orsha. Purtroppo in questa occasione i cannoni antiaerei tedeschi colpirono il suo aereo. Dopo essere stato colpito Garanin si rese conto che il suo aereo stava per precipitare al suolo ma ebbe la prontezza di riflessi di effettuare un’ultima manovra facendo abbattere il suo aereo sui treni tedeschi fermi alla stazione e carichi di munizioni.
In sua memoria la città di Novosibirsk e la città bielorussa di Orsha gli hanno dedicato il nome di una strada. (7) (8) (9)
Vasilij Konstantinovič Grechishkin — Nacque da una famiglia di contadini il 26 giugno 1910 in un villaggio nella regione di Tambov. All’età di 15 anni ha iniziato a lavorare come apprendista meccanico. Dal 1930 al 1931 lavorò come autista nella scuola di volo per piloti civili di Tambov. Si appassionò così tanto al volo che decise di iscriversi alla scuola e nel 1933 si diplomò come pilota dell’aviazione civile. (10)
Arruolato nell’Armata Rossa all’inizio della guerra, a giugno del 1941 con il grado di tenente venne inviato al fronte come pilota di un bombardiere. Durante la prima missione effettuata il suo aereo fu colpito dai cannoni antiaerei tedeschi ma nonostante rimase con un solo motore funzionante, Grechishkin riuscì a ritornare al proprio campo d’aviazione e riuscì a far atterrare il proprio aereo.
Il 20 settembre 1941 Grechishkin si distinse in un raid su un campo d’aviazione nemico distruggendo 17 aerei tedeschi. Il danno inflitto al nemico fu così importante che anche la stampa riportò tale episodio ed il 20 febbraio 1942, con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS, per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento del comando sul fronte contro gli invasori tedeschi, ed il coraggio e l’eroismo dimostrato, Grechishkin ottenne il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro. Nello stesso anno aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Il 23 marzo 1942, durante una missione di bombardamento fu abbattuto dalla contraerea tedesca. Provò a lanciarsi con il suo paracadute il quale però ebbe un malfunzionamento e la sua caduta sul terreno fu piuttosto violenta. Riportò una forte commozione cerebrale e non partecipò più a nessuna missione aerea.
Nel corso della guerra aveva compiuto 77 missioni di bombardamento di cui 21 notturne. Non potendo più combattere, a metà del 1943 fu inviato in una fabbrica di aerei e divenne un pilota collaudatore.
Nel 1962 andò in pensione con il grado di colonnello. Visse a Mosca ove morì il 17 settembre 1989. (10) (11) (12) (13)
Aleksandr Michailovič Krasnukhin — Nacque il 5 luglio 1908 in un villaggio vicino la città di Murom. Inizialmente da giovanissimo lavorò come pastore, successivamente si diplomò ad una scuola professionale specializzandosi nella tessitura. (18)
Nel 1932 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1933 si laureò a Leningrado alla Scuola di Aviazione dei Piloti della Marina Militare.
Così con l’inizio della guerra divenne un pilota dei bombardieri a lungo raggio e dopo aver compiuto 125 missioni di bombardamento nelle quali causò ingenti perdite al nemico, nell’ottobre del 1942 gli fu affidato il comando di un reggimento della 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 31 dicembre 1942, per L’esemplare adempimento dei compiti di comando ed il coraggio e l’eroismo dimostrato nelle battaglie contro gli invasori tedeschi, il maggiore Krasnukhin fu insignito dell’onorificenza di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
In totale durante la guerra, Krasnukhin effettuò 248 missioni di bombardamento. Dopo la guerra visse a Mosca e lavorò nel Dipartimento del Personale della flotta aerea civile. Morì il 23 gennaio 1982 e fu sepolto nel Cimitero di Kuntsevo. (18)
Sergej Ivanovič Kulikov — Nacque il 3 luglio 1913 a San Pietroburgo. Non completò gli studi ed iniziò a lavorare giovanissimo come fabbro.
Nel 1932 fu arruolato nell’Armata Rossa dove frequentò le scuole di volo.
Dall’inizio della guerra divenne il navigatore del pilota Aleksandr Ignatievič Molodčij, del quale abbiamo già conosciuto la sua storia nell’articolo riguardante l’81° Divisione Bombardieri a Lungo Raggio. (19)
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 31 dicembre 1942, per l’esemplare adempimento degli incarichi di combattimento sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi ed il coraggio e l’eroismo dimostrato, il maggiore Kulikov ha ricevuto l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia della Stella d’Oro.
