Aleksandr Grigor’evič Zhuravlev — Nacque a Rjazsk il 30 giugno 1910. Si laureò all’Università di Ingegneria Elettrica di Mosca. Nel 1932 fu arruolato nell’Armata Rossa e prestò servizio militare per un anno.
Dopo il servizio militare, continuò a vivere a Mosca, lavorando all’interno di una fabbrica.
Nel luglio del 1941, Zhuravlev fu richiamato nell’esercito e dall’ottobre dello stesso anno fu inviato sul fronte della Grande Guerra Patriottica.
Nell’ottobre del 1943, con il grado di tenente gli fu affidato il comando di un plotone di artiglieria leggera della 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia.
Si distinse durante la battaglia per il Dnepr.
Il 3 ottobre 1943, il plotone di Zhuravlev fu uno dei primi ad attraversare il Dnepr vicino al villaggio di Domantovo del distretto di Černobyl e prese parte attiva nelle battaglie per il mantenimento della testa di ponte sulla costa occidentale. Il plotone di Zhuravlev respinse tutti i contrattacchi tedeschi, mantenendo le posizioni occupate.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 17 ottobre 1943, per l’esecuzione esemplare dei compiti di combattimento e del comando nella parte anteriore della lotta contro gli invasori tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati, il tenente Aleksandr Grigor’evič Zhuravlev fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia » Stella d’Oro».
Nel 1946 fu congedato e trasferito nella riserva. Visse a Mosca dove morì il 15 agosto 2010.1
Michail Maksimovič Zonov — Nacque il 2 settembre 1915 in un villaggio nella regione di Tver.
Dopo aver completato gli studi primari, iniziò a lavorare presso una fabbrica di scarpe e poi in una fattoria collettiva nel suo villaggio natale.
Nel 1936, Zonov fu arruolato nell’Armata Rossa.
Si diplomò al corso per tenenti dell’esercito e da settembre del 1942 fu inviato sul fronte della Grande Guerra Patriottica. Partecipò alle battaglie di Stalingrado e Kursk.
Nel settembre del 1943 gli fu affidato il comando di una brigata di cannoni della 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia.
Si distinse durante la battaglia per il Dnepr. Il 26 settembre 1943, quando vi fu la minaccia di perdere una testa di ponte sulla riva occidentale del Dnepr vicino al villaggio di Okuninovo in Ucraina, Zonov, guidato da un gruppo di ufficiali dello spionaggio sovietico e di esploratori, attraversò il fiume e si infiltrò nelle retrovie tedesche. Dopo aver ucciso i soldati tedeschi all’interno di una trincea, il gruppo si impossessò di una postazione mitragliatrice e resistette agli attacchi dei soldati nazisti. Avendo individuato durante l’esplorazione le batterie di artiglieria e mortaio del nemico, Zonov via radio lanciò contro di loro il fuoco dell’artiglieria sovietica, che permise di distruggere 2 batterie di mortaio e 2 batterie di artiglieria leggera e 4 cannoni.
Successivamente, il 7 ottobre 1943, quando la sua brigata fu attaccata da 22 carri armati e 2 reggimenti di fanteria tedesca, Zonov ed i suoi uomini evitarono l’accerchiamento riuscendo ad uccidere più di 240 soldati e ufficiali tedeschi, distruggere 4 carri armati, 2 batterie di artiglieria, 3 batterie di mortai.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica, per il coraggio e l’eroismo mostrati durante la traversata del Dnepr ed il mantenimento della testa di ponte sulla sua sponda destra, il capitano
Michail Maksimovič Zonov ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia della «Stella d’Oro».
Successivamente Zonov partecipò alla liberazione della Polonia ed alle battaglie in Germania. Morì in battaglia il 19 aprile 1945 e fu sepolto nel cimitero ufficiale della città polacca di Zary.2
Valentin Prokof’evič Ivanov — Nacque nel 1911 in un villaggio del Tatarstan da una famiglia di contadini.
Dal 1941 partecipò alla Grande Guerra Patriottica.
Nell’autunno del 1943, con il grado di tenente maggiore gli fu affidato il comando di un reggimento di artiglieria leggera della 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia.
La notte del 3 ottobre 1943 in una battaglia sul fiume Dnepr il suo reggimento fu sconfitto e subì numerose perdite ad opera della tenace difesa delle forze tedesche.
Nelle battaglie che seguirono, il reggimento di Ivanov prese parte allo sfondamento delle linee di difesa tedesche. Il 5 e il 7 ottobre 1943, nella zona del villaggio di Gubin, distretto di Černobyl in Ucraina, il reggimento di Ivanov respinse diversi contrattacchi nemici.
