Il 3º Corpo Carri della Guardia era una formazione corazzata dell’Armata Rossa che partecipò per oltre tre anni ad alcune delle più grandi e importanti campagne della seconda guerra mondiale.
L’unità corazzata era stata costituita fin dalla primavera 1942 con la denominazione di 7° Corpo Corazzato. Purtroppo i primi combattimenti nel quale venne impiegato si dimostrarono dei clamorosi insuccessi per via della scarsa coordinazione tra i vari corpi sovietici ed i pesanti ed incessanti bombardamenti operati dall’aviazione militare tedesca, la Luftwaffe.
Così nell’estate del 1942 venne ritirato dal fronte e posto in riserva. Dopo una breve riorganizzazione, il 7° Corpo Corazzato venne precipitosamente trasferito a sud, nella regione del Don e di Stalingrado, per partecipare ai ripetuti tentativi sovietici di contrattaccare sui fianchi le forze tedesche della 6° Armata in avanzata verso il Volga. Durante l’intero mese di settembre 1942 si succedettero gli sconnessi e disordinati contrattacchi sovietici che fallirono rovinosamente con dure perdite di uomini e mezzi; anche il 7° Corpo Corazzato non ottenne alcun successo e alla fine di ottobre dovette essere nuovamente ritirato e riorganizzato. (1)
Completamente riequipaggiato con 20 KV-1, 41 T-34 e 31 T-70, il 7° Corpo Corazzato, comandato dall’abile maggior generale Pavel Alekseevič Rotmistrov (uno dei più abili ed esperti comandanti sovietici di truppe corazzate), ritornò ancora in campo nel dicembre 1942 durante le grandi offensive invernali sovietiche iniziate con l’accerchiamento della 6° Armata tedesca a Stalingrado. (1) (2) (3) Il 7° Corpo Corazzato ebbe un ruolo decisivo durante la battaglia di Stalingrado, bloccando nel dicembre 1942, la pericolosa controffensiva tedesca diretta a liberare le truppe della 6° Armata di Hitler accerchiate e contrattaccando con successo verso l’importante e strategico centro di Kotel’nikovo (che venne liberato il 29 dicembre 1942). La conquista di Kotel’nikovo si dimostrò decisiva sull’esito della battaglia di Stalingrado. (1) (2)
Stalin riconobbe il valore ed i successi del 7° Corpo Corazzato e lo stesso 29 dicembre del 1942 lo onorò della nuova prestigiosa denominazione di: 3° Corpo Carri della Guardia Kotelnikovskij (di Kotelnikovo).
Da marzo del 1943 il 3° Corpo Carri della Guardia fu posto in riserva per un periodo di riorganizzazione per via delle numerose perdite subite. (1)
Successivamente il 3° Corpo Carri della Guardia prese parte alle operazioni militari per la liberazione dell’Ucraina ma dicembre del 1943 avendo esaurito completamente le proprie forze venne ritirato per essere nuovamente riorganizzato. In questa occasione, il 3° Corpo Carri della Guardia venne riequipaggiato con i potenti carri T34/85 in grado di affrontare i carri Panther e Tiger tedeschi. (1)
Spedito nuovamente sul fronte, il 3° Corpo carri della Guardia partecipò alle battaglie per la liberazione della Bielorussia e della capitale lituana Vilnius. Successivamente, ad aprile e maggio 1945 prese parte alla battaglia finale di Berlino.
Dopo la guerra, il 3° Corpo Carri della Guardia, trasformato in 3° Divisione Corazzata della Guardia e schierato in Bielorussia, rimase attivo nell’Armata Rossa durante tutto il periodo della Guerra Fredda. Nel 1991, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la 3° Divisione Corazzata della Guardia entrò a far parte delle nuove forze armate della Repubblica Bielorussa.
Il 3° Corpo Carri della Guardia ha annoverato tra le sue fila illustri e valorosi combattenti ai quali ora rendiamo omaggio descrivendo brevemente le loro vite.
Vladimir Ivanovič Gerasimov — Nato in un villaggio nella regione di Mosca, dopo la morte del padre, militare dell’Armata Rossa, avvenuta nel 1937, si trasferì con la madre a Tula. Nell’agosto del 1941 Gerasimov fu arruolato per prestare servizio nell’Armata Rossa e fu impiegato a scavare trincee e fossati anticarro sulla Riserva e sui fronti occidentali. (4)
Nel luglio 1943 con il grado di sergente maggiore fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia con il ruolo di mitragliere e nelle battaglie successive fu ferito 5 volte.
L’11 ottobre del 1944, durante i combattimenti nella periferia della città lituana di Klaipeda, Gerasimov con il lancio di una granata riuscì a distruggere una postazione mitragliatrice tedesca. Ferito gravemente durante i combattimenti, Gerasimov non lasciò il campo di battaglia e da terra continuò a combattere sparando con la sua pistola. Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 24 marzo 1945, per «l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento del comando sul fronte contro gli invasori tedeschi ed il coraggio e l’eroismo dimostrato», il sergente Vladimir Gerasimov fu stato insignito dell’onorificenza di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la medaglia della «Stella d’oro».
Dopo la guerra Gerasimov fu trasferito alla Scuola Navale Superiore e divenne navigatore di sottomarino. Nel 1962 si diplomò alla Facoltà di Comando dell’Accademia Navale. Dal 1973 al 1990, con il grado di contrammiraglio Gerasimov ha diretto il Servizio di Ricerca e Salvataggio della Marina Sovietica. (4)
Nel 1990 andò in pensione e visse a Mosca. Morì il 24 aprile 2009 e fu sepolto nel cimitero Troekurovskij di Mosca.

Tomba di Vladimir Ivanovič Gerasimov
Ivan Michailovič Glotov — Nacque il 23 novembre 1924 nella regione di Mordovia da una famiglia di contadini. Prima della guerra lavorava come autista, poi nel 1942 venne arruolato nell’Armata Rossa. Fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia come motociclista.
Il 27 giugno 1944, nella periferia di Vitebsk in Bielorussia, con la sua motocicletta riuscì ad entrare nelle linee nemiche e riuscì a mettere fuori uso due postazioni mitragliatrici, uccidendo più di 10 soldati tedeschi. Così, con ordine del 25 luglio 1944 «per esemplare adempimento del comando nelle battaglie con gli invasori nazisti», il sergente Glotov fu insignito dell’Ordine di Gloria di 3 ° grado.