Dopo la guerra visse e lavorò a Mosca. Morì il 26 marzo 1953 all’età di 40 anni. Fu sepolto nel Cimitero Vagankovskoe. (19)
Aleksej Evlampievič Matrosov — Nacque l’8 febbraio 1911 a San Pietroburgo. Prima della guerra lavorava come meccanico. (20)
Nel 1933 fu arruolato nell’Armata Rossa e fu inviato alla Scuola di Aviazione Militare di Orenburg.
Dopo l’inizio della guerra fu assegnato come pilota alla 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio con il grado di maggiore.
Matrosov era uno dei piloti più esperti della 3° Divisione e la sua gloria militare fu consacrata nella battaglia di Stalingrado, durante la quale senza paura e a sangue freddo effettuò 3 missioni di bombardamento al giorno con una efficacia molto elevata.
Fino al febbraio 1943 aveva già effettuato 120 missioni di bombardamento su importanti e strategiche strutture situate nelle retrovie del nemico.
Con il decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 25 marzo 1943, per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento e del comando sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi, ed il coraggio e l’eroismo mostrato, il maggiore Matrosov fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Da maggio del 1943 gli fu affidato il comando di un reggimento di aviazione a lungo raggio. Sotto il suo comando il reggimento ebbe un ruolo fondamentale nella liberazione della città di Roslavl, avvenuta il 25 settembre 1943. Per questo motivo, su ordine di Stalin, al reggimento comandato da Matrosov fu dato il nome di «Roslavl».
I piloti di questo reggimento e il loro comandante, il tenente colonnello Matrosov, completarono la guerra, partecipando all’operazione offensiva di Berlino ed alla conquista della capitale tedesca.
Dopo la guerra, Matrosov continuò a prestare servizio nell’aviazione dell’Unione Sovietica, prima continuando a comandare un reggimento d’aviazione, successivamente ricoprendo il ruolo di vice capo del dipartimento di addestramento al volo.
Andò in pensione nel 1953. Visse a Leningrado e morì il 14 marzo 1982. (20)
Grigorij Ivanovič Nesmashnj — Nacque il 7 aprile 1914 ad Aleksandrovsk (ora Zaporož’e in Ucraina). Dopo aver terminato gli studi lavorò come operaio in una fonderia. Nel 1933 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1936 si laureò alla Scuola di Fanteria di Kiev e nel 1939 si laureò alla Scuola di Aviazione dei Piloti Militari ad Orenburg. (21)
Nell’ottobre del 1942, con il grado di capitano e con il ruolo di navigatore, fu assegnato alla 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio. Il pilota al quale fu affiancato è stato Simonov del quale parleremo più avanti in questo articolo.
Per aver compiuto 114 missioni di bombardamento, nelle quali con il suo equipaggio inflisse pesanti perdite al nemico, il 31 dicembre 1942, con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS, per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento e del comando sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi ed il coraggio e l’eroismo mostrati, il capitano Nesmashnj fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia della Stella d’Oro.
Dopo la guerra continuò a prestare servizio nell’aeronautica militare dell’Unione Sovietica. Andò in pensione nel 1966 con il grado di colonnello e torno a vivere a Zaporož’e in Ucraina. Morì il 4 gennaio 1990. (21)
Michail Timofeevič Rjabov — Nacque il 5 novembre 1914 in un villaggio della Repubblica di Carelia. Perse il padre poco dopo la nascita e fu allevato solo dalla madre. (23)
Si laureò con lode alla Scuola Tecnica Ferroviaria ed iniziò a lavorare come ingegnere di locomotiva presso un deposito ferroviario.
Nel 1937 fu arruolato nell’Armata Rossa ed inviato a studiare per assumere il ruolo di navigatore dei bombardieri a lungo raggio.
Nel 1940 aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Quattro giorni dopo l’inizio dell’invasione tedesca, durante una missione di bombardamento in territorio occupato dai nazisti, l’aereo di Rjabov fu abbattuto. Tutto l’equipaggio morì e solo il navigatore Rjabov riuscì a sopravvivere. Per evitare la cattura da parte dei tedeschi fu costretto a percorrere a piedi 400 km in mezzo a boschi e foreste prima di riuscire a ritornare nel territorio occupato dall’Armata Rossa.