Il 17 ottobre 1943, con Decreto del Presidium del Soviet supremo dell’Unione Sovietica, il tenente Valentin Prokof’evič Ivanov ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, l’Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Nei primi anni ’60, Ivanov commise un omicidio, per il quale fu condannato. Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica dell’11 ottobre 1963, fu privato del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica e di tutti i premi.
Morì il 15 dicembre 1993 in una casa di riposo nella città di Zelenodolsk, nel Tatarstan.3
Pëtr Zacharovič Istratov — Nacque da una famiglia di contadini l’11 giugno 1907 in un villaggio nella regione di Smolensk.
Terminati gli studi, dal 1929 al 1933 prestò servizio nell’Armata Rossa. Nel 1931 aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Dopo il congedo studiò alla scuola sovietica del partito. Successivamente fu nominato presidente del comitato di fabbrica di una fabbrica di abbigliamento a Kalinin (ora Tver).
Con l’inizio della Grande Guerra Patriottica nel giugno del 1941, fu nuovamente arruolato nell’esercito.
Come segretario dell’ufficio del partito, commissario e comandante di un reggimento di artiglieria anticarro della 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia, Istratov combatté sul Don e sul fonte ucraino.
Il maggiore Istratov si distinse nelle battaglie nell’estate e nell’autunno del 1943 vicino a Kursk, mentre attraversava il fiume Desna e in particolare il Dnepr.
Nel luglio 1943, il reggimento che comandava si trovò nella direzione dell’attacco principale delle truppe tedesche. I feroci combattimenti non si fermarono per un minuto. La situazione si fece molto critica ed il maggiore Istratov decise di tenere a rapporto tutto il suo reggimento. Proclamò un discorso ai suoi soldati ed ottenne l’effetto motivante desiderato. I suoi soldati bersagliati dal fuoco nemico trovarono coraggio. Così l’8 luglio 1943, nel corso di una battaglia ineguale per numero di combattenti e per equipaggiamento, gli uomini di Istratov riuscirono a colpire pesantemente il nemico arrestando la sua veloce avanzata. Il reggimento di Istratov subì notevoli perdite umane: due batterie di artiglieria, pur combattendo eroicamente furono totalmente annientate. Nella devastazione seguente la battaglia, nel mezzo di numerosi cadaveri e relitti di armamenti vari, Istratov si recò nei pressi di un cannone rimasto intatto e sparò in direzione del nemico distruggendo un carro armato tedesco ed un veicolo blindato da trasporto truppe.
Il 2 ottobre 1943, nelle battaglie per il Dnepr, nel pressi del villaggio di Domantovo (distretto di Černobyl — Ucraina), il maggiore Istratov insieme ad alcuni suoi soldati, attraversò il fiume, stabilì una connessione telefonica con le sue batterie di artiglieria ed iniziò a regolare il bombardamento. Sotto la copertura del loro fuoco, alcune divisioni di fanteria sovietica iniziarono ad attraversare il Dnepr.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica, del 17 ottobre 1943, per l’esemplare esecuzione dei compiti di comando e il coraggio e l’eroismo dimostrati nelle battaglie durante l’attraversamento del Dnepr, il maggiore Istratov fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Dopo la guerra continuò a prestare servizio nell’esercito come capo di dipartimento politico. Nel 1950 si laureò presso i corsi superiori di riqualificazione del personale politico. Dal 1958, il colonnello Istratov fu congedato nella riserva.
Visse nella città di Vladimir dove lavorò come direttore dell’industria e riparazione di scarpe Vladimir. Morì il 20 giugno 1976.
In suo onore, nella città di Vladimir è stata installata una targa commemorativa sulla casa dove visse Istratov.4
Istaj Ishanov — Nacque da una famiglia di contadini, in un villaggio del Kazakistan il 20 maggio 1906.
Non terminò gli studi in quanto iniziò presto a lavorare in una fattoria statale insieme a tutta la sua famiglia, occupandosi del bestiame.
All’inizio della grande Guerra Patriottica non fu mobilitato poiché il suo contributo era fondamentale al funzionamento della fattoria statale.
Fu arruolato nell’Armata Rossa nel 1942 e dopo qualche mese di addestramento fu inviato sul fronte di Stalingrado.
Si distinse particolarmente nelle battaglie per il Dnepr.
Il 6 ottobre 1943, durante una battaglia in un villaggio nella regione di Kiev, tutti i suoi compagni che con lui erano addetti al funzionamento di un obice, furono uccisi o rimasto a terra gravemente feriti. Rimasto solo, Ishanov riuscì comunque a continuare a sparare, nonostante fosse anch’egli leggermente ferito. In totale, pur azionando da solo il pezzo di artiglieria, distrusse tre carri armati, sette veicoli con munizioni ed uccise i soldati tedeschi di due battaglioni di fanteria.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 17 ottobre 1943, per il coraggio e l’eroismo dimostrati, il sergente minore Ishanov fu insignito del titolo Eroe dell’Unione Sovietica, con l’Ordine di Lenin e la medaglia della «Stella d’Oro».