Il 9 ottobre 1944, vicino la città di Klaipeda in Lituania, con la sua motocicletta riuscì ad entrare nelle linee nemiche e riuscì a mettere fuori uso una postazione mitragliatrice, uccidendo 10 soldati tedeschi. Per questo motivo, con ordine del 10 febbraio 1945 «per esemplare adempimento del comando nelle battaglie con gli invasori nazisti», il sergente Glotov fu insignito dell’Ordine di Gloria di 2 ° grado.
Nel 1947 fu smobilitato. Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 20 dicembre 1951 «per l’esemplare adempimento dei compiti del comando nelle battaglie con gli invasori fascisti tedeschi» Glotov fu insignito dell’Ordine di Gloria 1 ° grado, diventando il pieno cavaliere dell’Ordine della Gloria.
Visse in un villaggio vicino Niznij Novgorod lavorando come guardiano della ferrovia. Morì il 4 maggio 1990. (5)
Pavel Nikolaevič Rak — Nacque il 23 agosto 1910 in un villaggio in Ucraina. Prima della guerra lavorava in una fattoria collettiva come guidatore di trattori. Il giorno dopo l’invasione tedesca si arruolò nell’Armata Rossa. Dal 1941 divenne membro del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica) e si laureò alla Scuola dei Carri Armati. Partecipò alla battaglia di Stalingrado come comandante di un plotone di carri armati. Successivamente partecipò alla liberazione di Smolensk ed alle battaglie per la liberazione della Bielorussia.
Durante la campagna per la liberazione della Bielorussia venne assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia sempre come comandante di un plotone di carri armati. (6)
La notte del 30 giugno 1944 nella città di Borisov, il plotone di 4 carri armati marcianti in colonna comandati da Rak raggiunse un ponte sulla Beresina che consentiva l’ingresso in città. Prima che si accingessero ad attraversare il ponte, il primo carro armato sovietico fu colpito da un colpo di artiglieria tedesco e prese fuoco, causando la morte del suo equipaggio. Il carro armato T-34 che era secondo in colonna ed era equipaggato da Rak, Danilov e Petrijaev, attraversò il ponte ad alta velocità riuscendo ad attraversarlo. Subito dopo il suo passaggio, i tedeschi che avevano già in precedenza minato il ponte, lo fecero esplodere. Il terzo carro armato sovietico della colonna fu colpito e prese fuoco prima ancora di avvicinarsi al ponte mentre il quarto carro armato provò a scivolare lungo la riva del fiume ma fu anch’esso colpito dall’artiglieria tedesca e prese fuoco causando la morte di tutto il suo equipaggio. (6)
Appena entrato in città, il carro armato comandato da Rak distrusse un veicolo corazzato tedesco ed una batteria antiaerea. Nelle 16 ore in cui il carro armato di Rak imperversò per le vie di Borisov, distrusse una batteria di artiglieria, l’edificio occupato dal comandante tedesco, numerose macchine e camion militari, i treni fermi in stazione e pronti per la ritirata dei tedeschi verso la Germania. Purtroppo però, alle ore 15.30, dopo 16 ore di battaglia per le strade di Borisov, il solitario carro armato sovietico venne circondato da diversi carri armati tedeschi. Nell’impari scontro finale l’equipaggio sovietico perì. Il loro gesto contribuì comunque alla liberazione di Borisov, avvenuta il 1° luglio 1944. (6)
Per decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 24 marzo 1945, «per l’esemplare adempimento degli incarichi di combattimento sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati» il comandante Rak fu insignito postumo del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
In sua memoria, la città di Borisov gli ha dedicato una strada ed una scuola.
L’intero equipaggio fu sepolto nella città di Borisov. Sull’autostrada Minsk-Mosca, vicino a dove si trovava il ponte saltato in aria sul fiume Beresina, è stato eretto un monumento che, qualora vi trovaste a Borisov vi consiglio di andare a vedere. (6)

Monumento dedicato a Rak, Danilov e Petrijaev (Borisov — Bielorussia)
Aleksej Ilič Danilov — Nacque il 19 gennaio 1923 in un villaggio nella regione di Smolensk. Prima della guerra lavorava in una fattoria collettiva. Nel 1941, a seguito dell’invasione tedesca si trovava nel territorio russo occupato dai nazisti. Insieme ad un suo amico si rifugiò nella foresta ma dopo un po’ insieme ad altri ragazzi e ragazze del villaggio fu catturato ed insieme a loro fu caricato in un camion e mandato in schiavitù in Germania. Durante il viaggio però, all’altezza di Vilnius (Lituania), Danilov riuscì a fuggire e trascorse 2 mesi in fuga nel territorio occupato dai tedeschi, riuscendo poi a raggiungere la città di Holm dove era presente un contingente di truppe sovietiche. (7)
Nel 1943 fu arruolato nell’Armata Rossa e si laureò alla Scuola dei Carristi, specializzandosi come addetto alle munizioni e radiotelegrafista del carro armato T-34. Da giugno 1944 fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia con il grado di sergente.
Come già raccontato riguardo Pavel Rak, la notte del 30 giugno 1944, nella città di Borisov in Bielorussia, un carro armato T-34 con al suo interno l’equipaggio composto dal sergente Danilov, dal comandante del carro Pavel Nikolaevič Rak e dal pilota Aleksandr Akimovič Petrijaev, attraversò a piena velocità un ponte minato che saltò in aria subito dopo che il carro armato lo attraversò. Il ritardo dell’esplosione salvò l’integrità del carro armato e del suo equipaggio ma lo separò inesorabilmente dal resto del contingente sovietico. Così, pur isolati tra il nemico, Danilov, Rak e Petrijaev provocarono il panico tra la guarnigione tedesca, combattendo per 16 ore nelle strade della città e distruggendo molte forze ed attrezzature nemiche. Dopo 16 ore di battaglia per le strade di Borisov, il solitario carro armato sovietico però venne circondato da diversi carri armati tedeschi. Nell’impari scontro finale l’equipaggio sovietico perì. (7)
Per decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 24 marzo 1945, «per l’esemplare adempimento degli incarichi di combattimento sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati» il sergente Danilov fu insignito postumo del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. (7)
Aleksandr Akimovič Petrijaev — Nacque il 21 novembre 1925 in un villaggio nella regione di Krasnojarsk. Prima della guerra lavorava in una fattoria collettiva. All’età di 18 anni fu arruolato nelle file dell’Armata Rossa e si diplomò alla Scuola dei Carristi.
Fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia in qualità di pilota e meccanico di carro armato. Come già raccontato in precedenza, Petrijaev era uno dei 3 componenti dell’equipaggio del carro armato T-34 comandato da Rak, che la notte del 30 giugno riuscì ad entrare solitario nella città di Borisov prima che il ponte sul quale era transitato fu fatto saltare in aria dai tedeschi.
Per decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 24 marzo 1945, «per l’esemplare adempimento degli incarichi di combattimento sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati» Petrijaev fu insignito postumo del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
In sua memoria la città di Borisov gli ha dedicato una strada. (8)
Boris Nikolaevič Dmitrievskij — Nacque il 3 maggio 1922 a Mosca. Nel 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1942 si laureò alla Scuola dei Carri Armati. Dal 1943 partecipò alle battaglie per la liberazione di Poltava (Ucraina), Minsk (Bielorussia), Vilnius (Lituania). Nel febbraio 1945, con il grado di tenente maggiore, fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia e gli fu affidato il comando di una compagnia di carri armati. (9)
Il 25 febbraio 1945, la compagnia comandata da Dmitrievskij partecipò ad una battaglia decisiva vicino Danzica, distruggendo 12 pezzi d’artiglieria, 202 carri armati, 78 camion ed uccidendo circa 330 tra soldati ed ufficiali tedeschi. (9)
L’11 marzo 1945 in Polonia, il carro armato ove si trovava Dmitrievskij fu colpito e lui stesso fu ferito gravemente. Morì mentre veniva trasportato in ospedale. Fu sepolto in Polonia. (9)
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 29 giugno 1945, per «l’esecuzione esemplare delle missioni di combattimento del comando sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi ed il coraggio e l’eroismo dimostrato» il tenente Dmitrievskij fu insignito postumo dell’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. (9)
Nel marzo 1976, in sua memoria il Ministero delle Comunicazioni dell’Unione Sovietica emise una busta affrancata.
Leonid Konstantinovič Erofeevskikh — Nacque l’8 agosto 1913 in un villaggio nella regione di Perm da una famiglia di contadini e prima della guerra lavorò in una fattoria collettiva e poi come insegnante di una scuola. Nel 1934 impiegando meno tempo del previsto si laureò in Fisica e Matematica all’Università di Perm. Da luglio 1939 iniziò a lavorare come insegnante di matematica ma pochi mesi dopo fu arruolato nell’Armata Rossa. Dal 1942 divenne membro del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica). (10) (11)
Dal gennaio 1942 con il grado di tenente, Erofeevskikh fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia e gli fu affidato il comando di un battaglione di mitraglieri.
Dall’11 al 17 agosto 1942, dalla cima di una collina situata vicino un bosco nella regione di Voronezh, Erofeevskikh ed il suo battaglione respinsero una serie di attacchi mossi da parte della fanteria nemica superiore di numero. In particolare il 16 agosto, Erofeevskikh con il suo fucile uccise personalmente 12 soldati tedeschi. Per questo episodio è stato insignito dell’Ordine della Bandiera Rossa. (12)
Dal 14 al 16 dicembre 1942, il battaglione di Erofeevskikh liberò due piccoli villaggi nella regione di Stalingrado. (12) Il 18 settembre 1943, il suo battaglione partecipò alla liberazione della città di Priluki in Ucraina. Il 27 giugno 1944 in un villaggio nei pressi di Minsk in Bielorussia, Erofeevskikh ed il suo vice Ivan Petrovič Jaborov, organizzarono abilmente un attacco notturno liberando alcune fortificazioni create dai tedeschi. (10)
Il 30 giugno in una battaglia nella periferia di Borisov (Bielorussia) il battaglione di Erofeevskikh catturò circa 100 tra soldati ed ufficiali tedeschi. Per la conquista della città di Borisov, Erofeevskikh fu insignito dell’Ordine di Aleksandr Nevskij.
Il 9 luglio 1944, Erofeevskikh insieme ad un gruppo di mitraglieri prese d’assalto la linea ferroviaria nella periferia di Vilnius in Lituania e dopo furiosi combattimenti riuscì a liberare 8 stazioni ferroviarie. (10)
La sera stessa del 9 luglio 1944, Erofeevskikh ed i suoi pochi uomini entrarono a Vilnius e presero d’assalto l’edificio del comandante tedesco in Via Chopin n. 8. Nonostante una dura resistenza dei tedeschi riuscirono comunque ad irrompere nell’edificio uccidendo 12 soldati e 6 ufficiali nazisti. Tuttavia però i soccorsi tedeschi giunsero numerosi per cercare di riprendere possesso del palazzo del loro comandante e Erofeevskikh ed i suoi pochi uomini rimasero bloccati all’interno dell’edificio. Ne scaturirono violenti combattimenti che durarono ben 3 giorni ininterrotti, tra i numerosi tedeschi che assediavano l’edificio ed i pochi sovietici che erano rimasti bloccati al suo interno. I tedeschi nel tentativo di assalto all’edificio persero più di 100 uomini ma alla fine ebbero la meglio. Erofeevskikh ed i suoi uomini non si arresero e combatterono fino alla morte. Una volta entrati nell’edificio i tedeschi oltraggiarono i corpi di Erofeevskikh e dei suoi uomini, estirpandogli gli occhi, mozzandogli le orecchie ed il naso e bruciando le mani ed i piedi. Il giorno dopo dopo però l’Armata Rossa riuscì a liberare l’edificio e si trovò di fronte l’orrenda immagine dei corpi deturpati ed oltraggiati di Erofeevskikh e dei suoi uomini. Il comando sovietico decise così di pubblicare un volantino distribuito ai propri soldati nel quale chiedeva una severa vendetta sui nazisti per vendicare Erofeevskikh ed i suoi uomini. (10)
La data esatta della morte di Erofeevskikh è quindi sconosciuta e va collocata tra il 9 luglio 1944 giorrno dell’assalto all’edificio del comandante tedesco al 13 luglio 1944, giorno della liberazione di Vilnius.