Riprese servizio dopo un anno sempre come navigatore dei bombardieri a lungo raggio, partecipando ai bombardamenti delle postazioni tedesche vicino Leningrado e Stalingrado, Danzica, Königsberg e Berlino.
Solo nel mese di ottobre 1942, il capitano Rjabov partecipò a 60 missioni di bombardamento notturne e 16 diurne.
Con il decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 31 dicembre 1942, per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento e di comando sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi ed il coraggio e l’eroismo dimostrati, il capitano Rjabov ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Durante la guerra effettuò in totale 866 missioni di bombardamento. Dopo la guerra continuò a prestare servizio nell’aeronautica militare sovietica. Andò in pensione nel 1963 e visse a Smolensk. Morì il 7 giugno 1995. (23)
Anatolij Petrovič Rubtsov — Nacque il 22 maggio 1914 in un villaggio nella Repubblica di Mordovia. (22)
Dopo aver terminato gli studi, lavorò presso l’impianto di riparazione locomotive ad Orenburg.
Nel 1932 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1935 si laureò alla Scuola Militare degli Ingegneri Aeronautici ad Irkutsk e nel 1940 alla Scuola di Aviazione dei Piloti Militari, divenendo un pilota dei bombardieri a lungo raggio.
Nell’ottobre del 1942, quando aveva già compiuto 60 missioni di bombardamento su Berlino e Königsberg, con il grado di capitano, gli fu affidato il comando di un reggimento della 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio.
Con il decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 31 dicembre 1942, per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento del comando sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi ed il coraggio e l’eroismo dimostrato, il capitano Rubtsov fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
In seguito fu anche insignito dell’Ordine della Bandiera Rossa, dell’Ordine di Suvorov, di medaglie per il Merito di Combattimento, per la difesa di Leningrado, per la difesa di Stalingrado, per la presa di Königsberg, per la presa di Berlino, per la vittoria sulla Germania.
Dopo la guerra, continuò a prestare servizio nell’aeronautica militare sovietica elaborando i corsi di formazione dei piloti militari.
Morì tragicamente in un incidente aereo il 21 agosto 1954 avvenuto nella regione di Kursk. (22)
Aleksandr Pavlovič Shtepenko — Nella foto in alto, sopra il titolo di questo articolo, potete vedere due uomini seduti uno accanto all’altro. Ebbene sono due grandi navigatori dell’aeronautica militare sovietica. Quello seduto a destra è per l’appunto Shtepenko, del quale tra poco parleremo. L’altro è Endel Karlovič Pusep, il navigatore estone che abbiano già conosciuto all’interno dell’articolo dedicato all’81° Divisione Bombardieri a Lungo Raggio.
Shtepenko nacque il 10 ottobre 1904 a Dnepropetrovsk in Ucraina. Prima della guerra lavorava insieme a suo padre realizzando tetti di grandi palazzi e campanili ed erano molto conosciuti in tutta l’Ucraina. (24)
Nel 1926 fu arruolato nella marina militare e si laureò alla scuola elettronica con la specializzazione di «operatore radio». Fino al 1933 prestò servizio nell’aeronautica militare a Sevastopol. Lasciato il servizio militare si trasferì a vivere a Mosca ed iniziò a lavorare come pilota sulle rotte artiche.
Partecipò alla guerra sovietico-finlandese del 1939-40 in qualità di pilota di un bombardiere, effettuando 15 missioni di bombardamento. Per questo motivo fu insignito dell’Ordine della Bandiera Rossa.
Nel 1941 aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
In seguito all’invasione tedesca con il grado di capitano fu assegnato al servizio di aviazione a lungo raggio e fu il navigatore di un bombardiere impiegato in una delle prime missioni di bombardamento su Berlino.
Nell’autunno del 1941, il navigatore Shtepenko realizzò un’impresa unica: durante una missione, nonostante un forte vento riuscì a sganciare 10 bombe esattamente lungo tutto il convoglio di un treno in movimento carico di munizioni. La precisione del lancio che mandò sprecata neanche una bomba divenne subito nota tra le file dei piloti e dei navigatori dell’aviazione dell’Armata Rossa.