Successivamente, nelle battaglie in Polonia, nell’arco di tre giorni, uccise più di cinquanta nazisti.
Qualche giorno dopo, il 1 settembre 1944 fu gravemente ferito e morì in ospedale. Fu sepolto nella città di Sandomierz, in Polonia.5
Michail Aleksandrovič Kasheev — Nacque a Voronezh il 21 ottobre 1921. Dopo gli studi voleva frequentare l’università, ma nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa.
Prese parte alla battaglia di Stalingrado, alla battaglia di Kursk ed alle battaglie in Ucraina. Durante la guerra fu ferito leggermente per tre volte.
Si distinse nella battaglia per il Dnepr.
Il 1 ottobre 1943 gli fu affidato il comando di una batteria di artiglieria leggera della 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia. Il giorno dopo, il 2 ottobre 1943, la batteria di Kasheev attraversò il Dneper vicino al villaggio di Gubin, distretto di Černobyl (Ucraina). Durante i combattimenti, dal 3 al 10 ottobre, gli artiglieri di Kasheev inflissero pesanti perdite umane ai tedeschi ed alle loro attrezzature militari.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 17 ottobre 1943, il tenente Michail Aleksandrovič Kasheev ricevette il titolo onorifico di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la medaglia » Stella d’oro «.
Più tardi, Kasheev partecipò alla liberazione dell’Ucraina occidentale, della Polonia ed alle battaglie in Germania.
Dopo la guerra continuò a prestare servizio nell’esercito sovietico. Nel 1948 si laureò alla scuola di artiglieria degli alti ufficiali e nel 1956, all’Accademia di Comando dell’Artiglieria Militare. Dal luglio 1960 prestò servizio nelle forze strategiche missilistiche dell’Unione Sovietica.
Nel novembre del 1973, con il grado di colonnello fu congedato. Visse a Minsk e lavorò nella sede della Protezione civile della Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa.
Morì il 31 dicembre 1982 e fu sepolto nel cimitero orientale di Minsk.6
Viktor Konstantinovič Lovchev — Nacque il 14 settembre 1918 in un villaggio nei pressi di Rjazan.
Non terminò gli studi ed all’età di 15 anni, con la sua famiglia si trasferì a Mosca dove iniziò a lavorare come meccanico in una fabbrica di tende di pizzo.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa. Partecipò alla guerra sovietico-finlandese del 1939-1940 e successivamente si diplomò ai corsi per tenenti.
Dall’agosto del 1942 fu inviato al fronte della Grande Guerra Patriottica.
Dal 1943 divenne membro del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
L’8 luglio 1943, in un villaggio nei pressi di Kursk, distrusse 2 carri armati tedeschi. In una battaglia del 10 luglio 1943, distrusse altri 2 carri armati, ma fu a sua volta colpito e rimase gravemente ferito, continuando comunque a combattere. Appena finita la battaglia, fu soccorso ed evacuato, ma morì mentre veniva trasportato all’ospedale di campo. Fu sepolto in una fossa comune nella regione di Kursk.
Per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica dell’8 settembre 1943, per l’esemplare esecuzione dei compiti di combattimento contro gli invasori fascisti e tedeschi, il coraggio e l’eroismo dimostrato, il luogotenente Viktor Konstantinovič Lovchev fu insignito postumo del titolo Eroe dell’Unione Sovietica.7
Aleksej Ivanovič Melnikov — Nacque il 14 ottobre 1918 in un villaggio nella periferia di Tobol’sk.
Dopo gli studi primari iniziò a lavorare nella fattoria dei genitori e poi in una fattoria collettiva.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa, ma a seguito di un lungo addestramento altamente specializzato fu inviato al fronte solo nel gennaio del 1944.
In pratica Melnikov era un esploratore assegnato con il grado di soldato semplice alla 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia.
Si distinse durante la liberazione della Polonia. Il 25 gennaio 1945, Melnikov fu uno dei primi ad attraversare il fiume Oder e ad addentrarsi nelle retrovie tedesche. Con le sue informazioni contribuì ad effettuare precisi bombardamenti da parte dell’artiglieria sovietica.