Il 25 luglio 1944, con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS, Erofeevskikh ed i suoi uomini furono insigniti dell’Ordine della Bandiera Rossa. (13)
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 24 marzo 1945, «per esemplare adempimento delle missioni di combattimento del comando sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi ed il coraggio e l’eroismo dimostrato», Erofeevskikh fu insignito postumo del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Erofeevskikh fu dapprima sepolto in una piazza di Vilnius ma poi nel 1951 le sue spoglie furono trasferite al Complesso Commemorativo in Memoria dei Soldati Sovietici della Grande Guerra Patriottica che si trova nel quartiere di Antakalnis a Vilnius.
In sua memoria la città russa di Ochansk gli ha dedicato il nome di una delle sue strade centrali. Nell’Università di Perm è installata una targa commemorativa. (10)
Ivan Petrovič Jaborov — Nacque il 12 settembre 1910 da una famiglia di contadini in un villaggio nella regione di Perm. (14) Lavorava in una fattoria collettiva e all’età di 14 anni decise autonomamente di iscriversi alla Unione della Gioventù Comunista Leninista di tutta l’Unione (Komsomol). Il padre avendolo saputo si oppose decisamente alla decisione del figlio e minacciò di espellerlo dalla casa se non avesse ritirato la sua iscrizione. Ma le pressioni del padre furono inutili ed il giovane Ivan si dimostrò irremovibile tanto da dire: «Queste minacce non sono terribili per me. Non c’è potere che possa farmi spegnere il percorso scelto!» (15) Sin da ragazzo era un propagandista attivo, fermamente convinto dell’ideologia comunista tanto che nel 1931 fu eletto segretario del Comitato distrettuale del Komsomol della sua regione. Nel 1932 fu arruolato nell’Armata Rossa servendo come Ufficiale Politico nell’Armata dell’Estremo Oriente. (14)
Dopo essersi diplomato in corsi di formazione politica, nel 1942 con il grado di capitano, Jaborov fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia in qualità di capo di un battaglione motorizzato di mitraglieri. Cominciò a combattere sul fronte di Stalingrado dove nel dicembre 1942 fu gravemente ferito. Dopo le cure in ospedale, nel 1943 torno al 3° Corpo Carri della Guardia con il ruolo di istruttore nel dipartimento politico.
Da giugno del 1944 divenne vicecomandante del battaglione di mitraglieri comandato da Erofeevskikh, come precedentemente, poche righe sopra, abbiamo già descritto. Il 27 giugno 1944 in un villaggio nei pressi di Minsk in Bielorussia, Jaborov ed il suo comandante Erofeevskikh, organizzarono abilmente un attacco notturno liberando alcune fortificazioni create dai tedeschi. (10) (14) Il 30 giugno in una battaglia nella periferia di Borisov (Bielorussia) Jaborov ed i suoi compagni catturarono circa 100 tra soldati ed ufficiali tedeschi.
La sera del 9 luglio 1944, Jaborov, il suo comandante Erofeevskikh e pochi altri uomini, presero d’assalto l’edificio del comandante tedesco a Vilnius. Quanto accaduto quella sera e nei drammatici quattro giorni seguenti è già stato descritto sopra riguardo la vita di Erofeevskikh.
Quindi anche per Jaborov così come per il suo comandante la data esatta della morte è sconosciuta ed è compresa tra il 9 ed il 13 luglio 1944. Il 25 luglio 1944, con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS, anche Jaborov fu insignito dell’Ordine della Bandiera Rossa. (13)
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 24 marzo 1945, «per esemplare adempimento delle missioni di combattimento del comando sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi ed il coraggio e l’eroismo dimostrato», Jaborov fu insignito postumo del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Anche Jaborov fu dapprima sepolto in una piazza di Vilnius ma poi nel 1951 le sue spoglie furono trasferite al Complesso Commemorativo in Memoria dei Soldati Sovietici della Grande Guerra Patriottica che si trova nel quartiere di Antakalnis a Vilnius.
In sua memoria la città russa di Čerdyn’ gli ha dedicato il nome di una scuola. (14)
Georgij Aleksandrovič Zazorin — Nacque il 29 aprile 1921 nella città di Yaroslavl. A metà degli anni ’30 la sua famiglia si trasferì a Reutov vicino Mosca ed il giovane Georgij entrò in una scuola fluviale diplomandosi nel 1938. Dopo gli studì lavorò nella compagnia di spedizioni Mosca-Volga come navigatore di una barca. (16)
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa e venne inviato in marina presso la Guardia Costiera della Flotta del Baltico. Con lo scoppio della guerra una parte della Guardia Costiera fu sciolta e Zazorin fu inviato alla scuola dei carri armati, dove si svolgevano corsi per macchinista della durata di otto mesi. Nell’agosto del 1942 fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia. Partecipò alla battaglia di Stalingrado e alle battaglie per la liberazione della Bielorussia. (16)
Nel 1944 entrò a far parte del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Il 2 maggio 1944, a Târgu Frumos in Romania, Zazorin insieme con il suo equipaggio distrusse un carro armato nemico e sotto il fuoco incrociato uscì dal suo carro armato per ripararlo in seguito ai danneggiamenti subiti. Riuscì a ripararlo rimanendo illeso e fu in grado di spostarlo e riprendere la battaglia consentendo al suo equipaggio di distruggere un secondo carro armato nemico. Per questo motivo, con Ordine del 15 maggio 1944, il sergente Zazorin fu insignito dell’Ordine di Gloria di 3° grado. (16)
Il 29 luglio 1944 in una battaglia a nord-ovest di Kaunas in Lituania, il carro armato T-34 guidato da Zazorin si diresse ad alta velocità su un convoglio militare tedesco uccidendo più di 150 soldati nazisti. Per questo motivo, con Ordine del 22 settembre 1944, il sergente Zazorin fu insignito dell’Ordine di Gloria di 2° grado.
Nel febbraio del 1945 al confine tra la Germania e la Polonia, il carro armato guidato da Zazorin combatté ininterrottamente per 5 giorni consecutivi distruggendo 2 cannoni tedeschi e più di 20 soldati nazisti.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 10 aprile 1945, per l’eccezionale coraggio mostrato nella fase finale della Grande Guerra Patriottica e nelle battaglie con gli invasori nazisti, il sergente Zazorin ricevette l’Ordine di I grado e divenne il Cavaliere dell’Ordine di Gloria. (16)
Nel 1947 Zazorin fu smobilitato e partì immediatamente per l’estremo oriente dell’Unione Sovietica dove trascorse tutta la sua vita nella città di Petropavlovsk-Kamčatskij, lavorando nel porto della città. Morì l’8 marzo 1974. (16)
Nikolaj Semënovič Kalashnikov — Nacque a Bişkek in Kirghizistan il 18 dicembre 1913. Si laureò in agronomia e prima della guerra lavorava come specialista del bestiame. Nel 1935 fu chiamato per il servizio militare e si diplomò alla scuola di fanteria.