Alla fine di aprile del 1942 effettuò 28 missioni di bombardamento di strutture militari ed industriali intorno a Berlino e Königsberg.
Nel maggio del 1942 fu il navigatore di un aereo che condusse negli Stati Uniti una delegazione sovietica guidata dal Ministro degli Esteri dell’Unione Sovietica Molotov. La rotta era molto rischiosa e richiedeva una grande abilità nella navigazione aerea in quanto occorreva sorvolare la Germania nazista, il Mare del Nord, l’Oceano Atlantico, con scali provvisori in Scozia, Islanda e Canada. Il ritorno dagli Stati Uniti fu ancora più complesso. Tra l’isola di Terranova e la Groenlandia, l’aereo attraversò una condizione meteorologica difficile perdendo la connessione anche visiva con il mondo esterno. L’aereo volò in totale assenza di visibilità, senza alcun supporto tecnologico, ma colui che era considerato «il dio della navigazione» cioè Shtepenko, non deviò mai la rotta dal corso corretto ed il 12 giugno 1942 atterrò con successo all’aeroporto di Mosca.
Con il decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 20 giugno 1942, per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento e del comando sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi ed il coraggio e l’eroismo mostrati, il maggiore Shtepenko fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro .
Fino alla fine della guerra, Shtepenko continuò il suo lavoro di navigatore nell’aviazione a lungo raggio e dopo la guerra continuò a prestare servizio nell’aviazione dell’Unione Sovietica.
Andò in pensione nel 1955 e visse il resto della sua vita a Mosca. Morì il 5 gennaio 1972. (24)
Michail Vasil’evič Simonov — Nacque il 1 agosto 1913 in un villaggio vicino Donetsk nel Donbass.
Nel 1914 il padre fu richiamato nell’esercito e morì pochi giorni dopo, così la madre si trovò a crescere da sola 5 figli piccoli. (25)
All’età di 16 anni andò a lavorare per un anno come fabbro a Gorlovka. Nel 1935 si diplomò alla scuola piloti della flotta aerea civile ed iniziò a lavorare come pilota sulle rotte orientali dell’Unione Sovietica.
Nel 1940 fu arruolato nell’Armata Rossa ed inviato al reggimento aereo sotto il comando di Aleksandr Evgenievič Golovanov, il futuro Maresciallo dell’Unione Sovietica che divenne il comandante dell’aviazione a lungo raggio. Gli fu affidato il comando di un reggimento della 3° Divisione Aeronautica a Lungo Raggio.
Durante il primo anno di guerra il suo aereo è stato colpito in quattro occasioni, ma ogni volta Simonov ed il suo navigatore Nesmashnj riuscirono a far riatterrare l’aereo nel proprio aeroporto, salvando così sia la vita del proprio equipaggio che l’aereo. Tra le varie missioni compiute con successo, Simonov effettuò numerose missioni di bombardamento su Berlino.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 31 dicembre 1942, per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento e di comando sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi ed il coraggio e l’eroismo mostrati, il capitano Simonov fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’Ordine di Lenin e la Medaglia della Stella d’Oro. (26)
Simonov era un pilota molto abile e per questo motivo gli venivano affidati i compiti più difficili e missioni esclusivamente notturne. In particolare, volando senza copertura aerea e quindi esponendosi ad alto rischio di abbattimento, nelle buie notti invernali aveva il compito di individuare di individuare l’obiettivo da colpire ed illuminarlo con bombe SAB-400.
Il Maresciallo dell’Aviazione dell’Unione Sovietica, Nikolaj Semjonovič Skripko, parlò in questi termini di Simonov: «Pilota notevole: il Capitano della Guardia Michail Simonov è stato giustamente considerato il faro notturno ed insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Durante un bombardamento in un aeroporto nemico, il suo equipaggio distrusse 12 aerei fascisti, e quando bombardò una stazione ferroviaria, distrusse 17 vagoni carichi di munizioni. Il pilota divenne uno dei pionieri dell’aumento del carico di bombe sull’aereo.» (27)
Durante la guerra, Simonov partecipò a missioni di bombardamento delle postazioni nemiche nei pressi di Mosca, Stalingrado, Leningrado e Kursk. In totale effettuò 278 missioni di bombardamento. (26) (28) In 12 occasioni gli venne affidato un aereo da caccia ed inviato in missioni di combattimento aereo. Tornò sempre alla base ed abbatté 7 caccia tedeschi.