I tedeschi avendo capito che il successo dell’artiglieria sovietica era dovuto alla presenza di un informatore presente nei loro dintorni, inviarono delle squadre di SS alla ricerca di chi si era infiltrato nelle loro posizioni militari. In mezzo alla boscaglia Melnikov riuscì a sfuggire per un pò di tempo alla caccia alla quale era sottoposto. In una occasione, trovatosi quasi braccato, per evitare la cattura ingaggiò dei combattimenti singoli corpo a corpo con i soldati nazisti, uccidendone quattro utilizzando solo la baionetta per evitare di sparare ed attirare su di se altri soldati.
Purtroppo però la caccia della quale era oggetto si fece sempre più intensiva ed ormai braccato tra la fitta vegetazione fu gravemente ferito da una raffica di mitra sparata da un soldato tedesco. Nonostante le ferite riportate riuscì comunque a sfuggire alla cattura ed a trovare un riparo sicuro.
Qualche giorno dopo, quando i tedeschi arretrarono e giunsero i soldati sovietici, uscì dal suo riparo per essere soccorso con cure mediche. Ma ormai le ferite avevano compromesso nettamente il suo stato di salute e Melnikov morì nell’ospedale da campo il 6 febbraio 1945.
In quelle battaglie fu ferito, ma continuò a combattere fino a quando non fu ferito di nuovo, questa volta duramente. Dalle sue ferite morì in ospedale il 6 febbraio 1945. Fu sepolto nella città polacca di Żmigród.
Per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 10 aprile 1945, Aleksej Ivanovič Melnikov, fu insignito postumo del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.8
Nikolaj Nikitovič Mokrij — Nacque il 15 settembre 1919 nei pressi di Char’kov, in Ucraina.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nell’autunno del 1943, il caporale Nikolaj Mokrij era al comando di una unità di ricognizione della 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia.
Si distinse durante le battaglie per il Dnepr. Il 2 ottobre 1943, fu il primo della sua unità ad attraversare il Dnepr vicino al villaggio di Medvin, nel distretto di Černobyl (Ucraina). Con le sue informazioni riguardo le posizioni delle unità tedesche, consentì all’artiglieria sovietica di distruggere 3 mortai, 1 batteria di artiglieria, 12 postazioni mitragliatrice e 3 punti di osservazione del nemico.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 17 ottobre 1943, per l’esemplare esecuzione dei compiti di combattimento sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi, il coraggio e l’eroismo dimostrati, Mokrij ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la medaglia della «Stella d’Oro».
Il 6 aprile 1944 morì in battaglia. Fu sepolto in un villaggio nella regione di Ternopil’ in Ucraina.9
Aleksej Timofeevič Muraviov — Nacque da una famiglia di contadini il 20 marzo 1915, in un villaggio nei pressi di Nižnij Novgorod.
Rimasto presto orfano di padre, aiutò la madre nelle faccende domestiche, lavorò in una fattoria collettiva e poi come meccanico in un impianto metallurgico.
Nel 1936 fu arruolato nell’Armata Rossa. Dopo aver completato il servizio militare, completò i corsi annuali per i tenenti e nel 1941, la scuola per ufficiali di Leningrado.
Allo scoppio della guerra, con il grado di tenente era in servizio nell’artiglieria di stanza nel Caucaso. Nel 1942 si laureò ai corsi per comandanti di artiglieria.
Fu inviato al fronte dal luglio 1942. Dal 1943 divenne membro del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Partecipò alle battaglie di Stalingrado e Kursk.
Si distinse particolarmente nelle battaglie per l’attraversamento del Dnepr.
La notte del 25 settembre 1943, con altri tre soldati, il capitano Muraviov attraversò con una zattera il fiume Dnepr e si addentrò nelle retrovie nemiche ed individuate postazioni di mezzi corazzati tedeschi, fornì informazioni ai comandi dell’artiglieria sovietica consentendo la distruzione di 30 carri armati tedeschi.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 17 ottobre 1943, per il coraggio e l’eroismo dimostrati durante l’attraversamento del Dnepr, il capitano Aleksej Timofeevič Muraviov fu insignito del titolo Eroe dell’Unione Sovietica, con l’Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Successivamente partecipò alle battaglie per la liberazione della Polonia e all’assalto di Königsberg. Durante gli anni di guerra fu ferito sei volte. L’ultima ferita nell’aprile del 1945 vicino a Königsberg fu particolarmente grave e Muraviov non tornò mai in prima linea.
Dopo la guerra fu congedato nella riserva. Visse nella città di Mosca e lavorò negli studi cinematografici «Mosfilm». Morì il 24 febbraio 1975.10
Nikolaj Timofeevič Ponomariov — Nacque in una fattoria collettiva nella provincia di Orenburg il 13 agosto 1923.
Prima della coscrizione lavorava nella fattoria collettiva. Nel maggio del 1942 fu arruolato nell’Armata Rossa e fu assegnato alla 1° Divisione di Artiglieria della Guardia.