Dal giugno 1944 con il grado di maggiore fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia e gli fu affidato il comando di un battaglione motorizzato di mitraglieri. Nelle battaglie per la liberazione della Bielorussia, il battaglione comandato da Kalashnikov uccise più di duemila tra soldati ed ufficiali tedeschi, distrusse 190 veicoli, 500 vagoni ferroviari, 5 unità d’artiglieria semoventi, 35 blindati, 2 batteria di artiglieria anticarro e un deposito di munizioni.
Purtroppo il 14 agosto 1944 Kalashnikov fu ucciso in una battaglia vicino Kaunas in Lituania. Fu sepolto a Kaunas.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 24 marzo 1945, il maggiore Kalashnikov è stato insignito postumo dell’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica per «l’esemplare adempimento dei compiti di comando al fronte contro gli invasori tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati». (17)
Grigorij Semënovič Kovalëv — Nacque il 25 aprile 1902 in un villaggio della regione di Gomel in Bielorussia. Prima della guerra lavorò come presidente della fattoria collettiva del suo villaggio. Appena i tedeschi invasero la Bielorussia, Kovalëv lasciò la fattoria ed entrò come combattente in una formazione partigiana. Trascorse quasi tutti gli anni della guerra in mezzo alle foreste bielorusse sempre combattendo come partigiano. Solo nell’agosto del 1944 fu arruolato nell’Armata Rossa e fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia come soldato di fanteria. (18)
Il 18 agosto 1944 Kovalëv fu tra i combattenti sovietici che difesero la città lituana di Siauliai da un potente centroattacco tedesco che per riprendere la piccola cittadina lituana impiegò addirittura 23 carri armati. In un momento critico della battaglia, quando la fanteria sovietica stava soccombendo di fronte alla potenza dei mezzi corazzati tedeschi, Kovalëv prese con sé un gruppo di bombe a mano e si precipitò sotto un carro armato tedesco, distruggendolo ma pagando questo gesto con la sua vita. Fu sepolto a Siauliai. (18)
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 24 marzo 1945 per «l’esecuzione esemplare degli incarichi di combattimento da parte dei comandanti sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati» al sergente Kovalëv fu assegnato postumo l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. (18)

Tomba di Grigorij Semënovič Kovalëv ( Siauliai — Lituania)
Pavel Aleksandrovič Krasavin — Nacque nella regione di Jaroslavl il 26 giugno 1925. Prima della guerra lavorò in una fattoria collettiva. Nell’aprile del 1943 fu arruolato nell’Armata Rossa e venne assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia come mitragliere. (19)
L’8 luglio 1944, nella battaglia per la liberazione di Vilnius in Lituania, Krasavin era in prima linea. Con il lancio di alcune granate riuscì a distruggere una postazione mitragliatrice tedesca. Poco dopo su una strada si imbatté in alcuni veicoli tedeschi che li transitavano. Cominciò a sparare iniziando dalla motocicletta che precedeva il piccolo convoglio di auto. Uccise 10 soldati tedeschi e catturò 2 ufficiali nazisti portandoli come prigionieri ai suoi superiori. I 2 ufficiali tedeschi furono sottoposti ad un durissimo interrogatorio e rivelarono al comando sovietico informazioni che si rivelarono preziose. (19)
Per questo motivo con Ordine del 30 luglio 1944 a Krasavin fu conferito l’Ordine di Gloria di 3° grado.
L’11 ottobre 1944 Krasavin ed un piccolo gruppo di suoi compagni partirono in esplorazione e poco dopo penetrarono nella postazione tedesca iniziando una battaglia corpo a corpo nella quale furono uccisi 8 soldati tedeschi. (19)
Per questo motivo con Ordine del 26 ottobre 1944 a Krasavin fu conferito l’Ordine di Gloria di 2° grado.
L’11 marzo 1945, Krasavin durante una ricognizione solitaria attuò un’imboscata ad un’autovettura con tre soldati tedeschi al suo interno. Al passaggio dell’autovettura iniziò a sparare dal suo nascondiglio. Ne scaturì un violento scontro a fuoco durante il quale Krasavin fu ferito, ma nonostante questo uccise 2 soldati tedeschi e l’altro lo fece prigioniero portandolo ai suoi superiori per sottoporlo ad interrogatorio.
Per decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 29 giugno 1945, per «l’eccezionale coraggio e l’audacia mostrati nella fase finale della Grande Guerra Patriottica in battaglie con invasori nemici», Krasavin ricevette l’Ordine di Gloria di 1° grado. Divenne così un pieno cavaliere dell’Ordine della Gloria.
Fu smobilitato nel 1950. Partì per gli Urali, dove la sua famiglia fu evacuata all’inizio della guerra. Visse nella città di Sverdlovsk. Nel 1951 entrò a far parte del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica). Ha lavorato come montatore in una fabbrica. (19)
Nel 2005, purtroppo gli furono rubati i premi. Il viscido criminale si spacciò come un ricercatore storico e chiese di fotografare premi e documenti ma, distraendo l’attenzione dell’anziano Krasavin, cambiò i premi originali con premi contraffatti. Questo evento minò la salute di Krasavin il quale morì il 15 marzo 2006. Fu sepolto nel cimitero settentrionale di Ekaterinburg. (19)
Savva Polikarpovič Krizhanovskij — Nacque il 25 agosto 1914 in Ucraina. Nel novembre 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa e con il grado di sergente fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia con il ruolo di mitragliere. (20)
Il 18 ottobre 1943 sulle rive del fiume Dnepr, Krizhanovskij con altri 2 soldati sovietici, agendo nelle retrovie del nemico, tese un’imboscata uccidendo 8 soldati nemici e catturandone 7 che condusse dai suoi superiori per sottoporli ad interrogatorio. Il giorno dopo distrusse personalmente un carro armato tedesco. In totale, fino al 30 ottobre 1943, Krizhanovskij aveva personalmente distrutto 4 carri armati tedeschi, 3 postazioni mitragliatrici ed aveva personalmente ucciso 96 soldati e 5 ufficiali nemici. (20)
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 10 gennaio 1944, il sergente Savva Krizhanovskij ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica per il «coraggio e l’eroismo mostrato nelle battaglie», unitamente all’assegnazione dell’Ordine di Lenin e la medaglia della Stella d’Oro. (20)
Poco o nulla si sa della sua vita dopo la fine della guerra. Morì il 10 settembre 1970.