Alla fine della guerra continuò a prestare servizio nell’aeronautica militare sovietica. Nel 1949 fu il primo uomo al mondo a far atterrare un aereo pesante (Tu-4) al Polo Nord. Il compito di Simonov era quello di far atterrare i membri di una spedizione di esplorazione polare e successivamente fornire loro carburante.
Dal 1950 divenne collaudatore di aerei per una delle più grandi imprese aeronautiche, lo stabilimento dell’aviazione statale di Kazan intitolato a SP Gorbunov. In totale sperimentò e pilotò 24 tipi di aerei diversi. (26)
Andò in pensione nel 1962. Visse a Kazan e si dedicò al lavoro sociale impartendo educazione patriottica alla gioventù, fornendo assistenza materiale ad un orfanotrofio ed aiutando una biblioteca per bambini.
Simonov aveva una moglie, Marija Vasil’evna morta nel 1999, un figlio di nome Vasilij Michajlovič nato nel 1938 ed una figlia di nome Zinaida Michailovna nata nel 1941.
Nel 1999-2002, donò parte del suo denaro agli scienziati responsabili della conservazione del corpo di Lenin nel suo Mausoleo nella Piazza Rossa a Mosca. (29)
Simonov morì a Kazan, il 24 aprile 2004, all’età di 91 anni. Su ordine del Presidente della Repubblica del Tatarstan, i suoi funerali furono celebrati nel Palazzo della Cultura di Kazan intitolato a Lenin e fu sepolto con tutti gli onori militari.
Il 7 maggio 2005, nella città di kazan è stato eretto un monumento a Simonov. La stele di granito raffigura il pilota in uniforme con tutti i suoi premi ed un’iscrizione sul piedistallo: «Gli eroi se ne vanno, il ricordo di loro è eterno». (30) La città di Kazan gli ha dedicato anche il nome di una strada ed una targa commemorativa. (31)
Ivan Michailovič Zajkin — Nacque il 20 marzo 1904 in un villaggio nella regione di Lipetsk ma crebbe a Mosca. Suo padre morì quando era ancora un bambino e così all’età di 13 anni andò a lavorare in una libreria. All’età di 21 anni andò a lavorare in uno stabilimento industriale tessile. (32)
Nel 1928 aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica). Nel 1931 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1932 si laureò alla Scuola di Aviazione dei Piloti della Marina Militare a Sevastopol’.
Dal 1941 fu assegnato all’aviazione da bombardamento a lungo raggio.
Nel marzo del 1942 aveva compiuto già 100 missioni di bombardamento delle retrovie del nemico.
Per il coraggio e l’eroismo mostrati in battaglia, il 29 marzo 1942, il maggiore Zajkin ottenne il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, con il premio dell’Ordine di Lenin e la Medaglia della Stella d’Oro.
Dopo la guerra visse a Mosca dove morì il 30 marzo 1968. Fu sepolto nel Cimitero di Danilovskoe. (32)
Luca D’Agostini
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Fonti
1) Залесский К. А. — Великая Отечественная война. 1941-1945. Большая биографическая энциклопедия — М.: АСТ, 2013. — С. 759. — 829 с.
2) М. Л. Дударенко, Ю. Г. Перечнев, В. Т. Елисеев и др. — Освобождение городов: Справочник по освобождению городов в период Великой Отечественной войны 1941–1945 — под общ. ред. генерала армии С. П. Иванова. — Институт военной истории МО СССР. Центральный архив МО СССР. — М: Воениздат, 1985. — 598 с.
3) Андреев
5) Имена людей в честь которых названы улицы в районе Боровки
6) Асямов
7) Гаранин
10) Гречишкин
12) Гречишкин Василий Константинович
13) Василий Константинович Гречишкин
14) Даньщин
18) Краснухин
19) Куликов
20) Матросов
21) Несмашный
22) Рубцов
23) Рябов
24) Штепенко
26) Михаил Симонов
27) История некоторых именных самолётов
29) Пенсионер из Казани четыре года спонсировал Мавзолей Ленина
30) Открыт памятник Михаилу Симонову
31) Перечень переименованных улиц г.Казани за период с 2005 года
32) Зайкин
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