Partecipò alla battaglia di Stalingrado, alla battaglia di Kursk ed alle battaglie per l’attraversamento del Dnepr.
Il 2 ottobre 1943, si trovò a fronteggiare i primi contrattacchi tedeschi sul Dnepr che l’artiglieria sovietica riuscì a respingere. Ma quattro giorni dopo, il 6 ottobre 1943, i tedeschi tentarono di sfondare le linee dell’artiglieria sovietica trasferendo sul campo di battaglia 50 carri armati,pezzi di artiglieria, due reggimenti di fanteria, il tutto coadiuvato dal supporto aereo. Nonostante l’imponente mole di uomini e armamenti utilizzati dai tedeschi, Ponomariov con fuoco mirato riuscì a distruggere un carro armato «Tiger» e costrinse la fanteria nemica a ritirarsi. Alla fine dei combattimenti però, l’imponente mole utilizzata dai tedeschi aveva portato un notevole risultato. Quasi tutti i pezzi di artiglieria della batteria di cui faceva parte Ponomariov erano ormai fuori uso e solo due artiglieri erano sopravvissuti: i sergenti Ponomariov e Tavrovskij. Essendo entrambi feriti, i due riuscirono comunque ad utilizzare l’unico obice ancora funzionante e continuarono a combattere distruggendo 3 carri armati tedeschi, 8 mezzi trasporto truppe carichi di soldati e uccidendo i soldati di un intero battaglione di fanteria.
Purtroppo però, poco dopo un colpo sparato da un carro armato tedesco uccise Ponomariov e Tavrovskij. Il loro sacrificio non fu inutile e grazie alla loro abilità, l’offensiva tedesca fu interrotta. I resti dei due corpi furono sepolti in una fossa comune nella regione di Kiev.
Il 17 ottobre 1943 con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica fu premiato postumo con il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.11
Nikolaj Grigor’evič Posochin — Il cosacco Posochin nacque il 26 dicembre 1915 in una fattoria collettiva nella regione dei Cosacchi del Don.
Dopo gli studi in agraria, Posochin si iscrisse alla Scuola di Artiglieria di Kiev.
Fu impiegato sul fronte della Grande Guerra Patriottica fin dai primi giorni in quanto al momento dell’invasione nazista era di stanza a Kiev. La sua unità militare travolta dalle forze armate tedesche fu costretta alla ritirata in modo disordinato, al punto tale da dover essere sciolta.
Il 22 agosto del 1942, Posochin con il grado di capitano, fu assegnato alla 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia e gli fu affidato il comando di una batteria di obici da 150 mm. Partecipò alla battaglia di Stalingrado, divenendo la migliore batteria di tutta la divisione.
Uno degli episodi più famosi e caratteristici delle sue azioni di combattimento durante la difesa di Stalingrado, fu la distruzione di un treno corazzato nemico che percorreva la linea ferroviaria Gumrak-Samofalovka lungo la linea del fronte e sparava impunemente sulle posizioni delle truppe sovietiche, causando danni significativi alla fanteria. Il treno corazzato tedesco era costituito da una locomotiva blindata e quattro piattaforme corazzate su cui venivano dispiegati 4 cannoni per sparare ad obiettivi di terra ed ai bersagli aerei. Dopo aver condotto una rischiosissima ricognizione nell’area della ferrovia occupata dai tedeschi, il cosacco Posochin scelse un posto per un’imboscata e sviluppò un piano dettagliato per la distruzione della tanto temuta arma nemica. Riuscì a trasferire e mimetizzare degli obici lungo un tratto della ferrovia e non appena il treno blindato tedesco gli passò di fronte, da distanza ravvicinata iniziò a colpirlo. Nello specifico dopo aver fatto saltare in area i binari in prossimità della parte anteriore e posteriore del treno ed aver costretto il treno all’immobilità, Posochin ed i suoi uomini per alcuni minuti spararono ininterrottamente colpi di artiglieria pesante contro il treno blindato riducendolo in frantumi. La distruzione in pochi minuti di un formidabile veicolo da combattimento, temuto da tutti i sovietici, fece rapidamente il giro del Paese e sollevò il morale di coloro che combattevano a Stalingrado in condizioni disumane.
In totale, durante la partecipazione alla Battaglia di Stalingrado, la batteria di obici comandata da Posochin, oltre al famigerato treno blindato tedesco, distrusse 5 batterie di artiglieria tedesca da 105 mm e 75 mm, una batteria di mortaio, 5 veicoli, un postazione di osservazione nemica e 2 carri armati.