Ivan Fëdorovič Larkin — Nacque il 15 settembre 1924 in un villaggio nei pressi di Kondopoga, nella Repubblica di Carelia, al confine con la Finlandia. Nell’agosto 1942 fu arruolato nell’Armata Rossa ma ben presto venne ferito in battaglia e fu sottoposto a lunghe cure in ospedale. Ristabilitosi, all’inizio del 1944 fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia con il ruolo di mitragliere. (21)
Nella battaglia per la liberazione della città di Volozhin in Bielorussia, Larkin distrusse personalmente due batterie di cannoni anticarro uccidendo una decina di soldati tedeschi. Per questo motivo gli fu conferito l’Ordine di Gloria di 3° grado. (21)
Il 7 ottobre 1944 in una battaglia in un villaggio in Lituania uccise 8 soldati tedeschi ed altri 2 li fece prigionieri conducendoli dai suoi superiori per sottoporli ad interrogatorio. L’11 ottobre sempre in Lituania uccise 7 soldati tedeschi. Per questo motivo, il sergente Larkin fu insignito dell’Ordine di Gloria di 2° grado.
Il 1 maggio 1945 in una battaglia in Polonia venne ferito ma non lasciò il campo di battaglia, anzi, accortosi che un suo comandante era stato gravemente ferito, riuscì a soccorrerlo ed a portarlo nelle retrovie per consentirgli le cure mediche. Questo gesto salvò la vita di un suo comandante e gli garantì il conferimento dell’Ordine di Gloria di 1° grado. (21)
Dopo la guerra tornò in Carelia e lavorò come addetto al trattamento del legno in un deposito di legname. Nel 1999 gli fu conferito il titolo di cittadino onorario della città di Kondopoga. Morì il 17 maggio 2002. (21)
Prokofij Maksimovič Lukjanov — Nacque da una famiglia di contadini il 19 giugno 1916 in un villaggio nella regione di Samara. Suo padre morì molto presto e sua madre, da sola, allevò 6 bambini. (22)
Lukjanov completò gli studi e si laureò in agronomia. Nel novembre 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa e fu assegnato al 7° Corpo Corazzato che poi in seguito diverrà il 3° Corpo Carri della Guardia con il ruolo di impiegato. Nel 1942 aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica) e gli fu conferito l’incarico di organizzatore politico con compiti di propaganda tra i soldati del 3° Corpo Carri della Guardia. (22)
Il 2 maggio 1944 fu impiegato in una missione di combattimento ed uccise 2 soldati ed 1 ufficiale tedesco. Durante i combattimenti fu ferito ma continuò ugualmente a combattere e solo dopo essere stato ferito una seconda volta fu evacuato in ospedale. Per questo motivo gli fu conferito l’Ordine di Gloria di 3° grado.
Il 28 giugno 1944, in un villaggio nei dintorni di Minsk in Bielorussia, il sergente maggiore Lukjanov pur essendo di nuovo ferito, uccise 3 soldati tedeschi e 2 li fece prigionieri. Per questo motivo gli fu conferito l’Ordine di Gloria di 2° grado. (22)
L’11 marzo 1945 in Ucraina con il suo fucile uccise 4 soldati tedeschi ma subito dopo un proiettile esplosivo lo colpì al braccio destro. Fu evacuato dal campo di battaglia e portato in ospedale dove rimase molto tempo per via della grave ferita riportata e non poté più combattere per via della disabilità. (22)
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 29 giugno 1945, per «l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento e del comando sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi ed il coraggio dimostrato» Lukjanov fu premiato con l’Ordine di Gloria di 1° grado. Divenne così un pieno cavaliere dell’Ordine della Gloria. (22)
Dopo la guerra fu eletto presidente di una fattoria collettiva lavorando anche come agronomo. Successivamente si trasferì nella città di Otradnij nella regione di Samara, dove lavorò come spedizioniere. Morì il 18 febbraio 1987. (23)
Pëtr Spiridonovič Maltsev — Nacque il 12 luglio 1923 in un villaggio in Siberia nei pressi della città di Irkutsk. Prima della guerra lavorò come falegname in un cantiere navale. Fu arruolato nell’Armata Rossa nel maggio del 1942 e fu inviato alla scuola per l’uso dei mortai. Dal 7 settembre 1942 con il grado di sergente maggiore fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia. (24)
Nel giugno del 1943 nel corso di una battaglia, Maltsev distrusse due camion nemici, una postazione mitragliatrice ed uccise 9 soldati nemici. Per questo motivo, il 13 giugno 1943 fu premiato con la Medaglia per il Coraggio. (24)
Dal 25 giugno al 7 luglio 1944 durante alcuni combattimenti in Bielorussia, Maltsev distrusse un cannone anticarro, 2 postazioni mitragliatrici, 7 camion e 25 soldati tedeschi. L’8 luglio 1944 uccise 4 soldati nemici e riuscì a catturarne uno facendolo prigioniero. Per questi motivi gli fu conferito l’Ordine di Gloria di 3° grado.