Inoltre, il capitano Posochin, alla testa della sua batteria fu tra i primi a riuscire ad entrare nelle strade di Stalingrado con i mezzi di artiglieria pesante. Nelle battaglie per le strade della città, Posochin e di suoi uomini aprirono la strada alla fanteria, distruggendo un gran numero di postazioni di sparo nemiche.
Dal 5 luglio all’8 luglio 1943, partecipando alla battaglia di Kursk, la batteria comandata dal cosacco Posochin, contribuendo a respingere l’assalto di forze superiori di fanteria e carri armati nemici, uccise circa 300 soldati nemici, distrusse due carri armati e due batterie di artiglieria da 105 mm tedesche. Il 9 luglio gli uomini di Posochin uccisero più di 40 soldati della Wehrmacht. Il 10 luglio, i tedeschi effettuarono molti attacchi contro la batteria di artiglieria comandata da Posochin, ma ogni volta furono costretti a ritirarsi, perdendo in un giorno circa 200 soldati e ufficiali.
Trasferita in Ucraina, Il 26 settembre 1943, la batteria comandata da Posochin, pur sottoposta a continuo bombardamento nemico, fu la prima delle unità di artiglieria pesante a forzare la Desna vicino alla città di Oster e, dopo una marcia di 50 chilometri, riuscì a prendere possesso di postazioni strategiche sulla riva opposta del Dnepr.
Il cosacco Posochin si occupò personalmente della posa del cavo telefonico facendolo passare da una riva alla riva opposta del Dnepr e poi stendendolo fino alle posizioni da lui occupate. In questo modo, restando in continuo contatto con il resto della divisione riuscì ad indirizzare l’enorme quantità di fuoco sparato dall’artiglieria sovietica, la quale riuscì a distruggere tre intere compagnie della fanteria tedesca.
Il 3 ottobre 1943, il capitano Posochin e gli uomini della sua batteria, durante i combattimenti distrussero 16 carri armati e 14 batterie di artiglieria tedesca.
Il 17 ottobre 1943, per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica, il capitano Nikolaj Grigor’evič Posochin ricevette il meritato titolo Eroe dell’Unione Sovietica.
Il 14 aprile 1944, durante la liberazione della città di Ternopil’, Posochin ed i suoi uomini giocarono un ruolo importante nell’eliminazione dei principali centri di resistenza del nemico nell’area del deposito ferroviario. Dopo la conquista della città, la batteria di artiglieria di Posochin avanzò verso l’area del villaggio di Velikij Chodac’kov, dove fu contrattaccata da grandi forze di fanteria e carri armati nemici. Per 5 giorni gli artiglieri del cosacco Posochin trattennero l’assalto del nemico, respingendo 4 attacchi di carri armati. La situazione peggiore si verificò il 16 aprile 1944. I tedeschi impiegarono nell’assalto 16 carri armati, ma Posochin non batté ciglio: manovrando abilmente sul campo di battaglia i suoi uomini ed i suoi pezzi di artiglieria riuscì a mantenere la propria posizione senza subire perdite. In totale con le sue manovre, Posochin riuscì a distruggere 7 carri armati Tiger e 10 blindati corazzati ed infliggendo la perdita ai tedeschi ci circa 300 soldati.
Nell’autunno del 1944, Posochin fu premiato ricevendo il grado di maggiore e gli fu affidato il comando di un reggimento di artiglieria pesante della 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia.
Il 15 gennaio 1945, alla periferia della città polacca di Kielce, il cosacco Posochin fu gravemente ferito ed evacuato in ospedale.
Dopo la fine della Grande Guerra Patriottica continuò a prestare servizio nelle forze armate dell’Unione Sovietica fino al 1947, dopodiché fu congedato nella riserva.
Decise di andare a vivere a Stalingrado (l’odierna Volgograd). Dal 1949 al 1952 in qualità di rappresentante del partito, fu il direttore dell’organizzazione dei lavori per la costruzione del Canale di Navigazione Volga-Don. Dopo che la sua costruzione fu completata ricoprì incarichi politici locali all’interno del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Morì il 15 aprile 1993 a Volgograd dove fu sepolto nel Cimitero di di Dimitrievskoe.12
Pavel Pavlovič Purin — Nacque il 12 febbraio 1911 da una famiglia di contadini in un villaggio della Bielorussia.
Dopo gli studi, dal 1928 si iscrisse come cadetto alla Scuola di Artiglieria di Kiev, nella quale si laureò nel 1932.
Al momento dell’invasione nazista, il capitano Purin comandava una batteria di obici. Data la forza di spinta iniziale dell’invasione lanciata dai tedeschi, Purin ed i suoi uomini procedettero in ritirata partecipando alle battaglie vicino a Leopoli. Miracolosamente riuscì ad evitare la morte o la prigionia nella disfatta sovietica subita a Kiev. Dopo la sconfitta delle truppe sovietiche a Kiev. Purin ed i suoi uomini furono ritirati nel distretto militare del Volga , dove la sua formazione militare fu riformata nell’inverno del 1942. Dall’aprile del 1942, Purin fu inviato di nuovo al fronte.
Durante l’offensiva di maggio 1942 vicino a Char’kov, fu gravemente ferito ed evacuato in ospedale. Il 28 agosto del 1942, dopo qualche giorno che era giunto sul fronte di Stalingrado, fu ferito nuovamente.
Dopo essersi ristabilito, ricevette il grado di maggiore e fu inviato ad un centro di addestramento di artiglieria vicino a Mosca.
Dal gennaio del 1943 a Purin fu affidato il comando di un reggimento di obici posizionato sul fronte del Don. Nelle battaglie in corso nei villaggi intorno a Stalingrado, Purin ed i suoi artiglieri distrussero 5 batterie di artiglieria leggera, 2 batterie di artiglieria antiaerea, 6 cannoni e 14 postazioni di mitragliatrice.
Dopo la sconfitta delle forze fasciste e tedesche a Stalingrado, Purin ed i suoi uomini furono inviati in Ucraina e respinsero l’offensiva tedesca ad est di Char’kov. Il 9 marzo 1943, Purin fu ferito nuovamente ma entro maggio tornò in servizio.
Nelle battaglie lungo il fiume Severskij Donets nel luglio 1943, l’unità sotto il comando del maggiore Purin agì con alta efficienza e nel dal 17 luglio al 9 agosto, distrusse 4 carri armati tedeschi, 8 postazioni di mitragliatrici, 10 cannoni anticarro, 3 batterie di artiglieria pesante, 3 batterie di mortai, 6 postazioni di osservazione nemiche e uccise più di 350 soldati e ufficiali della Wehrmacht.
Nell’ambito dell’operazione Donbass, iniziata nell’agosto del 1943, gli uomini sotto il comando del maggiore Purin furono impegnati in feroci battaglie per la conquista della grande roccaforte della difesa tedesca, il villaggio di Taranovka. Qui, dal 25 al 31 agosto 1943, gli artiglieri di Purin distrussero 3 carri armati nemici, 6 batterie di artiglieria leggera, 8 batterie di mortai e 12 postazioni mitragliatrici, uccidendo circa 500 soldati e ufficiali tedeschi.
Durante la battaglia del Dnepr, il maggiore Purin trasportò il suo reggimento sulla riva destra del Dnepr e sistemò i suoi obici su delle alture che concedevano ampia visibilità circostante. Il 14 ottobre 1943, il nemico passò al contrattacco, impiegando 70 carri armati e un battaglione di fanteria. Nel momento critico della battaglia, quando un gruppo di carri armati irruppe nel punto di osservazione di Purin, lui e di suoi uomini riuscirono a respingere il contrattacco nemico distruggendo 7 carri armati tedeschi, 6 mezzi corazzati, 2 veicoli con munizioni e uccidendo fino a 120 soldati della Wehrmacht.
La sera del 6 gennaio 1944, il reggimento, spostandosi lungo la strada per Kirovograd, Purin ed i suoi uomini superarono un convoglio di fanteria del nemico in ritirata. Sparando rapidamente, gli artiglieri distrussero 2 plotoni di fanteria, un veicolo corazzato per il trasporto truppe ed un cannone di piccolo calibro.
Nell’inverno del 1944, il maggiore Purin fu inviato a corsi di aggiornamento per ufficiali, dopo di che ricevette il grado militare di tenente colonnello e prese il comando di una brigata di artiglieria pesante della 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia.
Successivamente la brigata di Purin combatté in Moldavia contro le truppe romeno-tedesche. Dopodiché partecipò alla liberazione della città polacca di Kielce.
Purin, promosso tenente colonnello, si distinse particolarmente durante la traversata dell’Oder e nelle battaglie per la testa di ponte sulla riva destra del fiume.
Il 27 gennaio 1945, Purin, sotto l’uragano e il fuoco di mortaio del nemico, e nelle condizioni di incessanti attacchi di aerei nemici, fu uno dei primi ad inviare le forze di artiglieria sulla riva opposta del fiume. Avendo organizzato perfettamente la difesa della postazione occupata la trasformò in una fortezza inespugnabile. Infatti Purin ed i suoi artiglieri, respinsero sette violenti contrattacchi di forze nemiche superiori e causarono gravi danni ai tedeschi , distruggendo 12 postazioni mitragliatrici, 3 veicoli corazzati, 12 camion carichi di soldati di fanteria, una batteria di mortai da 105 mm e un cannone d’artiglieria. In questa occasione, il tenente colonnello Purin combatteva direttamente al fianco dei propri soldati e con il suo esempio personale ispirò i suoi uomini nel portare a termine vittoriosamente la missione di combattimento.