L’11 ottobre 1944 in Lituania, con il suo mortaio distrusse 6 postazioni mitragliatrici, 2 batterie anticarro ed uccise 45 soldati tedeschi. Per questi motivi gli fu conferito l’Ordine di Gloria di 2° grado. (24)
Il 28 marzo 1945 in una battaglia a 4 Km a nord di Danzica in Polonia, il sergente maggiore Maltsev andò in esplorazione solitaria e scoperta una postazione del nemico con il suo mortaio distrusse 2 postazioni mitragliatrici. Per questo motivo il 6 aprile 1945 fu insignito dell’Ordine della Stella Rossa. (24)
Il 29 aprile 1945 in Germania Maltsev partì in esplorazione solitaria e scoperta una postazione del nemico con il suo mortaio distrusse 6 postazioni mitragliatrici. Il giorno dopo, Maltsev trovò una postazione ideale dove posizionare il suo mortaio e sparando colpi a ripetizione contro una postazione tedesca, consentì alla fanteria sovietica di attraversare incolume un corso d’acqua. Per questo motivo, con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 29 giugno 1945, fu stato insignito dell’Ordine di Gloria di 1° grado. (24)
Fu smobilitato nel 1948 e visse nella città di Ust-Kut in Siberia, lavorando come saldatore in un cantiere navale. Maltsev morì tragicamente il 4 luglio 1970 affogando nel fiume Lena. (24)
Matvej Trofimovič Sinelshikov — Nacque il 19 agosto 1920 nella regione di Rjazan’ da una famiglia di contadini. Inizialmente lavorò come pescatore poi si trasferì nella regione di Mosca dove dopo essersi diplomato alla Scuola di Formazione Industriale iniziò a lavorare come meccanico. (25)
Nel 1940 fu arruolato nell’Armata Rossa con la mansione di meccanico di carri armati. Nel marzo del 1942 venne inviato ad un corso di addestramento come pilota di carro armato. Nella battaglia per la liberazione della città russa El’nja, alla guida del suo carro armato consentì all’equipaggio di distruggere 2 cannoni e 3 postazioni mitragliatrici tedesche. Tra i primi ad entrare in città fu ferito dal fuoco nemico. Fu trasportato in ospedale e vi rimase fino a gennaio del 1944. (25)
Uscito dall’ospedale fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia come pilota e meccanico di carro armato.
Il 6 ottobre 1944 in una battaglia a 39 km a ovest della città lituana di Siauliai, manovrando abilmente il suo carro armato consentì all’equipaggio di distruggere 2 carri armati pesanti tedeschi, un cannone semovente e di uccidere 10 soldati nazisti. Per questo motivo, con Ordine del 15 dicembre 1944 gli fu conferito l’Ordine di Gloria di 3° grado. (25)
Il 27 febbraio 1945 in Polonia, con le sue abili manovre consentì al suo equipaggio di distruggere 3 postazioni mitragliatrici e diversi autoveicoli e blindati nemici. Per questo motivo, con Ordine del 23 aprile 1945 gli fu conferito l’Ordine di Gloria di 2° grado.
Nell’aprile del 1945 sull’autostrada Berlino-Stettino incrociò una colonna di veicoli tedeschi che procedeva in una affannosa ritirata. Sinelshikov posizionò il suo carro armato in modo tale da non poter essere colpito e consentì così al suo equipaggio di poter aprire il fuoco e distruggere l’intera colonna tedesca in tutta sicurezza. (25)
Terminò la guerra il 6 maggio 1945 nella città tedesca di Wismar.
Con Ordine del 14 maggio 1945 gli fu conferito nuovamente l’Ordine di Gloria di 2° grado. Pochi giorni dopo aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica). Fu smobilitato nel 1946. Tornò al suo villaggio natale dove lavorò come autista di trattori. Dal 1950 si trasferì in un villaggio nella periferia di Mosca lavorando come meccanico.
Con decreto del Presidium del Soviet supremo dell’URSS, il 1° ottobre 1968, Sinelshikov fu insignito dell’Ordine di Gloria di 1° grado. Partecipò alla parata sulla Piazza Rossa che si tenne a Mosca il 9 maggio 1985 in onore del quarantesimo anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica. Morì il 10 febbraio 1997.
Sulla Piazza della Vittoria nella città russa di Ramenskoe, vicino alla fiamma eterna, è installata una lastra di granito su cui è scolpito il nome di Sinelshikov. (25)
Ivan Michailovič Fëdorov — Nacque in un villaggio nei pressi della città di Tutaev il 5 febbraio 1918. Prima della guerra lavorava in una fabbrica di lino. Nel 1938 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1939 si diplomò alla Scuola di Meccanici e Conducenti di Carro Armato. (26)
Dal novembre 1942 fu assegnato al 7° Corpo Corazzato che poi in seguito diverrà il 3° Corpo Carri della Guardia.
Il 23 agosto 1943 in una battaglia in Ucraina vicino la città di Sumj, Fëdorov alla guida del suo carro armato irruppe nella linea di difesa del nemico e passandoci sopra, con i suoi cingoli distrusse 4 batterie di mortai. Nell’azione commessa la scocca del carro armato si danneggiò ma Fëdorov uscì dal mezzo corazzato e rapidamente riparò il danno consentendo al suo carro armato ed al suo equipaggio di continuare la battaglia. Per questi motivi, il 29 agosto 1943 gli fu assegnata la Medaglia per il Merito Militare.
Il 28 giugno 1944, in una battaglia nei in Bielorussia nei pressi di Minsk, il sergente maggiore Fëdorov ancora una volta alla guida del suo carro armato irruppe improvvisamente nella linea di difesa del nemico e passandoci sopra, con i suoi cingoli distrusse 2 cannoni anticarro e 4 batterie di mortai. Inoltre dal suo portello di guida lanciò alcune granate che causarono la morte di 10 soldati tedeschi. Durante la battaglia, il carro guidato da Fëdorov fu danneggiato due volte ma nonostante si trovasse sotto il fuoco nemico, Fëdorov uscì dal suo carro armato e lo riparò ogni volta. Per questi motivi il 10 luglio 1944 fu insignito dell’Ordine di Gloria di 3° grado.
Il 9 ottobre 1944 in una battaglia in Lituania, il carro armato guidato da Fëdorov irruppe da solo in un piccolo villaggio occupato dai tedeschi e distrusse un cannone anticarro, 3 postazioni mitragliatrici, 2 mezzi corazzati ed uccise un plotone di soldati. Il giorno dopo, attraversando il fiume Minia in una parte in cui il fondale del fiume era basso, il carro di Fëdorov, completamente impregnato d’acqua, si ricongiunse con gli altri carri armati sovietici. Muovendosi lungo l’autostrada incontrarono una colonna di veicoli tedesca e ne scaturì una battaglia nella quale grazie alle abili manovre del pilota Fëdorov, il suo equipaggio poté distruggere 10 camion pieni di munizioni e 10 soldati. In questa battaglia il carro armato di Fëdorov fu colpito dall’artiglieria nemica, ma lui mettendo a rischio la sua vita, sotto l’incessante fuoco d’artiglieria tedesco, uscì dal carro estinse le fiamme e lo condusse di nuovo in battaglia. Per questi motivi, il 26 ottobre 1944 fu insignito dell’Ordine di Gloria di 2° grado.