Per l’esecuzione esemplare delle missioni di comando e di combattimento sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati nello stesso momento, il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 6 aprile 1945 assegnò il grado di Eroe dell’Unione Sovietica al tenente colonnello Purin.
Purin fin’ la guerra l’8 maggio 1945 a Dresda.
Dopo la fine del conflitto, Purin continuò a prestare servizio nelle forze armate dell’Unione Sovietica. Nel 1951 si diplomò presso i corsi accademici superiori dell’Accademia Militare. Il 14 settembre 1954, prese parte ad esercitazioni militari nel campo di addestramento di Totsk, durante il quale per la prima volta furono utilizzate armi nucleari sovietiche. Dal 1956, con il grado di colonnello fu congedato nella riserva.
Visse nella città di Krivoj Rog in Ucraina. Il 7 maggio 1977, Purin lesse le sue memorie in occasione dell’anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica che si tenne all’interno di una delle unità militari di stanza nella città. Dopo le celebrazioni si tenne una cena festiva durante la quale Purin si ammalò ed in pochi minuti morì improvvisamente. Fu sepolto a Krivoj Rog, in Ucraina.13
Botabaj Sadikov — Nacque da una famiglia di contadini il 23 febbraio 1916 nel villaggio di Sajram in Kazakistan.
Prima della guerra lavorava come progettista di trattori e macchine agricole.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa e dall’ottobre del 1941 combatté come artigliere a sud-ovest di Stalingrado.
Con il suo pezzo di artiglieria distrusse 13 carri armati tedeschi, 3 batterie di mortai, 23 bunker ed uccise i componenti di 2 battaglioni di fanteria nemica.
Nelle battaglie per il Dnepr, il fuoco di artiglieria da lui sparato distrusse 8 postazioni mitragliatrici, 3 carri armati, 1 batteria di mortai.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 17 ottobre 1943, al sergente Botabaj Sadikov fu assegnato il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, l’ Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Dopo la smobilitazione visse nel suo villaggio natale. Lavorò come presidente del consiglio del villaggio. Morì il 18 gennaio 1992 e fu sepolto nel suo villaggio natale.14
Fëdor Petrovič Safronov — Nacque da una famiglia di contadini il 4 maggio 1916 in un villaggio nella regione di Vladimir.
Dal 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa ed inviato al fronte come artigliere addetto al mortaio. Era anche istruttore delle nuove reclute per l’utilizzo di quest’arma ed a tal proposito ricevette la medaglia «Per il merito militare». Safronov era uno dei migliori artiglieri della 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia.
Nel 1943 fu ferito e fu ricoverato in ospedale per alcuni mesi.
Si distinse particolarmente durante le battaglie su fiume Oder.
All’inizio del febbraio 1945, attraversando il fiume vicino alla città tedesca di Steinau, il ponte di barche costruito dalla sua unità militare fu distrutto dall’artiglieria nemica. Il suo comandante fu ferito ed i mortai trasportati affondarono vicino alla riva nemica. Il sergente maggiore Safronov, sostituì il suo comandante ferito ed organizzò il salvataggio di armi e munizioni dalle gelide acque del fiume. Safronov ed i suoi compagni, rimasti soli sulla riva occupata dal nemico, con l’uso di armi leggere respinsero numerosi contrattacchi nemici durante il giorno. Il giorno dopo, Safronov riuscì a mettere un funzione un mortaio che il giorno prima era stato recuperato dopo essere caduto in acqua e con colpi di precisione inflisse considerevoli danni ai tedeschi.
Le sue azioni fornirono il contributo per la traversata di altri reparti della 1° Divisione di Artiglieria Pesante della Guardia.
Per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 10 aprile 1945, per l’esemplare esecuzione dei compiti di combattimento e il coraggio e l’eroismo nelle battaglie contro gli invasori nazisti, il sergente minore Fëdor Petrovič Safronov ricevette il titolo Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Nel 1945 fu smobilitato e fece ritorno nella regione di Ivanovo. Visse nella piccola cittadina di Furmanov dove morì il 19 febbraio 1967.15
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Александр Григорьевич Журавлёв
(3) Валентин Прокофьевич Иванов
(5) Ищанов Истай
(6) Михаил Александрович Кащеев
(7) Виктор Константинович Ловчев
(8) Алексей Иванович Мельников
(10) Алексей Тимофеевич Муравьёв
(11) Николай Тимофеевич Пономарёв
(12) Николай Григорьевич Посохин
(13) Павел Павлович Пурин
(14) Ботабай Садыков
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