Il 10 marzo 1945 lungo un autostrada in Polonia, il carro armato guidato da Fëdorov mentre procedeva solitario notò una colonna tedesca in ritirata. Fëdorov procedette ad alta velocità andando a speronare automobili e camion della colonna tedesca spingendoli giù nelle ripide scarpate laterali dell’autostrada. Con questo suo gesto distrusse 11 cannoni anticarro, 18 camion che trasportavano la fanteria tedesca, 10 mortai ed uccise 50 tra soldati ed ufficiali tedeschi. Inoltre speronò facendoli cadere nella scarpata anche 3 carri armati leggeri tedeschi «Panzer III». Durante questa azione però un mezzo corazzato tedesco che componeva la colonna riuscì a colpire il carro armato guidato da Fëdorov ferendo tutto l’equipaggio tranne lui. Accortosi che il suo comandante ed il resto dell’equipaggio erano feriti Fëdorov a tutto velocità abbandonò la zona dello scontro mettendo in salvo i suoi compagni. Per questi motivi, con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 29 maggio 1945, fu insignito dell’Ordine di Gloria di 1° grado.
Il 26 aprile 1945 in una battaglia nei pressi della città tedesca di Schwedt, con le sue abili manovre consentì al suo equipaggio di distruggere 4 cannoni anticarro, 12 batterie di mortai ed uccidere circa 30 soldati tedeschi. Il giorno dopo sempre in Germania, nei pressi della città di Prenzlau, mediante le sue abili manovre consentì al suo equipaggio di distruggere 12 camion che trasportavano la fanteria tedesca. In questa occasione il carro armato guidato da Fëdorov fu colpito e prese fuoco. Fëdorov rischiando la vita uscì dal carro armato e sotto il fuoco nemico riuscì comunque a spegnere le fiamme. Per questi motivi, il 27 maggio 1945 fu insignito dell’Ordine della Stella Rossa.
Fu smobilitato nell’ottobre 1945. Tornò in patria andando a vivere nella città di Tutaev e lavorando in una fattoria collettiva. Morì il 14 giugno 1997. (27) (28) (29)
Vladimir Gavrilovič Shkuratov — Nacque il 13 agosto 1926 in un villaggio nei pressi di Kursk. Prima della guerra lavorò in una fattoria collettiva. Dal marzo 1943 fu arruolato nell’Armata Rossa e fu assegnato al 3° Corpo Carri della Guardia. (30)
Occorre premettere che tra il 1943 ed il 1944, 650 cannoni semoventi statunitensi T-48 furono consegnati all’Unione Sovietica per consentirgli di rinforzare i propri reparti militari e nell’intento di consentire all’Armata Rossa di contrattaccare le truppe di Hitler. Questi cannoni semoventi vennero ribattezzati dall’Armata Rossa con la sigla SU-57.
Ebbene questa premessa si è resa necessaria perchè Shkuratov venne destinato all’equipaggio di uno di questi mezzi in qualità di artigliere.
Il 28 giugno 1944, in Bielorussia, nella periferia di Borisov, durante una ricognizione riuscì a catturare un ufficiale tedesco che in preda al panico, da solo su di un autovettura procedeva velocemente ad una ritirata. Per questo motivo, il 21 luglio 1944, il sergente minore Shkuratov fu insignito dell’Ordine di Gloria di 3° Grado.

SU-57
Il 30 luglio 1944, nel villaggio di Novosadij in Bielorussia, nel corso di una battaglia durata due ore, Shkuratov con il suo cannone distrusse 2 postazioni mitragliatrici ed uccise un plotone di soldati tedeschi. Nella seconda metà della giornata i tedeschi contrattaccarono con un numero di forze maggiori rispetto a quelle sovietiche. Nella battaglia, malgrado fossero inferiori di numero, i sovietici respinsero il contrattacco e Shkuratov, nonostante il suo SU-57 avesse preso fuoco provocandogli gravi ustioni al viso ed alle mani, con il suo cannone distrusse 2 carri armati ed un cannone semovente tedeschi. Per questo motivo il 25 ottobre 1944 fu insignito dell’Ordine di Gloria di 2° grado.
Il 27 marzo 1945 in Polonia, sulla costa della baia di Danzica, durane una ricognizione per individuare le postazioni da fuoco nemiche, Shkuratov fu ferito da un proiettile ma continuò a comandare l’equipaggio del suo SU-57 fino a che la sua missione non fu completata. I dati di intelligence ottenuti mediante la sua ricognizione permisero ai sovietici di attuare un assalto vincente contro le postazioni tedesche subendo pochissime perdite. Così, con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 29 giugno 1945, il sergente maggiore Shkuratov fu insignito dell’Ordine di gloria di 1° grado.
Fu smobilitato nel 1947. Ritornato in patria lavorò prima in una fattoria collettiva e poi nelle ferrovie sovietiche. Morì il 16 marzo 1994. (30)
Luca D‘Agostini
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Fonti:
1) C.C. Sharp, Soviet order of battle WWII: Vol. II «The Deadly Beginning«, Soviet Tank, Mechanized, Motorized Divisions and Tank Brigades, 1940-1942, The Nafziger Collection, West Chester 1995.
2) John Erickson, The road to Stalingrad, Cassell, Londra 2007.
3) Richard N. Armstrong, Red Army Tank Commanders: The Armored Guards, Schiffer Publishing Ltd., Atglen 2004.
4) Владимир Иванович Герасимов
9) Бори́с Никола́евич Дмитрие́вский
10) Леонид Константинович Ерофеевских
11) Ерофеевских
13) 3-я гвардейская танковая бригада
16) Зазорин Георгий Александрович
17) Николай Семёнович Калашников
18) Григорий Семёнович Ковалёв
19) Павел Александрович Красавин
20) Савва Поликарпович Крыжановский
22) Проко́фий Макси́мович Лукья́нов
23) Лукья́нов
25) Матвей Трофимович Синельщиков
27) Андреев Г. И., Вакуров И. Д., Солдатская слава, М., 1971. Кн. 3. С. 217—218
28) Радовская Н. Н., Беляков Ю. П., Славы солдатской созвездие, Ярославль, 1978. С. 83—101
29) Радовская Н. Н., Беляков Ю. П., Кавалеры ордена Славы трех степеней, М., 1987. С. 58—64
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